Commissione parlamentare per le riforme costituzionali

I Comitati di studio per l'esame delle questioni istituzionali costituiti nell'ambito delle Commissioni Affari costituzionali della Camera e del Senato nel settembre 1982

* Istituzione dei Comitati
* Attività dei Comitati
* Il contenuto delle relazioni presentate dai Presidenti dei Comitati
- Camera dei deputati
- Senato della Repubblica

Istituzione dei Comitati

Nel corso di un incontro tenutosi il 10 settembre 1982 i Presidenti di Camera e Senato concordarono di invitare le Commissioni Affari costituzionali dei due rami del Parlamento a procedere alla costituzione, ciascuna nel proprio seno, di un "Comitato ristretto" composto di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare, inserendo anche membri di gruppi non rappresentati nella Commissione, con il compito di sottoporre, entro il 31 ottobre, al Presidente della Camera di appartenenza un documento recante un inventario ragionato: a) delle proposte già all'esame delle Camere in materia istituzionale, curando di verificarne lo stato; b) di eventuali altri punti degni di considerazione sulla stessa materia, messi in evidenza in sede politica e parlamentare; c) di eventuali suggerimenti in ordine a modifiche regolamentari che dovessero ritenersi necessarie in relazione alle suddette proposte di carattere istituzionale.
I Presidenti delle due Camere si riservavano quindi di confrontare le questioni emerse in seguito al lavoro svolto dai predetti comitati e di determinare, nel corso di un successivo incontro, le ulteriori procedure di cui fosse emersa l'opportunità sulla base del documento ricevuto.
In seno alla Commissione Affari costituzionali si svolgeva peraltro, a seguito di rilievi sollevati in proposito dall'on. Labriola, un dibattito sulla natura e le funzioni del Comitato: il Presidente Riz precisava a tal proposito che il Comitato non poteva considerarsi né un Comitato permanente, ai sensi dell'art. 22, co. 4 del Regolamento, né un Comitato ristretto, da istituirsi ai sensi dell'art. 79, co. 3 del Regolamento: si trattava invece ad avviso del Presidente di un Comitato di studio avente il compito di riferire al Presidente della Camera sui problemi istituzionali, non provvisto di alcun potere deliberante né referente nei confronti dell'Assemblea.

Attività dei Comitati

Alla Camera, l'on. Riz Presidente della I Commissione Affari costituzionali procedeva in data 29 settembre alla nomina, su designazione dei gruppi, dei componenti il Comitato.
Il Comitato, dopo aver dato incarico agli Uffici di effettuare una rilevazione delle proposte presentate alle Camere in materia istituzionale, procedette ad un dibattito nel corso di 6 sedute in relazione a singoli temi scelti seduta per seduta. Al termine del dibattito i singoli membri del Comitato elaborarono delle "note conclusive" che furono trasmesse al Presidente della Camera insieme ad un relazione informativa del Presidente Riz sui lavori del Comitato in cui si dava conto delle posizioni emerse in relazione ai principali temi dibattuti.
Anche al Senato, il Comitato costituito in seno alla Commissione Affari costituzionali, e coordinato dal sen. Bonifacio, componente della I Commissione Affari costituzionali, trasmise al Presidente del Senato in data 29 ottobre 1982 una relazione contenente una sintesi delle posizioni espresse dai gruppi politici in ordine alle varie questioni di riforma istituzionale, un inventario delle proposte presentate sul tema in Parlamento ed alcune "riflessioni conclusive" in cui si registravano le linee di tendenza che erano risultate prevalenti nel corso del dibattito svolto dal Comitato.

Il contenuto delle relazioni presentate dai Presidenti dei Comitati

Camera dei deputati

Al termine dei propri lavori il Comitato ha incaricato il Presidente Riz di predisporre una relazione informativa sull'attività svolta.
Nella relazione si dà conto in primo luogo delle varie ipotesi dibattute in seno al comitato in merito alla riforma del sistema bicamerale. Si espongono a tal proposito le proposte per diversificare la composizione e la formazione delle due Camere e le posizioni favorevoli all'opzione per il monocameralismo.
Si passano inoltre in rassegna le questioni riguardanti il funzionamento e l'organizzazione interna delle Camere con riferimento ai sistemi di votazione, alle corsie preferenziali, alla sessione di bilancio.
Per quanto riguarda il profilo sostanziale delle funzioni del Parlamento, l'attenzione del Comitato si è soffermata in particolare sull'analisi critica dei contenuti della funzione legislativa e sull'attuazione, da molti commissari ritenuta insoddisfacente, dei poteri conoscitivi o di controllo delineati dai regolamenti parlamentari del 1971.
Quanto all'attività legislativa, nella relazione si pone in evidenza il problema della quantità e della qualità dell'intervento legislativo sottolineando la necessità della delegificazione, di un più ampio ricorso alla delega legislativa e al decentramento legislativo a favore delle regioni.
Si affrontano infine le prospettive di riforma riguardanti le immunità parlamentari e la disciplina dei reati ministeriali.
Per quanto riguarda i rapporti tra gli organi costituzionali nella formazione del Governo, la relazione registra un orientamento unanime per il mantenimento del sistema parlamentare, con esclusione delle ipotesi di carattere presidenzialista.
All'interno di questo quadro le variabili discusse all'interno del comitato hanno riguardato: l'elezione diretta del Presidente della Repubblica pur nel mantenimento delle funzioni di garanzia; la scelta tra principio monocratico e principio collegiale collegata alla configurazione del rapporto fiduciario tra le Camere ed il Presidente del Consiglio ovvero fra le Camere e il Governo nella sua interezza; i modi di risoluzione del rapporto fiduciario.
Sono inoltre esposte nella relazione le ipotesi emerse in merito al riordino dell'organizzazione interna del Governo e alla riforma della pubblica amministrazione.
Quanto alle norme costituzionali riguardanti l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, sono state discusse le proposte per il rafforzamento di tali principi pur nella prospettazione di diverse ipotesi di riforma riguardanti la posizione del pubblico ministero e la disciplina dell'ordinamento giudiziario.
La relazione espone anche le proposte avanzate per la modifica della disciplina delle consultazioni referendarie e dell'iniziativa legislativa popolare.
Il documento si conclude con l'esposizione delle ipotesi emerse per un complessivo riordino del sistema delle autonomie locali e per la ridefinizione delle funzioni legislative e amministrative affidate alle regioni.

Senato della Repubblica

La relazione conclusiva del Comitato istituito presso il Senato si è limitata a registrare un inventario delle problematiche emerse in materia istituzionale, astenendosi dal formulare proposte o ipotesi di riforme istituzionali.
La relazione pone preliminarmente in evidenza, in tutte le proposte avanzate e con una sola eccezione, l'assenza di un disegno riformatore complessivo della Costituzione e la eterogeneità delle iniziative pendenti, che incidono a vari livelli (revisione costituzionale, riforme legislative, riforme regolamentari) e registra una sostanziale adesione da parte di tutte le forze politiche, ad eccezione del MSI-DN favorevole ad un disegno organico di una nuova Costituzione, alle scelte di fondo operate dall'Assemblea costituente, sottolineando l'individuazione, da più parti operata, della origine della crisi del sistema nella mancata attuazione di alcune disposizioni della Costituzione e nella progressiva divaricazione tra Costituzione scritta e Costituzione vivente.
Viene ribadita la validità dei principi fondamentali della carta costituzionale e l'esigenza che gli interventi di riforma siano coerenti con tali valori; vengono parimenti espresse perplessità circa l'introduzione di istituti mutuati da esperienze straniere, senza tenere conto della realtà storico-sociale sottostante all'ordinamento.
Per quanto riguarda le modifiche della Costituzione che comportano una ridefinizione del ruolo del Governo e del Parlamento la relazione riscontra posizioni dissenzienti e contrapposte, mentre si registra una larga convergenza su una vasta serie di riforme attuabili mediante leggi ordinarie o riforme regolamentari così riassumibili:



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