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Rosa Russo Jervolino


ROSA RUSSO JERVOLINO, Presidente della Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati. Signor Presidente, sono convinta che questo seminario, che si incardina sui metodi della legislazione, abbia una grande importanza dal punto di vista della tecnica normativa e quindi della qualità della legge, ma vada ben oltre in quanto sottende e implica delle scelte di valore che sono fondamentali per il nostro sistema democratico.

La prima di queste scelte di valore che deve esserci comune l’ha segnalata lo stesso Presidente Violante ed è quella desumibile dall'ultima parte dell'articolo 5 della Costituzione: adeguare non soltanto i metodi ma i principi della legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento. Quindi, il discorso dei metodi finalizzato all'adeguamento dei principi. Signor presidente, pensando a questo incontro mi è venuta alla mente una delle tante riflessioni sulle autonomie istituzionali di Capograssi, un giurista profondamente interno al pensiero dei costituenti, sul quale la mia generazione ha molto riflettuto. Capograssi, nel rilevare il ruolo e l’importanza delle regioni e delle autonomie locali, le pone al centro di un processo culturale e giuridico nel quale l'autonomia possa svolgere le sue capacità profonde. Dice ancora, nel suo saggio sullo Stato, con un'analisi che riletta a distanza di anni ho trovato di una modernità assoluta, che mentre nella vecchia forma di decentramento l'autorità viene dal centro e si esercita localmente, nella logica dell'autonomia l'autorità viene dal seno stesso delle comunità. E’ quindi la realtà locale ad avere l'autorità di regolare se stessa, come momento non antitetico ma fondante della sovranità dello Stato.

Il lavoro che in questa legislatura il Parlamento ha compiuto mi sembra che vada in questo senso, cioè di rafforzare insieme il sistema delle autonomie e la struttura dello Stato, portando quest'ultimo dal mero controllo al sostegno, all'incentivo, e al potenziamento delle autonomie regionali e locali. Si tratta di una linea culturale e normativa che va nel senso della democrazia sostanziale. Ritengo infatti che interpretare il lavoro di questa legislatura soltanto come un impegno tecnico-giuridico significherebbe limitarne fortemente la portata: è stato “anche” un grande impegno tecnico-giuridico, ma non è stato soltanto questo e non possiamo depotenziare il lavoro del Parlamento privandolo della sua anima, della sua tensione civile.

Credo si sia trattato invece del tentativo di dare risposte più adeguate ai diritti di cittadinanza attiva, in un moderno sistema istituzionale che tenda a raggiungere livelli di vita più alti attraverso la piena realizzazione di tutte le potenzialità personali e collettive presenti nella comunità. Se è così - e sono convinta che sia così - non possiamo dimenticare quanto la logica del potenziamento delle autonomie regionali e locali significhi in tema di democrazia sostanziale, cioè di partecipazione e di controllo dei cittadini sul lavoro delle istituzioni, di possibilità di coinvolgerli nella vita delle istituzioni intesa come cammino comune della collettività. Mi sembra che questa logica debba essere con forza rilanciata.

Ed allora, presidente Tagliente, anche nella prospettiva che mi auguro vicina - il Presidente Violante ha annunciato che la prossima settimana comincerà l'esame delle norme sulla riforma federale dello Stato - di un forte ampliamento del potere legislativo delle regioni, è davanti a noi il compito al quale il presidente Nardini faceva riferimento, cioè di armonizzare la normativa ai vari livelli, di creare tra Parlamento nazionale e assemblee regionali una forte sinergia guidata dal principio di sussidiarietà.

Questo cammino - anche a questo ha fatto riferimento il presidente Tagliente - presenta un altro aspetto che occorrerà affrontare: il rapporto tra legislazione nazionale, legislazione regionale e regole che nascono dalla Unione europea. Il rafforzamento dei poteri delle regioni e il rafforzamento dei poteri dell'Unione - pensiamo per esempio alla Conferenza intergovernativa di Nizza - sono non antitetici tra di loro ma complementari, in un cammino che realizzi anche a livello sovranazionale il principio di sussidiarietà.

Nel lavoro che ci attende, gli aspetti dell'integrazione dovranno poi fortemente bilanciarsi con quelli della semplificazione, anche per raggiungere l'obiettivo della leggibilità delle norme da parte dei cittadini - anche questa è democrazia sostanziale - oltre che della razionalità, efficacia e flessibilità delle norme, ma soprattutto dell’efficacia nel regolare i processi. La Commissione affari costituzionali della Camera è estremamente sensibile a questi temi e la valorizzazione delle autonomie regionali e locali è stata in fondo l'idea-forza del nostro lavoro durante tutta la legislatura.

È stata compiuta tra l’altro, nella nostra Commissione, la prima lettura della cosiddetta legge Bassanini e il Presidente Violante ha ricordato l'importanza dell'articolo 1 della legge n. 59 del 1997; è stata compiuta anche la prima lettura delle norme sulla riforma federale dello Stato e la prima lettura della legge sull'elezione diretta dei presidenti delle regioni a statuto speciale, che poi è diventata una vera e propria riforma degli statuti di quelle regioni. Nei giorni venturi, proprio in vista dell'inizio della discussione delle norme sulla riforma federale dello Stato, incontreremo i presidenti delle regioni, per confrontarci con loro, ed i membri della Commissione affari costituzionali presenti a quest'incontro saranno attentissimi a cogliere tutti gli stimoli ed i suggerimenti che la sensibilità e l'esperienza dei presidenti dei consigli regionali (che ringrazio per la loro collaborazione) ci vorranno dare. Concludendo, siamo pienamente convinti della necessità di questo lavoro interistituzionale, che non lede certo l'autonomia di alcuna assemblea legislativa ma le aiuta tutte ad integrarsi efficacemente nel complesso sistema delle relazioni tra i diversi livelli di governo (Applausi).

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