Seduta n. 193 del 14/5/1997

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Sull'ordine dei lavori (ore 15,50).

OLIVIERO DILIBERTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OLIVIERO DILIBERTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo questo concitato dibattito, desidero richiamare l'attenzione di tutti i colleghi su un punto che credo riguardi l'Assemblea nel suo complesso, indipendentemente dalla collocazione in essa di ciascuno di noi.
Nei giorni scorsi il collega De Cesaris, del gruppo di rifondazione comunista, ha inviato a tutti i deputati un appello, che avrete trovato in casella. Tale appello riguardava una protesta delle associazioni pacifiste e del volontariato, quindi non una protesta di partito, contro la decisione delle autorità turche di vietare lo svolgimento della Conferenza internazionale per la pace e il dialogo sulla questione curda, promossa dalla Associazione per i diritti umani di Ankara.
Chiedo anche al Governo, per cortesia, un momento di attenzione.

PRESIDENTE. Il Governo, per cortesia...

OLIVIERO DILIBERTO. A seguito di questo appello, che molti colleghi hanno firmato, indipendentemente - ripeto - dall'appartenenza all'uno o all'altro gruppo parlamentare, l'ambasciatore turco Umut Arik ha ufficialmente inviato una lettera al collega De Cesaris che io giudico gravissima, perché in essa si dice - cito soltanto alcuni passi - riferendosi al collega De Cesaris: «Dato che lei in varie occasioni ha apertamente spalleggiato il terrorismo» - riferendosi ai curdi - «quel terrorismo che lei sfortunatamente, ma non certo sorprendentemente sostiene in modo così fervido...» e via discorrendo.
Il fatto che un ambasciatore nel nostro paese di una nazione straniera si rivolga in un atto formale ad un rappresentante del popolo, legittimamente eletto, quale che sia la appartenenza politica, con frasi del genere e con accuse di terrorismo esplicite in una lettera formale, trovo sia un atto di inaudita gravità.
Chiedo pertanto formalmente al Presidente della Camera, e ci aspettiamo delle risposte in merito, che intervenga ufficialmente a tutela della dignità e della libertà di espressione, sancita nella Costituzione del nostro paese, di ciascuno dei membri della Camera dei deputati.
Credo che altrimenti un precedente del genere, se non contrastato, sarebbe gravissimo e lesivo - lo ripeto - della dignità e della libertà di ciascuno di noi (Applausi dei deputati dei gruppi di rifondazione comunista-progressisti, della sinistra democratica-l'Ulivo, dei popolari e democratici-l'Ulivo e di rinnovamento italiano).

PRESIDENTE. Prego il presidente del gruppo di rifondazione comunista di far avere alla Presidenza il testo di questa lettera, che non possiedo, dopo di che si prenderanno tutte le misure necessarie.

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