Il comma in questione contiene una disposizione già prevista dalla Costituzione vigente (art. 98, u.c.), con cui si dà facoltà alla legge di fissare limiti al diritto di iscrizione ai partiti politici per determinate categorie di pubblici dipendenti, in relazione al particolare ruolo di tutela e garanzia ricoperto all'interno della pubblica amministrazione. Rispetto al testo approvato dalla Commissione in giugno, si è introdotta una sola innovazione, di natura sostanziale, che ha stabilito una riserva di legge "bicamerale" in materia.

Il comma secondo dell'art. 98 della Costituzione vigente già prevede che i pubblici impiegati membri del Parlamento non possano conseguire promozioni se non per anzianità. Tale disposizione, prevista nell'art. 107, u.c., del testo approvato in giugno dalla Commissione, è stata ora inserita nel comma secondo dell'articolo in esame. Essa prevede peraltro che il divieto di promozioni sia esteso anche ai componenti delle Assemblee regionali.

Non si sono registrati particolari elementi problematici di riflessione in Commissione sull'argomento in esame. Si è soltanto avanzata la proposta (Tabladini) di ricomprendere, tra le categorie sottoposte al divieto di iscrizione ai partiti, anche i direttori di testate giornalistiche. La proposta non è stata tuttavia posta in votazione, in quanto estranea all'oggetto dell'articolo, che dispone una deroga all'esercizio di un diritto politico esclusivamente a carico di particolari categorie di dipendenti pubblici.

Commissione Riforme costituzionali

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