Seduta n. 193 del 14/5/1997

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...

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n.3637 (ore 16,20).

PRESIDENTE. Invito il relatore, onorevole Maselli, ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti presentati.

ELIO VITO. Signor Presidente, le avevo fatto una richiesta!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, consenta al relatore di esprimere il parere.

ELIO VITO. Allora, arriviamo fino alle 17...!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Maselli.

DOMENICO MASELLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati ad eccezione degli emendamenti


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Serra 1.82, 1.2 e 1.83 e Migliori 1.10 e 3.1, che invita i presentatori a ritirare; altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Cola, aderisce all'invito rivolto dal relatore?

SERGIO COLA. Signor Presidente, ritiriamo il nostro emendamento Serra 1.82. Manteniamo invece gli emendamenti Cola 1.2, Migliori 1.10 e 3.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITO. Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, aspetti! Fa anche lei come il collega Chiappori? Stia tranquillo, attenda il suo turno!

ELIO VITO. Presidente, se il sottosegretario esprime il parere non occorre più il ministro!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, stia tranquillo.
Il Governo?

GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto informare l'Assemblea dell'indisponibilità del ministro ad essere in aula prima di tre quarti d'ora od un'ora. Nel contempo dichiaro la mia disponibilità ad esprimere i pareri richiesti ed anche a quel confronto che era stato richiesto su alcuni punti specifici. Ovviamente, in proposito, non posso che rimettere la decisione all'Assemblea.
Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore, ai quali mi riporto. Vorrei però svolgere delle osservazioni su alcuni degli emendamenti presentati e, quindi, motivare il mio parere contrario con riferimento a taluni di essi. In particolare, il parere contrario sugli emendamenti Cola 1.2, Migliori 1.1 e Cola 1.3 discende dal fatto che essi concernono una modifica accolta dal Senato con l'eliminazione proprio della parola «maggiormente», che si intenderebbe ripristinare. Per questa ragione il Governo non può che essere contrario alla proposta di reintrodurre una disposizione elisa dal Senato.
Per quanto riguarda l'emendamento Serra 1.83, al di là della confusione terminologica che viene introdotta tra misure di protezione (parlandosi di adeguata protezione) ed attività di assistenza, ci sembra possa essere molto più opportuno, una volta chiariti questo equivoco o questa imprecisa terminologia, che l'emendamento sia trasformato - ed in tal caso sarà valutato - in ordine del giorno. A nostro avviso, infatti, si tratta di materia tipica di un eventuale ordine del giorno. Si prevedono infatti, in tale emendamento, alcune modalità di intervento all'estero.
Allo stesso modo, il parere del Governo non può che essere contrario sugli emendamenti Migliori 1.4 e 1.5, Cola 1.8 e Migliori 1.6. Per quanto riguarda il primo emendamento, si tratta di un'attività eminentemente organizzativa che non può che essere disposta dall'autorità amministrativa e di Governo. In ogni caso, la concentrazione in quattro centri di accoglienza è contraria a direttive assunte e che si sono dimostrate efficaci; essa, inoltre, rischia di riproporre le conseguenze già verificatesi nel 1991, allorché venne compiuta la scelta di concentrare i profughi o comunque i cittadini stranieri in pochi centri sul territorio nazionale.
Il parere è contrario anche sugli emendamenti Migliori 1.5, Cola 1.4 e Migliori 1.6 perché al Senato si è ritenuto di introdurre un mero principio di priorità, prevedendo che le strutture alberghiere o similari possano essere interessate soltanto nella misura in cui non siano disponibili strutture pubbliche. Tale principio è stato condiviso dal Governo e voglio ricordare che esistono - e non possono essere derogati - i poteri di requisizione in caso di assoluta emergenza o di eccezionalità delle esigenze che dovessero verificarsi.
Per quanto riguarda l'emendamento Migliori 1.10, il parere è contrario perché quanto da esso previsto non appare opportunamente


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configurabile come norma di legge, trattandosi di una disposizione che invece ben può trovare ingresso in un ordine del giorno. È persino opportuno che il Governo venga a riferire al Parlamento, dopo il 30 giugno 1997, sullo svolgimento di queste operazioni; sembra quindi non solo sufficiente ma anche più adeguato un ordine del giorno che impegni il Governo a riferire tanto sulle spese quanto in generale sulle iniziative adottate.
Vorrei poi motivare il parere contrario del Governo sull'emendamento Serra 2.54, nel quale si richiede che siano assicurati idonei controlli per evitare l'allontanamento non autorizzato dei cittadini albanesi. Nel precisare che non vi è autorizzazione che debba essere data per allontanarsi dai centri di accoglienza, e che tuttavia può essere opportuna, se non necessaria, una giustificazione che debba comunque essere fornita (perché in caso diverso si tratterebbe sostanzialmente di un rifiuto di accoglienza che potrebbe essere valutato nelle sedi amministrative opportune), si ritiene che la formulazione dell'emendamento sia impropria e che comunque non possa essere accolta come disposizione di legge, facendo già parte integrante - in maniera più appropriata - delle disposizioni amministrative che già sono state impartite con la direttiva del ministro dell'interno del 21 marzo scorso, ossia del giorno successivo all'emanazione del decreto-legge.
Allo stesso modo, per quanto riguarda l'emendamento Gasparri 2.4, devo far presente che non è accettabile da parte del Governo un emendamento che preveda l'enunciazione di categorie predeterminate ed astratte quali soggetti bisognosi di protezione e di assistenza umanitaria. La parola «esclusivamente» ci impedisce comunque di accettare un emendamento siffatto, ma altrettanto ci impedisce di accettarlo il fatto che a nostro avviso più opportunamente queste disposizioni possono e debbono essere tradotte, così come è stato fatto, in una direttiva amministrativa, che il ministro dell'interno ha diramato il giorno successivo all'emanazione del decreto-legge.

PRESIDENTE. Onorevole Turroni!

GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. In tale direttiva queste categorie sono indicate come i soggetti che prevalentemente devono essere sottoposti all'attenzione di quanti presidiano il territorio e si occupano dell'accoglienza in quanto soggetti più meritevoli di assistenza e di accoglienza. In tal senso, quindi, la norma è già recepita nella direttiva emanata dall'amministrazione dell'interno.
Relativamente agli emendamenti Migliori 2.5 e Serra 2.55, l'avviso del Governo non può che essere contrario, innanzitutto perché riteniamo inopportuno ammettere nel nostro ordinamento un principio di esclusione della ricorribilità giurisdizionale di qualsiasi provvedimento amministrativo. Voglio ricordare che, oltre al respingimento...

PRESIDENTE. Onorevole Scalia!
Colleghi, mi è difficile richiamarvi tutti uno per uno. Per cortesia, vi prego di tenere un comportamento minimamente corretto. Onorevole Scarpa Bonazza Buora, la richiamo all'ordine per la prima volta!

GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Voglio ricordare all'Assemblea che nel provvedimento in esame, per le esigenze di soccorso e per altre ragioni, sono previste forme di respingimento che comunque prevedono...

PRESIDENTE. Onorevole Bielli e onorevole Procacci, vi richiamo all'ordine per la prima volta. Per la seconda volta! Onorevole Bielli, la richiamo all'ordine per la terza volta. La prego di uscire dall'aula.
Prosegua pure, onorevole Sinisi.

GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Dicevo che sono pre


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viste forme di respingimento che comunque consentono la permanenza, ancorché provvisoria, per ragioni peculiari, nel territorio dello Stato. Quindi, non ci sembra opportuna e riteniamo che potrebbe essere suscettibile anche di censure costituzionali l'esclusione di qualsiasi forma di tutela giurisdizionale avverso il provvedimento amministrativo che sia stato presentato.
Per quanto riguarda l'emendamento Serra 2.55, esso è superato dalla norma; quindi, la presentazione di tale emendamento ci sembra impropria, perché la disposizione di legge, così come viene presentata nel decreto, deroga proprio alla norma della legge Martelli che prevede la sospensione del provvedimento amministrativo anche in pendenza del ricorso giurisdizionale per il solo fatto della presentazione dello stesso.
Analogamente ritengo di poter motivare il parere contrario sugli emendamenti Migliori 2.6 e 2.7, che fanno riferimento esclusivamente alle fattispecie relative ai provvedimenti di espulsione.

PRESIDENTE. Onorevole Valducci, la richiamo all'ordine per la prima volta.

GIANNICOLA SINISI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Con queste motivazioni, ribadisco il parere contrario del Governo su tutti gli emendamenti che sono stati presentati.

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Presidente, noi avevamo chiesto la presenza in aula del ministro Napolitano non per sminuire la competenza e la disponibilità del sottosegretario Sinisi, ma perché, come ha detto lo stesso onorevole Sinisi, vi sono questioni che attengono alla competenza politica generale del ministro dell'interno, sulle quali lo stesso sottosegretario Sinisi si rimette al parere che il ministro, diversamente da lui, potrà esprimere. Avremmo avuto interesse ad ascoltare il ministro Napolitano prima che il Governo esprimesse il parere sui nostri emendamenti.
Il ministro Bogi ora ci ha detto che il ministro Napolitano sta per giungere alla Camera. In queste condizioni, abbiamo selezionato alcuni nostri emendamenti e chiediamo che qualora, prima che il ministro dell'interno giunga in aula, uno di essi sia chiamato per essere posto in votazione, esso sia accantonato affinché si possa ascoltare, attraverso le parole del ministro Napolitano, il parere del Governo.
Noi chiediamo esclusivamente il confronto di merito su alcuni selezionati emendamenti. Il primo sul quale chiediamo...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, siccome non esiste l'accantonamento preventivo, quando arriveremo all'esame dell'emendamento al quale lei fa riferimento, potrà chiederlo.

ELIO VITO. Volevo anticiparlo, Presidente, anche per avvertire il relatore. Il primo emendamento sul quale chiediamo...

PRESIDENTE. Onorevole Vito, si accomodi, per cortesia!

GIACOMO GARRA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO GARRA. Presidente, richiamo il comma 2 dell'articolo 23 del regolamento, secondo il quale il Presidente della Camera prende gli opportuni accordi con il Presidente del Senato per il corretto andamento dei lavori.
Ascoltando il sottosegretario di Stato per l'interno...

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, la prego.

GIACOMO GARRA. ..ho avuto la penosa sensazione che la nostra sia una


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Camera di ratifica e che il bicameralismo sia - mi si consenta l'espressione - un optional.
Infatti, quando il sottosegretario motiva il parere contrario su alcuni emendamenti affermando che su di essi un rappresentante del Governo si è pronunziato al Senato in senso diverso, si ha la netta sensazione che egli consideri la nostra una Camera di ratifica.
Il rilievo, Presidente - questo è il punto essenziale -, è particolarmente grave...

PRESIDENTE. Onorevole Savarese, la richiamo all'ordine per la prima volta!

GIACOMO GARRA. ..allorché l'emendamento - e tra questi qualcuno del Polo - ripristina il testo votato dal Consiglio dei ministri. A questo punto non riesco a capire perché la valenza di una dichiarazione resa al Senato nel corso dei lavori, magari in Commissione, su un certo emendamento che modifica il testo del Governo debba ritenersi prevalente ed assorbente rispetto ad un emendamento volto a ripristinare il testo già votato dal Consiglio dei ministri.
Desidererei che la Presidenza si attivasse perché questa sensazione di una Camera dei deputati come Camera di ratifica non esista nemmeno per peccato di pensiero.

PRESIDENTE. Devo dirle, onorevole Garra, che in materia di decreti-legge la Camera che interviene per seconda sul procedimento di conversione - talora può essere il Senato della Repubblica, talora la Camera dei deputati - si trova qualche volta in queste condizioni, determinate dal prolungarsi dei lavori della Camera chiamata per prima ad esaminare il provvedimento. Questa volta è stata questione del Senato, altre volte della Camera.
Io spero che prima o poi venga introdotta una norma nel regolamento - al Senato vi è già, ma mi auguro venga rispettata - che stabilisca una data certa di votazione, al fine di dare a ciascuna delle Camere il tempo per pronunciarsi tempestivamente.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontan.Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI (ore 16,44).

ROLANDO FONTAN. Con il mio emendamento 1.51, che è abbastanza importante perché contiene il succo della nostra azione politica, chiediamo che vengano immediatamente respinte le imbarcazioni e, in ogni caso, bloccato il flusso di persone provenienti dall'Albania.
Questa è, in sostanza, la nostra posizione politica, che è chiara e rigorosa. Invece da più parti - non solo dalla maggioranza, ma anche dal Polo - abbiamo più volte sentito interventi in questo senso, ma quando si giunge al dunque, queste forze politiche non si oppongono perché, tutto sommato, accettano il flusso degli albanesi.
Voglio ricordare altresì che anche il Polo ha dato indirettamente il via libera al flusso di albanesi attraverso l'operazione «Alba».
Con questo emendamento vogliamo non solo essere rigidi e rigorosi nell'interesse dei cittadini italiani e dei cittadini padani, ma anche cercare di evitare il sicuro esodo a gocce cui assistiamo in questi giorni, in queste settimane, per cui non arrivano più le navi con centinaia o migliaia ma con qualche decina di persone. È una specie di stillicidio continuo. Vorremmo anche dare un segnale preciso e non approvando il nostro emendamento la maggioranza e questo Governo operano un'ulteriore apertura verso quella gente albanese che è intenzionata ad arrivare in Italia. Non potrete poi in futuro fare pianti da coccodrillo se questa gente arriverà. Siamo convinti che ciò avverrà sicuramente, in piccole quantità ma numericamente molto significative. Si tratta di una conseguenza logica perché nella sostanza voi dimostrate che questo Stato Italia che ritenete grande non ha il coraggio, non ha la fermezza di assumere decisioni importanti, se vogliamo difficili,


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ma necessarie per rimanere all'altezza di un paese occidentale democratico. Non ci sembra che tutto questo accada e siamo convinti che l'emendamento sarà respinto.
Da un punto di vista tecnico-logistico, per così dire, sarebbe un'operazione possibile. Il problema è solo di responsabilità politica. Dobbiamo allora dire a tutti i cittadini italiani, a tutti i cittadini padani che chi voterà contro questo emendamento vuole effettivamente mantenere il flusso albanese in Italia con tutte le conseguenze che ciò sempre di più comporterà visto che tale flusso è inesorabilmente destinato, giorno dopo giorno a continuare e, purtroppo, ad aumentare.

GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GIACOMO STUCCHI. Ritiro la mia firma dall'emendamento Fontan 1.51 e chiedo di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio gruppo.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

GIACOMO STUCCHI. Ritengo che questo emendamento avrebbe dovuto essere formulato in maniera più sintetica, nel senso di prevedere la semplice soppressione dell'articolo. Sappiamo tutti come questa missione sia nata. Una missione nata male, da un inciucio politico, che fin dall'inizio ha palesato i suoi limiti. L'incagliamento del Vittorio Veneto ha fatto fare una figuraccia internazionale alla marina militare italiana che tutti ricorderanno nella storia. Signor Presidente, se vogliamo renderci ridicoli la scelta è vostra e noi non possiamo condividerla. Dalle nostre parti si dice se te set minga bun lassa sta: se non siamo capaci, signor Presidente, è meglio non fare certe cose e non prenderci certe responsabilità. Lasciamole agli altri e noi, al massimo, facciamo da supporto a queste persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Ci sono alcune postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 476
Votanti 472
Astenuti 4
Maggioranza 237
Hanno votato 48
Hanno votato no 424
(La Camera respinge).

PIETRO MITOLO. Presidente, le segnalo che non ha funzionato il mio dispositivo di votazione.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mitolo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin.Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Questo emendamento per la lega nord per l'indipendenza della Padania è importantissimo, perché cerca di chiarire una situazione di ambiguità che stiamo vivendo ormai da diverso tempo e che sta creando - lo abbiamo visto - grossi problemi non solo di ordine pubblico ma anche di ordine sanitario.
Allora, per far fronte a questa grave crisi che deriva dagli eventi in atto in Albania, con questo emendamento in sostanza chiediamo al ministro dell'interno di attivarsi al fine di promuovere e coordinare attività per realizzare delle strutture di primo soccorso sul territorio albanese e non in Italia. Sottolineo ancora - se ce ne fosse ulteriore bisogno - che si tratta di un emendamento importantissimo, perché stravolge l'impostazione di qualsiasi tipo di iniziativa sbagliata che è


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stata posta in essere da questo Governo fin dall'inizio di questa travagliata vicenda. I soccorsi devono essere portati in territorio albanese, come è stato fatto ad esempio in Somalia e come si sta cercando di fare in Ruanda. Non si vede perché si debbano attrezzare centri di accoglienza in Italia, quando i costi sarebbero sicuramente inferiori se questi tentativi fossero realizzati nel territorio interessato dal problema e darebbero sicuramente anche risposte più decorose alle esigenze di questi profughi.
Vi è anche un altro aspetto, quello dell'ordine pubblico. Che cosa hanno partorito questi tentativi di allestire centri di accoglienza? Ebbene, 3.500 albanesi sono fuggiti da questi centri e - attenzione - non sono fuggiti bambini o donne, ma personaggi che probabilmente erano legati alla malavita albanese e che erano scappati dalle carceri di quel paese. Questi soggetti adesso di sicuro stanno cercando di racimolare ricchezza, che serve loro non solo per vivere ma anche per alimentare a loro volta iniziative mafiose, rubando e depredando il nostro paese.
Un'altra motivazione ha spinto la lega nord per l'indipendenza della Padania a presentare questo emendamento. Il tentativo di attivare a tutti i costi i centri di accoglienza nel nostro territorio ci dà quasi l'impressione che nasconda dietro una voglia di affari, una voglia di manovrare comunque denaro sonante da parte dei vari centri Caritas, delle varie cooperative sempre più spesso tinte di un rosso politico, dei vari gruppi di volontariato che con il volontariato hanno poco a che vedere, in presenza di una situazione che riguarda tre milioni di abitanti albanesi. Probabilmente, queste realtà vogliono, pretendono la loro fetta di denaro pubblico. Ecco perché ribadisco per l'ennesima volta che questo emendamento avrebbe dovuto essere recepito da parte del Governo.
Inoltre, nel momento in cui rileviamo che nel testo del decreto-legge oggi in discussione si fa spesso riferimento ad iniziative che dovrebbero partire dal Ministero dell'interno e quindi dai prefetti che esso controlla, anche a questo proposito nutriamo forti remore, dubbi e perplessità. Se l'operato del ministro dell'interno è quello che ha messo in atto poche ore fa mandando in giro i suoi prefetti a tirar giù dai municipi veneti la bandiera della regione veneta, allora questo ci preoccupa in maniera decisa e forte.

PRESIDENTE. Concluda onorevole Dussin.

LUCIANO DUSSIN. Avrò modo di tornare su questo punto illustrando altri emendamenti. Pertanto la conclusione è semplice: la nostra proposta ha un senso, ma purtroppo qui è arrivato un provvedimento «blindato». Ricordo che in Commissione affari costituzionali abbiamo avuto una sola ora di tempo per esaminare tutti gli emendamenti.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

FURIO COLOMBO. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente vorrei fare una piccola osservazione perché rimanga agli atti di questa Camera.
Il secondo giorno della missione americana in Somalia, un incrociatore americano è andato a sbattere contro il molo, provocando molti danni e vari feriti, ma questo non ha mai ridicolizzato l'immagine della marina americana o della missione americana di fronte al mondo.
Credo che lo stesso valga per ogni incidente che può accadere anche nel migliore dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e dei popolari e democratici-l'Ulivo - Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).


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MAURIZIO GASPARRI. Gli americani non avevano Andreatta! C'era Schwarzkopf al posto di Andreatta!

DANIELE ROSCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

DANIELE ROSCIA. Per una dichiarazione di voto in dissenso.

PRESIDENTE. Allora ha un minuto di tempo.

DANIELE ROSCIA. Cioè sessanta secondi, Presidente. Grazie.
Penso che la posizione assunta dal collega Dussin si sia pesantemente ammorbidita da quando il collega frequenta le aule romane; deve essere sicuramente richiamata a quello che è l'indirizzo a cui il nostro gruppo, il nostro movimento ha sempre tenuto.
Sulla questione albanese ricordo una vicenda storica. Nel 1991 mi pare che il ministro degli esteri fosse De Michelis, il quale assai «intrallazzato» in vicende di natura finanziaria, aveva permesso di ricondurre il problema nella sua essenza...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Roscia, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Intervengo sollecitato anche dal mio collega Roscia che mi ha fatto capire la gravità di questo provvedimento che sembra passare quasi sotto silenzio. Pare quasi che questo problema non esista più. Ieri, dai banchi della destra abbiamo anche ascoltato degli interventi allarmati, che però non si traducono in un'effettiva azione per contrastare l'approvazione di questo decreto-legge.
Come ha già anticipato il collega Roscia, ricordo che la vicenda albanese non è una questione emergente, nel senso che non è di questi giorni, perché già nel 1991 con l'operazione «Pellicano» gestita dai ministri socialisti si era avuta la possibilità...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Paolo Colombo.

STEFANO SIGNORINI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Anche lei in dissenso?

STEFANO SIGNORINI. Sì, signor Presidente, intervengo anch'io in dissenso dal mio collega Dussin.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SIGNORINI. In questo emendamento vi sono alcuni aspetti su cui non concordo. Quando si parla ad esempio di assistenza igienico-sanitaria sul territorio albanese, credo che si debba anche parlare di assistenza sanitaria in territorio italiano. Quanti di questi albanesi vengono controllati dal punto di vista sanitario? Quanti di questi albanesi che sono fuggiti dai centri di accoglienza sono in regola con le norme sanitarie italiane? Questi infatti potrebbero rappresentare un pericolo per la nostra gente.
Per quanto riguarda la criminalità organizzata, sappiamo benissimo come si sono svolti i fatti in Albania, quindi l'espulsione degli immigrati clandestini deve aver luogo se non immediatamente, almeno nelle ventiquattro ore successive al loro arrivo nel nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal collega Dussin perché reputo necessario rendere più incisiva la posizione del gruppo. La Padania non può sostenere il costo di un'operazione del genere. Infatti, nell'emendamento Fontan 1.52 non vengono


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quantificati gli oneri da sostenere per questo tipo di assistenza. Contrariamente a quanto avviene per altri emendamenti, nei quali è chiaro l'onere per la collettività, in questo caso non sono specificati gli interventi da effettuare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Michielon. Ne ha facoltà.

MAURO MICHIELON. Signor Presidente, anch'io intervengo in dissenso dal collega Dussin perché ritengo che approvare l'emendamento Fontan 1.52 sarebbe dannoso per la lega, perché esso è troppo intelligente e ci farebbe perdere migliaia di voti. In realtà, infatti, questo emendamento ha una sua razionalità e non si confà ad un decreto-legge molto improvvisato e che ci creerà ulteriori problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, intervengo in dissenso dal collega Dussin per ragioni di ordine formale e sostanziale. In particolare, una delle pecche maggiori del provvedimento è rappresentata dalla assenza di una precisa individuazione dei costi degli interventi previsti. Se è vero come è vero che, nel merito, l'emendamento Fontan 1.52 propone soluzioni migliori rispetto al testo del decreto-legge, è altrettanto vero che esso non individua in modo puntuale i costi da sostenere. Peraltro devo rilevare che è geniale l'intento dei sottoscrittori che propongono di sostenere i costi in territorio albanese...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Signor Presidente, intervengo in dissenso da quanto sostenuto dall'onorevole Dussin perché le assurdità contenute nel decreto-legge n.60 del 1997, recante interventi straordinari per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri extracomunitari provenienti dall'Albania, sono innumerevoli.
I problemi economici che attanagliano le famiglie italiane non si risolvono certo importando milioni di extracomunitari che, se trovano lavoro, lo rubano ad un lavoratore italiano e, se non lo trovano, per mangiare sono obbligati a delinquere.
Mi auguro inoltre che l'affermazione di una politica di integrazione e di riconoscimento di diritti nei confronti degli extracomunitari non si trasformi in un obbligo di matrimonio con stranieri di colore.
La possibilità per gli extracomunitari di accedere a qualunque attività lavorativa comporterà indubbiamente una diminuzione delle possibilità per il cittadino italiano di trovare lavoro...

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 438
Votanti 430
Astenuti 8
Maggioranza 216
Hanno votato 40
Hanno votato no 390
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, il primo comma dell'emendamento Fontan 1.53 sancisce una verità poiché riconosce l'esistenza di un fenomeno di criminalità organizzata per il trasferimento di immigrati dalle coste albanesi a


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quelle della regione Puglia. Accettare questo emendamento significherebbe essere coerenti con i propri fini.
Dobbiamo inoltre segnalare che gli immigrati lasciano i campi di accoglienza con molta facilità, non esistendo un controllo effettivo sui loro movimenti. Forse al Governo conviene agevolare l'uscita degli albanesi dai campi di accoglienza perché così, almeno, viene meno la retta giornaliera da corrispondere ai gestori o comunque non vi sono ulteriori costi da sostenere. Si dice che a pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia mai di solito; però occorre valutare la questione da un altro punto di vista, nel senso che si sta creando un precedente. Un paese in condizioni economiche disperate, uscito da una gestione fallimentare del socialismo reale (perché a questo porta l'ideologia marxista), deve per forza trovare un paese vicino che lo aiuti.
Se pensiamo di fare tutto in casa nostra, è impensabile, anche perché si crea un precedente di cui potrebbero avvalersi altri paesi vicini in analoghe difficoltà politiche ed economiche. In tal caso cosa faremo? Ospiteremo tutti in casa nostra o, più coerentemente, li aiuteremo in casa loro? Non si tratta di mancanza di solidarietà ma di buona gestione della solidarietà. È un problema di livello internazionale di cui non si può far carico solo l'Italia; dobbiamo collaborare con gli altri Stati ed è per questo che sollecito l'approvazione di questo emendamento che pone un freno all'immigrazione illegale e stabilisce regole precise e valide anche per il futuro.

SERGIO COLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO COLA. Signor Presidente, a mio parere l'emendamento Fontan 1.53 è precluso dall'esito della votazione sul precedente emendamento, altrimenti rischiamo di andare avanti all'infinito. Ove si osservi l'emendamento Fontan 1.52, il quarto comma è sostanzialmente la copia esatta dell'emendamento Fontan 1.53, sia nella parte in cui si chiede la collaborazione della marina militare per impedire l'attracco di imbarcazione clandestine sia nella parte relativa all'espulsione. Anche il secondo comma dell'emendamento è la copia dell'ultimo periodo del comma quarto del precedente emendamento, più precisamente là dove si dice: «È prevista l'espulsione immediata per gli immigrati clandestini che si trovino già sul territorio».
Mi permetto di sottolineare queste osservazioni alla Presidenza per le decisioni che si vorranno adottare in proposito.

DANIELE ROSCIA. Inciucio!

PRESIDENTE. Onorevole Cola, la seconda parte dell'emendamento Fontan 1.53 risulta alla Presidenza diversa dal precedente emendamento. Pertanto non vi è quella preclusione che lei peraltro con buona argomentazione ha sostenuto.

SERGIO COLA. Allora chiedo che si voti per parti separate!

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROLANDO FONTAN. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Precedentemente ho sostenuto che il Polo sta tentando di dare una mano all'Ulivo, e questa ne è la prova. Il collega Cola, suo malgrado, è intervenuto su un comma che in sostanza è quello di un emendamento già discusso e votato. Non solo il Polo sta aiutando l'Ulivo su un emendamento già votato ma indossa anche i panni della Presidenza.
Penso che spetti soltanto alla Presidenza valutare la preclusione o meno di emendamenti o di parti di emendamenti. Mi pare quindi che l'intervento che abbiamo testé ascoltato fosse finalizzato sia


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a fare una intrusione di carattere politico (perché ci si vuole ostinare a votare o meglio a non votare un emendamento già votato), sia a «portar via» le prerogative e le competenze della Presidenza!
Chiedo pertanto al Presidente di richiamare i colleghi deputati che si intromettano nelle decisioni di sua pertinenza.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, la ringrazio per la sua difesa d'ufficio. In ogni caso, stia tranquillo che la Presidenza sa difendere le proprie prerogative.
L'onorevole Colombo intende intervenire in dissenso dal suo gruppo?

PAOLO COLOMBO. Sì, Presidente, l'onorevole Paolo Colombo intende intervenire in dissenso dal proprio gruppo.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Vorrei riprendere il discorso che facevo prima per enfatizzare la gravità dell'adozione di questo provvedimento e per invitare i miei colleghi ad esprimere tutto il loro dissenso intervenendo in questa sede, perché non si lascino scappare i buoi per poi chiudere la porta della stalla!
Prima sostenevo che è una scusa non giustificata definire «questione d'emergenza» quella albanese. Sono infatti trent'anni che quel paese vive in uno stato di povertà e di degrado - che tutti conosciamo - e sono anni che, uno alla volta, gli abitanti dell'Albania cercano di fuggire dal loro paese, probabilmente per scappare dal dominio di uno Stato centralizzato ed oppressore di tipo socialista e marxista. La questione albanese non è quindi una novità per lo Stato italiano. Non so se qualcuno di voi sa quante risorse siano già state spese...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Intervengo in dissenso dal mio gruppo perché mi pare che il riferimento al ruolo della Marina militare non sia puntuale.
Alla luce di come si sono configurati gli avvenimenti nelle scorse settimane (si è visto il personale della Marina militare che, dovendo accostare lungo il canale di Otranto le imbarcazioni dei fuggitivi albanesi, si è in realtà limitato ad avvisarli sui pericoli della navigazione e sui problemi che avrebbero incontrato violando le norme internazionali al loro arrivo in Italia), ritengo che la Marina militare abbia svolto un'opera di «collaborazione turistica» con i «viaggiatori» diretti verso le coste pugliesi dove, prontamente, le organizzazioni di stampo criminale si sono rese disponibili ad accogliere quei numerosi fuggitivi (oltre 2 mila, alla luce di quanto «confessato» dal ministro dell'interno), i quali si sono immediatamente dileguati non appena giunti sul territorio italiano.
Per cui, grazie alla Marina militare...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghezio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Vede, Presidente Petrini, quando c'erano al Governo i suoi amici socialisti, qualche cosa di buono l'hanno pure fatta, non so se per pura fortuna o perché illuminati dal «grande Bettino» nel Governo, o meglio nel disastro di questo paese. Allora, di fronte ad una emergenza similare, vi fu l'intuizione esatta e giusta di rimpatriare immediatamente tutti i profughi albanesi che erano giunti in Italia. Successivamente si avviò una operazione umanitaria sul territorio albanese.
Nella sostanza, allora si diede una risposta corretta, esatta, efficiente e che andava incontro sia ai nostri interessi sia a quelli degli albanesi. Ora, invece, si vorrebbero affidare certi compiti alla marina militare la quale - ahimè! - ha già fatto una brutta figura, collega Furio


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Colombo. Non possiamo tutte le volte dire che è successo anche agli altri...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Roscia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bosco. Ne ha facoltà.

RINALDO BOSCO. Presidente, anch'io desidero intervenire in dissenso dal mio gruppo, perché ritengo che l'emendamento in esame presenti dei contenuti piuttosto deboli.
Voglio sottolineare quale sia il comportamento di queste persone che vengono accolte nel nostro paese. Una settimana fa, in Friuli, la mia terra, vi è stato l'omicidio di un friulano da parte di un albanese; ieri sera - i giornali riportano oggi la notizia - vi è stata una violenta battaglia tra giovani albanesi e giovani friulani. Io credo che queste persone, che non sanno come comportarsi, come vivere nel nostro paese, debbano essere immediatamente espulse e insieme a loro debbano essere allontanati tutti quei bosniaci, i rom, che, a guerra finita sono ancora nel nostro territorio, vivono di accattonaggio, di ruberie e di azioni che inducono la nostra gente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bosco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso del proprio gruppo, l'onorevole Frosio Roncalli. Ne ha facoltà.

LUCIANA FROSIO RONCALLI. Intervengo in dissenso, Presidente, perché in questo emendamento si dice che si vuole far fronte al fenomeno adottando tutti i provvedimenti necessari, ma non si specifica quali provvedimenti. Non vorrei che la Marina militare pensasse di speronare un'altra nave e che si attuasse quanto ha proposto un nostro parlamentare, il quale ha detto: «Buttiamoli a mare!». Non è quindi mia intenzione appoggiare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Intervengo anch'io in dissenso, Presidente, perché anche se condivido lo spirito di fondo di questo emendamento non vorrei che, specie con l'interpretazione letterale che viene fatta delle disposizioni, venissero escluse determinate fattispecie di ingresso di albanesi. Infatti, l'emendamento fa riferimento ad atti volti ad impedire l'arrivo di nuove imbarcazioni dall'Albania, ma io vorrei includere anche quelle vecchie perché sappiamo che arrivano imbarcazioni che normalmente sono state radiate dall'albo generale. Bisognerebbe includere, ripeto, anche le vecchie imbarcazioni per evitare che vengano fermate solo quelle di nuova produzione (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Bisognerebbe dunque completare l'emendamento in modo che qualsiasi imbarcazione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Vorrei esprimere anch'io, Presidente, dissenso, ma un vero dissenso sull'emendamento in questione. Qui si parla, infatti, di ingresso e circolazione dei cittadini albanesi. Già ieri abbiamo potuto far notare che non si tratta solo di cittadini albanesi che arrivano nel nostro territorio, ma anche di cittadini di altri Stati che provengono dall'Albania. Pertanto, dovremmo ampliare la norma per renderla comune ai cittadini che provengono dall'Albania e non far riferimento solo ai cittadini albanesi.
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda il secondo comma dell'emendamento Fontan 1.53, dove si fa riferimento agli immigrati albanesi. Ebbene, dall'Albania non provengono soltanto immigrati


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di cittadinanza albanese, ma purtroppo anche immigrati di altre nazionalità, pertanto questo emendamento non...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gnaga.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Intervengo in dissenso, Presidente, per il semplice motivo che non vi è stata una valutazione ben precisa da parte del Governo dei costi. Il Governo non è stato in grado di disciplinare l'immigrazione perché le forze dell'ordine non hanno avuto dal ministro dell'interno direttive ben precise su come comportarsi.
Esprimo inoltre dissenso perché in quest'aula non si è ancora ben capito quali siano le forze di maggioranza e quali quelle di opposizione (ovviamente esclusa la lega nord per l'indipendenza della Padania), vista la confusione ben mirata che il Polo sta facendo su questo provvedimento. In un certo senso questi clandestini, che io chiamerei anche zingari...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rizzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Signorini. Ne ha facoltà.

STEFANO SIGNORINI. In relazione al fenomeno degli immigrati clandestini e della criminalità, vorrei portare all'attenzione dell'Assemblea il fenomeno della prostituzione, quindi della microcriminalità che esiste nella provincia di Verona. Intere strade sono occupate da queste signore albanesi che fanno un turpe mercato, creando non pochi disagi alla comunità veronese. Credo che, a parte la brutta figura fatta dalla nostra marina militare, bisognerebbe prevedere una serie di pullman che vengano in queste strade, carichino questa gente e la portino immediatamente alla frontiera.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Signorini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Terzi. Ne ha facoltà.

SILVESTRO TERZI. Signor Presidente, intervengo in dissenso ma in modo assai preoccupato. Fondamentalmente in questo paese la vigilanza ed il controllo delle frontiere non vengono esercitati. Non solo non si sa esercitare un tale controllo, ma si consente che si verifichino situazioni impensabili in un paese civile. È ormai all'attenzione dell'opinione pubblica ciò che accade in Italia: vi sono immigrati non controllati, ce li ritroviamo dopo che più volte compiono il tragitto Albania-Italia, Italia-Albania, Albania-Italia. E quando vengono ripresi, magari dopo lo sbarco...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Terzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Presidente, anch'io intervengo in dissenso perché, pur condividendo l'intendimento dei colleghi che hanno firmato l'emendamento, che chiede al Governo di adottare provvedimenti necessari ad impedire l'ingresso e la circolazione dei cittadini albanesi sul territorio nazionale, ritengo che i colleghi non abbiano dato sufficienti indicazioni all'esecutivo circa le modalità in base alle quali impedire tale ingresso e quindi la circolazione sul territorio italiano.
Vorrei ricordare che in alcuni paesi considerati civili, per esempio in Giappone, a chiunque faccia ingresso nello Stato, anche nel caso in cui sia ospite dello stesso Governo giapponese, e si fermi per un periodo più ampio di quello previsto per un normale visto turistico, viene fornito un documento sul quale vi sono le impronte digitali. Ciò consente di rilevare costantemente la presenza degli stranieri in quel paese senza che ciò...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bianchi Clerici.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Presidente, onorevoli colleghi, intervengo in dissenso sull'emendamento Fontan 1.53.
In questi ultimi anni si è fatto un gran parlare degli immigrati extracomunitari che, a detta di alcune associazioni culturali legate alla sinistra e di associazioni cattoliche legate all'attuale Governo di sinistra, sarebbero uno strumento indispensabile nella nostra società. Se consideriamo che vi è circa un milione di stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, al quale va aggiunto un ulteriore milione di stranieri sanati per decreto, raggiungiamo il considerevole numero di due milioni di individui con il diritto di trasferire in Italia la propria famiglia.
Preso atto che in pochissimi paesi del cosiddetto terzo mondo esiste un sistema di anagrafe credibile...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Apolloni.
Ha chiesto di parlare, onorevole Bampo?

PAOLO BAMPO. Signor Presidente, considerato che ci stiamo avvicinando alla votazione dell'emendamento Fontan 1.53, vorrei fare un intervento sull'ordine dei lavori, in quanto credo che il Governo abbia espresso parere contrario su questo emendamento con riferimento soprattutto al comma 2.

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, il suo non è un intervento sull'ordine dei lavori.

PAOLO BAMPO. Volevo solo chiedere ai presentatori se fossero d'accordo a procedere ad una votazione per parti separate dell'emendamento, votando prima il comma 1 e successivamente il comma 2.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bampo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, vorrei sottolineare che ci troviamo di fronte ad un emendamento che si propone di sostituire integralmente l'articolo 1 del decreto-legge n.60 e, quindi, trattandosi di un emendamento integralmente sostitutivo, dovrebbe avere quanto meno il dono della completezza e della precisione, facendo propri anche gli aspetti positivi del testo governativo.
Per quanto riguarda le imprecisioni contenute nell'emendamento, mi soffermerei in particolare sul secondo comma, là dove si parla di espulsione con l'accantonamento (forse si intende accompagnamento) immediato alla frontiera. Si tratta di una dizione ignota anche tecnicamente, magari conosciuta nell'ambito tributario o contabile...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giorgetti.

LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare sull'ordine del lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Vorrei sapere se il ministro dell'interno arriverà in aula, visto che questa era una richiesta avanzata anche da altri gruppi. Ci era stato confermato che alle 17,15 il ministro sarebbe stato presente e considerato che stiamo discutendo l'insieme dei nostri emendamenti e che penso sia evidente a tutti che stiamo entrando nel merito della materia con osservazioni puntuali e rigorose, sarebbe anche opportuna la presenza del ministro. Ciò anche perché in precedenza il sottosegretario aveva evidenziato il fatto che alcune risposte possono arrivare solo ed esclusivamente se il ministro è in aula.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Presidente, il collega Bampo ha avanzato una richiesta che non ha avuto seguito. Da parte mia...

PRESIDENTE. Lei, quindi, rinnova la richiesta di votare l'emendamento Fontan 1.53 per parti separate?

ROLANDO FONTAN. No, la richiesta è stata avanzata dal collega Bampo. Per quanto mi riguarda, voglio esprimere il mio consenso a votare separatamente i due commi dell'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, la richiesta di votazione per parti separate era già stata avanzata, quindi il suo intervento è pleonastico. Relativamente a quella richiesta le faccio però presente che la prima parte dell'emendamento, se votata separatamente, risulta preclusa.
A questo punto porrò pertanto in votazione solo la seconda parte dell'emendamento, ossia il comma 2, ovviamente senza il richiamo al comma 1.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul comma 2 dell'emendamento Fontan 1.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 403
Votanti 397
Astenuti 6
Maggioranza 199
Hanno votato 35
Hanno votato no 362
(La Camera respinge).

Avverto che l'emendamento Fontan 1.56 è precluso dalla reiezione dell'emendamento Fontan 1.52.
Avverto altresì che gli emendamenti Fontan 1.54, 1.71, 1.72 e da 1.21 a 1.49 sono tutti volti a subordinare l'attività di assistenza allo svolgimento di una serie di accertamenti sanitari.
Porrò pertanto in votazione, con l'emendamento Fontan 1.54, il principio comune contenuto nelle parole: «gli immigrati albanesi non risultino essere affetti», avvertendo che in caso di pronuncia contraria della Camera si intenderanno respinti tutti gli emendamenti indicati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavaliere. Ne ha facoltà.

ENRICO CAVALIERE. Gli emendamenti a firma dei colleghi della lega nord per l'indipendenza della Padania finora illustrati, discussi e votati avevano, come si è potuto facilmente notare, una caratteristica di gradualità che consentiva di affrontare l'importante argomento alla nostra attenzione in momenti che potevano via via consentire, forse, un ampliamento del consenso intorno agli emendamenti stessi, possibilità che però - devo prenderne atto - non si è verificata. Al di fuori del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania il voto contrario è stato unanime. Sono stati quindi contrari alleanza nazionale, forza Italia, il CCD, il CDU e, evidentemente, la maggioranza.
A questo punto mi sorge il velato sospetto che, a fronte di questo comportamento della falsa opposizione, il mio gruppo stia attuando una fase ostruzionistica: non posso ovviamente confermarlo, ma ho questo sospetto.
Desidero però illustrare questa fase emendativa graduale che prendeva le mosse - se il precedente emendamento non fosse stato precluso, ma è comunque possibile rilevarne lo spirito anche in quello che stiamo discutendo - dalla realtà dei fatti. Ogni giorno, attraverso peripezie inenarrabili e situazioni di disagio umano incredibile, persone deboli come donne in gravidanza o malati sono costrette a sopportare traversate a bordo


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di mezzi di fortuna come quelli che abbiamo visto, sottoponendosi ad un enorme rischio per la loro incolumità.
A fronte di tutto ciò, lo Stato italiano ha provveduto istituendo centri di accoglienza dotati dei mezzi necessari per rispondere ai bisogni di queste persone, che giungono in Italia in condizioni di salute precarie. Ci sembra assolutamente incredibile e sconcertante dal punto di vista della carità cristiana consentire che un fenomeno tanto disdicevole continui.
È per questo motivo che sull'emendamento che non abbiamo potuto votare, ma anche su quello che sto illustrando, il nostro Governo avrebbe dovuto darci un segnale di buonsenso, istituendo nel territorio albanese le strutture necessarie affinché le persone effettivamente bisognose di soccorso e di assistenza sanitaria potessero ricevere aiuto, come è loro diritto, al quale corrisponde un dovere per ciascun essere umano di fronte a chi è in condizioni di bisogno.
Ripeto che vediamo continuamente arrivare navi cariche di persone, alcune delle quali sono molto malate. Non è stato possibile votare l'emendamento precedente, ma anche nei prossimi che andremo ad esaminare si prevede la possibilità di effettuare un controllo sanitario nei confronti di queste persone. Provenendo da zone in cui il degrado delle strutture mediche e ospedaliere è elevato, non c'è alcuna garanzia che queste persone malate siano effettivamente controllate, vista anche la facilità di uscire dai centri di assistenza istituiti sul territorio italiano e diffondere malattie infettive che sarebbe in ogni caso difficile controllare.
Dico questo solo per tener conto del problema umanitario e sociale, che attiene anche ad un aspetto di carità cristiana concreta. Cosa dire di quello che invece comporta per il nostro territorio e per le nostre strutture - si tratta di un elemento certamente secondario ma che pure è stato sollevato da colleghi del mio gruppo - il carico gravoso derivante dalla necessità di ricevere queste persone, alcune delle quali sono certamente bisognose di assistenza, mentre altre cercano solo una condizione di sicurezza ed il raggiungimento di un miraggio, forse illustrato come una cartolina ben colorata dalla nostra televisione di Stato?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Presidente, ritiro la mia firma da questo emendamento ed intervengo in dissenso dal mio gruppo. La decisione di accorpare sulla base di un principio tutti gli emendamenti da lei poc'anzi ricordati mi pare inopportuna, soprattutto quando si parla di controlli di tipo sanitario e quando le modalità di esplicazione dei vari accertamenti per definire se queste persone siano malate o meno sono diverse tra di loro. Credo quindi che occorrerebbe fare un ragionamento distinto per ogni singolo emendamento.
Ribadisco quindi una ferma protesta per la decisione assunta ed esprimo dissenso rispetto alla posizione del collega che mi ha preceduto e soprattutto alla missione in Albania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, contesto tutta l'operazione di cui stiamo parlando perché non si è ancora ben capito che cosa il Governo italiano intenda fare con la missione in Albania. A me risulta che da quando le forze italiane sono andate in Albania sono cominciati a succedere i disastri. Infatti, a causa di quattro o cinque disgraziati che sparano per aria si sono moltiplicate le persone che sparano. Con un mondo in cui ne succedono di tutti i colori, ci siamo preoccupati di tre o quattro morti in Albania, quando nel centro dell'Africa ci sono milioni e milioni di morti! Ma questo è uno scandalo di cui nessuno si interessa, mentre ci si interessa dell'Albania!


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PAOLO BAMPO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Presidente, ho chiesto di parlare sull'ordine dei lavori perché la questione sanitaria posta dall'emendamento in esame è una questione fondamentale. Poiché mi sembra di cogliere da parte dell'Assemblea...

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, per quale motivo intende parlare sull'ordine dei lavori? Siamo in fase di votazione e si stanno svolgendo le dichiarazioni di voto. Se vuole intervenire in dissenso, parli pure; ma sull'ordine dei lavori potrà parlare solo dopo la votazione.

PAOLO BAMPO. Presidente, guardi che posso intervenire sull'ordine dei lavori in relazione a questo emendamento!

PRESIDENTE. No, onorevole Bampo. Vuole intervenire in dissenso?

PAOLO BAMPO. Allora le chiedo di parlare in base al terzo capoverso del comma 7 dell'articolo 85 del regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Bampo, per il suo gruppo è già stata svolta un'ampia dichiarazione di voto. Alcuni suoi colleghi sono intervenuti in dissenso e adesso dobbiamo votare; dopo di che, potrà parlare sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Signorini. Ne ha facoltà.

PAOLO BAMPO. Presidente, mi ha tolto la parola! È la stessa cosa! Si legga il regolamento!

STEFANO SIGNORINI. Intervengo anch'io in dissenso dal collega Cavaliere, che ha presentato l'emendamento in esame. Mi sembra che quaranta giorni di osservazione per aspettare i risultati degli esami siano troppi; sono costi troppo elevati per i centri di accoglienza, per cui l'assistenza umanitaria avrebbe poca solidarietà. Dobbiamo dare al popolo albanese la possibilità di rimanere nelle sue terre e dobbiamo introdurre sistemi per evitare che gli albanesi vengano in Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, intervengo naturalmente in dissenso dal mio gruppo per rilevare che purtroppo in quest'aula il Polo e l'Ulivo sono la stessa cosa. Vediamo che l'emendamento in esame viene fatto passare anche dal Polo, il quale si lava la bocca affermando che non vuole gli immigrati ma poi in quest'aula li fa passare!
Oltre a questo, devo sottolineare che molto spesso il Presidente della Repubblica Scàlfaro ha richiamato l'attenzione dei cittadini sui grandi principi ed ha difeso questo Stato Italia. Egli però non ha detto che questo Stato Italia non è in grado di far fronte ad evenienze come quella relativa agli albanesi, che non è in grado di non accogliere tutta quella parte di carcerati e di malavitosi. Non ha detto che in questa operazione, tanto urgente...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Presidente, voglio esprimere il mio dissenso sulla problematica relativa al modo in cui lo Stato italiano intende gestire la questione albanese. Sono già intervenuto due volte per cercare di spiegare a chi aveva voglia di ascoltarmi che non è in questo modo che si risolve il problema. E non lo si risolve nemmeno emendando un provvedimento concettualmente impostato male.
Il problema dell'Albania non è dissimile da quello di altri paesi in cui vi sono condizioni di mancato sviluppo e in cui l'organizzazione dello Stato non è in grado di controllare il territorio.


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Anche lo Stato italiano in certe sue aree vive una situazione simile a quella albanese. Quindi, visto che non è in grado di governare il proprio territorio, non si capisce come e perché potrebbe andare ad aiutare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Desidero porre l'accento sul problema sanitario, che è particolarmente importante. Non mi sembra però che questo emendamento ne colga esattamente la portata.
Desidero soprattutto far presente quali siano i problemi sanitari nel momento in cui questi immigrati arrivano nelle regioni del sud, laddove si avverte maggiormente l'allarme. Non mi sembra tuttavia che coloro che rappresentano l'elettorato del sud abbiano intenzione di affrontare la questione ed anzi mi pare di vedere l'assoluta neutralità, al di là di certe affermazioni di facciata, nel senso di voler intervenire sul problema sanitario...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Molgora.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gambato. Ne ha facoltà.

FRANCA GAMBATO. Anch'io intervengo in dissenso, signor Presidente, perché trovo che una delle principali manchevolezze di questo provvedimento sia che esso parli di temporaneità. Ciò sorprende molto, soprattutto se consideriamo la norma del comma 3 dell'articolo 1 che, come abbiamo già ricordato, non fa peraltro parte del testo originario, poiché è stata introdotta con un emendamento presentato al Senato ed approvato.
Visto che si è insistito sul carattere temporaneo del provvedimento, sorprende molto questo emendamento che prevede attività connesse con l'inserimento, l'integrazione sociale e culturale e la formazione professionale e l'istruzione: certo non sono attività che possono svolgersi in pochi mesi, né possono essere considerate...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gambato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Borghezio. Ne ha facoltà.

MARIO BORGHEZIO. Anch'io intervengo in dissenso dal gruppo, perché questo emendamento non affronta in tutta la sua gravità l'emergenza sanitaria. Non vi è alcun riferimento all'allarme che è stato lanciato da molto tempo dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Avendo controllato presso vari campi di accoglienza le misure preventive che il nostro Governo ha approntato, vorrei cogliere l'occasione per denunciare la mancanza di sufficienti interventi di prevenzione.
La situazione albanese deve essere affrontata con la massima serenità dal punto di vista della prevenzione sanitaria nell'interesse di tutti, a cominciare dagli stessi profughi albanesi, per evitare la diffusione delle malattie.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghezio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Anch'io intervengo in dissenso e desidero evidenziare una situazione che si verifica spesso in questo Parlamento ed anche nell'attuale circostanza. Con un provvedimento come quello che stiamo esaminando, e che pure ha rilievi dal punto di vista sanitario, ci troviamo a fare un legittimo ostruzionismo per avere qualche risposta dal ministro Bindi, visto che né il paese né il Parlamento sono informati dei contorni dell'intervento sanitario nei confronti dell'Albania.
Chiederei al ministro Bindi di venire a riferire a questo riguardo...


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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ce'.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Formenti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORMENTI. Presidente, intervengo in dissenso, perché ho fatto un'attenta riflessione soprattutto sul comma 3 dell'articolo 1.
Ci stiamo avvicinando a grandi passi alla nascita della Padania. Ho un carattere poco accomodante e spesso litigioso: potrei dunque trovarmi in un futuro non molto lontano nello status di profugo. Allora, visto che il Governo italiano è molto prodigo nel dare ai profughi di qualsiasi tipo, origine, razza e provenienza alcune provvidenze, l'articolo 1 così formulato ci dà una grossa possibilità di piazzarci dove vogliamo; addirittura in strutture alberghiere in province diverse da quelle...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Formenti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin.Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, annuncio il ritiro della mia firma da questo emendamento. Avrebbe avuto senso a mio avviso porre in votazione i vari emendamenti che avevamo proposto in tema di controlli sanitari. Metterli tutti assieme in un'unica votazione snatura il senso dell'appoggio che avevo dato alla presentazione di questo emendamento. Inoltre i controlli sanitari si potrebbero anche non fare se i centri di accoglienza li attivassimo in Albania. Ma poiché i centri di accoglienza - questa è infatti la volontà che sta emergendo in quest'aula - vengono fatti a casa nostra, è legittimo e doveroso pretendere...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dussin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Terzi. Ne ha facoltà.

SILVESTRO TERZI. Intervengo in dissenso dal mio gruppo per un duplice motivo. Prima di tutto mi sembra che nella logica di questo emendamento non vengano contemplate tutte le malattie e mi sembra questo un atto di inciviltà e di barbarie. D'altra parte, consiglierei invece alle persone che risiedono su questo territorio e che sono alle soglie della fame sulla base degli indici di povertà stabiliti dall'ultimo rapporto dell'ISTAT, di trovare qualche relitto, andare al largo, a non più di 30-40 metri dalle coste, affondare i propri documenti e chiedere poi asilo politico in modo che in un tempo inferiore a 40 giorni...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Terzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Intervengo anch'io in dissenso perché se da un lato è comprensibile l'intendimento dei colleghi che hanno cercato con questo emendamento di garantire una sicurezza sanitaria per i cittadini italiani che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi verranno a contatto con gli immigrati albanesi, devo però rilevare che vi sono due contraddizioni. La prima è che «almeno 40 giorni» rappresenta un tempo alquanto ampio quando non è concesso ad alcun cittadino italiano di usufruire di servizi sanitari degni di questo nome. È notorio che al nord come la sud di questo paese, ogni volta che ci si reca a prendere appuntamento nelle strutture sanitarie per fare un esame, vi sono liste d'attesa interminabili; è noto che il pronto soccorso dei presidi ospedalieri e degli ospedali è generalmente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianchi Clerici.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Apolloni. Ne ha facoltà.

DANIELE APOLLONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preso atto che in


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pochissimi paesi del cosiddetto terzo mondo esiste un sistema di anagrafe credibile, sulla base della possibilità per i nuovi venuti di utilizzare in pieno le leggi italiane si può intuire facilmente come la stragrande maggioranza di questi individui con un'autocertificazione potrà accreditare figli, mogli, amanti e parenti vari. Tutto ciò si realizzerà in dispregio alla serietà ed alla correttezza. Nulla ci impedisce di pensare che molti di questi nuovi poveri andranno ad ingrossare le fila della prostituzione, della malavita organizzata, della manovalanza in nero. Di fatto...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Apolloni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI. Finalmente siamo arrivati ad una delle questioni cruciali di questo provvedimento, quella sanitaria. Mi sembra che altri aspetti siano stati pubblicizzati e messi in evidenza quali l'ordine pubblico ed il problema dei costi mentre questo, che ribadisco essere un tema cruciale e fondamentale, arriva all'attenzione dell'aula non tanto per merito del Governo - noto anche, purtroppo, l'assenza del ministro Bindi o di altri esponenti del Governo - quanto del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania. Peraltro, vorrei sottolineare che l'emendamento, così come formulato, potrebbe, se approvato, generare una serie di ricadute, di problemi di carattere economico-finanziario...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giorgetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Intervengo in dissenso, anche per la motivazione illustrata precedentemente, in quanto in questo emendamento si parla di «esami sanitari predisposti dalle autorità italiane per gli immigrati albanesi». Allora, non si può continuare - non possiamo farlo neanche noi, con la presentazione di questi emendamenti - ad ignorare il fatto che gli immigrati che provengono dall'Albania possono non essere solo di cittadinanza albanese: sono anche cittadini di altri Stati. Rispetto a questo emendamento il mio dissenso è dovuto soprattutto al fatto che non è messa in risalto la provenienza anche da altri paesi.
Un altro aspetto tecnico da criticare concerne i quaranta giorni per il periodo di osservazione, quando sappiamo che il decreto-legge prevede sessanta giorni più trenta di permanenza in Italia. Questo vorrebbe dire che i cittadini che provengono dall'Albania sarebbero costretti...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Gnaga.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Vorrei ricordare ai colleghi che ci troviamo in un periodo in cui lo Stato italiano, almeno a parole, cerca di agganciare gli altri paesi europei e dovrà sopportare tagli finanziari molto consistenti. Il Fondo monetario internazionale ed altri istituti ci indicano che questi tagli dovranno essere fatti anche nel settore sanitario. Mi chiedo come questo emendamento possa essere ritenuto coerente con tale indirizzo di fondo. Penso proprio che non lo sia, perché per il momento sono in Italia 14 mila profughi, ma dopo l'attività che il nostro ministro dell'interno, che sta deliberatamente invogliando gli albanesi ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Roscia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Intervengo in dissenso rispetto a questo emendamento,


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perché con esso si potrebbero mettere in grave crisi le strutture sanitarie. I cittadini italiani già attendono mesi e mesi per avere degli esami sanitari. Oltre tutto, per ottenerli rapidamente i nostri concittadini devono pagare non solo i ticket ma anche visite mediche specialistiche presso strutture private. Non vorrei che con questo emendamento si andasse ulteriormente a gravare sulla struttura non tanto perfetta del nostro sistema sanitario.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Dozzo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conti. Ne ha facoltà.

GIULIO CONTI. Ritengo che la battaglia che sta conducendo la lega su questo argomento non sia priva di motivi fondati, perché all'articolo 1, comma 1 si parla di «attività di soccorso e di assistenza», il che di per sé stesso non dice nulla e dice tutto. Però, all'articolo 2, comma 3, si specifica cosa sia questa assistenza da prestare all'immigrato albanese e si parla di assistenza igienico-sanitaria, in modo molto aspecifico, molto generico.
Ora, ritengo che alcune delle malattie che vengono esplicitate in questa serie di emendamenti, certamente presentati per fini ostruzionistici, abbiano un rilievo particolare. Nelle legislazioni di tutto il mondo si prevede che ogni cittadino straniero che chieda ospitalità ad un altro paese debba presentare un certificato di vaccinazione o comunque di non affezione di determinate malattie; è previsto in tutte le nazioni del mondo. Non capisco perché in questo caso l'Italia debba accogliere cittadini non solo affetti, come è stato detto, da blenorragia e epatite B ma anche da AIDS senza che l'Italia possa dire alcunché.
Credo che sia giusto «osservare» determinati cittadini albanesi affetti da queste malattie affinché, semmai, vengano curati, e nello stesso tempo si possa porre un veto all'ospitalità di persone affette da malattie per la cui cura e assistenza avrebbero un costo elevatissimo.
Non possiamo dimenticare che la lebbra in Italia è diventata una malattia endemica a causa del mancato controllo alle frontiere di numerosi cittadini extracomunitari. Questo modo di fare non è certamente in linea con quanto si dice, cioè con l'assistenza igienico-sanitaria. Qui non si fa assistenza igienico-sanitaria e tanto meno si osserva quanto previsto dalle normative nn.502 e 517 che prevedono che gli extracomunitari debbano sottoporsi a specifici controlli al fine di prevenire la diffusione di determinate malattie.
Possiamo anche discutere sui quaranta giorni quale periodo per l'osservazione di cittadini immigrati, anche se tale periodo è già previsto in altre norme di carattere igienico-sanitario per altri tipi di malattie. Il termine mi sembra quindi giusto.
Ritengo che tali immigrati debbano essere controllati nei centri di accoglienza. Del resto questi sono centri che non possono che rappresentare una misura di garanzia per lo Stato nei confronti di certe malattie (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Calzavara. Ne ha facoltà.

FABIO CALZAVARA. La poca serietà della politica italiana si evince anche dal fatto che non è larga di manica solo con gli immigrati legali. Si pensi, ad esempio, all'impossibilità dell'espulsione; si cerca addirittura di giustificare certe persone quali prostitute, lenoni, delinquenti comuni, senza riuscire ad espellerli.
Quasi come un'incredibile prova del nove, c'è da dire che per le persone che invece desiderano ospitare o dare lavoro a extracomunitari, si rende impossibile o molto difficile l'espletamento di pratiche di lavoro o l'invito di persone sotto la propria responsabilità. Aggiungo che le associazioni internazionali dei popoli oppressi, che richiedono il diritto di rifugiato, di profugo politico, indirizzano le persone in quasi tutti gli altri paesi d'Europa tranne che in Italia. E questo ha un significato che dovrebbe fare inorri


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dire. I rifugiati politici preferiscono cioè altri Stati perché in Italia non è possibile...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calzavara.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Frosio Roncalli. Ne ha facoltà.

LUCIANA FROSIO RONCALLI. Rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Ci sono alcune postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato 47
Hanno votato no 365
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.59.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Signor Presidente, poiché in sede di redazione di questo emendamento è stato compiuto un errore, vorrei chiederle una rettifica, nel senso di considerare questo emendamento non sostitutivo ma aggiuntivo e pertanto l'alinea deve intendersi sostituito dal seguente «Al comma 1 aggiungere il seguente:».

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Fontan questo emendamento, nella nuova formulazione, sarà votato allora successivamente, in quanto si configura come emendamento aggiuntivo.

ROLANDO FONTAN. Vorrei chiedere perché lo voteremo successivamente.

PRESIDENTE. Perché si tratta di un emendamento aggiuntivo e c'è un ordine nella presentazione degli emendamenti, in quanto l'approvazione degli uni preclude l'esame degli altri. Quindi, essendo il suo emendamento 1.59 divenuto un aggiuntivo e non più sostitutivo, viene posticipato nella votazione.

ROLANDO FONTAN. A me sembrava che questo fosse un errore materiale, a dir la verità!

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, si fidi!
Passiamo all'emendamento Fontan 1.55.
L'emendamento Fontan 1.59 non è precluso, ma sarà semplicemente votato dopo. Mi sono spiegato?

MAURO MICHIELON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

MAURO MICHIELON. Vorremmo capire cosa intende per «dopo», perché tale termine ci sembra un po' vago. Se ci dice a che punto verrà votato, ci fa una cortesia.

PRESIDENTE. Verrà votato dopo l'emendamento Fontan 1.69. Spero di aver soddisfatto la sua richiesta, onorevole Michielon.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).


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Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 416
Votanti 414
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato 42
Hanno votato no 372
(La Camera respinge).

Gli emendamenti Fontan 1.58 e 1.57 sono preclusi a seguito della reiezione dell'emendamento Fontan 1.55.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROLANDO FONTAN. Forse il mio emendamento 1.59, temporaneamente accantonato, potrebbe essere votato adesso, vale a dire dopo il mio emendamento 1.57.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, il suo emendamento Fontan 1.59, che abbiamo posticipato, sarà posto in votazione dopo l'emendamento Fontan 1.69.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.60.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, l'emendamento Fontan 1.60 riguarda una battaglia che la lega porta avanti da molto tempo. Esiste questa sorta di viceré, il prefetto, che rappresenta il Governo nelle province ma che dovrebbe essere abolito perché è una figura arcaica, un retaggio napoleonico.
Riteniamo che le persone più direttamente interessate alla tutela del territorio dove abitano e dove operano siano i sindaci ed i presidenti delle province interessate. Queste persone sono pienamente responsabili e totalmente in grado di far fronte ai compiti affidati ai prefetti. Si tratta di persone che, forse perché risiedono e vivono nelle zone in cui sono nati, amano quelle terre più delle persone che vi sono state mandate dal Ministero dell'interno.
Quanto contenuto nell'emendamento Fontan 1.60 rappresenta un atto di cortesia, se vogliamo, e comunque un atto di giustizia nei riguardi di persone che sono chiamate dai cittadini a gestire il territorio e che quindi godono di una investitura popolare, mentre i prefetti godono solo della nomina del Ministero dell'interno che vale meno del voto e della volontà popolare espressa dai cittadini.

PRESIDENTE. Passiano ai voti.

DANIELE ROSCIA. Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Roscia, a che titolo chiede di parlare?

DANIELE ROSCIA. Il dissenso c'è ancora o è scomparso?

PRESIDENTE. Onorevole Roscia, esprima il suo dissenso.

DANIELE ROSCIA. Il sottoscritto chiede di parlare in dissenso su tutti gli emendamenti presentati dal mio gruppo, che è stato «morbido» nella loro redazione. Quindi, la invito a segnarsi il mio nome per gli interventi in dissenso su tutti gli emendamenti ed invito tutti i colleghi del mio gruppo a fare altrettanto.

PRESIDENTE. Onorevole Roscia, di volta in volta lei espliciterà la sua richiesta di intervento.

DANIELE ROSCIA. Sì, ma se lei non alza la testa, non riesce a vedermi!

PRESIDENTE. Ho avvertito il suo delicato richiamo, onorevole Roscia (Si ride - Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo e dei popolari e democratici-l'Ulivo). Parli pure, prego.


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DANIELE ROSCIA. Apprezzi la mia diplomazia e sottolinei, ogni qualvolta viene esaminato un emendamento della lega, che io sono in dissenso.
Sono in dissenso anche perché in alcune trasmissioni televisive si è visto che molti sindaci dell'Ulivo stanno subendo l'autorità del ministro dell'interno.
Signori miei, è un ministro dell'interno estremamente competente e capace, il quale oggi ci ha spiegato che i servizi segreti sono degli «angioletti» guidati dal...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Roscia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Dissento dal collega del mio gruppo che ha illustrato l'emendamento Fontan 1.60 perché è incorso in un errore. È vero che da sempre la nostra battaglia è quella di dare autonomia alle amministrazioni locali, quindi ai sindaci e ai presidenti di provincia eletti dal popolo; è anche vero però che in questo caso è opportuno che le attività di soccorso e assistenza verso gli stranieri rimangono in capo alle prefetture perché gli amministratori locali devono rimanere con le mani libere per potersi opporre in tutti i modi all'arrivo degli albanesi. Questo è avvenuto nelle scorse settimane...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bianchi Clerici.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Signor Presidente, mi oppongo al fatto che in quest'aula l'opposizione non faccia sentire la sua voce, nonostante a parole sostenga di essere presente sul territorio. Tra l'altro l'opposizione, cioè il Polo, va a cercare i voti tra gli elettori della lega. È assurdo che i nostri cittadini votino per il Polo, che in questa sede non assume una posizione chiara contro questo decreto. Vogliono permettere l'ingresso degli albanesi, mentre noi siamo contrari a queste forme di assistenzialismo: ora dobbiamo assistere anche l'Albania, non solo il sud. O l'Italia ha deciso di annettere l'Albania, e stacchiamo la Padania in modo di essere entrambi liberi di fare quello che (Commenti del deputato Malgieri)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Signorini. Ne ha facoltà.

STEFANO SIGNORINI. Si parla tanto di responsabilizzazione dei sindaci, cioè di coloro che vengono eletti dai cittadini, per cui vorrei sottolineare che, dal momento che gli albanesi occupano il territorio governato proprio dai sindaci, devono essere posti nella condizione di decidere se venire o no in Italia. I sindaci sono eletti dai cittadini e rappresentano il popolo, mentre i prefetti non rappresentano nulla. Sopprimerei dalla previsione dell'emendamento in discussione anche i presidenti delle province perché non rappresentano il territorio ristretto che ricade sotto l'amministrazione del sindaco. Come dicevo, il prefetto non rappresenta nessuno ed interviene solo quando si verificano determinati episodi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Signorini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Penso che questo provvedimento «non s'abbia da fare», perché è una presa in giro dei cittadini onesti e seri che alle istituzioni di uno Stato democratico affidano un ruolo preciso; è una presa in giro colossale, serve a nascondere le incapacità di uno Stato, come quello italiano, antidemocratico, che non riesce a controllare il proprio territorio e che vuole usare strumenti come quelli contenuti nel decreto-legge per aiutare


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un altro Stato, quello albanese, che a sua volta non riesce a controllare il proprio territorio. Le regioni della Padania non pensano che uno Stato debba funzionare in questo modo; ogni Stato deve avere giurisdizione sul proprio territorio, deve controllare i propri cittadini, non per opprimerli come fa lo Stato italiano nei nostri confronti, ma per aiutarli a convivere democraticamente e civilmente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolo Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Gnaga. Ne ha facoltà.

SIMONE GNAGA. Intervenire in dissenso dal proprio gruppo su quest'emendamento non è un controsenso per gli esponenti della lega. Non lo è dato che la redistribuzione sul territorio di cittadini albanesi verrà organizzata direttamente da un organismo centrale, senza consultare prima del loro arrivo i responsabili degli enti locali (i sindaci e i presidenti di province). È giusto opporsi all'emendamento Fontan 1.60 perché - come è previsto nel comma 1 dell'articolo 1 - devono essere i prefetti ad assumersi le responsabilità di un'azione assolutamente lesiva dei diritti sul territorio dei primi cittadini eletti dal popolo.
Alla luce di tali considerazioni, dichiaro il mio voto contrario sull'emendamento Fontan 1.60.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Presidente, il dissenso riguarda il fatto che nell'emendamento Fontan 1.60 siano stati inseriti anche i presidenti delle province. Mi esprimo in tal senso perché ritengo che i sindaci siano i soggetti principalmente interessati alla questione. Mi fa specie che il Polo non intervenga su tale questione e che, dopo la campagna che ha fatto sui giornali, in realtà, ogni deputato del Polo si prodighi a votare per due, tre o quattro colleghi assenti, al fine di aumentare i voti e di far approvare questo provvedimento. Questo non è un comportamento accettabile, ma è un atteggiamento di una falsa opposizione che dimostra come sia in corso un accordo fra il Polo e l'Ulivo, che dà l'idea di un grande «inciucio» che è poi un vero e proprio inganno dell'opinione pubblica.

SERGIO SABATTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO SABATTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per richiamare la sua attenzione e quella di tutti i deputati su di una questione.
Mi pare che alcuni colleghi della lega - che stanno ovviamente effettuando un'azione ostruzionistica - non stiano impiegando uno sforzo mentale necessario per essere coerenti.
Poiché gli interventi in dissenso dal proprio gruppo si svolgono su un emendamento e non sul provvedimento, pregherei il Presidente di controllare esattamente - certo, non per tutti è possibile, perché parlano altre lingue, facendo parte di altri popoli ed etnie (Applausi polemici dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania) - che non ci si esprima in dissenso sul provvedimento perché, altrimenti, lo sforzo fisico al quale siamo sottoposti, non corrisponde allo sforzo mentale, di cui tutti loro non sono capaci: ma proviamo ad esercitarli...!

DANIELE ROSCIA. Buffone!

PRESIDENTE. Sono d'accordo nel merito di quanto lei rileva...

DANIELE ROSCIA. Sabattini, lavati la faccia prima di parlare!

PRESIDENTE. ...Lei però chiede al Presidente di entrare, praticamente in


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tempo reale, nel merito di un discorso. È una questione delicata, ma certo io rilevo come lei che il dissenso espresso in una dichiarazione di voto deve riguardare proprio la dichiarazione di voto e non può esondare da essa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Visto che il collega Sabattini mi ha indotto a parlare nella mia lingua, adesso lo farò.
Sior Presidente, mi esprimo in dissenso perché questo emendamento va contro le prerogative che il sindaco de le nostre zone gà.
Prevedere di affidare un compito, come quello previsto nel comma 1 dell'articolo 1, ai presidenti delle province xe altamente inutie. Per questo esprimo el me disenso (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE (ore 18,15).

ALESSANDRO CÈ. Presidente, spero che lei sia al corrente dell'argomento sollevato dall'onorevole Sabattini il quale, non essendo contento per la mancanza assoluta di dialogo all'interno dell'Assemblea su qualsiasi provvedimento, cerca di limitare anche la nostra possibilità di parlare e di esporre le nostre posizioni su questo stesso argomento, anche utilizzando uno strumento legittimo come quello dell'ostruzionismo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).
Se con le dichiarazioni testé rese egli ritiene di sottolineare la sua visione realmente razzista rispetto alle altre formazioni che siedono in questo Parlamento...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cè.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Michielon.Ne ha facoltà.

MAURO MICHIELON. Intervengo in dissenso, Presidente, perché ritengo che i prefetti, soprattutto del Veneto, debbano essere impegnati, in quanto il 12 maggio l'unica cosa che sono riusciti a fare è stata quella di far applicare a tutte le amministrazioni comunali un regio decreto del 1923, che ha impedito - nonostante il 12 maggio fosse il bicentenario della caduta della Serenissima - di far sventolare i gonfaloni della Serenissima Repubblica in tutti i comuni.
Ritengo che se i prefetti debbono esistere - ma al riguardo ho seri dubbi - certamente non devono perdere tempo a far applicare norme fasciste, che offendono la Serenissima. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Luciano Dussin.Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Presidente, ritiro la mia firma dall'emendamento Fontan 1.60 in quanto la figura del presidente della provincia, come è già stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto, è in più. Era meglio prevedere, allora, che è compito dei sindaci, ed è già stabilito dalla legge n.142, controllare l'ordine pubblico e occuparsi dei problemi sanitari. Se non interverranno i sindaci, in seconda battuta potranno intervenire i prefetti. Era questo il senso dell'emendamento.
Per quanto riguarda l'osservazione dell'onorevole Sabattini, la nostra è legittima difesa, in quanto non è stato possibile affrontare questo argomento nei tempi, nei modi e nelle sedi opportune. Ho detto prima che in Commissione abbiamo avuto solo un'ora di tempo per discutere gli emendamenti. Ieri ci è stato minacciato di non concederci la possibilità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Luciano Dussin.


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Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.60, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 402
Votanti 400
Astenuti 2
Maggioranza 201
Hanno votato 38
Hanno votato no 362
(La Camera respinge).

Ha chiesto di parlare il ministro dell'interno. Ne ha facoltà.

GIORGIO NAPOLITANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, desidero far presente agli onorevoli deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania che, ove perseverassero in questa linea di comportamento dilatorio, mettendo a rischio l'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge n.60, il Governo sarà costretto a ricorrere agli strumenti di cui dispone per garantirsi appunto, in tempo utile, la deliberazione della Camera su questo importante e urgente provvedimento. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo, di rifondazione comunista-progressisti e di rinnovamento italiano - Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania).

DANIELE ROSCIA. Fallo subito!

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fontan 1.61.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROLANDO FONTAN. Presidente, desidero intervenire su quanto affermato dal ministro, perché mi pare che da una parte sia molto importante e dall'altra molto grave.
Il signor ministro dell'interno innanzitutto ha posto in essere un mezzo ricatto nel senso che è venuto in sostanza a dirci: «Se voi continuate a fare l'opposizione, noi vi blocchiamo». Mi pare che sia la prima volta, nella mia breve esperienza parlamentare, che accade questo. È la prima volta, ripeto, che si sente un ministro, in questo caso il ministro dell'interno, preannunciare - nel caso in cui l'opposizione, l'unica opposizione, cerchi di fare il suo dovere - che porrà eventualmente la fiducia. Abbiamo quindi istituito nella prassi il preavviso della fiducia, abbiamo varato un nuovo articolo della Costituzione, senza la bicamerale (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!
Ciò detto, continueremo a fare la nostra opposizione, per chiarezza, perché siamo per la trasparenza e perché dobbiamo informare i nostri cittadini.
Per tale motivo proseguiremo nella nostra azione di opposizione e di spiegazione ai cittadini.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, volevo farle notare che, contrariamente a quanto in genere avviene, il Governo non ha annunciato all'improvviso di porre la questione di fiducia, ma, con grande correttezza, ha posto il gruppo che sta facendo ostruzionismo di fronte alle sue responsabilità ed alle conseguenze della sua azione.

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Presidente, il ministro Napolitano - e ciò per me è importante per la ragione che poi indicherò - ha dichiarato che il Governo si riserva di utilizzare gli strumenti a sua disposizione per consentire la conclusione dell'iter del


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provvedimento. Quindi, non ha parlato di questione di fiducia, alla quale invece hanno fatto riferimento l'onorevole Fontan ed il Presidente, bensì di strumenti tra i quali vi è la questione di fiducia, ma - come sappiamo - non solo.

FABIO CALZAVARA. I servizi segreti, magari!

ELIO VITO. La lega ha assunto un atteggiamento, ovviamente legittimo, che evidentemente ha una sua finalità che può anche essere quella di provocare il Governo a porre la questione di fiducia, cioè ad utilizzare questo strumento piuttosto che altri.
Sul provvedimento in esame noi invece, sin da ieri, abbiamo ritenuto di perseguire un'altra finalità: presentare alcuni emendamenti precisi sui quali chiedere, come abbiamo fatto, un confronto con il Governo. Il primo di tali emendamenti non è stato ancora posto in votazione anche se il sottosegretario Sinisi ha espresso parere contrario. A questo punto non so se tale emendamento verrà mai messo ai voti; tuttavia faccio presente ai colleghi della lega che sarebbe irrazionale e probabilmente anche costoso per la maggioranza e per il Governo dire «no» in maniera immotivata alle nostre proposte, giacché non può più essere utilizzata la giustificazione che non vi è tempo per l'esame da parte del Senato. Infatti, si è provveduto alle opportune verifiche ed è risultato che il provvedimento può essere licenziato dal Senato se approvato, con le modifiche che le opposizioni richiedono, entro questa sera o al massimo entro domani mattina dalla Camera. Ho quindi l'impressione che la posizione della questione di fiducia in questo momento eviterebbe al Governo anche di dire un costoso «no» di merito alle nostre proposte emendative che tra l'altro, in alcuni casi, la lega condivide.
Noi, dunque, vogliamo ottenere modifiche ad un provvedimento presentato dal Governo che consideriamo insoddisfacente e non atto a risolvere i problemi, oppure vogliamo semplicemente che non venga introdotta alcuna modifica e che il Governo possa eludere il confronto con le opposizioni, evitando anche di dire ai suoi elettori ed alla sua maggioranza che non ha voluto recepire una nostra proposta emendativa ragionevole? Essa prevede che, là dove la norma recita che debbono poter rimanere in Italia le persone che versano in condizione di pericolo in Albania, si precisi che tali condizioni di pericolo debbano essere valutate nel caso in cui la missione internazionale, i volontari, l'OCSE non riescano a garantire la necessaria sicurezza. Deve cioè essere comprovato che ciò che stiamo facendo in Albania per assicurare in quel paese condizioni di sicurezza non ottenga risultati, fallisca, e dunque si debbano accogliere in Italia tali cittadini albanesi. Infatti delle due, l'una: se li accogliamo perché in Albania non vi sono condizioni di sicurezza, non si comprende cosa ci facciamo in quel paese, dal momento che dovremmo appunto garantire la sicurezza, noi e tutte le organizzazioni umanitarie ed internazionali. Pertanto, o il Governo afferma di non accogliere il nostro emendamento, evidentemente perché è impossibile assicurare condizioni accettabili in Albania, ammettendo quindi il fallimento di certe iniziative; oppure considera ragionevole l'emendamento, accetta la modifica ed il provvedimento, una volta approvato, andrà al Senato.
Ripeto, i colleghi della lega possono anche avere la finalità - che noi non condividiamo - di consentire al Governo di porre la fiducia e di evitare il confronto di merito. Ma, rispetto a quanto dichiarato dal ministro Napolitano, noi, che preferiamo il confronto di merito, ricordiamo al ministro, a lei - che sicuramente già lo sa - ed ai colleghi della maggioranza che, oltre alla questione di fiducia, per superare l'ostruzionismo esistono altri strumenti ai quali si può ragionevolmente ricorrere. Tra questi strumenti vi è per esempio la deliberazione in Assemblea della cosiddetta seduta fiume; certo, una tale scelta sarebbe costosa per i deputati della maggioranza e dell'opposizione che dovrebbero rimanere in aula, ma ciò non eliminerebbe il confronto di merito sugli


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emendamenti. Sono convinto del fatto che, poiché sono pochi gli emendamenti e vi sono tante preclusioni, votando un po' di più questa sera e, anziché domani alle 16, domani mattina, noi riusciremo a concludere l'esame del provvedimento prima delle ventiquattro ore che dovrebbero decorrere a partire da questo momento nel caso di un voto di fiducia; inoltre non daremmo al Governo l'alibi per evitare il confronto di merito.
In questo caso, certo, i tempi si allungano comunque ed il Governo ritiene di non poter andare al Senato. Tuttavia, signor ministro dell'interno, signor ministro per i rapporti con il Parlamento, come sapete, esiste anche un'altra strada per superare gli emendamenti ostruzionistici, alla quale abitualmente si ricorre e che, invece, in questa legislatura non è stata utilizzata perché si è previsto l'abuso dello strumento del voto di fiducia, vale a dire la presentazione di piccoli emendamenti che modifichino i commi ai quali fanno riferimento gli emendamenti ostruzionistici e che comportino la decadenza di tutte le altre proposte di modifica (Applausi dei deputati del gruppo di alleanza nazionale).
Questa strada, evidentemente, comporta anche il confronto con gli emendamenti dell'opposizione e la scelta da parte della Commissione e della maggioranza, nel momento in cui si presenta l'emendamento volto a superare gli emendamenti ostruzionistici, se inglobare o meno in esso le proposte dell'opposizione o se, invece, «chiudersi», posto che comunque, a quel punto, il provvedimento andrà al Senato, che esso scadrà lunedì, che siamo a mercoledì e che, quindi, fino a lunedì c'è tempo.
In conclusione, Presidente, i colleghi della lega si assumono la loro responsabilità nel proseguire in un atteggiamento ostruzionistico che può consentire al Governo di ricorrere alla posizione della questione di fiducia per evitare il confronto di merito. Comunque, se la lega utilizzerà ancora l'ostruzionismo, l'esecutivo, oltre allo strumento estremo della fiducia, avrebbe a sua disposizione altri mezzi per superare quell'ostruzionismo, senza evitare il confronto di merito con le proposte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo di forza Italia).

ALESSANDRO CÈ. Ti sei guadagnato la poltrona di ministro!

MAURIZIO GASPARRI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO GASPARRI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, per quanto riguarda le comunicazioni del ministro Napolitano non credo di dover dare consigli né alla maggioranza né al Governo, perché ritengo che ciò non sia compito dell'opposizione. Agli amici e colleghi della lega dico però che, poiché noi siamo interessati alle modifiche di merito, indubbiamente un atteggiamento ostruzionistico impedisce di rendere più puntuale e precisa l'applicazione del decreto.
L'obiettivo del nostro gruppo è quello di garantire una procedura più snella di espulsione e di respingimento di chi entra clandestinamente in Italia. Abbiamo presentato a questo scopo venti emendamenti - non di più -, per far fronte a ciò che preoccupa i cittadini italiani: quelli del nord, della Padania, della Puglia, di tutta l'Italia.
L'appello è, quindi, da un lato ai colleghi della lega perché valutino che un certo atteggiamento impedisce la modifica del provvedimento; dall'altro devo anche dire però al Governo che l'annuncio con i toni minacciosi del ministro Napolitano fa seguito ad una indisponibilità del Governo che, in effetti, «strappa» - diciamo così - atteggiamenti ostruzionistici.
Noi abbiamo ridotto gli emendamenti e c'è stato detto molte volte che se vi fossero stati meno emendamenti, l'esecutivo li avrebbe esaminati nel merito, ma non c'è stata disponibilità neanche su una virgola.
Ieri siamo arrivati al punto che un ministro della Repubblica telefonava al dottor Nocilla, noto e rispettabilissimo


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funzionario del Senato, per sapere se vi fossero o meno i tempi per un ulteriore passaggio del provvedimento presso l'altro ramo del Parlamento. Nutro il massimo rispetto per tutti i funzionari, ma la Camera ed il Senato sono sovrani e si può votare anche di venerdì e di sabato, se vi sono modifiche di merito importanti da varare. Quindi, questa storia dei tempi che non ci sono ci sembra pretestuosa.
Credo pertanto che i colleghi della lega, se vogliono come noi modifiche nel merito...

ROLANDO FONTAN. Già bocciate!

MAURIZIO GASPARRI. ...per poter evitare ingressi eccessivi nel nostro paese ed avere espulsioni più adeguate alla situazione italiana, che non consente l'entrata di migliaia di persone, dovrebbero rivedere il loro atteggiamento. Il Governo, peraltro, oltre a fare diktat, mostri una disponibilità di merito, che finora non c'è stata, neanche nei confronti di chi, come il Polo, ha presentato venti emendamenti, che non significano certo ostruzionismo.
Questo è un ulteriore richiamo e mi auguro, infine, che la stessa fermezza che è stata usata pochi attimi fa con il preannuncio della questione di fiducia sia usata sulle coste italiane per evitare che vi sia un'ulteriore invasione di clandestini provenienti dall'Albania (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia).

ANGELO SANZA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO SANZA. Vorrei condividere quanto detto dal Presidente della Camera circa l'atteggiamento di riguardo mostrato dal Governo, il quale ha preannunciato un suo comportamento, vale a dire un'eventuale richiesta di fiducia.
Le debbo però far notare, signor Presidente, che introduciamo in questa Camera una nuova procedura irrituale. Una fiducia solo preannunciata è un messaggio non trasversale, perché riguarda un gruppo dell'opposizione, ma non può coinvolgere l'intera opposizione.
Senza volerla tirare per le lunghe e rifacendomi alle puntuali considerazioni dei colleghi Vito e Gasparri, vorrei dire che questo non è un atteggiamento che il Polo possa condividere. Signor ministro, noi volevamo migliorare il testo ed il nostro impegno è volto alla produzione legislativa. C'era tutto il tempo necessario per rimandare il provvedimento al Senato. Era un impegno - lo dico all'onorevole Bogi - che il ministro per i rapporti con il Parlamento doveva assolvere adeguatamente, per far sì che si distinguesse il contributo di questa parte dell'opposizione, tutto teso ad una corretta produzione legislativa, da quello di chi intendeva operare ostruzionisticamente.
Tuttavia, ministro Bogi, me lo faccia dire con tutta franchezza: abbiamo avuto la sensazione che il Governo non intendesse incontrare la volontà di questa parte dell'opposizione, tesa a migliorare il provvedimento. Se così è, non ci si può nascondere dietro al voto di fiducia perché ancora una volta denunceremo quest'ultimo non come un'uscita del Governo contro l'ostruzionismo della lega, ma come lo strumento per evitare che il Polo possa dare un contributo migliorativo al provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi misto-CDU, di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.61.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin.Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, i nostri emendamenti continuano a tener vigile l'attenzione dell'Assemblea relativamente al problema dell'immigrazione albanese.
Vorrei però far notare che alcuni esponenti del Polo continuano a lamentarsi dell'opposizione della lega nord per l'indipendenza della Padania, ed hanno ragione perché dalle prime ore di questo


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pomeriggio fino ad ora essi hanno sempre votato insieme all'Ulivo. Non che questa sia una grande novità: succede anche negli altri giorni (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Almeno però cominciano a riconoscerci quale l'unica opposizione: il primo nostro emendamento l'hanno bocciato insieme con l'Ulivo.
È anche singolare che da parte del Polo continuino ad arrivare giustificazioni del tipo: abbiamo approvato l'invio della missione in Albania perché volevamo tenere gli albanesi nel loro paese. No, cari signori: voi sapevate, lo sapevano gli italiani e lo sanno anche i padani, che razza di esercito avete mandato, insieme con l'Ulivo, a controllare le frontiere in Albania!

IGNAZIO LA RUSSA. Manderemo le camicie verdi!

LUCIANO DUSSIN. Avete votato così perché questo Governo non avrebbe avuto la maggioranza senza rifondazione comunista, cari colleghi del Polo! Avete tenuto in piedi l'inciucio che continua ad animare i lavori di quest'Assemblea da mesi e mesi: ormai siamo stanchi e degnamente continuiamo la nostra missione qua dentro. La nostra è legittima difesa: ho detto prima al nostro ministro dell'interno che abbiamo presentato emendamenti che cercano di migliorare un provvedimento del quale non abbiamo avuto la possibilità di parlare in Commissione né in aula durante la discussione sulle linee generali.
Si danno poteri ai prefetti in deroga a leggi costituzionali e si prevede la possibilità per loro di superare i limiti fissati dalle normative vigenti, ivi comprese quelle di contabilità generale dello Stato. Certo, non è una novità: i Governi Polo-Ulivo, ex democristiani e comunisti, lavorano da decenni in deroga alle norme di contabilità generale dello Stato e il deficit di più di un milione di miliardi lo dimostra quotidianamente.
Oltre a ciò, ravvisiamo un grande pericolo nel fatto che si continui a dare sempre più potere ai prefetti. I sindaci vengono messi da parte per quanto riguarda il controllo dell'ordine pubblico e la sanità dei loro comuni, anche se esistono leggi che garantiscono loro l'assoluta priorità di intervento e prevedono solo in seconda battuta quello dei prefetti. Invece questi ultimi vengono messi sempre al primo posto. I prefetti sono stati mandati in giro dal ministro dell'interno a tirare giù le bandiere della regione Veneto in città come Conegliano e Treviso; bandiere che hanno una storia durata 1100 anni. Si trattava di una democrazia laica invidiabile, mentre adesso questa gente ha paura anche delle bandiere! Questa gente non si pone il problema degli albanesi, ma ha paura dei simboli della libertà del nostro popolo, che noi rappresentiamo degnamente in quest'aula.
Per quanto riguarda il merito dell'emendamento in esame, tra le varie deroghe previste vi è anche quella che consiste nel portare questo problema non nelle province pugliesi, dove si vogliono fare questi benedetti centri di prima accoglienza, ma in altre province. I prefetti quindi decidano pure quello che vogliono, distribuiscano la mafia albanese e gli evasi dalle carceri albanesi dappertutto, tanto i sindaci, come abbiamo appena visto, non hanno più potere discrezionale rispetto al controllo del territorio! In sostanza, via libera alla mafia albanese.
Vi è anche un altro problema. Se mettiamo in discussione il fatto che in tutte le province della penisola occorre affrontare la problematica in esame...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dussin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Intervengo in dissenso, Presidente, perché secondo me non devono essere coinvolte solo le province della regione Puglia, ma tutte le province d'Italia, escluse quelle della Padania. Noi vogliamo che la questione albanese non sia gestita da noi, ma solo dagli italiani. Per questo non intendiamo


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sostenere il decreto-legge in esame, che fa gli interessi della mafia.
La mafia acquista le navi, vede che lo sbarco in Italia è tranquillo, carica il maggior numero possibile di persone e, prendendo un mare di soldi, le porta in Italia, alla faccia dei finanziamenti che diamo all'Albania e che il Governo sa dove andare a prendere. Sicuramente andrà a prenderli ancora in Padania! Quindi, siamo fortemente preoccupati del fatto che, sotto forma di falsa umanità, si incentivino forme più o meno acute di criminalità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Roscia. Ne ha facoltà.

DANIELE ROSCIA. Caro President, sò sicur chel me capisc sicome la me leng l'è el che 'l...

PRESIDENTE. Le tolgo la parola, onorevole Roscia!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Paolo Colombo. Ne ha facoltà.

PAOLO COLOMBO. Presidente, esprimendo il mio dissenso mi rivolgo innanzitutto al signor ministro, che ha la bontà di partecipare ai nostri lavori, per ricordargli che pochi giorni fa è stato presentato il rapporto dello SCICO sull'attività criminale delle organizzazioni mafiose e criminali in genere sul territorio italiano.
Vorrei far notare al ministro che il radicamento delle organizzazioni criminali nelle regioni padane è dovuto a fenomeni di immigrazione. Questi fenomeni, che nascono nelle regioni meridionali, si sono radicati nella nostra terra con conseguenti problemi di natura sociale e, ripeto, sono stati favoriti dall'immigrazione. Sappiamo benissimo che una tra le componenti delle organizzazioni criminali...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Paolo Colombo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Bianchi Clerici. Ne ha facoltà.

GIOVANNA BIANCHI CLERICI. Presidente, anch'io intervengo in dissenso sull'emendamento in esame in quanto credo che, alla luce di quanto è accaduto nelle ultime settimane, esso sia assolutamente superfluo. È infatti noto, ed è stato ricordato ieri da molti colleghi intervenuti nel corso della discussione generale, che ormai molti immigrati hanno lasciato la Puglia e si sono diretti in altre zone del paese. Anche nelle nostre zone del nord, dove stranamente fino a qualche giorno fa erano nascosti, chissà come mai dopo la conclusione delle elezioni amministrative si cominciano a vedere: questi giovanottoni albanesi fanno capolino, cominciano a bighellonare nelle piazze delle nostre città.
È inutile cercare di porre un freno limitando il fenomeno alla Puglia, quando ormai...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bianchi Clerici.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, sono in dissenso con il mio collega Roscia e mi fa piacere che lei lo abbia interrotto. Vorrei dire al ministro dell'interno per quale motivo vogliamo sostituire i prefetti con i sindaci e i presidenti delle province: perché il più delle volte i prefetti si esprimono né più né meno come ha fatto prima il collega Roscia (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), in una lingua che noi non riusciamo a capire! Questo è il motivo per il quale chiediamo i sindaci e i presidenti delle province e non i prefetti: sono stufo di sentirmi dire «minchia» all'inizio di ogni discorso!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rizzi.


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Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Molgora. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Presidente, parlo in dissenso perché ritengo non si possa limitare l'intervento alle province della regione Puglia. Potrebbero esservi altre province di altre regioni interessate alla vicenda, perché sappiamo benissimo che lo sbarco degli immigrati albanesi potrebbe avvenire anche su altre coste e quindi potrebbero essere interessate anche zone diverse.
Data la commistione della malavita con la politica pugliese, i presidenti delle province e della regione Puglia potrebbero avere qualche interesse, visto che le organizzazioni malavitose pugliesi assoldano gli immigrati albanesi per le loro attività criminose. Quindi non sarebbero neanche una garanzia di coordinamento delle operazioni che vengono svolte su questo territorio ai fini...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Molgora.

FLAVIO RODEGHIERO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. No, onorevole Rodeghiero, a tale titolo potrà intervenire successivamente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fontan 1.61, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Avverto che vi sono 2 postazioni di voto bloccate.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:


Presenti 437
Votanti 435
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato 209
Hanno votato no 226
(La Camera respinge).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fontan 1.62.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Questo emendamento si illustra da solo: chiede che i prefetti chiamati a gestire la missione non abbiano la possibilità di operare in deroga alla normativa vigente, ivi comprese le norme di contabilità generale dello Stato.
Crediamo esistano principi fondamentali, come la certezza del diritto, la sicurezza di vedere le norme applicate sempre e non solo in caso di eventi eccezionali. Ci sembra che all'uopo sia necessario, se lo ritenete opportuno, fare un intervento legislativo preciso e non invece concedere una deroga.
Segnatamente i provvedimenti adottati una tantum finiscono per diventare una semper! Quindi, signor Presidente, se vogliamo essere davvero un paese serio, non un paese dei balocchi o dei burattini, credo sia necessario escludere questa possibilità ed operare solo all'interno delle disposizioni vigenti, senza concedere deroghe a nessuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Alborghetti. Ne ha facoltà.

DIEGO ALBORGHETTI. Anche questa volta intervengo in dissenso. Stavo dicendo che non siamo d'accordo nell'appoggiare questo decreto anche perché i dati che ci vengono forniti dal Ministero dell'interno sono molto preoccupanti. Nel 1996 sono state 12.335 le denunce e le indagini che hanno interessato gli extracomunitari provenienti dall'Albania; in pratica, quasi il 18 per cento delle denunce che hanno riguardato gli extracomunitari. Voglio altresì ricordare che sempre nel 1996 in Italia sono stati arrestati 2.885 albanesi, pari ad oltre il 12 per cento degli extracomunitari arrestati. Voglio ancora ricordare - la fonte è


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sempre il Ministero dell'interno - che alla data del 31 gennaio 1997 nelle nostre carceri erano detenuti 993 albanesi, pari a circa l'11 per cento della popolazione carceraria extracomunitaria che ammonta in tutto a 9.514 persone...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Alborghetti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, in dissenso dal proprio gruppo, l'onorevole Cè. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CÈ. Mi ripropongo di illustrare in questa sede, visto che lei, Presidente, non ha accettato l'iscrizione al punto precedente, gli interrogativi che intendevo porre al ministro dell'interno. La nostra posizione era chiaramente ben diversa da quella contenuta in questo decreto, però quando si sta a disquisire se distribuire questi immigrati in tutte le province italiane o prevedere la loro presenza limitatamente alla regione Puglia, è indispensabile anche sapere quali sono stati i provvedimenti che il ministro dell'interno ha adottato per fare in modo che questi immigrati fossero realmente sotto controllo. Anche da un punto di vista sanitario era infatti importante ottemperare a quelle norme...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cè.

GIORGIO NAPOLITANO, Ministro dell'interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO NAPOLITANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il Governo ha il massimo rispetto della libertà di qualsiasi gruppo di opposizione di presentare e votare i suoi emendamenti. Questa libertà viene esercitata in questa fase dell'esame di questo provvedimento attraverso tattiche ostruzionistiche o dilatorie che mettono peraltro in forse, a grave rischio, la conversione in tempo utile del decreto-legge n.60.
Il Governo non è trattenuto da alcun imbarazzo rispetto ad uno svolgimento normale della discussione che avremmo augurato potesse esserci...

ELIO VITO. Ha detto no a tutti gli emendamenti!

GIORGIO NAPOLITANO, Ministro dell'interno. ...da nessun imbarazzo, neppure per quel che riguarda il pronunciarsi - cosa che ha già fatto - ulteriormente o più ampiamente su emendamenti di qualsiasi gruppo o deputato.
Abbiamo ben constatato che i gruppi del Polo non svolgono un'opposizione di carattere ostruzionistico e lo apprezziamo. Ovviamente, il merito degli emendamenti forma oggetto di discussione e anche di controversia, perché i proponenti degli emendamenti sono tutti convinti di poter in questo modo garantire il miglioramento del provvedimento; il punto di vista del Governo può essere diverso. Questo vale per emendamenti di qualsiasi parte politica. Non vi è stata preclusione del Governo rispetto a modifiche di questo provvedimento, tanto è vero che al Senato...

MAURIZIO GASPARRI. Lo hanno peggiorato!

GIORGIO NAPOLITANO, Ministro dell'interno. ...ha conosciuto diverse modifiche, il giudizio sulle quali è ovviamente libero, dai diversi punti di vista.
Noi - Governo e Parlamento - siamo stati richiamati dalla Corte costituzionale all'obbligo sancito nella Costituzione di deliberare entro sessanta giorni sulla conversione in legge dei decreti-legge, senza possibilità di ricorrere alla reiterazione. Mentre nel regolamento del Senato è contenuta una norma che consente la votazione allo scadere del termine corrispondente al dettato costituzionale, nel regolamento della Camera tale norma non c'è. Quindi, è giocoforza ricorrere allo strumento della fiducia, cosa che il Governo fa malvolentieri (Commenti dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania), malvolentieri.


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Debbo aggiungere, onorevoli deputati, che è stata fatta qualche proposta di altro strumento con cui si potrebbe assicurare l'adozione di questo provvedimento in tempo utile. Ma vorrei ricordare all'onorevole Vito, che ben lo sa, che il Governo non dispone di alcun potere ordinatorio per quello che riguarda i lavori parlamentari, la predisposizione di sedute fiume o altre decisioni del genere.
Quindi, il Governo pone la questione di fiducia. Io, a nome del Governo, pongo la questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)... grazie, sull'approvazione, senza emendamenti e senza articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n.3637, di conversione del decreto-legge n.60 del 1997, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato.

GENNARO MALGIERI. Era già preparato! È premeditata la fiducia!

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Intendo far rilevare innanzitutto che la disponibilità del ministro si è concretizzata in una serie di pareri negativi. Se il Governo avesse preannunciato un parere favorevole su un emendamento, oltre all'atteggiamento del Polo, che era già diverso, magari anche l'atteggiamento della lega sarebbe cambiato.
Ma desidero contestare un punto, signor Presidente: il Governo ha annunciato di porre la questione di fiducia sul testo approvato dal Senato. Ora, la posizione della questione di fiducia sul testo del Senato o sul testo della Commissione avviene ritualmente prima che la Camera cominci ad esaminare gli emendamenti. Ora, abbiamo cominciato ad esaminare gli emendamenti e il Governo - come ha fatto decine di volte in questa legislatura - ha sempre presentato il maxiemendamento che o modifica o accorpa il testo. Poiché questa volta il maxiemendamento comporterebbe il ritorno del provvedimento al Senato, l'unica volta che il Governo avrebbe dovuto presentare il maxiemendamento, non lo presenta ma, nonostante si sia già in fase di votazione degli emendamenti, recupera una fiducia sul testo del Senato, che non c'è più, Presidente. In che fase stiamo? Siamo nella fase di votazione degli emendamenti: o il Governo pone la fiducia su un emendamento o non è più possibile porla sul decreto, Presidente. Questo è il rispetto di un minimo di regole. Si dirà che ci sono precedenti. I precedenti riguardano il caso in cui si sia cominciato a votare sugli emendamenti, qualche emendamento sia stato approvato e il Governo ha posto la fiducia su un maxiemendamento che ha recuperato gli emendamenti già approvati. In questa fase, Presidente, non è possibile far porre la fiducia al Governo sul testo. Ci sono delle regole per porre la questione di fiducia, alle quali anche il Governo deve sottostare. Se il Governo avesse voluto porla sul decreto, l'avrebbe dovuta porre prima! Non è possibile, Presidente, che il Governo disponga del regolamento della Camera come gli pare (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Come lei sa bene, onorevole Vito, le cose non stanno come lei dice. Lei lo sa come me, se non meglio.

ELIO VITO. Stanno così!

PRESIDENTE. Nessun emendamento è stato approvato. Questo è un decreto-legge e c'è un articolo unico di conversione, per cui il Governo può porre la fiducia come ritiene.

ELIO VITO. Lei sa bene che non è vero! Non ci sono precedenti!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, la prego!


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ELIO VITO. Si assume una gravissima responsabilità su questo!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, la prego, si comporti correttamente. È inutile urlare.

ELIO VITO. Non ci sono precedenti! Non ci sono precedenti! Ci dia i precedenti!

PRESIDENTE. Onorevole Vito, si calmi! Lei sa che sta dicendo schiocchezze, la prego!

MAURO PAISSAN. Stai zitto!

ELIO VITO. Ci dia i precedenti! Dica le date! Presidente, vogliamo le date!

ROBERTO MENIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA. Onorevole Presidente, mi associo in toto alle considerazioni testé svolte dall'onorevole Vito. Noi siamo rimasti sorpresi, sconcertati ed eleviamo una protesta di fronte all'uso - debbo dire sconsiderato, a questo punto - da parte del Governo dello strumento della fiducia. Siamo alla fiducia numero ventidue...

RAMON MANTOVANI. Basta (Proteste dei deputati del gruppo di alleanza nazionale)!

GENNARO MALGIERI. Basta che cosa? Basta a chi? Stalinisti!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un collega sta svolgendo il suo intervento e ha il diritto di farlo fino in fondo. Prego, onorevole Menia.

ROBERTO MENIA. Riprendo questo intervento, peraltro breve, dal punto in cui lo avevo lasciato. Riaffermo intanto di voler sottoscrivere in toto le considerazioni svolte dall'onorevole Vito e poi protesto fermamente per il comportamento del Governo, che a questo punto dobbiamo definire sconsiderato. Siamo alla ventiduesima volta; siamo alla fiducia numero 22! E questo nel momento in cui stavamo liberamente e democraticamente discutendo in un'aula che poteva tranquillamente continuare a lavorare in seduta notturna. Eravamo nei tempi per farlo!
Dobbiamo quindi rilevare come di fatto si sia giunti ormai ad una situazione in cui il Parlamento è totalmente espropriato del suo diritto-dovere di decidere, di legiferare; ormai il Governo interviene regolarmente con la scure e con la mazza usando la questione di fiducia per sopprimere il diritto di libertà, il diritto di espressione delle opposizioni.
Diciamo che questo modo di agire è sconsiderato; diciamo che non è possibile che il Governo continui ad adottare questo tipo di atteggiamento. Avevamo dato una dimostrazione di notevole responsabilità. Ritengo che ciò che sta accadendo sia inutile e farisaico; il ministro Napolitano afferma di aver rilevato un fatto favorevole e cioè la disponibilità e la responsabilità con cui l'opposizione, in particolare del Polo, stava conducendo la discussione intorno alla vicenda della missione in Albania. Da una parte vi sono parole usate con il fioretto e fiori offerti a parole, ma dall'altra si interviene con la clava, si interviene cioè assassinando, di fatto, i diritti di libertà dell'opposizione in questo Parlamento.
Rileviamo con sconcerto come il Governo stia ormai adottando una prassi che forse non è più sbagliato definire del tutto anticostituzionale e liberticida (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale, di forza Italia e del CCD).

CESARE RIZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Intervengo solo per ringraziare il ministro dell'interno che ha potuto dimostrare chi è la vera opposizione in Parlamento e non quella specie di «inciucio» che si sta verificando (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!


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PRESIDENTE. Colleghi, essendo stata posta la fiducia, il seguito dei lavori proseguirà...

DANIELE ROSCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma come si sa in questi casi può intervenire un deputato per gruppo.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, noi abbiamo sempre apprezzato la valutazione che lei fa delle considerazioni relative alle interpretazioni delle norme regolamentari. In questa fase di confronto parlamentare non possiamo derogare in alcun modo dalle norme che regolano i rapporti tra maggioranza e Governo, tra maggioranza e opposizione, tra Governo e Parlamento.
Credo pertanto che il richiamo fatto dal collega Vito meriti un esame ed un approfondimento molto più incisivi e non dunque l'atteggiamento sbrigativo e liquidatorio che ho riscontrato questa volta nelle sue parole.
Al di là della valutazione, del ricorso così frequente alla fiducia, noi vogliamo con queste brevi parole ribadire che non possiamo, a colpi di prassi e di interpretazioni non condivise nell'ambito della Giunta per il regolamento e della Conferenza dei presidenti di gruppo, prendere atto che sostanzialmente il regolamento della Camera viene superato. Questo sarà possibile ed auspicabile che venga fatto, ma secondo le norme e le procedure che sono già attivate. Non rilevare ciò anche davanti a momenti così delicati come quello che stiamo vivendo, credo che sia veramente andare verso una minorazione della funzione parlamentare.
Nel voto di fiducia non rileviamo certamente uno strumento liberticida, ma lo vediamo come uno strumento che decapita e mutila la possibilità di un corretto confronto parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo del CCD).

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, la ringrazio per il suo intervento.
Colleghi, per cortesia...
Onorevole Delfino, la ringrazio per il suo intervento e voglio cogliere l'occasione per chiedere scusa all'onorevole Vito per il modo in cui da ultimo ho risposto. Mi sono comportato scorrettamente nei suoi confronti, onorevole Vito, e le chiedo scusa; può capitare.
Volevo dire che la questione non è fondata. Invito tutti i colleghi a leggere il comma 2 dell'articolo 116 del regolamento, che recita: «Se il Governo pone la questione di fiducia sul mantenimento di un articolo» - e questo è un articolo di conversione - «si vota sull'articolo dopo che tutti gli emendamenti presentati siano stati illustrati», e sono già stati illustrati.
Il Governo presenta un maxiemendamento quando un provvedimento consti di più articoli: dovendo chiedere un voto di fiducia, il Governo accorpa tutti gli articoli in un unico maxiemendamento, a volte lungo nove o dieci pagine, come purtroppo sappiamo, e sulla sua approvazione pone la fiducia.
In questo caso non ci troviamo in tale situazione. Il Governo ha posto la fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di conversione: e si tratta - ripeto - di un solo articolo. Per questo motivo non presenta un maxiemendamento. Sarebbe sterile presentare un maxiemendamento che ripeterebbe puramente e semplicemente il contenuto degli articoli che ci sono già, ma che fanno parte, come voi sapete, del testo del decreto-legge.
Noi qui votiamo l'articolo di conversione. Questa è la situazione.
Onorevole Vito, le chiedo nuovamente scusa per il modo concitato in cui le ho risposto...

ELIO VITO. La ringrazio.

PRESIDENTE. ... però questa è la ragione per la quale ho accolto la questione di fiducia così come è stata posta dal Governo.
Sospenderò pertanto la seduta e il dibattito sul disegno di legge di conversione


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n.3637 riprenderà a norma dell'articolo 116 del regolamento.
La Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente nella biblioteca del Presidente per organizzare il seguito dei lavori.
Come sapete, non si voterà prima di domani alle 18,45, ora in cui questa sera è stata posta la questione di fiducia. Dobbiamo quindi organizzare lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e fissare l'ora di inizio dei nostri lavori di domani.
Sospendo quindi la seduta in attesa delle determinazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 19, è ripresa alle 19,50.

PRESIDENTE. Avverto che la votazione per appello nominale dell'articolo unico del disegno di legge di conversione n.3637, sulla cui approvazione senza emendamenti ed articoli aggiuntivi il Governo ha posto la questione di fiducia, avrà luogo nella seduta di domani, non prima delle 18,45, previe dichiarazioni di voto, a norma dell'articolo 116, comma 3, del regolamento. Le dichiarazioni di voto, lo dico per chi fosse intenzionato a seguirle, cominceranno alle 16.
Secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, i lavori proseguiranno successivamente in seduta notturna, fino al voto finale.

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