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LAPO PISTELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAPO PISTELLI. Signor Presidente, i gruppi di maggioranza ritengono importante la conversione in tempo utile del decreto-legge al nostro esame. Mi pare che negli ultimi giorni e nelle ultime ore siano state esplorate varie possibilità di mediazione, che non sono state accolte.
PRESIDENTE. Colleghi, da parte del gruppo dei popolari e democratici l'Ulivo è stata richiesta la chiusura anticipata della discussione sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo unico del disegno di legge in esame.
ELIO VITO. Chiedo di parlare contro.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, sembra di assistere ad un rituale già previsto da tempo.
e di tornare in Commissione, di convocare il Comitato dei nove per fare in modo che ci fosse data la possibilità di illustrare e di convenire in quella sede sui pochi emendamenti da noi presentati (il principale dei quali - udite, udite! - non faceva altro che ripristinare il testo originario della versione del decreto del Governo Prodi), non abbiamo avuto alcuna risposta.
venire a galla in altri provvedimenti attinenti a questa stessa materia (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).
PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare a favore, dobbiamo procedere alla votazione.
ELIO VITO. Chiedo la votazione nominale, a nome del gruppo di forza Italia.
Per questo motivo, ai sensi dell'articolo 44, comma 1, del regolamento, chiediamo la chiusura anticipata della discussione.
A norma dell'articolo 44, comma 1, del regolamento, sulla richiesta di chiusura della discussione testé avanzata dall'onorevole Pistelli possono parlare un oratore contro e uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.
Voglio ricordare ai colleghi deputati - e a chi ci ascolta e ci segue dall'esterno dell'aula - le ragioni vere della richiesta del collega Pistelli, il quale ha parlato di trattative e incontri quando, in realtà, su questo provvedimento e su questo decreto abbiamo assistito - come sempre accade, quando occorre procedere con delle forzature parlamentari quali la chiusura della discussione e, come subito dopo vedremo, la fiducia - esclusivamente ad una trattativa e ad incontri e problemi tutti interni alla maggioranza. Su questo provvedimento, su questo tema, la maggioranza fatica a trovare ancora oggi al suo interno, come su molte altre questioni, una sua unità.
Questa maggioranza aveva trovato un accordo, poi «saltato», sul testo originario del decreto varato dal Governo Prodi; ha faticato a trovare un accordo su un testo notevolmente diverso (introdotto dalla maggioranza al Senato). Questo stesso testo del Senato non ha avuto la maggioranza che sostiene il Governo D'Alema qui alla Camera, tanto è vero che sono stati presentati emendamenti diversi da colleghi della maggioranza che hanno condizionato il proprio voto favorevole in Parlamento ad un accordo su questi emendamenti. E non si sa ancora, o meglio si sa che il Senato potrà accettare il nuovo testo della Camera solo con la «tagliola» della decadenza della fiducia.
Signor Presidente, nonostante le buone intenzioni proclamate dal ministro Bassolino, non c'è stato alcun confronto con l'opposizione, nelle sedi parlamentari e istituzionali proprie, nei tempi previsti. Vi è stata una trattativa tutta interna alla maggioranza. In Commissione non è stato possibile l'illustrazione dei nostri emendamenti. All'inizio della discussione sull'articolo, il 12 novembre, quando chiedemmo da questi banchi dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale al presidente Innocenti di sospendere la discussione
Non si è tornati in Commissione né in Comitato dei nove. C'è stata, invece, la utilizzazione strumentale della nostra opposizione come arma di pressione interna alla maggioranza e il ricorso alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia), ciò al fine di compattare la maggioranza sulla fiducia che altrimenti non sarebbe esistita.
È possibile che il Governo D'Alema e il ministro Bassolino, esordendo in questo pessimo modo in Parlamento, portino «a casa» il provvedimento. Ma voglio rammentarle, ministro Bassolino, che in questo modo batteremo il record di fiducie detenuto dal Governo Prodi. Il primo provvedimento che arriva in aula deve passare con il voto di fiducia per problemi interni alla maggioranza! E questa doveva essere una maggioranza più forte di quella del Governo Prodi!
Il Governo Prodi ha abusato della fiducia ed è stato il primo Governo a cadere sulla fiducia. Se lo ricordino il ministro Bassolino e il Governo D'Alema! Non è infatti vero che il Parlamento non abbia una sua memoria. Il Parlamento ha una sua memoria. I gesti, gli atti, i soprusi, le sopraffazioni che si compiono nei confronti del Parlamento hanno una memoria, una storia e tornano sempre. Si ricorre ad una fiducia (su che cosa poi vedremo) per far tornare il testo al Senato; né si può utilizzare, nei confronti delle opposizioni, come generalmente accade, l'argomento trito e ritrito che cioè, poiché siamo dinanzi ad un decreto che sta per scadere, si pone la questione di fiducia per convertirlo così com'è. No! Qui dovete mettere la fiducia (sempre che la mettiate, ma ci auguriamo di no) per mandare comunque il testo al Senato e questo perché avete problemi all'interno della maggioranza, alla Camera e al Senato.
A questo punto la tesi che non è possibile un confronto di merito con le opposizioni è francamente insostenibile se dovete ricorrere a più fiducie per compattare la maggioranza e per far approvare il decreto, la cui decadenza, certo, sarebbe stata di per sé una iattura. Vorrei ricordare che come opposizione non abbiamo mai avuto l'obiettivo politico di far decadere un decreto o un provvedimento. Noi ci battiamo per esprimere la nostra contrarietà a questo provvedimento e a questo testo e per migliorarlo con le nostre proposte alternative e di modifica.
Naturalmente l'eventuale decadenza di un provvedimento importante e delicato come questo avrebbe delle conseguenze e degli effetti negativi che ricadrebbero tutte sul Governo, che, su una materia delicata come questa, per modificare una normativa che esiste da 70 anni nel nostro paese, ricorre in maniera incostituzionale all'utilizzo di uno strumento previsto per casi di necessità ed urgenza, strumento che deve essere (e mi rivolgo al Presidente della Camera) definito, regolamentato, ma è evidente che anche il Governo D'Alema, come altri Governi, deve sapere che il decreto-legge è davvero uno strumento particolare da utilizzare con parsimonia, non come si sta già iniziando a fare con decreti tampone o con decreti che coprono un arco limitato di tempo. Quindi, su questo provvedimento abbiamo fatto e continueremo a fare una battaglia chiara e coerente per migliorarlo, perché crea solo problemi alle aziende e ai lavoratori e smentisce lo stesso accordo con le parti sociali che era stato raggiunto pochi mesi fa. Dunque, un Governo che dice di volere la concertazione e che in realtà non la vuole.
Per queste ragioni, riteniamo che la richiesta avanzata dal collega Pistelli sia ingiustificata nei nostri confronti e che serva, ancora una volta, solo a coprire gli enormi problemi della maggioranza. In questo modo, però, può solo coprirli e salvarli, ma senz'altro non tarderanno a