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Renato Schifani


RENATO SCHIFANI Commissione affari costituzionali del Senato. Vorrei anzitutto rivolgere un saluto personale, cui si unirà quello di altri colleghi della Commissione affari costituzionali del Senato che interverranno in questo dibattito. Al Senato è mancata l’istituzione di un Comitato per la legislazione; è stata questa probabilmente un’occasione perduta. Questo punto costituirà nella prossima legislatura per i componenti di quel ramo del Parlamento un momento di riflessione, cui vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione costruttiva: quella di accompagnare possibilmente alle osservazioni che questo Comitato elaborerà in ordine alla qualità della legislazione eventuali percorsi più rigorosi volti ad assicurare il rispetto delle prescrizioni che quel Comitato darà in sede di formazione legislativa.

Questa riunione, almeno dal mio punto di vista, vuole probabilmente costituire una testimonianza di impegno rispetto ad un’attività che oggi inizia alla scadenza della legislatura, ma che vuole costituire momento volto ad assicurare la continuazione di un’attività necessaria ed indispensabile per arrivare al perseguimento di vari obiettivi; in questa iniziativa individuo un impegno del Parlamento a garantire un processo di accompagnamento alla sessione statutaria e quindi costituzionale interna del mondo delle autonomie regionali a statuto ordinario. Approvando la legge sull’elezione dei presidenti delle regioni a statuto ordinario ed altre norme abbiamo individuato nel processo statutario interno alle regioni un fortissimo momento costituente. Pertanto, questa nostra iniziativa che coinvolge il mondo delle autonomie regionali e l’intero Parlamento va vista in chiave di sintesi di accompagnamento a questo momento storico.

Mi auguro che con queste iniziative si possano anche elaborare suggerimenti, che, al di là del tema della qualità della legislazione, anche sotto il profilo politico mirino, se vi si riuscirà con questa collaborazione interparlamentare, ad individuare punti di snodo, di soluzione di temi relativi al federalismo. Non si può sottacere l’importanza di momenti di incontro di tal genere rispetto agli obiettivi fondamentali di riforma federale dello Stato.

Abbiamo, infatti, un problema non soltanto di qualità della produzione legislativa delle regioni, ma anche di quantità. Anni orsono, quando ero componente della Commissione bicamerale, ebbi modo di riscontrare un fortissimo divario nella produzione legislativa di alcune regioni rispetto ad altre: vi sono regioni che producono molto, ve ne sono altre che producono molto poco. Questo argomento, al di là dell’elaborazione di sintesi, meriterebbe una riflessione sulle possibili cause di questa diversificazione della quantità dell’elaborazione legislativa. Probabilmente dovremo approfondire la valutazione in ordine alla bontà dei regolamenti interni di funzionamento delle stesse assemblee regionali; dovremo porci il tema se esista la possibilità di uno studio comparativo degli stessi, non tanto per arrivare ad un’ipotesi da suggerire in ordine alla loro tipicizzazione, quanto per compiere un’analisi che possa costituire un momento di approfondimento da parte delle componenti delle autonomie regionali per verificare l’esigenza di migliorare i meccanismi di funzionamento delle assemblee.

Dovremmo, quindi, elaborare un progetto che riesca a coniugare il principio federale dell’autonomia legislativa con quello della organicità del sistema, nel rispetto di quel principio della reale cooperazione tra istituzioni dettato dalla nostra Carta costituzionale. Mi auguro che questo obiettivo sarà raggiunto dall’organismo che oggi insediamo.

Ci poniamo oggi un problema di federalismo, condividiamo in molti il concetto secondo il quale il federalismo deve obbedire alla logica della competitività (se ne è parlato tante volte nel nostro dibattito e nella Commissione bicamerale). Allora, questo lavoro potrebbe anche avvertire l’esigenza di individuare nel prosieguo un centro di monitoraggio delle soluzioni date dalle diverse autonomie regionali su temi di stretta competenza locale, per fare in modo che il processo legislativo, sia centrale che regionale, abbia la possibilità di mettere a fuoco tale aspetto, per verificare e stimolare un processo di competizione da regione a regione.

Se riusciremo in questa iniziativa a far sì che lo sforzo non si consumi soltanto in un processo di analisi, ma trasformandosi questa nell’elaborazione di un progetto di proposta dinamico che aiuti la spinta federale del paese, avremo dato importanti risposte al paese.

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