Una vita per la democrazia. 20° anniversario della scomparsa di Ugo La Malfa


Roma, 03/24/1999


***Commemorazione di Ugo La Malfa a vent''anni dalla sua scomparsa promossa dall''Istituto Ugo La Malfa***












Ugo La Malfa, ha vissuto l''impegno politico come dovere etico capace di misurarsi tanto sulle grandi strategie quanto con i problemi quotidiani del Paese.

La sua azione politica è stata ispirata al principio di responsabilità, alla laicità, al rigore della ragione ed alla forza della volontà.

Di qui l''attenzione di La Malfa per la classe dirigente del Paese, la sua riflessione su chi ne deve far parte e sui suoi compiti in una società moderna ed europea.

La Malfa si discosta dalla tradizione liberale che concepisce la classe dirigente nell''ambito della teoria elitistica definita dalla scienza politica dei primi decenni .

Classe dirigente di un Paese moderno e democratico non può essere solo la classe politica, perché egli concepisce lo sviluppo della vita nazionale nei termini più ampi di sviluppo di un sistema-Paese.

In questo quadro si inseriscono le sue riflessioni sulla necessità di modernizzazione della classe dirigente meridionale che egli concepisce come parte integrante dell’intera classe dirigente del Paese. La Malfa sviluppa in questa direzione le analisi del pensiero meridionalistico e le riflessioni di Guido Dorso. Pur cogliendone i limiti sotto il profilo ideologico egli sottolinea in particolare quanto scriveva nel 1925 l''intellettuale campano a proposito delle qualità necessarie della nuova classe dirigente: "la chiarezza delle idee, la sua funzione critica, il distacco completo di ogni atteggiamento o interesse soggettivo" e ancora la necessità di un suo allargamento che deve comprendere, oltre "la giovane borghesia umanistica", anche quelle élites che si stanno formando nei ceti produttivi del commercio e del mondo del lavoro.

In una democrazia evoluta, che mette al centro del proprio sistema di regole e di valori il cittadino, la legittimazione della classe dirigente non si costruisce sulla base dello status, di privilegi o di quote di potere. Si costruisce innanzitutto sullo spirito di servizio, sulla competenza, sull’onestà che implica la netta distinzione tra il proprio interesse personale e l’interesse generale, sulla coerenza tra doveri e comportamenti, che è il fondamento della responsabilità.

In La Malfa questa impostazione trova un interprete autorevole ed infaticabile.

La Malfa non è uno scienziato della politica ma unisce spesso le riflessioni sui compiti della classe dirigente a quelle sul ruolo della politica in una società moderna e dinamica.

Nel 1970 scrive la prefazione ad un libro su La risposta democratica. Appunti per una teoria del pragmatismo democratico. E'' un testo che riflette sulla possibilità di costruire la democrazia nell''epoca dello sviluppo tecnologico ed affronta, in questa direzione, il problema dell''adeguamento degli strumenti e dei concetti della teoria e dell''azione politica. La Malfa sviluppa un ragionamento sull''urgenza che "la classe politica … che governa la società" conquisti "una concezione più problematica e aperta, un metodo più produttivo e concreto di operare". Egli mette l''accento sulla necessità di utilizzare il metodo del pragmatismo, "fondato sulla cultura laica ed umanistica e sul metodo scientifico", come "piattaforma culturale di un moderno partito democratico".

Questo pragmatismo non è sinonimo in La Malfa di mero efficientismo né di una pur competente gestione dell''esistente. Esso è saldamente ancorato ai valori democratici, a quello che La Malfa chiama "il campo d''azione della sinistra". "Poiché" -afferma- "essere a sinistra significa collocarsi nella realtà per capirla, interpretarla e quindi modificarla in senso più avanzato".

Questa concretezza gli permetterà di rifiutare le formule politiche pietrificate e di operare invece, tramontata la politica centrista, per un continuo allargamento degli spazi della democrazia nel nostro Paese.

Nel periodo della lotta antifascista e della Resistenza Ugo La Malfa appartiene a quello schieramento azionista che vive l’azione politica come impegno per la creazione di un''Italia nuova, ma attenta alle sue identità, alle sue radici ed alle sue tradizioni. Di queste tradizioni è parte integrante l''idea di completamento dell''opera del Risorgimento nazionale attraverso il ricongiungimento all''Europa.

Per La Malfa l''Europa costituisce non solo il traguardo del nostro Paese ma anche il motivo trainante per la costruzione ed il rafforzamento di una moderna democrazia all’interno dei confini nazionali.

Già nel 1944, in un discorso sul tema del rinnovamento democratico, La Malfa afferma che "lo studio e l''attuazione di grandi piani di lotta contro la disoccupazione, di risanamento sociale, di educazione ed elevazione spirituale, di cultura, caratterizzeranno la nuova democrazia. Questa moderna democrazia italiana … si inserirà nella grande democrazia europea e la soluzione dei problemi sociali europei avverrà sullo stesso piano".

Ugo La Malfa pensa quindi ad un rapporto dinamico del nostro Paese con l''Europa. Costruire spazi economici e politici comuni è condizione determinante per la modernizzazione dell''Italia, ma è anche scelta consapevole di portare in Europa i valori del nostro Paese.

Lo statista repubblicano infatti non cessa di denunciare le arretratezze e le deficienze dell''Italia, ma non nutre dubbi sul fatto che il nostro Paese debba contribuire alla formazione dei valori civili dell''Europa e delle sue istituzioni.

La sua critica non è mai denigrazione, ma sempre ispirata ad un alto senso di responsabilità nazionale.

Oggi questa visione realistica e tuttavia ispirata al senso dello Stato e proiettata verso il futuro, consapevole dei limiti ma anche delle conquiste effettuate e dei traguardi raggiunti, costituisce un fattore essenziale per sconfiggere quel pendolarismo presente nella cultura e nel sentire comune che oscilla tra adesione entusiastica agli ideali comunitari e sterile visione autodenigratoria dell''Italia.

Si tratta invece di far crescere nel Paese una cultura politica ed amministrativa capace di cogliere l''importanza dell''integrazione europea e, al contempo, il dovere di tenere, anche nella vita politica quotidiana, comportamenti adeguati alle nostre responsabilità.

Per questo l’equilibrio di Ugo La Malfa tra la faticosa opera di superamento delle insufficienze del nostro sistema-Paese e la forte consapevolezza delle virtù e delle capacità dell''Italia e degli italiani costituisce oggi una leva per la ricostruzione di un orgoglio nazionale che non è nazionalismo esclusivista ma consapevolezza che la politica deve costruire il futuro e che il futuro appartiene ai popoli i quali credono nelle proprie ambizioni.