Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Vai al Menu di navigazione principale

Stemma della Repubblica Italiana
Repubblica Italiana
Bandiera Italia Bandiera Europa

Inizio contenuto

Roberto Louvin


ROBERTO LOUVIN, Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Presidente Violante, onorevoli, cari colleghi, la risorsa del tempo è una variabile, non una costante e, proprio perché è variabile, Presidente Violante, mi permetto di attirare la sua attenzione sul fatto che poche settimane sono passate e una piccola rivoluzione è in corso, una rivoluzione di mentalità dovuta alla fortissima accelerazione che ha impresso l'elezione diretta dei presidenti delle regioni nello scenario delle nostre regioni.

I tre quarti dei nostri colleghi sono da poche settimane nella pienezza delle loro funzioni di rappresentanza delle rispettive assemblee, ma credo che tutti, vecchi e nuovi, percepiamo un fortissimo cambiamento. Nell'attesa di viverlo abbiamo una forte consapevolezza e mi pare di cogliere anche una forte maturità nell’atteggiamento di chi non vuole ripercorrere le vie del messianismo degli anni settanta, delle forti aspettative che purtroppo sono state ampiamente frustrate, ma di chi tende invece a ricercare estrema concretezza.

Non vogliamo ripercorrere i mantra: negli anni settanta c’era il mantra del regionalismo, oggi c'è quello del federalismo che, ripetuto, autoconvince e suggestiona dell'esistenza di questo federalismo, mentre in realtà un federalismo possiamo e dobbiamo costruirlo, ma con strategie diverse da quelle che abbiamo seguito in passato. Ho apprezzato molto il fatto che sia stata richiamata nei precedenti interventi la nozione di rete parlamentare, una rete che presuppone una parità di età, una pari dignità tra i soggetti interlocutori e in questo alcuni parlamenti regionali (così si autoqualificano e così vogliono essere) chiedono di poter intrattenere un rapporto diverso di competizione sana, non rissosa, di solidale collaborazione con il Parlamento nazionale.

Tuttavia, per fare questo, anche con il grande apprezzamento che esprimiamo per la mano che ha teso il Presidente della Camera a nome dell'Assemblea nei nostri confronti e per la disponibilità a mettere in comune esperienze e risorse, crediamo sia ormai necessario identificare anche un luogo in cui lavorare, un locus standi di questa collaborazione.

Visti i tempi ristretti per i nostri interventi, lo dico forse con eccessiva brutalità, ma credo che la stagione dei seminari dovrebbe concludersi; ne abbiamo vissute a decine, abbiamo partecipato a convegni, congressi, seminari, incontri tecnici, ma ancora non è maturato un luogo di lavoro continuo tra il Parlamento e le assemblee regionali. Se riusciamo a costruire insieme questo luogo della collaborazione parlamentare, credo che, anche in assenza di grandissimi disegni, stabiliamo una effettività di lavoro comune nello spazio giuridico e normativo che ormai non è più separato nella logica di fonti distinte, ma che opera in un quadro di fonti effettivamente concorrenti. Credo sia tempo di alleanze, di scegliere anche sul piano istituzionale i propri partner, come si fa in economia, quando ci si aggrega per non soccombere. Credo, altresì, che l'alleanza naturale sia tra il Parlamento e i consigli regionali per omogeneità di status e di abito mentale ed anche per omogeneità di legittimazione popolare e del pluralismo nella rappresentanza. Questo naturalmente a condizione che non scivoliamo, come purtroppo è accaduto in passato, in uno sterile velleitarismo dal quale, insieme a tutti i colleghi, cerchiamo di guardarci, soprattutto rispetto ai nostri potenti presidenti degli esecutivi regionali, con i quali intendiamo lavorare nel rispetto dei reciproci ruoli, ma con la coscienza di una forte distinzione e di grande diversità.

Presidente Violante, molti nostri consigli si stanno avviando alla fase di riscrittura delle regole, ad una ridefinizione dei confini interni, ma credo che non lo si possa fare solo guardando all'interno delle proprie regioni, in quanto lo statuto deve anche diventare lo strumento per consolidare questa rete di collegamenti. Ciò significa che anche negli statuti dobbiamo costruire gli agganci per questa rete, perché solo facendo così, solo non isolandoci possiamo essere parte attiva del processo riformatore. Concludo con una notazione che non vuole essere polemica, non è un caveant, non è un provideant, è una sollecitazione forte a considerarci interlocutori seri. Nei giorni scorsi vi sono stati degli incontri organizzati anche da istituzioni parlamentari sul tema dei nuovi statuti, incontri che hanno visto al tavolo della discussione i presidenti delle giunte regionali; vogliamo - e insisto su questo - che dicano la loro, che siano presenti e che abbiano la possibilità di manifestare il proprio punto di vista, ma ritengo altrettanto importante che vi siano i consigli regionali e quindi anche l'annuncio dato poco fa dal presidente Jervolino di un tavolo di discussione (speriamo sia qualcosa di più di una semplice discussione) con i presidenti delle giunte sulla riforma federale, cioè sul disegno di legge n. 5830, credo non possa in questa fase dimenticarci, perché altrimenti il cercare la cooperazione e non farci essere presenti intorno al tavolo, quando si delinea la strategia complessiva e quando si definisce il quadro completo del riordino istituzionale, rischia di essere un passaggio a vuoto. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Devo scusare la presidente Jervolino Russo che ha dovuto recarsi in Assemblea dove si discute un progetto di legge di competenza della sua Commissione; comunque, tornerà tra poco.

Fine contenuto

Vai al menu di navigazione principale