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Luciano Violante


PRESIDENTE. Anzitutto, rivolgo a tutti il mio saluto di benvenuto. Nel seminario del 30 giugno abbiamo avuto un primo scambio di opinioni sulla necessità di coordinare i metodi della legislazione tra Stato e regioni in una fase di forte espansione del ruolo delle autonomie locali e delle regioni. In una fase di progressivo spostamento dei poteri legislativi dal centro alle regioni e di progressiva acquisizione, da parte delle regioni, di funzioni legislative, si pone un problema di raccordo tra Parlamento nazionale e consigli regionali, oltre che di maturazione di competenze da parte dei consigli regionali in relazione a questi nuovi incarichi, a questo nuovo peso. Dalla data del nostro ultimo incontro sono intervenute alcune importanti novità. Anzitutto, la Camera ha approvato, in prima deliberazione, un testo di revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione. Non si tratta di una riforma federale, ma di un primo passo che contiene una serie di disposizioni sulle quali, come sappiamo, le opinioni non sono unanimi. Vi è però un punto sul quale mi permetto di richiamare l'attenzione di tutti: mi riferisco alla norma che rinvia ai regolamenti parlamentari la disciplina delle forme di partecipazione dei rappresentanti delle regioni e degli enti locali alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. E' un primo passo verso la presenza dei rappresentanti delle regioni all'interno della rappresentanza nazionale. Domani la Camera voterà, in seconda lettura, la riforma relativa all'elezione diretta dei presidenti delle regioni a statuto speciale, e in questi mesi si è peraltro intensificata la collaborazione tra gli uffici delle nostre Assemblee attraverso l'elaborazione congiunta del rapporto sulla legislazione per il 2000, che quest'anno è dedicato al rapporto tra Stato e regioni. Abbiamo infatti convenuto che un primo piano sul quale realizzare forme più avanzate di cooperazione doveva essere quello dell'integrazione delle conoscenze. Il lavoro procede e ringrazio in particolare, per la loro collaborazione, il professor Lombardi, direttore dell'Istituto di studi sulle regioni, il professor Cammelli, dell'Università di Bologna, e il professor Cassese.
Essendo questo il quadro in cui lavoriamo, attendiamo proposte da parte dei presidenti dei consigli regionali. Do la parola al presidente Louvin.

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