Comitato parlamentare Schengen-Europol

DOCUMENTO DI CONSIDERAZIONI

Il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione ed il funzionamento della Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen,

ascoltato il Ministro dell’Interno, on. Rosa Jervolino Russo, ed il Sottosegretario per gli Affari Esteri, on. Umberto Ranieri;

prendendo atto che in conseguenza di un afflusso di profughi Kosovari superiore ad ogni aspettativa, alcuni paesi hanno avviato misure di trasferimento e assistenza nel proprio territorio;

tenendo conto del fatto che i principi della eccezionalità, temporaneità, della volontarietà e della unità delle famiglie e sanciti dal Consiglio GAI il 7 aprile u.s., vincolano tutt'al più i quindici paesi dell'Unione Europea;

auspicando che venga definita, con apposite concertazioni, una procedura di registrazione standard dei profughi, i quali sono il più delle volte sprovvisti dei documenti di identità, al fine di evitarne la dispersione e di rendere effettivamente possibile l'identificazione ed il ricongiungimento familiare;

preso atto con una certa preoccupazione dell'intendimento del Governo di costituire un campo di accoglienza anche a Valona;

tenuto conto della difficile situazione venutasi a creare in Macedonia e Montenegro;

invita il governo

di attivarsi, eventualmente avvalendosi del sostegno dell’UNHCR, affinché siano presi gli opportuni coordinamenti tra i campi di accoglienza gestiti dall’Italia e gli altri campi di accoglienza presenti in Albania al fine di garantire un trattamento il più uniforme possibile sotto il profilo della registrazione dei profughi;

di predisporre nei campi di accoglienza gestiti dall'Italia punti di informazione, di riconoscimento, di dialogo, di ricostruzione della memoria storica dei profughi, attraverso metodica adeguata e figure professionali di interpreti affidabili e conosciuti, che siano un filtro serio e credibile, eventualmente ricorrendo a persone garantite dall'UNHCR, scelte tra i rifugiati politici già inseriti nelle strutture del nostro Paese, utilizzando la memoria comune e la conoscenza reciproca degli abitanti dei villaggi, prima che si disperdano, attraverso garanzie plurime e incrociate, che permettano un'attendibile ricostruzione anagrafica;

di attivarsi affinché siano predisposti opportuni centri di informazione, eventualmente avvalendosi del sostegno dell’UNHCR, presso i campi di accoglienza gestiti dall’Italia in Albania in ordine alla possibilità di essere temporaneamente trasferiti in altri paesi;

di assumere, nella prospettiva del Trattato di Amsterdam, idonee iniziative in ambito UE al fine di stabilire comuni misure di protezione temporanea dei profughi provenienti dal Kosovo assistiti in Albania, Macedonia e Montenegro ovvero comuni misure nei confronti di coloro che eventualmente si deciderà di ospitare sul territorio dei singoli stati;

ad attivarsi, analogamente e nella stessa prospettiva, affinché - ove venisse valutato di dover trasferire quote di profughi nei paesi membri dell'UE - sia rispettato il principio del burden sharing inteso come equa ripartizione degli oneri economici e del numero dei profughi eventualmente da accogliere sul proprio territorio;

a decretare, nel caso in cui si valutasse di dover trasferire un certo numero di profughi in Italia, la tempestiva adozione di misure di protezione temporanea, ai sensi dell'art. 20 del testo unico sull'immigrazione, che tengano conto anche del sostentamento economico dei profughi, protratto nel tempo e con programmi di lavoro sociale da stabilirsi in relazione alla durata prevista del loro soggiorno;

di adottare gli opportuni provvedimenti affinché siano evitate infiltrazioni e speculazioni da parte della criminalità organizzata rispetto a questa dolorosa tragedia, al fine di garantire un adeguato "filtro di sicurezza" per clandestini, trafficanti e terroristi;

di attivarsi altresì affinché sia predisposta un'opera di informazione finalizzata ad assicurare una protezione mirata per particolari categorie più deboli, ad esempio le donne, che potrebbero altrimenti essere vittime di circuiti malavitosi quali la tratta ai fini dello sfruttamento della prostituzione, anche allestendo all'interno dei campi di accoglienza punti sociali di sensibilizzazione, informazione, intervento per opportune misure di attenuazione delle conseguenze collegate alle violenze subite per le donne kosovare che lo richiedessero e, infine, formulare metodiche volte a realizzare di fatto il ricongiungimento dei bambini dispersi alle loro famiglie;

di informare tempestivamente e con continuità il Parlamento in ordine agli intendimenti del Governo e alle misure che saranno assunte per fronteggiare nei termini suesposti l’esodo dei profughi;

di riconsiderare la realizzazione di un centro profughi a Valona e, comunque, di assicurare ogni possibile accorgimento e precauzione per evitare che detto centro possa tradursi in un favore reso alle organizzazioni malavitose che, in assenza di attenti controlli, potrebbero purtroppo "attingere" a questo "serbatoio" per i loro traffici;

ad attivarsi affinché l'Italia si faccia promotrice presso la Presidenza di turno dell'UE di iniziative volte a gestire in modo coordinato e responsabile la questione dei profughi e la precaria situazione politico-istituzionale venutasi a creare in Macedonia e Montenegro, coinvolgendo l'insieme dei Paesi NATO ed anche la Russia.

indice documenti approvati

ritorno alla home page