Commissione parlamentare per l'infanzia

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
13 giugno 2000

Approvazione  del  Piano  nazionale   di azione e di interventi per la  tutela  dei  diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva per il biennio 2000/2001.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l'art. 1 della legge 12 gennaio 1991, n. 13;

Visto l'art. 2, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303;

Vista  la legge 23 dicembre 1997, n. 451, recante istituzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per  l'infanzia, ed in particolare l'art. 2 della legge medesima, che prevede   l'adozione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva;

Visto  il  Piano  nazionale di azione e di interventi per la tutela dei  diritti  e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva 2000-2001, predisposto dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia;

Acquisito  il  parere della Commissione parlamentare per l'infanzia espresso nella seduta del 20 marzo 2000;

Vista  la  deliberazione  del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 2 giugno 2000;

Sulla proposta del Ministro per la solidarieta' sociale;

Decreta:
Art. 1.

E'  approvato  il  Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela  dei  diritti  e  lo   sviluppo  dei soggetti in eta' evolutiva 2000-2001, parte integrante del presente decreto.
Il  presente decreto, previa registrazione da parte della Corte dei conti,  sara'  pubblicato  nella  Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addi' 13 giugno 2000
                               CIAMPI
                              Amato,   Presidente  del  Consiglio  dei
                              Ministri
                              Turco,   Ministro  per  la  solidarieta'
                              sociale

Registrato alla Corte dei conti il 5 luglio 2000
Registro n. 2 Presidenza, foglio n. 344

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Dipartimento per gli affari sociali
Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza

PIANO NAZIONALE DI AZIONE E DI INTERVENTI PER LA TUTELA DEI DIRITTI E LO SVILUPPO DEI  SOGGETTI IN ETA' EVOLUTIVA 2000-2001 (Legge n. 451/1997).

Parte prima.
  1. Con questo Piano d'azione il Governo intende onorare un impegno nei confronti delle nuove generazioni, in base ad un principio di valore etico prima ancora che giuridico: quello della responsabilità, del rispetto e della considerazione nei confronti dei concittadini più giovani.
    Oggi  una  legge, la n. 451 del 1997, assegna al Governo il compito di  predisporre ogni due anni  un programma di interventi a favore dell'infanzia e dell'adolescenza.
    E' questo un fatto di straordinaria portata civile e culturale.
    Mai  finora si era arrivati a questo livello di impegno istituzionale. Si  tratta di un impegno serio e complesso. Chi volesse,  infatti, oggi ridurre i temi dell'infanzia ad alcune, poche questioni di facile richiamo compirebbe la più grave e sciocca delle possibili  e, purtroppo, frequenti banalizzazioni della politica. In realtà, infatti, il numero e la delicatezza dei problemi che vanno affrontati  - affinché abbia senso la stessa nozione di politica per l'infanzia e l'adolescenza - é imponente e corrispondente né più né meno al ventaglio dei temi che molto più di frequente vengono considerati di competenza dei governi nazionali.
    Non si diventa grandi per caso o all'improvviso: si potrebbe dire che ciascun cittadino è adulto nella misura in cui gli è stato possibile essere bambino.
    In  realtà nonostante l'assoluta semplicità ed evidenza di questo principio, per moltissimo tempo, l'Italia è stato un Paese disattento nei confronti dell'infanzia e dell'adolescenza divenendo sicuramente  un più povero e meno capace di altri Paesi occidentali di rinnovarsi ed evolvere.
    Nei  continui ed odierni cambiamenti, che portano il nostro Paese a modernizzarsi ed a moltiplicare le opportunità di crescita e di sviluppo, è molto difficile essere bambini ed adolescenti e, senza retorica, è diventato anche molto problematico essere genitori, padri e madri.
    Anche per questo, ma non solo, i giovani cittadini debbono ricevere un'attenzione speciale da parte di tutta la società italiana ed innanzi tutto da parte delle sue istituzioni.
    Questo piano d'azione non è il primo strumento di lavoro adottato a favore dei bambini e degli adolescenti del nostro Paese. Il Governo Prodi aveva predisposto un primo Piano d'azione già nel 1996. Già allora, infatti, c'era la convinzione che per realizzare buone cose occorresse avere un programma chiaro e definito in grado di impegnare il Governo in prima persona e nella sua collegialità', consentendogli di  dialogare con il Parlamento in modo positivo e costruttivo e di sostenere e   promuovere le politiche delle regioni e dei comuni. Un Piano d'azione capace di interpretare anche le indicazioni preziose delle   numerose associazioni di volontariato, del  mondo della cooperazione sociale delle categorie professionali e di  molti semplici cittadini.
    Grazie a quel  primo Piano d'azione, dal 1996 ad oggi è stato compiuto molto lavoro per migliorare concretamente le condizioni di vita e di  sviluppo delle nuove generazioni. Sono stati investiti complessivamente quasi diecimila  miliardi di lire a copertura di leggi innovative per le famiglie, che l'Italia non aveva mai avuto in questo settore.
    Oggi, attraverso una nuova legge sull'adozione internazionale, si è reso il sistema più snello, trasparente e meno oneroso per i bambini e per le famiglie che adottano.
    Si è avviata  la  sperimentazione di strumenti inediti per combattere la povertà ed il disagio come l'istituto del "reddito minimo di inserimento".
    Grazie all'iniziativa del Governo e alla sensibilità di tutto il Parlamento sono incorso di approvazione una nuova legge sugli asili nido e, l'ormai indispensabile, riforma dei servizi sociali.
    Con le ultime due leggi  finanziarie si è voluto sostenere la maternità, riconoscendone il valore ed il costo, attraverso l'istituzione dei relativi assegni.
    Con la recente nuova legge sull'immigrazione, che contiene strumenti  e principi di valore fondamentale per un Paese occidentale moderno, si è attuata una più attenta e rispettosa tutela della personalità dei bambini stranieri e dei loro diritti.
    Si sono realizzati nuovi strumenti scientifici di lettura e di studio globali della realtà dell'infanzia e dell'adolescenza: basti ricordare i due Rapporti nazionali del 1996 e del 1997, il Manuale di orientamento alla progettazione sulla legge n. 285/1997 e la collana di quaderni  "Pianeta  Infanzia" realizzati dal Centro nazionale di documentazione ed analisi.
    Si è così fornita, tra l'altro, la base per una conoscenza quantitativa e statistica della condizione dei  bambini e delle bambine  in  Italia, che ha costituito un  fondamentale punto di riferimento per  l'elaborazione di questo Piano d'azione e delle sue strategie d'intervento.
     Una scuola rinnovata è stata finalmente improntata a principi capaci, nei prossimi anni, di rendere non solo più partecipata e democratica la vita scolastica, ma anche più efficiente e funzionale l'intero sistema.
    Si è migliorata la tutela della salute di chi è più piccolo e delle fasce sociali più deboli; si sono rafforzati i servizi per la maternità e la paternità.
    Il Governo ha inoltre presentato un disegno di legge inteso a promuovere il protagonismo e la cittadinanza dei giovani.
    E' altresì da sottolineare che anche l'amministrazione pubblica ha avviato un  profondo e complesso percorso di rinnovamento e comincia ad assumere una diversa consapevolezza dell'importanza che le politiche sociali rivestono in un Paese moderno orientato non solo allo sviluppo e alla ricchezza, ma anche a realizzare condizioni di equità sociale e di pari opportunità.
    Non è senza significato che dopo tanti anni, in cui non si era attuato nel  nostro Paese alcun significativo investimento a favore delle famiglie e delle nuove generazioni, l'Italia si sia messa in movimento orientandosi con decisione verso la realizzazione di un nuovo welfare più giusto ed efficiente.
    La legge n.285/1997 è stata uno dei grandi motori di questo processo stimolando gli enti locali a dar vita ad interventi non "emergenziali", diretti non solo a riparare le situazioni di particolare disagio dei minori, ma anche a promuovere adeguat processi di costruzione dell'identità per tutti i bambini e le bambine. Ciò attraverso concreti servizi e strumenti in grado di favorire migliori relazioni familiari, spazi e opportunità per il gioco e la partecipazione, un ambiente urbano di vita più adeguato alle esigenze di chi cresce.
    Accanto a questi obiettivi, previsti nel Piano d'azione del 1996 e che  sono stati realizzati, ce ne sono altri in via di realizzazione che conservano oggi inalterata la loro validità. In particolare è opportuno proseguire gli sforzi per attuare nel modo più compiuto i diritti dei minori disabili, di quelli ospedalizzati o affetti da malattie croniche, di quelli sieropositivi, di quelli con problemi di dipendenza, di quelli istituzionalizzati ed in difficoltà familiari o precocemente implicati in attività devianti e antisociali.
    Non possiamo però nascondere che esistono alcune difficoltà in questo processo di cambiamento. Difficoltà in certa  misura fisiologiche, ma sulle quali il Governo, d'intesa con le regioni ed i comuni, lavora, e continuerà a farlo, per raggiungere gli obiettivi prefissati.
    In  particolare, sono ancora oggi troppe le disuguaglianze tra bambini e bambine, tra ragazzi e ragazze: secondo il genere sessuale, le condizioni economiche e sociali delle famiglie, la qualità dell'ambiente di  vita, le disponibilità di opportunità per lo sviluppo e la crescita culturale e civile.
    Nonostante queste difficoltà reali, è certamente in corso un processo di cambiamento che, soprattutto nel Mezzogiorno, può già considerarsi un successo straordinario. Basti pensare alla fioritura di progetti e di azioni che derivano dalla sola legge n. 285/1997 che, per la prima volta nella storia del nostro Paese, ha investito finora circa 1.200 miliardi in servizi all'infanzia, all'adolescenza e per i genitori.
    Questo sforzo va proseguito e sostenuto. Per questo il Governo s'impegna ad un'azione di costante monitoraggio  e  valutazione sull'applicazione delle leggi e sull'uso delle risorse. 
    Inoltre va proseguito lo sforzo di promozione di un diverso atteggiamento culturale di tutto il Paese rispetto ai problemi sociali ed in particolare ai diritti dell'infanzia.
    E' essenziale, infatti, avere "nella testa e nel cuore" una nazione rispettosa delle differenze regionali e locali,  aperta  alla dimensione europea, ma anche unita culturalmente e socialmente dove ciascuno, soprattutto se più piccolo, abbia pari opportunità di crescita e di sviluppo.
    Questa nuova strategia politica del Governo di promozione e tutela della condizione minorile non poteva essere impostata, né i relativi traguardi  potevano essere raggiunti, senza l'azione concertata degli altri  soggetti istituzionali e della società civile: del Parlamento che ha discusso ed approvato leggi importanti, non mancando mai di esercitare la sua funzione di indirizzo e di stimolo nei confronti del  Governo;  delle  regioni e dei comuni d'Italia che hanno dato un enorme contributo in termini applicativi ed ideativi alle politiche per  l'infanzia sia in sede locale che nazionale; della societa' civile che ha mobilitato risorse assai significative nel sostegno dei cittadini di minore eta'.
    Inoltre si deve registrare un'accresciuta e più diffusa sensibilità tra i cittadini e le famiglie sui temi dell'infanzia divenuti finalmente, centrali dopo che per troppo tempo erano rimasti marginali nel costume e nella cultura italiani.

  2.  In questo processo di cambiamento, l'impegno dell'attuale Piano d'azione pone una particolare attenzione su alcuni temi emergenti pur mantenendosi  inalterato l'impegno del Governo e degli enti locali su tutti i settori coinvolti nei temi di tutela e promozione dei diritti del cittadino di eta' minore.
    Innanzi tutto, l'Italia è sempre più convinta del valore universale dei principi e dei diritti del fanciullo sanciti dalla Convenzione di New York del 1989.
    Principi e diritti che non possono essere ristretti ai soli cittadini del nostro Paese, ma anche a quanti giungono da altre nazioni  oppure nascono da genitori che provengono da Paesi lontani e molto più poveri del nostro.
    Ma non solo. L'Italia è anche un Paese i cui cittadini hanno riconosciuto la povertà e le difficoltà insopportabili di tanti bambini e bambine, che vivono in Paesi vicini e lontani, e hanno cercato di alleviarle intervenendo con atti di toccante generosità.
    Pertanto il Governo si sente impegnato sempre di  più sia a sostenere iniziative a favore dei bambini che nel mondo si trovano in condizione di povertà, sia a realizzare una migliore integrazione di coloro che vivono tra noi: non piu' stranieri, ma nuovi, per quanto piccoli, cittadini di un Paese attento e solidale al mondo ed ai suoi figli.
    In secondo luogo sarebbe un tragico errore limitarsi a ritenere che i  problemi e le difficoltà dell'infanzia e dell'adolescenza si risolvano tutti e solo attraverso misure di protezione, tutela ed assistenza. Occorre confrontarsi in positivo sulle esigenze di chi cresce e sui cambiamenti che la crescita chiede a tutta la società.
    In particolare non sarebbe onesto non riconoscere che c'è stato un vuoto di attenzione nei confronti del mondo degli adolescenti, dei loro problemi, delle loro istanze di riconoscimento, delle loro esigenze di partecipazione e di contributo alla   crescita della società. Troppo frequentemente il  mondo degli adulti ha delegato all'istituzione scolastica l'educazione e la   formazione degli adolescenti, senza essere in grado di offrire altri spazi ed opportunità di esercizio della cittadinanza. Altre   volte, al contrario, essi sono dissuasi dall'andare a scuola e costretti a lavorare.
    La maggior parte di  loro è di fatto costretta a vivere una fase interlocutoria, di attesa lunghissima di una maturità che gli adulti di frequente non vogliono riconoscere.
    Il Governo intende contribuire a modificare questo stato di cose: non per lanciare il solito allarme sui rischi ed i pericoli per gli adolescenti e sui loro comportamenti, quanto piuttosto per riconoscere concretamente il loro diritto di cittadinanza e riaffermare  quanto sia preziosa, per tutta la società, la loro crescita e la loro formazione. Si  vuole inoltre concorrere a facilitare il dialogo  tra adulti e adolescenti spesso così difficile.
    E' ancora da rilevare che è fondamentale, per un armonico sviluppo della  personalità in formazione, la realizzazione di un ambiente di vita  rispettoso delle esigenze di crescita del cittadino minore. E' necessario effettuare una svolta di fondo rispetto alla qualità dell'organizzazione delle nostre città.
     Per combattere il degrado urbano e sociale, l'illegalità, l'incuria  e l'abbandono, occorre decisione, efficienza e competenza. E'  però anche evidente che, per tentare di sconfiggere in modo radicale e definitivo questi mali, occorre far si' che i cittadini e le  cittadine  possano  riappropriarsi  in  condizioni di sicurezza e liberta' del loro diritto/dovere di cittadinanza rispetto a ciò che è patrimonio di tutti.
     Migliorare   le  città vuol dire  anche   migliorare  i  servizi, potenziarli,  renderli  più moderni ed efficaci, capaci d'ascolto e valutazione  per rispondere davvero alle esigenze delle famiglie, dei bambini,  delle  bambine,  dei ragazzi e delle ragazze. Migliorare le città  è  pensare alla musica e agli spazi che sono loro necessari, allo  sport,  alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico che è la vera dote delle nuove generazioni di italiani e italiane. Spazi ed occasioni in cui dar vita ad un concreto patto civico tra il mondo degli   adulti   e  delle  nuove  generazioni,  in   cui  sperimentare responsabilità,  partecipazione  ed  anche forme di autogestione dei cittadini piu' giovani.
     Tuttavia  il  cambiamento  dei luoghi di vita esige azioni forti ed incisive  ed  un  coinvolgimento  molto  più ampio   del mondo delle imprese,  delle  professioni,  delle  organizzazioni dei cittadini ed indirizzi chiari per gli amministratori delle città.
     Particolare  attenzione  va  rivolta al tema della formazione delle nuove  generazioni.  Il  che  implica  innanzi  tutto dare una grande rilevanza  al tema della riforma della scuola per le conseguenze e le implicazioni  decisive  che,  per il presente ed il futuro del nostro Paese,  essa  può  avere.  Si tratta di una catena di avvenimenti di tale  complessità  e  delicatezza  che sarebbe riduttivo considerare esaurita   all'atto   dell'emanazione  delle  disposizioni   di  legge relative.
     Il  Governo  si impegna a dare pieno sostegno ai protagonisti della riforma  scolastica: agli studenti non meno che agli insegnanti ed ai dirigenti scolastici.
     Significa  pero'  anche sviluppare una rilevante attenzione a tutto il  tema della formazione extrascolastica, che puo' essere affrontato dando  spazio  alle  iniziative  degli  studenti stessi (vedi Statuto degli  studenti  e delle studentesse) degli enti locali e del privato sociale.  La  formazione  extrascolastica deve, inoltre, sfruttare le enormi  opportunita'  offerte dai nuovi mezzi di comunicazione per la crescita globale delle nuove generazioni. Questa e' la ragione per la quale  il  Governo  non  intende  far  leva  su   un inutile argomento oscurantista  secondo  il  quale  l'uso  della  televisione o degli strumenti multimediali e' in se' foriero di pericoli: sarebbe come se all'avvento  della  carta  stampata qualcuno avesse detto che i libri facevano  male  ai bambini. Al contrario, deve rilevarsi l'importanza ed il valore di questi strumenti della vita quotidiana delle famiglie italiane,  a  cui tuttavia occorre garantire livelli qualitativi e di rispetto  sempre  piu'  elevati.  Il  Governo  sa di poter contare su professionisti  disposti  a  capire  e  condividere questi obiettivi, reclamati  da tutti i cittadini e le cittadine di buon senso non solo in Italia, ma in tutto il mondo. 
     Fenomeni  quali  la  pedofilia,  le  violenze ed i maltrattamenti a danno  di  bambini  e bambine destano grande preoccupazione in tutti. Tuttavia  occorre cominciare a discriminare i fenomeni ed organizzare risposte   differenziate   ed  efficaci,  tanto  sul   versante  della prevenzione  quanto  su quello della repressione dell'illegalita'. Ci si  trova  tra  l'altro  in  presenza di situazioni molto diverse tra loro:  da  un lato la miseria di alcune situazioni di sottosviluppo e degrado  di  cittadini  italiani  che  colpiscono duramente - e quasi sempre  all'interno  delle  mura  domestiche - chi e' piu' piccolo ed indifeso;  dall'altro  ci  si  trova  in  presenza  di vere e proprie organizzazioni  criminali  che sfruttano con ferocia e determinazione la condizione dei minori stranieri.
     La  complessita'  delle situazioni richiede strategie diversificate che, con i nuovi strumenti legislativi a disposizione, si e' in grado di  attivare.  Non  e'  il  caso di creare inutili e controproducenti allarmismi,  perche'  questo atteggiamento crea piu' danni ai bambini di  quanti  non  ne  risolva;  occorre  invece   aumentare la corretta informazione,   rafforzare   la   rete  dei   servizi,  migliorare  la competenza  delle varie figure professionali a partire da quelle piu' a diretto contatto con l'infanzia e l'adolescenza.
     Grande  attenzione  deve  suscitare  infine  il tema del lavoro dei bambini  e  delle  bambine  in  Italia  e  nel mondo, che deve essere oggetto  di  un'azione diversificata ed ampia in grado di contrastare ogni  forma  di  sfruttamento.  L'Italia,  poi,  vuole continuare con determinazione  e  coerenza il suo impegno affinche' venga affrontato in  tutte  le  sedi  il fenomeno del lavoro in condizioni disumane di bambini e bambine in Paesi anche molto lontani dal nostro.

  3.  Quello che si propone ora con questo nuovo Piano d'azione - che significativamente  connota  con  un particolare impegno a favore dei piu'  piccoli  l'inizio  di questo nuovo millennio - e' di realizzare una serie di cose molto concrete.
    Tuttavia  e'  bene  sottolineare  l'esigenza  di   consapevolezza ed informazione  nei  cittadini  e  nelle cittadine italiani. Per queste ragioni  questo  Piano  d'azione si rivolge direttamente alle donne e agli  uomini,  alle  famiglie,  ai  ragazzi e alle ragazze. L'Italia, infatti,  e'  un Paese con leggi all'avanguardia che sono espressione di  una  realta'  che  e'  tutt'altro  che  arretrata   socialmente  e culturalmente.  Ma  e'  anche  un  Paese  difficile da far progredire omogeneamente.  Per farlo e' necessario che i genitori, gli educatori e le educatrici, gli insegnanti e le insegnanti e tutti gli adulti in genere  -  indipendentemente  dalla  loro  collocazione professionale rispetto  all'infanzia  e  all'adolescenza  -  sappiano e condividano quali  sono  i  diritti, le opportunita' e certamente anche i doveri, che  sono  propri  di  chi  e' piu' giovane. L'Italia, inoltre, e' un Paese ricco di volontariato e di mille esperienze di mutualita' ed e' per  questo  che  ci  sono  tutte  le condizioni perche' questo Piano d'azione  abbia  proprio  nei  cittadini e nelle cittadine il primo e piu' importante sostegno.
    Ma  ancora  di  piu'  questo Piano d'azione si rivolge direttamente alle  nuove  generazioni  esplicitando in forma chiara quali sono gli obiettivi  su  cui le istituzioni intendono lavorare. E' auspicabile, quindi, che il Piano d'azione abbia la massima diffusione su tutto il territorio  e  che  sia in grado di "parlare" direttamente alle nuove generazioni.  E' inoltre auspicabile che esso promuova analoghi piani d'azione regionali e che su una serie di temi si realizzi una fase di confronto  e  di  ascolto  con  i  ragazzi  e  le   ragazze, per avere suggerimenti su come migliorare le nostre politiche a loro favore. Si vorrebbe,  infatti, anche con questo Piano contribuire al superamento di  quelle  barriere  comunicative che purtroppo spesso si instaurano tra  generazioni diverse. Il Piano vorrebbe perseguire l'obiettivo di ristabilire  condizioni  di maggiore equita' ed un piu' diffuso senso di  partecipazione  e  di appartenenza alla vita civile che e' poi la vita  di tutti: dei bambini, dei giovani, degli adulti, delle persone anziane,  delle  donne  e  degli uomini. Oggi si puo' contare - anche grazie  al  lavoro  iniziato  con  il Piano d'azione del 1996 - su un quadro  organico  di  interventi  da  parte  degli enti locali, delle associazioni  di  volontariato, della cooperazione sociale e di tutte le   altre   istituzioni  pubbliche.  Cio'  consente   di  individuare opportunamente  alcune  priorita'  d'intervento  nel  Piano d'azione 2000-2001, senza per questo tornare alla cultura dell'emergenza, fine a  se  stessa,  che  ha caratterizzato per decenni l'attenzione delle istituzioni pubbliche nei confronti dell'infanzia e dell'adolescenza.
     E'  infine da sottolineare la coralita' con cui tutti i Ministeri e le  istituzioni  hanno  partecipato  alla  redazione  di questo Piano d'azione,  dando ciascuno il proprio importante contributo. Si tratta di  un  fatto  che dimostra la capacita' di trovare, proprio sui temi dell'infanzia  e  dell'adolescenza,  un metodo di lavoro sinergico ed efficace.
     L'Osservatorio  nazionale  per  l'infanzia  -  che   e'  l'organismo istituito  dalla  legge  n.  451/1997  proprio  per esercitare questa funzione - ha a lungo lavorato all'individuazione di temi e soluzioni di  questioni,  unanimamente ritenute prioritarie, su cui concentrare impegno  e  attenzione  per  i  prossimi  due  anni.   A tutti vada un ringraziamento  particolare  per  il  lavoro  svolto  e   le  preziose indicazioni fornite.
     Apriamo  insieme  alle  generazioni piu' giovani un nuovo millennio all'insegna  dell'attenzione  e  della  concretezza,  e  ci sembra di riconoscere proprio in questi attributi le caratteristiche ed i volti reali  delle persone piu' giovani. Volti di persone attente, curiose, concrete che vogliono vivere bene il loro presente ed il loro futuro.
     In  conclusione, sia consentito ancora un volta di sottolineare che i  tanti  passi  avanti  compiuti  non si sarebbero potuti realizzare senza la collaborazione e la sensibilita' dell'intero Parlamento e in particolare   della   Commissione   bicamerale    per   l'infanzia   e l'adolescenza che si rivela sempre di piu' strumento fondamentale per perseguire  una  sempre  migliore  tutela  e  promozione   delle nuove generazioni.

Parte seconda: gli impegni del Governo.

   Sulla  base  delle riflessioni che le commissioni dell'Osservatorio nazionale  per  l'infanzia  e l'adolescenza hanno effettuato sui temi ritenuti prioritari per il Piano d'azione 2000-2001 - riflessioni che vengono   riportate  nell'appendice  -  sono  stati   individuati  gli specifici   impegni   che   il  Governo  italiano,   nelle  sue  varie componenti, intende assumere per il prossimo biennio al fine non solo di  eliminare o quanto meno ridurre le carenze personali, familiari o sociali  che  impediscono  a  tanti ragazzi di costruirsi un'adeguata personalita',  ma anche per stimolare e sostenere il normale processo di  sviluppo  di  ogni  ragazzo verso la maturita', e quindi verso la reale e non fittizia autonomia.
     Prima  delle  indicazioni  relative  agli specifici impegni, appare opportuno  sottolineare  alcune delle linee strategiche di fondo, che il  Governo  intende  seguire per sviluppare un'adeguata politica per l'infanzia e l'adolescenza.

  1.  Una  significativa politica per l'infanzia deve necessariamente svilupparsi  in  un  quadro  piu' generale di impegno politico per lo sviluppo  democratico  e  sociale  dell'intera comunita' italiana: la lotta  alla  poverta',  l'impegno  per assicurare lavoro e ridurre la disoccupazione,  lo  sviluppo della solidarieta' sociale contro tutti gli  egoismi  di  singoli  o di gruppi, il riconoscimento di maggiori diritti  di cittadinanza, l'incremento della partecipazione alla vita sociale  e politica, lo sforzo per assicurare pari opportunita' anche alla  donna,  lo  sviluppo della cultura e dell'istruzione nel Paese, l'impegno  per  assicurare  sempre meglio la salute, nel senso non di mera  cura  e  prevenzione  della malattie, ma di realizzazione di un effettivo  benessere,  non  possono e non debbono ritenersi obiettivi estranei  anche  alla  realizzazione  di  una  politica   per le nuove generazioni.  Quest'ultima  si sviluppa principalmente attraverso una politica  generale  attenta  alle  esigenze  di crescita di tutti gli uomini e della comunita' nel suo insieme.

  2.  Un'effettiva  politica dell'infanzia non puo' svilupparsi se si affrontano  solo  le  situazioni  di  emergenza, nel momento in cui  i problemi  esplodono  (la tossicodipendenza, la criminalita' minorile; la  pedofilia)  cercando  interventi tampone ovvero assumendo singole iniziative  estemporane, fuori da un'organica visione dei problemi di fondo  e  senza un'adeguata conoscenza globale della reale condizione dell'infanzia  e  dell'adolescenza.  Una strategia adeguata esige non solo  una  documentazione sicura della condizione di vita del pianeta infanzia nel nostro Paese, ed un serio approfondimento preventivo dei problemi  esistenti,  ma  anche l'elaborazione di un piano globale ed organico  di  sviluppo  che  delinei  le linee strategiche da attuare progressivamente,  che  assicuri  i  coordinamenti  necessari   per la realizzazione  del  piano  a tutti i livelli, che mobiliti le energie istituzionali  e  del  privato  sociale  in  una   glbbale ed efficace collaborazione  per la sua attuazione, che preveda ed attui verifiche periodiche per riscontrare l'efficacia dell'intervento ed adattare il piano  sulla base delle difficolta' che possono incontrarsi nel corso della  sua  esecuzione.  Cio'  deve valere a livello centrale ma deve valere  anche a livello locale. Pertanto il Governo auspica che anche su  base regionale vengano elaborati Piani regionali per l'infanzia e l'adolescenza,  mutuando la metodologia di coinvolgimento di tutte le amministrazioni  interessate  e  del privato sociale, adottata per la redazione di questo piano nazionale.

  3.   Una  politica  di  tutela  e  di   promozione  dell'infanzia  e dell'adolescenza  non  puo'  essere  sviluppata  solo   attraverso  la predisposizione   di   un,   sia  pur  necessario,   adeguato  assetto legislativo.   Occorre  che  le  leggi  in  favore   dei  soggetti  in formazione   possano,  attraverso  la  predisposizione  di   strumenti adeguati  di  applicazione,  realmente  incidere  nella   realta'; che l'attivita'  legislativa  sia coniugata con una prassi amministrativa attenta  alle  esigenze del soggetto in formazione e rispettosa della sua  personalita'  e  dei  suoi  interessi;  che  si   sviluppino  sul territorio  iniziative  non  solo  per  la  tutela,  ma   anche per la promozione  dei  soggetti di eta' minore attraverso una mobilitazione sia  delle  risorse  istituzionali che di quelle del privato sociale, rese   capaci   di   collaborare  attivamente;   che  si  faciliti  la partecipazione alla vita comunitaria del cittadino di eta' minore per superare la sua sostanziale emarginazione.

  4.  Una reale politica di tutela non puo' limitarsi alle situazioni patologiche. Per  promuovere tutti i diritti dei bambini e delle bambine,  dei ragazzi e delle ragazze, dei giovani e delle giovani e' necessario  che  la  politica  non  prenda  in considerazione solo le situazioni di disagio o di devianza ma si faccia carico di assicurare anche  al  bambino  che non presenta particolari problemi lo sviluppo armonico  della  propria  identita' personale e sociale. Una politica per l'infanzia non puo' essere sinonimo di politica per la tutela dei soli  soggetti  a rischio o gia' in gravi difficolta', ma deve essere una  politica  di  sviluppo  per  tutti  coloro  che vanno costruendo faticosamente la propria compiuta personalita'.

  5.   La   prevenzione   -  essenziale  in   questo  settore  perche' l'attivita'  di  recupero  e'  sempre  non del tutto soddisfacente in quanto  le  ferite  riportate  difficilmente  non  lasciano cicatrici profonde  -  non  puo'  significare  solo  individuare   situazioni di gravissimo rischio e intervenire perche' il rischio non si traduca in danno.  Significa  predisporre  condizioni  per  consentire   che, per tutti,  il  complesso  percorso  di  crescita  non  sia ostacolato ma facilitato;  che  l'identita' originale sia rispettata e valorizzata, che  gli  apporti  siano  positivi  e  strutturanti.   Il  che implica costruire  una  comunita'  che  sia  veramente  educante e che sappia aiutare  il  fanciullo  a costruire la sua personalita' nello spirito degli  ideali  proclamati  nello  Statuto  dalle  Nazioni Unite ed in particolare  nello  spirito  di  pace, di dignita', di tolleranza, di liberta',   di   eguaglianza   e  di  solidarieta'   (preambolo  della Convenzione  ONU). Questa funzione educativa non puo' essere delegata solo  alla  famiglia  o  alla scuola: tutte le agenzie di formazione, anche  quelle  informali,  devono  sentirsi  responsabili   di  questa funzione;  tutti  gli  adulti  che,  professionalmente  o   non, hanno contatti  con  soggetti  in  eta'  evolutiva, devono farsi carico del compito  di agevolare l'itinerario di crescita e maturazione di cloro che  si  affacciano  alla  vita.  E la politica deve stimolare questo impegno.
    Saranno  di  seguito  indicati  gli  impegni  del   Governo nei vari settori:  e' pero' subito da sottolineare come non vengano ripetuti i programmi  gia'  previsti  nel precedente Piano d'azione e che devono essere  portati a compimento: essi continuano ad avere valore e fanno pertanto parte integrante del presente Piano.

A. Interventi legislativi.
    Il  Governo si impegna, innanzi tutto, a proporre al Parlamento una serie  di  riforme  legislative  per  rendere  piu'   coerente  con la Convenzione   ONU   del   1989   il    nostro  ordinamento  giuridico, riconoscendo  nel modo piu' ampio possibile i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza ed istituendo organi piu' efficaci di tutela di tali diritti. In particolare:

  1. Sul  versante  del  riconoscimento  dei  diritti  il governo si impegna:
     a  presentare  un disegno di legge di ratifica e attuazione della Convenzione  europea  di  Strasburgo  sull'esercizio  dei diritti dei bambini   e   quindi  sulle  modalita'  di   ascolto  dei  minori  nei procedimenti,  non  solo  giudiziari  ma  anche   amministrativi,  per consentire  loro  di far sentire la loro voce e di essere considerati non  oggetto del contendere ma soggetti di una situazione di vita che pesantemente li coinvolge;
     a  presentare,  un  disegno  di  legge   che preveda una delega al Governo  per  la redazione di un testo unico dei diritti riconosciuti ai  minori  e delle norme protettive nei loro riguardi che raccolga e renda  coerenti  tra  loro  e con i principi della Convenzione ONU le varie  normative  ora  esistenti disperse tra una pluralita' di testi normativi, anche non riguardanti i minori;
     a  presentare in Parlamento un disegno di legge per una delega al Governo, al fine di modificare l'attuale legislazione civile e penale nelle  parti  in  cui essa si rilevi non perfettamente coerente con i principi della Convenzione sui diritti dei minori dell'ONU;
     a  provvedere,  raccogliendo  il  pressante   invito  della  Corte Costituzionale, a predisporre uno specifico ordinamento penitenziario per i minori.

  2. Sul  versante della strutturazione di adeguati organi di tutela di diritti dei minori il Governo si impegna:
     a  presentare al Parlamento un disegno di legge per l'istituzione di  un  Ufficio  di  tutela del minore, in attuazione delle pressanti richieste in tale senso di organismi internazionali;
     a predisporre un'organica riforma della magistratura minorile che unifichi  competenze  oggi  disperse  tra  una  pluralita'   di organi giudiziari  diversi,  non  sempre specializzati, che delinei con piu' chiarezza  e maggiori  garanzie  per  tutte le parti le procedure che l'organo  giudiziario  minorile  deve adottare, che coordini l'azione degli organi giudiziari per minori con quella degli organi giudiziari per  adulti  che  intervengono  su  situazioni  che coinvolgono anche indirettamente   minori,  che  disciplini  in  maniera   organica  gli indispensabili  rapporti  tra giudice dei minori e servizi, attivando strumenti  concreti  di  comunicazione tra servizi sociali degli enti locali    e    organi    giudiziari,    che   porti   all'approvazione dell'ordinamento  per  i  servizi  minorili, essendo opportuno, ferma restando  l'iniziativa  legislativa  rimessa ai competenti ministeri, per   predisporre   le   riforme,   un   coordinamento  di  competenze appartenenti  a  ministeri  ed  organi  istituzionali   diversi,  tale impegno  deve  essere  assunto  dall'Osservatorio,  organo   specifico istituito  dall'ordinamento per coordinare le iniziative a favore dei minori,  in  cui  e'  assicurata  la  compresenza di tutti i soggetti istituzionalmente   preposti   (ministeri   e    rappresentanti  delle autonomie  locali),  delle agenzie di supporto addette all'attuazione del   piano   nonche'   del   privato   sociale  impegnato  in  favore dell'infanzia e dell'adolescenza.

B. Interventi per migliorare la condizione di vita dei minori.
    Il  Governo si sente impegnato, anche sul piano amministrativo, per assicurare   al   soggetto  in  formazione  condizioni   di  vita  che consentano un regolare itinerario di crescita umana.
    L'intervento  del  Governo  si  realizzera', per raggiungere questo
scopo, su diversi versanti.

  1. Innanzi tutto, il Governo promuovera' un'azione di monitoraggio e  valutazione  sui  programmi sviluppati con la legge n. 285/1997 al fine di valutarne l'impatto e l'efficacia.

  2. Sul versante del sostegno alle famiglie per assicurare al minore relazioni soddisfacenti, il Governo:
    A  diffondere  la  conoscenza  nel  paese   sulla  nuova legge dei congedi  parentali  tutta  a orientare a sostenere la maternita' e la paternita'  e  per  armonizzare  i  tempi  di lavoro, di cura e della famiglia;
     valutera'  attentamente i risultati della sperimentazione in atto in materia di reddito minimo garantito di inserimento;
     sosterra',  in  sede di applicazione e di rilancio della legge n. 285/1997,  progetti  tendenti  a sostenere le relazioni familiari del minore;
     operera'   per  rilanciare  i  Consultori   familiari  nelle  loro funzioni  di  assistenza  non  sanitaria  alla famiglia ed al minore, anche  realizzando  forme  di monitoraggio e verifica delle attivita' esistenti  e  azioni  di  formazione del personale; in particolare le attivita'   consultoriali   dovranno  privilegiare  la   globalita'  e l'unitarieta'  delle  risposte  ai  bisogni emergenti nei vari ambiti d'azione  (tutela  dell'eta'  riproduttiva ed evolutiva, tutela della famiglia,   delle   fasce   socialmente   deboli,    dell'handicap)  e l'integrazione  con  le  Unita'  Operative  Territoriali  e le Unita' Operative  Ospedaliere  afferenti al Dipartimento della Prevenzione e al Dipartimento Materno Infantile;
     cerchera'  di  responsabilizzare le famiglie - compresi i nonni - anche con una campagna informativa che aiuti a comprendere i problemi dell'infanzia, i suoi diritti, le sue difficolta', l'importanza per i bambini  di  significative  relazioni  parentali.  In   particolare si intensifichera'   l'attivita'   lavorativa  gia'  svolta   tendente  a predisporre  materiale  illustrativo dei diritti del fanciullo sia da consegnare  alle  famiglie  all'atto dell'iscrizione anagrafica di un nuovo  figlio,  sia  da diffondere nelle scuole dell'obbligo (e' gia' stato predisposto dal Centro Nazionale di documentazione un volumetto per  i  bambini  della scuola materna) sia da diffondere nelle scuole secondarie.  A  tale proposito si sottolinea come il Centro Nazionale di  Documentazione  stia  gia'  predisponendo  una versione ridotta e adeguata  agli interessi dei giovani del rapporto dell'Italia all'ONU sull'attuazione  della  Convenzione  dei  diritti  del   fanciullo nel nostro  paese,  da  utilizzare  per riflessioni ed approfondimenti in ambito scolastico.

  3. Sul versante dell'ambiente di vita del minore il Governo intende impegnarsi  per  sviluppare  progetti  che rendano la citta' non solo piu' vivibile per il bambino, ma anche piu' capace di essere luogo di crescita armonica, anche attraverso iniziative educative e culturali. Il che significa non solo una qualificazione degli spazi urbani (aree gioco,  spazi  verdi,  piste  ciclabili, isole pedonali), ma anche lo sviluppo  di  una  politica  dei tempi di vita che consenta relazioni familiari piu' intense e significative. In particolare:
    il  Ministero  dell'ambiente  sviluppera'   ulteriormente  la  sua azione  per  promuovere  e  sostenere  i progetti "Citta' sostenibili delle  bambine e dei bambini"; il Ministero per i beni e le attivita' culturali  sviluppera' ulteriormente progetti per la realizzazione di aule  didattiche,  di  laboratori,  di strutture atte ad accogliere i bambini,  di percorsi museali che avvicinino i bambini all'arte e che li mettano in condizione di comprenderne il fascino; il Ministero dei lavori  pubblici  proseguira'  nella  sua  azione  per   realizzare  i "Contratti di Quartiere";
    il  Dipartimento  per gli Affari Sociali, nell'ambito della nuova formulazione  degli  interventi  suggeriti ai comuni sulla base della legge  n. 285/1997, porra' particolare attenzione al finanziamento di progetti  in  questo settore sulla base delle indicazioni esplicitate nella parte precedente di questo piano;
   si  intende  anche  attivare  un  tavolo   interistituzionale  tra Ministero  per  la  solidarieta'  sociale,  Ministero   dell'ambiente, Ministero  dei  lavori pubblici, Ministero della pubblica istruzione, Ministero  dei  trasporti,  Ministero  dei beni culturali, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza Stato-Citta' per l'elaborazione di linee di indirizzo  finalizzate  all'attuazione  da parte degli Enti locali di progetti  innovativi sui temi della fruizione dell'ambiente urbano ai sensi delle leggi nn. 285/1997 e 344/1997.

4.  Sul  versante dei servizi alla persona, il Governo e' impegnato anche   a   sostenere  lo  sviluppo  e   l'organizzazione  di  servizi innovativi ed efficienti a favore della famiglia e dei minori.
In particolare:
     a dare piena attuazione, se il Parlamento approvera' la legge sui servizi  per  i  bambini  di  eta' inferiore ai tre anni ed alle loro famiglie,    alla   legge   stessa   anche    attraverso   azioni   di accompagnamento sul piano istituzionale e culturale in collaborazione con regioni ed enti locali;
     a  elaborare  linee di indirizzo sui nidi e i servizi integrativi per l'infanzia;
     a  definire  criteri  essenziali  e   indicatori  di  qualita' dei servizi per la prima infanzia;
     a  definire  indirizzi  e  a  realizzare   azioni  di supporto per iniziative  di  formazione e sperimentazione delle figure tecniche di sistema a sostegno della qualita' dei servizi;
     a  elaborare  linee  di  indirizzo  ed   azioni  di promozione per sostenere  l'attivazione e l'utilizzo di fondi europei da parte degli enti di governo locale e dei soggetti del privato sociale;
     a elaborare linee guida per la qualita' dei servizi per minori;
     a  promuovere  e  sostenere  iniziative di formazione congiunta - attraverso   azioni  coordinate  e  concertate  tra   Ministero  della solidarieta' sociale, Ministero della pubblica istruzione e Ministero del  lavoro  e  tra  essi  e  le Regioni - rivolte agli operatori dei servizi sociali, sanitari e educativi;

  5.  Sul  versante  della  tutela della salute intesa come benessere l'impegno  del  Governo  si  concretizza  nell'attuazione   del  Piano Sanitario  Nazionale.  Attraverso lo specifico strumento del Progetto Obiettivo  Materno  Infantile,  che  viene,  ovviamente,  a far parte integrante  del  piano  di  azione  e  che  prevede   tra  l'altro una particolare  attenzione al percorso nascita, alla pediatria di libera scelta,   alla  promozione  della  salute  in  eta'   evolutiva  nella comunita',  al bambino in ospedale, all'assistenza al bambino in U.O. pediatrica,   all'assistenza  al  bambino  con  malattie   croniche  o disabilitanti,   all'urgenza-emergenza   pediatrica,   alle   malattie genetiche o rare, all'assistenza neuropsichiatrica in eta' evolutiva, alla salute degli adolescenti, ai maltrattamenti abusi e sfruttamenti sessuali  dei  minori, alla salute della donna in tutte le fasi della vita,  ai  Consultori familiari. Nello specifico del piano il Governo punta:
     a garantire    l'unitarieta'     dell'intervento    attraverso l'istituzione del Dipartimento materno infantile;
     a  garantire  un  livello essenziale ed appropriato di assistenza ostetrica e pediatrica neonatologica;
     a  garantire  che  il bambino sia curato in ospedale soltanto nel caso in cui l'assistenza di cui ha bisogno non possa essere fornita a pari  livello a domicilio o presso ambulatori, garantendo comunque la presenza  in  ospedale  dei  genitori  o  persone ad essi gradita, il ricovero  in  strutture  idonee all'eta' dei minori e comunque non in strutture dedicate agli adulti, la possibilita' di usufruire anche di spazi  ludici  e  di  studio, la continuita' dell'assistenza da parte dell'e'quipe   ospedaliera   pediatrica,  l'informazione   corretta  e completa adeguata alla capacita' del minore e dei genitori;
     a  garantire adeguata assistenza al bambino con malattie croniche e  disabilitanti, accentuando la tendenza alla deospedalizzazione con adeguati piani di assistenza sul territorio;
     ad  assicurare  in  ogni  ospedale  delle aree (intese come spazi fisici  e  come competenze pediatriche) a cui accedano, in condizioni di  urgenza-emergenza,  soggetti  in  eta' evolutiva e di attivare in ambito   regionale   strutture   ospedaliere   di    riferimento   per l'urgenza-emergenza pediatrica;
     a realizzare un'ottimizzazione di una rete di servizi di genetica medica distribuiti uniformemente sul territorio;
     a  sviluppare  la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie neurologiche e psichiatriche nell'eta' evolutiva;
     a  sviluppare  interventi  anche di tipo legislativo per ottenere ambienti "in door" sani e sicuri (abitazioni, scuole, ospedali, ecc.) nonche'   ridurre   l'esposizione  dell'infanzia  e   delle  donne  in gravidanza  al  fumo  passivo  ed  all'inquinamento  in   genere e per ridurre l'incidenza delle malattie allergiche all'infanzia.
   Gli  interventi previsti di competenza di diversi ministeri trovano il  finanziamento  nell'ambito  degli  ordinari  capitoli di bilancio degli  stessi.  Per  quanto  riguarda  gli  interventi a sostegno dei minori  e  delle  loro  famiglie  di competenza degli Enti locali, il finanziamento  avverra' attraverso la legge n. 285 del 1997 nel 2000. Tale  contributo  non puo' tuttavia eludere l'impegno delle autonomie locali  a trovare nei propri bilanci fonti dirette di finanziamento e ad utilizzare risorse europee.
   Al  fine  di  accompagnare  e  sostenere i processi cosi' delineati viene  affidato  al Centro Nazionale di documentazione lo svolgimento di  un'indagine  e  di  un  censimento sulla presenza dei servizi per l'infanzia  sul  territorio nazionale. Si sottolinea in proposito che il  Centro  ha  gia'  iniziato  una  indagine  in   questo  senso  per realizzare  quest'anno  una  mappatura completa dei servizi educativi per la prima infanzia (asili nido) e una mappatura dei servizi per la preadolescenza e l'adolescenza e che l'impegno e' di proseguire anche in  altri  settori  stimolando  e supportando le regioni affinche' si dotino  di  quegli  osservatori  regionali  previsti  dalla   legge n. 451/1997  che  dovrebbero  raccogliere dati non solo sulla condizione dell'infanzia  e  dell'adolescenza  ma  anche  sulle risorse per dare risposte alle esigenze di questa fascia di eta'. Il Centro inoltre ha gia'  in  programma  la  redazione di un manuale sulla metodologia di piano  per  aiutare gli Enti locali a utilizzare la legge n. 285/1997 per  sviluppare  progetti  innovativi  nel  campo dei servizi e delle risorse  e  sta sviluppando - su mandato del gruppo tecnico presso la Conferenza  Stato-Regioni e in stretta collaborazione con le stesse - una  ampia  azione  di  formazione  e aggiornamento proprio nel campo della qualificazione dei servizi per l'infanzia.

C. Interventi per l'adolescenza.
   Il   Governo   intende  sviluppare  un'attenzione   particolare  nei confronti dell'adolescenza, fascia d'eta' non sempre sufficientemente considerata  nei  suoi  bisogni  peculiari.  Anche in questo campo il Governo operera' su diversi versanti.

  1. Il  Governo  intende  innanzi tutto operare per assicurare agli adolescenti  una reale cittadinanza attiva. In particolare il Governo si impegna:
      a  promuovere  in  sede  locale "patti civici" tra adulti e nuove generazioni  per  l'autogestione  degli  spazi  dedicati   alle  nuove generazioni;
      a  sviluppare  la  conoscenza  da  parte degli studenti e la piu' compiuta   attuazione  dello  Statuto  degli  studenti   della  scuola secondaria   nonche'  rendere  sempre  piu'  efficienti   le  Consulte provinciali degli studenti;
      a   verificare   prima   l'attuazione,    e   poi   a   sviluppare ulteriormente,  la  direttiva del Ministero della pubblica istruzione n.  133 del 1996, nonche' il recentissimo Statuto delle studentesse e degli  studenti  della  scuola  secondaria  stabilito con decreto del Presidente della Repubblica del 29 maggio 1998 per consentire un piu' incisivo protagonismo dei giovani nella vita scolastica;
      a  favorire  -  con  altra direttiva del Ministero della pubblica istruzione - l'attivazione di gruppi studenti-insegnati per ripensare l'organizzazione e l'utilizzazione degli spazi scolastici;
     sostenere  e  valorizzare  i  luoghi  di   aggregazione  giovanile spontanea,  promuovere interventi di educazione itinerante (educatori di  strada)  in grado di aprire relazioni significative con il gruppo dei  pari  promuovere  la  messa  in  rete  di   servizi scolastici ed extrascolastici e delle risorse sul territorio;
      a   stimolare   i   comuni  perche'   realizzino  nuove  forme  di partecipazione dei giovani anche alle attività politico-amministrative  locali (Statuto cittadino degli adolescenti, referendum    consultivi   locali,   conferenza    annuale   cittadina sull'adolescenza, patti per l'uso del territorio);
     a promuovere iniziative di formazione congiunta per gli operatori dei servizi sociali, sanitari, educativi e scolastici ed appartenenti alle  comunita'  straniere  e nomadi per l'integrazione dei cittadini stranieri.

  2. Sul  versante  del  sostegno  e  della   prevenzione  in  questa particolare e delicata fase di vita il Governo intende:
      promuovere   nei   luoghi   di   aggregazione  spontanea  -  anche attraverso  la  collaborazione  dei  consultori  familiari   -  "Spazi Giovani",  (pienamente  inseriti nella rete dei servizi territoriali) orientati  alla  prevenzione informazione ed educazione sanitaria, in cui  siano previsti e privilegiati interventi a carattere psicologico e formativo;
      realizzare  un  sistema  formativo  integrato scuola - formazione professionale - lavoro;
      assicurare, per l'avvio al mondo del lavoro, la disponibilita' di strutture  di conoscenza e di informazione, sostenendo anche progetti per l'orientamento;
      sostenere  e  incentivare  il  processo  di   individuazione delle competenze   all'interno   di  un  sistema  di   crediti  didattici  e formativi, giungendo ad una loro definizione e certificazione;
      promuovere sempre piu' l'adozione di procedure e strumenti tesi a realizzare la continuita' educativa, nelle sue dimensioni orizzontali  e verticali, tra le diverse esperienze e contesti formativi;
      sostenere  la  sottoscrizione  di  patti   territoriali  educativi realizzando  quella  concertazione territoriale che sola consente una lettura dei bisogni formativi cui consegua una programmazione mirata;
      promuovere  e  incentivare  nuove  forme  di coinvolgimento della famiglia favorendone la consapevole e attiva partecipazione alla vita della  scuola  e  dando  piena  a'ttuazione alla riforma degli Organi collegiali;
      ampliare,   nella   scuola,   le    finalita'   e  la  metodologia dell'educazione alla salute sia informando sugli aspetti psicologici, sessuali  e  sanitari,  che  coordinando  l'intervento con tutti quei servizi  che  operano  nella scuola come i Sert o i servizi di salute mentale,  la  riabilitazione  dell'eta'  evolutiva,  la   pediatria di comunita';
      riqualificare  i  vari  interventi  professionali nel mondo della scuola.

  3. Per  migliorare  le  condizioni  di  vita   degli adolescenti il Governo intende:
      considerare  con particolare attenzione gli atteggiamenti estremi di  alcuni adolescenti, spesso legati a difficili dinamiche sociali e di  gruppo,  promuovendo  adeguati  approfondimenti  dei   fenomeni di "disagio dell'agio" e di violenza degli adolescenti che si esprimono, ad esempio, in forme di bullismo scolastico, di violenza negli stadi, di costituzione di bande ...;
      rifinanziare  la legge n. 216/1991 per il sostegno ed il recupero dei  minori  a rischio immediato di devianza sociale anche attraverso la  creazione  di piu' numerosi centri di accoglienza per minori e di centri di socializzazione nei quartieri a rischio;
      operare  per  ridurre  l'abbandono  scolastico, e per estendere e sostenere  corsi  di  recupero  per  i  giovani che, dopo una fase di abbandono, intendano riprendere la formazione scolastica;
      istituire,  da  parte  del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, mirati  servizi preventivi nei luoghi abituali di ritrovo dei ragazzi che  tendono  ad  eludere  la  scolarita' e nelle zone in cui possono realizzarsi  fenomeni  di  impiego  di  minori in attivita' illecite, spaccio e consumo di sostanze stupefacenti;
      potenziare  le opportunita' formative rivolte a minori prosciolti dall'obbligo  scolastico, ma con alle spalle un'esperienza scolastica sofferente e mortificata;
      monitorare  le  situazioni di disagio giovanile ed effettuare una formazione specifica degli insegnanti perche' siano in grado non solo di  percepire  le  situazioni  di  disagio, ma anche di parlare con i giovani;
      incrementare, nei   confronti    dei   giovani   coinvolti   in comportamenti  penalmente  rilevanti, interventi di risocializzazione che  favoriscano  la  responsabilizzazione,  la  consapevolezza   e la maturazione del minore anche attraverso un incremento dell'esperienza della mediazione penale;
      creare,  all'interno  degli  ospedali,  poli   di neuropsichiatria infantile per evitare che gli adolescenti con disturbi psichici acuti vengano ricoverati nei reparti psichiatrici per adulti.

D. Strumenti ed interventi di tutela a favore di minori vittime di abusi e sfruttamento sessuale.
    Il  Governo  e' anche impegnato a realizzare strumenti e interventi di tutela nei confronti degli abusi e degli sfruttamenti dei minori.
  1. Contro  le  violenze  sessuali  di cui sono vittime i minori il Governo intende:
      realizzare  un'intensa attivita' di coordinamento delle attivita' svolte  da  tutte  le  pubbliche  amministrazioni per la prevenzione, l'assistenza  anche  in sede legale e la tutela dei minori vittime di sfruttamento sessuale;
      prevenire  il  fenomeno,  incrementando  l'azione   dei  nuclei di polizia   giudiziaria   istituiti   presso   le   questure,  anche  in collaborazione  con  analoghi  organismi  esistenti negli altri Paesi europei.

  2. Piu'  in  generale,  contro  i  maltrattamenti   e gli abusi nei confronti dei minori il Governo intende impegnarsi:
      nel  reperimento  dei  dati  relativi  a   questo fenomeno e nella mappatura dei servizi e delle risorse disponibili nel settore;
      in  una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle persone su questo tema;
      in  una  campagna  di sensibilizzazione e avvio di una formazione specifica  di  concerto  tra  diversi  Ministeri  nei   confronti  dei professionisti   che   hanno   particolari  rapporti   con  l'infanzia (operatori  scolastici,  operatori sanitari, in particolare pediatri) perche'   siano   in  grado  di  percepire  il   disagio  dei  bambini maltrattati o abusati;
      nel  facilitare  la  stipulazione  di protocolli di intesa tra le varie  istituzioni  che si occupano di questo problema, per disegnare una comune metodologia di intervento;
      nella riqualificazione del sistema delle accoglienze residenziali per minori attraverso la fissazione di standard e linee operative;
      nel  promuovere  l'attivazione  di  servizi   dove  inesistenti, o potenziarli    attraverso    l'adozione   di    interventi   integrati sociosanitari   e   socioeducativi,   con   l'attivazione  di  e'quipe territoriali di raccordo specializzate.

  3. Per  quanto  riguarda  lo sfruttamento dei minori nel lavoro il Governo si impegna:
      a proseguire  la  lotta  contro  le   forme piu' intollerabili di lavoro minorile e contro il lavoro nero degli adolescenti attuando un azione  sinergica  tra  ispettorati  di  lavoro,  pubblica sicurezza, insegnanti, ecc;
      a promuovere  programmi  di  sostegno alla frequenza scolastica, prevedendo  forme  flessibili  di  rientro  a  scuola   e  percorsi di formazione  mirati,  con  metodi e forme di apprendimento che possano vincere  l'atteggiamento  di  scarsa  motivazione di coloro che hanno sperimentato insuccessi scolastici;
      a riformulare,   grazie   anche    alla   riforma   dei   cicli dell'istituzione,   un  sistema  formativo  flessibile  che   consenta processi di sinergia tra scuola e lavoro e/o esperienze di alternanza scuola-lavoro nel ciclo secondario;
      a introdurre nei corsi e nei programmi scolastici precisi momenti di  conoscenza del mondo del lavoro e di educazione ai propri diritti e doveri anche nel futuro settore lavorativo;
      a porre  attenzione  ai  lavori femminili non sempre considerati tali;
      ad  appoggiare  l'autonomia scolastica che permette di far fronte alle diversita' del fenomeno nei differenti territori;
      a sostenere  la formazione di operatori che, in diversi settori, si  occupano della problematica, in particolare ispettori del lavoro, assistenti   sociali,  educatori,  insegnanti,  ma  anche   agenti  di pubblica sicurezza, ecc.;
      ad incentivare   interventi   di    tutoraggio  nell'inserimento lavorativo degli e delle adolescenti;
      a rilanciare  il  tavolo  di  concertazione   tra Governo e Parti Sociali;
      a proseguire in ambito internazionale le attivita' gia' previste nella  Carta  degli Impegni, in particolare a promuovere il ricorso a forme di incentivi/disincentivi   affinche'    gli   investimenti industriali all'estero comportino l'assunzione da parte delle imprese dell'impegno a non ricorrere allo sfruttamento del lavoro minorile.

  4. Per  quanto riguarda i rapporti tra mondo dell'infanzia e mondo delle   comunicazioni  sociali,  affinche'  quest'ultimo   costituisca un'effettiva  risorsa  per la crescita delle nuove generazioni, e non occasione di abuso, il Governo si impegna:
      a  rilanciare  la  funzione  di  impulso   e  di coordinamento del Comitato  sui  rapporti tra media e mondo minorile, con il compito di definire  i cardini della tutela nei confronti dei minori rispetto ai media, di indicare gli elementi di pericolosita' e danno alla luce di una  concezione  contemporanea di temi quali la violenza, l'erotismo, la   spettacolarizzazione   del   dolore,    l'intolleranza  etnica  e culturale, il pregiudizio razziale, di "ripensare" i criteri presenti nella  Commissione censura del 1963, ridefiniti in forma sintetica da poche  frasi  nella  legge Mammi' del 1990 e continuamente evocati da piu' parti nel nostro Paese;
      a  promuovere  l'adozione  di  un  unico   segnale di interruzione pubblicitaria  riconoscibile su tutte le reti durante i programmi per bambini;
     ad elaborare una norma legislativa sulla base sia dei presupposti indicati   dalla   commissione   precedente   sia   delle  indicazioni provenienti dall'Europa;
      ad   istituire   un  Comitato  permanente   di  valutazione  delle trasgressioni normative con possibilita' sanzionatoria. Tale Comitato potrebbe  coincidere  con il Consiglio Consultivo degli utenti presso
l'autorita' garante;
       favorire   l'istituzione,   da   parte   del  Ministero  dei  beni culturali,   di  premi  di  qualita'  per  programmi   televisivi  che presentino   forti   valenze   educative   o    artistiche,  destinati all'infanzia  ed  alla adolescenza, con l'obiettivo di contrastare la corsa  all'audience  a scapito della qualita' anche in questo tipo di programmazione;
      a promuovere l'attivazione dei comitati regionali radiotelevisivi con  compiti  di  analisi,  monitoraggio e controllo permanente della programmazione   di   tutte  le  emittenti  presenti   sul  territorio nazionale.  Tali  comitati  dovrebbero trasmettere al Consiglio degli utenti le trasgressioni compiute dalle televisioni, nei confronti dei minori.  L'Autorita'  Garante  dovrebbe  infine applicare le sanzioni (multe, oscuramento, chiusura della rete temporanea e definitiva);
      a  promuovere  la diffusione di una mentalita' del rispetto per i minori  a  partire dalla formazione professionale degli operatori dei media,  auspicando  l'avvio  di  corsi di "educazione ai media" nelle facolta'   di   scienza   della   formazione,    sociologia,  lettere, giurisprudenza,  scienze  politiche  e scuole di giornalismo, scienza della  comunicazione,  DUS,  psicologia, DAMS, corsi di aggiornamento per giornalisti e personale degli enti radiotelevisivi e editoriali;
       a  favorire il rapporto fra Rai Educational ed il Ministero della pubblica  istruzione  per  la  diffusione  nell'ambito della materia "educazione  all'immagine"  di una educazione ai media, per i media e con i media, al fine di predisporre nei bambini capacita' critiche ed atteggiamento lungimirante nei confronti della televisione, dei mezzi telematici, del cinema, della stampa e dell'editoria;
      a promuovere la stipula di protocolli d'intesa fra la Federazione Nazionale   della   Stampa,   l'ordine   dei   giornalisti,  gli  enti radiotelevisivi,  la  FIEO,  l'UPA,  le  agenzie  di stampa e le case editrici;
      a sostenere la produzione italiana ed europea di programmi, libri e stampa per bambini;
      a  raccogliere  in  sede  di  attuazione   dei presenti impegni le indicazioni   piu'  specifiche  della  Commissione   parlamentare  per l'infanzia.

E. Minori stranieri.
   Il   Governo  non  puo'  preoccuparsi  solo  dei   minori  cittadini italiani,   trascurando   i  bambini  che  vivono   nel  nostro  Paese provenendo  da  Paesi  stranieri o che vivono in gravi difficolta' in Paesi  lontani.  Pertanto  anche  in  questo campo il governo intende intervenire su piani diversi.

  1. Interventi  di  protezione  e  integrazione  nei   confronti dei bambini  stranieri  che sono in Italia. Il fenomeno della presenza di minori  stranieri  nel  nostro  territorio  nazionale  e'   in  grande espansione e richiede un deciso intervento di protezione da parte del Governo   in   attuazione   dei  principi  sanciti   dall'ONU  con  la Convenzione  del 1989 sui diritti del bambino. Un intervento che deve articolarsi su vari versanti:
     a) Per   i   minori   stranieri  non   accompagnati  presenti  sul territorio  il  Governo, in collaborazione con il privato sociale, e' impegnato  a  garantire  loro  cure tempestive e protezione anche dai pericoli  di  sfruttamento e a ricercare un'adeguata sistemazione. In vista  dell'adozione  dei  necessari provvedimenti - innanzi tutto di rimpatrio - il Comitato minori stranieri provvedera':
       ad un tempestivo accertamento dell'identita' del minore ed alla identificazione, anche attraverso organismi internazionali quali la CRI,  l'Unicef, l'Unhcr del suo nucleo familiare in patria e dei suoi congiunti;
       alla  predisposizione  delle  condizioni   indispensabili per un rimpatrio  sicuro  ed  assistito  del  minore, fornendogli anche - se adolescente - un certo previo bagaglio professionale che gli consenta un migliore reinserimento nel suo Paese.
    Il Governo è anche  intenzionato  ad   attuare  programmi  di prevenzione  nei  Paesi  da cui provengono la maggior parte di minori non  accompagnati  (Albania, Marocco, Romania, Bangladesh, ecc.) ed a stipulare  protocolli d'intesa con quei Paesi per la messa appunto di adeguate procedure di rimpatrio.
    Per  i  minori  stranieri non accompagnati che richiedono asilo, il Governo  intende dare piena attuazione alla risoluzione del Consiglio d'Europa  del  26 giugno 1997, garantendo un'adeguata sistemazione in centri  di  accoglienza  o  in  famiglie,  realizzando colloqui con i minori  che  consentano  un'esatta percezione dei problemi personali, attraverso funzionari con esperienza e formazione adeguata, valutando la  domanda di asilo con particolare riguardo al prevalente interesse del  minore  e  tenendo  conto  dell'esigenza  di un ricongiungimento familiare.
    b) Inoltre,  per tutti i bambini stranieri regolarmente immigrati e soggiornanti nel nostro Paese occorre sviluppare adeguate politiche dell'integrazione, gia' indicate nel documento programmatico relativo alla  politica  dell'immigrazione  e  degli  stranieri. Il Governo e' pertanto  fortemente  impegnato  a  consentire una piu' significativa integrazione    scolastica   di   questi    bambini,   sia   vigilando sull'adempimento  dell'obbligo scolastico, sia adattando i programmi, sia attuando interventi individuali o di gruppo per il superamento di particolari  difficolta',  sia sviluppando nella scuola un'educazione attenta  alla  multiculturalita'.  Inoltre  il  Governo   cerchera' di promuovere  iniziative  di formazione congiunta per gli operatori dei servizi  sociali,  sanitari,  educativi e scolastici e per gli adulti appartenenti  alle  comunita'  straniere e nomadi, per l'integrazione dei bambini stranieri.
E necessario quindi:
     ridurre  il  piu' possibile i problemi di carattere linguistico e culturale,  attraverso  un  insegnamento mirato della cultura e della lingua italiana;
     dotare  l'organico  funzionale  della  scuola   di  figure  che si occupino,  in specifico, di seguire l'accoglienza e l'inserimento dei bambini  stranieri  e  dei  bambini  zingari,  coordinare progetti ed effettuare  valutazioni  sugli  stessi,  cosi' da organizzare in modo efficace    ed   efficiente   gli    interventi   attuati   a   favore dell'inserimento  e  per  la  promozione  di atteggiamenti favorevoli all'integrazione;
       favorire l'inserimento dei minori attraverso l'aggiornamento costante del corpo insegnanti e l'utilizzo di figure quali i mediatori culturali;
      prevedere  per  i bambini e per le bambine, ma anche per le madri che  spesso  li  seguono nei compiti e sono le piu' dirette coinvolte nella  loro  educazione, un sostegno per l'apprendimento della lingua italiana  nei  primi  anni  di  inserimento scolastico in modo da non compromettere  il  successo  degli  studi  e,  allo   stesso tempo, la traduzione  in  lingua delle principali comunicazioni tra la scuola e la famiglia;
      promuovere   l'adozione  di  moduli  e   materiali  didattici  che rispondano  ai  concreti  bisogni  di  bambini  che hanno alle spalle condizioni e situazioni diverse;
      creare   un   contesto  positivo  rivolto   all'accoglienza  delle differenze,  in  un'ottica di integrazione, con attenzione anche agli aspetti  non  strettamente  didattici  ma  di tipo "ambientale", come l'utilizzo di giocattoli multietnici, di poster, ecc.
Il  Governo si impegna a sollecitare l'istituzione sul piano locale di  servizi  che  da  una  parte  facilitino  l'accesso alla scuola e dall'altra realizzino un'integrazione sociale, anche extrascolastica, di  questi  bambini,  attraverso  la  predisposizione  di   luoghi  di incontro    con    bambini    italiani     e   di   comuni   attivita' ricreative-culturali. 
    c) Per  i  minori stranieri sottoposti a provvedimenti coercitivi un  numero  di  ragazzi  non del tutto irrilevante, a causa anche del loro  sfruttamento  da parte delle organizzazioni criminali adulte il Ministero della giustizia si impegna a:
       sviluppare  la  presenza  di  mediatori culturali nelle carceri minorili  per  consentire  ai minori di svolgere attivita' di studio, apprendimento, formazione professionale;
       individuare  famiglie  o  strutture   disposte  ad  accogliere i giovani   coinvolti   in   procedimenti  penali,   per  assicurare  la
possibilita' di beneficiare di misure alternative al carcere;
       sviluppare  strumenti  per l'inserimento, dopo la carcerazione, di  questi  ragazzi nel sistema scolastico, nel lavoro, in famiglie o strutture educative di accoglienza;
       promuovere  una  specifica  formazione   e  aggiornamento  degli operatori,   dato   che  il  minore  straniero  in   carcere  presenta problematiche peculiari.
    d) Contro  lo sfruttamento del minore straniero il Governo, anche in applicazione della legge n. 269/1998, si impegna a intervenire sia con  azioni  di  polizia,  per  colpire  l'utilizzo   del minore nella pedofilia,  nella  prostituzione  e nelle attivita' criminali sia con azioni  di sostegno volte al recupero ed al suo rientro assistito, se possibile,  nel  Paese  di  origine  o alla sua integrazione sociale. Nell'ambito  della  legge  n.  285/1997, particolare attenzione sara' rivolta   ai   programmi  degli  enti  locali  per   raggiungere  tale finalita'.  Analoghe  iniziative di particolare attenzione e sostegno saranno  rivolte  alle  comunita'  nomadi  per la migliore attuazione delle  legge  regionali  in  questo  settore. Il Governo si impegna a riunire i responsabili della comunita' nomadi a livello nazionale - e a  stimolare  le  regioni  a  fare altrettanto a livello locale - per stipulare un patto per avviare a risoluzione i problemi dell'evasione scolastica,  della  tutela  della  salute, dell'integrazione sociale, della residenzialita', dell'accattonaggio.
    e) Per la tutela del minore straniero nei conflitti familiari. Il Governo  nazionale  si  impegna  alla  individuazione  di strumenti e
risorse  indispensabili  per garantire i diritti dei bambini figli di genitori  appartenenti  a  nazionalita', etniche, religioni e culture diverse  nel caso di rottura dell'unita' familiare e di conflitto tra i genitori, sollecitando in tale prospettiva anche gli Enti locali.
  2. Interventi   di   sostegno   nei   confronti  dell'infanzia  in difficolta' in altri Paesi nel mondo. Il Governo ritiene doveroso, in attuazione  dei  principi  sanciti  dalle convenzioni internazionali, esprimere   la   sua   solidarieta'    internazionale   nei  confronti
dell'infanzia  e  dell'adolescenza  in  difficolta'  in   altri Paesi, attraverso   una   serie   di  interventi  per   promuoverne  migliori condizioni   di  vita  e  per  alleviare  situazioni   di  particolari sofferenze.
   a) Il   Governo   si   impegna    a   sviluppare  la  cooperazione internazionale a favore dei minori:
        predisponendo   un   ricorso    piu'   sistematico  a  programmi multisettoriali  integrati  che  si  sviluppino  in  campo   non  solo sanitario   ma   anche  educativo,  tecnico   professionale,  sociale, ambientale;
        promuovendo iniziative di sensibilizzazione perche' si sviluppi nei Paesi di origine una cultura a favore dell'infanzia;
       stimolando  i Paesi beneficiari ad identificare le necessita' e le priorita' nella trattazione delle problematiche minorili;
       riservando, nell'ambito degli stanziamenti per la realizzazione di  vari programmi nei Paesi beneficiari, una quota dei finanziamenti per iniziative a favore dell'infanzia;
       investendo    particolari    risorse   nel   settore   educativo (educazione  di base, formazione tecnico professionale, sostegno alle famiglie e alle madri, servizi sanitari);
       prevedendo, nel contesto di programmi di cooperazione, anche il problema   della   lotta   al   lavoro   minorile,  con  strategie  di incentivazione a favore dei paesi in via di sviluppo;
       realizzando  un  efficace  coordinamento   tra gli interventi di cooperazione  governativa  promossi  a  livello  centrale e quelli di cooperazione  decentrata,  nonche' tra gli interventi di cooperazione sviluppati  dalle istituzioni pubbliche e quelli promossi dal privato sociale.
  b) Assai   rilevante,  in  un  programma   di  solidarieta'  verso l'infanzia  sofferente  nel  mondo, e' lo sviluppo di quelle forme di sostegno a distanza di singoli minori in difficolta' che la comunita' italiana  spontaneamente  ha  fortemente  incrementato in questi anni (ben  1.500  miliardi  ogni  anno  sono  raccolti e avviati nei Paesi assistiti).
   Il  Governo  operera'  con  tutti  gli  organismi e i coordinamenti operanti  nel settore. Il sostegno a distanza si dovra' primariamente orientare   al   miglioramento  delle  condizioni   generali  di  vita dell'ambiente  in  cui il bambino e' inserito e quindi, innanzitutto, della   famiglia.   Si  dovra'  poi  considerare   con  attenzione  la necessita'   di   migliorare   gli   interventi   nelle  strutture  di accoglienza residenziale oltre che favorire la nascita di una rete di promozione e protezione locale dei diritti dei bambini.
   Occorrera',   inoltre,  prendere  in  considerazione   non  solo  le difficolta'  dei  bambini  nella prima infanzia ma anche quelle della fascia  dell'adolescenza, e assicurare continuita' alle iniziative di sostegno   anche   attraverso   un   intervento    sussidiario   della cooperazione  governativa,  che sia assicurata la massima trasparenza nella  gestione  dei  fondi  e dei progetti. All'uopo potranno essere stipulati protocolli di intesa, stimolati e facilitati dal Governo.
  c) L'affidamento   in   loco,  come   ulteriore  declinazione  del sostegno  a distanza di un minore, rappresenta un terreno ancora poco praticato  che  il Governo si impegna a sviluppare per sensibilizzare la   consapevolezza   di   quelle   famiglie   che  possono  sostenere l'accoglimento  di  un  minore localmente, unitamente alla formazione degli  operatori,  delle  autorita'  di  giustizia  e   amministrative impegnate nel settore minorile. 
  d) Si  sono  sviluppate  in questi anni anche forme di sostegno a ragazzi  stranieri  attraverso  l'ospitalita'  temporanea  nel nostro Paese. Il Comitato per i minori stranieri, che gia' istituzionalmente ha  una  competenza in questa materia dovendo autorizzare l'ingresso, deve essere impegnato in un'adeguata selezione delle famiglie e delle strutture  di  accoglienza dei minori stranieri e nella segnalazione, ai servizi sociali locali, delle situazioni di temporanea ospitalita' per  un  adeguato  sostegno  alle  famiglie  e ai minori. Inoltre, il comitato  dovra' curare la definizione dei livelli di responsabilita' dei  diversi  organismi  che  intervengono  nella   realizzazione  dei programmi   di   accoglienza,   dovra'    realizzare  controllo  sulle associazioni  che  predispongono tali programmi, anche per assicurare trasparenza  alla  loro  azione  ed  evitare, per quanto possibile la eccessiva  reiterazione dei soggiorni in Italia degli stessi bambini, anche  per assicurare ad un maggior numero di essi la opportunita' di esperienze stimolanti.
  e) In   materia  di  adozione  internazionale,   a  seguito  della ratifica   con  legge  della  Convenzione  dell'Aja,   il  Governo  e' impegnato  a  dare  seguito  agli adempimenti previsti dalle norme di adeguamento   e   dalle  disposizioni  della   convenzione,  anche  in considerazione  di  quanto stabilito nella Risoluzione del Parlamento Europeo  A4-0392/96  del  12 dicembre  1996 per il "Miglioramento del diritto  e  della  cooperazione  tra  gli  Stati membri in materia di adozione  dei  minori".  Nello  spirito  della  legge di ratifica, il Governo  si  impegna  a  diffondere  informazioni  e   conoscenze  sui principi  riconosciuti  dalla Convenzione. In particolare, attraverso la  Commissione per le adozioni internazionali si svilupperanno forme idonee  di  sensibilizzazione  e  promozione  di  una   piu' autentica cultura  della  solidarieta'  internazionale che considera l'adozione internazionale  quale  strumento  di  cooperazione   internazionale  e quindi profondamente collegata alle altre forme di aiuto.
  Il  Governo  si  impegna  inoltre  a  realizzare una rete di intese bilaterali  per  rendere  le  procedure adozionali efficaci, snelle e trasparenti.

F. Modalita' di finanziamento.
    In  riferimento  alla  indicazione delle modalita' di finanziamento degli   interventi previsti dal presente Piano, come  richiesto dall'art.  2  della  legge  n.  451/1997,  si  precisa   che le azioni richiamate  e  da  attuarsi  nell'ambito  della   legislazione vigente
risultano finanziabili nei limiti degli stanziamenti previsti, mentre gli   impegni   assunti  alla  presentazione  alle   Camere  di  nuovi
provvedimenti  legislativi  saranno  condizionati  al  rispetto della disciplina ordinaria in tema di programmazione finanziaria.

Parte terza.

PROGRAMMA
di azioni mirate per il periodo maggio 2000 giugno 2001

   Nel  presentare  il piano d'azione pluriennale previsto dalla legge 23 dicembre  1997,  n.  451, il Governo ritiene opportuno specificare alcuni   degli  obiettivi  che  intende  perseguire   con  particolare incisivita' nel corso del periodo maggio 2000-giugno 2001.
   Si   tratta   innanzitutto   dell'applicazione   piena  delle  leggi approvate dal 1997 ad oggi:
     la  legge 23 dicembre 1997, n. 451, che istituisce l'Osservatorio Nazionale sull'infanzia e l'adolescenza;
     la legge 28 agosto 1997, n. 285, che finanzia la realizzazione di progetti per l'infanzia e l'adolescenza;
     la  legge  31 dicembre 1998, n. 476, che recepisce la Convenzione dell'Aja sulle adozioni internazionali;
     la  legge  3 agosto 1998, n. 269, contro lo sfruttamento sessuale dei minori;
     la  legge 6 marzo 1998, n. 40, e il decreto legislativo 25 luglio 1998,  n.  286,  sulla  disciplina dell'immigrazione, nella parte cheriguarda i minori stranieri;
     la legge n. 53 del 2000, per il sostegno della maternita' e della paternita'.
   Resta  pieno  l'impegno  del  Governo  alla  concreta   ed integrale realizzazione   degli   interventi   indicati  dal   Piano  di  azione pluriennale.

L'OSSERVATORIO NAZIONALE

    Grazie  alla  legge  n.  451 del 1997, l'Italia dispone ormai di un vasto  ed organico sistema di conoscenze sulle condizioni di vita dei minori,  costituito  da  una  rete di osservatori regionali collegati all'Osservatorio  nazionale  per  l'infanzia e al Centro nazionale di documentazione  ed  analisi sull'infanzia e l'adolescenza. Il Governo intende  nei  prossimi  mesi completare l'attivazione di questa rete, anche al fine di predisporre il prossimo Rapporto al Parlamento sulla condizione dell'infanzia in Italia.
    Sara'  inoltre  valorizzata  la  funzione di studio e progettazione dell'Osservatorio  nazionale  per  facilitare  l'avvio  delle riforme previste dal Piano d'azione.

Il rilancio della legge n. 285 del 1997


    In attuazione della legge n. 285 del 1997 sono stati trasferiti 880 miliardi,  a  Regioni e Comuni per la realizzazione di servizi per le famiglie  ed i bambini. Dall'applicazione di questa legge, che per la prima   volta   nel   nostro   Paese    destina   consistenti  risorse all'infanzia, sono nati piu' di 3000 progetti e circa 7000 interventi a  favore  dei  cittadini  piu'  piccoli:  servizi  di   sostegno alla relazione   genitori-figli;  di  contrasto  della  poverta'   e  della violenza;    misure    alternative   al    ricovero   negli   istituti assistenziali;  sperimentazione  di nuovi servizi socio-educativi per la prima infanzia; servizi ricreativi e per il tempo libero, ecc.
    Il Governo trasferira' nel corso dei prossimi due mesi la quota del 2000,  pari  a 320 miliardi per la prosecuzione e il rafforzamento di tutte  queste  iniziative. Con la legge n. 285 e' in corso una vera e propria ridefinizione dello stato sociale dell'infanzia nelle realta' locali.  Il  Governo  nei  prossimi  mesi  dara'  vita   ad un'intensa attivita'   di   rilancio,  promozione  e  monitoraggio   della  legge affinche'  lo  sforzo  progettuale raggiunga tutti i territori, anche quelli che nel primo triennio hanno avuto difficolta' applicative.
    Per  il  nuovo triennio di applicazione della legge n. 285 del 1997 le   indicazioni  del  Parlamento,  dell'Osservatorio  e   del  Centro Nazionale  convergono  sulla necessita' che i progetti locali tengano conto di alcune priorita':
       rafforzare la promozione di citta' sostenibili per i bambini e le bambine,  attraverso  l'intensificazione delle risorse destinate alla lotta al degrado ambientale e sociale, la creazione di spazi di gioco e  di  incontro  tra  le  persone, la valorizzazione dei cortili, dei giardini,  delle  strutture scolastiche, la promozione di percorsi di partecipazione  diretta delle nuovissime generazioni alla discussione ed  alla  decisione  su  temi di rilevante e diretto interesse per la loro vita di cittadini;
       estendere la sistematica prevenzione delle forme di violenza e di sfruttamento  sui bambini e le bambine, attraverso il potenziamento e la   riqualificazione   di  tutti  i  servizi   territoriali  sociali, educativi  e sanitari, che devono essere impegnati in prima linea nel sostegno  dei  genitori  in difficolta', e valorizzando l'affidamento familiare e l'adozione;
       avviare   la   trasformazione   degli   ospedali  affinche'  siano garantiti  adeguati  spazi  per  i piccoli pazienti che tengano conto delle loro esigenze di gioco, di studio, di affetto, di amicizia e di rapporto con i genitori;
       attivare azioni   e  servizi  rivolti   all'adolescenza  e  alla pre-adolescenza,  in  particolare  quelli  che  favoriscano la salute fisica  e mentale, la crescita dell'autonomia, della responsabilita', della  partecipazione  alla  vita  civile anche attraverso un diverso atteggiamento nei confronti del tempo libero, dei percorsi formativi, di  preparazione  al  lavoro, di confronto con la dimensione europea. Secondo   l'Unicef,   infatti,   il  tema   dell'adolescenza  e  della preadolescenza  e'  tra  i piu' importanti nella strategia globale di sviluppo dei diritti umani;
       sostenere  lo  sviluppo  e  la creazione di servizi di mediazione familiare  generalizzando  le  esperienze  positive  gia' compiute in alcuni comuni.

La nuova legge sulle adozioni internazionali

    Con la nuova disciplina delle adozioni internazionali (legge n. 476 del  1998)  le  coppie che intenderanno adottare dei bambini vedranno ridursi  l'attesa per conseguire l'idoneita' da 20 a 9 mesi, godranno di  un nuovo sistema di astensione dal lavoro, potranno dedurre nella dichiarazione  dei  redditi le spese sostenute, e soprattutto avranno la  sicurezza  di  agire  davvero  nell'interesse  dei   bambini senza rischiare di alimentare il mercato, della disperazione.
    La   commissione  per  le  adozioni  internazionali   ed  il  centro nazionale   di  documentazione  saranno  impegnati  in   una  campagna capillare    di   informazione   pubblica    sulle   nuove   procedure dell'adozione internazionale.
    E' necessario inoltre che l'Italia si attivi verso i Paesi dell'Est e,  in  particolare,  verso quelli da cui provengono la maggior parte dei minori adottati nel nostro Paese: Russia, Bielorussia ed Ucraina.
    Il Governo italiano, anche in collaborazione con la Commissione per le   adozioni  internazionali,  si  impegna  ad   avviare  i  contatti necessari  al  fine  di  proporre una serie di accordi bilaterali con questi Paesi. Scopo degli accordi sara' quello di definire interventi di  cooperazione  e  di aiuto oltre che le forme della collaborazione fra le rispettive autorita' in materia di adozione.

Contro lo sfruttamento e la violenza sessuale

    Sara'  consegnata  al  Parlamento la prima Relazione sullo stato di applicazione  della legge n. 269 del 1998 contro lo sfruttamento e la violenza  sessuale,  la  pedofilia,  la pornografla, la prostituzione minorile  ed il turismo sessuale. Il Governo e' impegnato a garantire a  tutti i livelli istituzionali ed operativi la massima attivita' di coordinamento e monitoraggio sull'applicazione della nuova legge.
    Inoltre  il  Governo  si  impegna  a  realizzare   una  campagna  di informazione   e   sensibilizzazione  rivolta  a  tutti   i  genitori, finalizza  alla  valorizzazione  della  maternita' e paternita' ed al sostegno della responsabilita' genitoriale.

Rifinanziare la legge n. 216 del 1991

    Per   garantire   la   possibilita'   di   interventi  tempestivi  e straordinari  di  fronte  a  situazioni  particolarmente gravi per la condizione  minorile,  il  Governo  intende  procedere nella prossima finanziaria  al rifinanziamento della legge n. 216 del 1991 destinata alla  realizzazione  di  interventi di prevenzione della criminalita' dei minorenni.

Contro il lavoro minorile

    Il  Governo  intende  riaprire  il  dialogo  con   le  parti sociali affinche'  sia  data  applicazione  alla  "Carta di impegni contro il lavoro   minorile"  del  1998  e  sia   intensificata  l'attivita'  di controllo degli ispettorati.
    Il   Ministero   della   pubblica    istruzione,   in  sintonia  con l'applicazione  della  riforma dei cicli scolastici e d'intesa con il Ministro  per  la  solidarieta'  sociale, promuovera' una campagna di informazione  diffusa  e capillare per la promozione della formazione scolastica  da  realizzarsi  entro  i prossimi mesi, cosi' come vanno sostenute  tutte  le  iniziative  contro  l'evasione e la dispersione scolastica.
    A  questo  riguardo  va  particolarmente sostenuta l'esperienza dei "maestri di strada", progetto, gia' finanziato dalla legge n. 285 del 1997  e  sperimentato  in  alcune citta', che ha dimostrato di essere efficace nel recupero dei ragazzi che hanno abbandonato la scuola.

Il progetto obiettivo materno infantile

    Il  Progetto obiettivo materno infantile e' lo strumento operativo, all'interno del Piano sanitario nazionale, per una politica di tutela dell'infanzia,  della  maternita'  e della salute della donna piu' in generale. La sua strategia e' quella dell'integrazione tra interventi sanitari  e interventi sociali, collegando i diversi servizi presenti sul  territorio. Cio' ha riguardo, ad esempio, alla prevenzione delle gravidanze a rischio, valutando anche il rischio sociale, determinato dall'emarginazione  e  dall'isolamento;  alla prevenzione del disagio adolescenziale  e  dei  comportamenti  devianti spesso determinati da esperienze  di  violenza e di sfruttamento sessuale; alla cura e alla riabilitazione  dei  bambini con malattie croniche o gravi patologie, favorendo  il  piu'  possibile la loro permanenza in famiglia. Per la concreta   realizzazioni   di   questi    importanti  obbiettivi  sono essenziali  i  consultori  familiari  e  i  pediatri   di  base. E' la sensibilita',  il  dinamismo, la capacita' operativa di queste figure la piu' importante garanzia per la salute dei bambini e delle bambine ed uno dei fattori piu' significativi di sostegno dei genitori.

Il comitato minori stranieri

    Il  Comitato  per  la  tutela  dei minori stranieri, previsto dalla legge   sull'immigrazione,  procedera'  a  realizzare  un   censimento nazionale  sulla presenza dei minori stranieri non accompagnati, allo scopo  di  mettere  a  punto  standard  di  accoglienza   uniformi sul territorio  nazionale  e di avviare opportuni rapporti con i Paesi di provenienza. Sara' inoltre attivata un'agenzia nazionale che si fara' carico  di  esaminare,  caso  per  caso, l'opportunita' di avviare un processo   di   integrazione   del  minore  nel   nostro  Paese  o  di organizzarne  il  rientro in famiglia. A tal fine saranno avviate due attivita':  una  in  Italia,  con  l'stituzione di una rete di centri attivi  nell'accoglienza;  una  seconda  nei  Paesi  di   origine, per prevenire le partenze illegali e favorire i rientri in famiglia.
    Si   reputa   inoltre   opportuno  stipulare   protocolli  operativi specifici,  il  primo  dei  quali  con  il CONI e la Federcalcio, per affrontare  il  tema dei numerosissimi minori stranieri che ogni anno vengono  a  contatto  con  il  sistema  delle societa' sportive nella speranza di un ingaggio.
    Si  intende,  infine,  avviare  d'intesa  con le associazioni degli immigrati,   in   particolare   quelle  femminili,   una  campagna  di informazione  e sensibilizzazione presso le famiglie immigrate contro le mutilazioni genitali delle bambine, perseguite dalle nostre leggi, ma  ancora  troppo  raramente  denunciate  perche'   legittimate dalle tradizioni delle comunita' di provenienza.

Bambini nel mondo

    Sostegno  a distanza e cooperazione allo sviluppo sono due pilastri dell'intervento  umanitario italiano nel mondo. In questi ultimi anni si  sono moltiplicate le situazioni di crisi con un impatto diretto e devastante  sulla  popolazione minorile: guerre, catastrofi naturali, poverta' e sottosviluppo.
    Sono temi al centro della riflessione mondiale che si svolgera' nel 2001  nel  corso del Summit dei Capi di Stato e di Governo sul futuro della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo.
    L'Italia  ha  sempre  avuto  un  ruolo  di   primo piano in tutte le circostanze  grazie  alla  generosita'  ed  intraprendenza   dei  suoi cittadini e delle famiglie.
    Il  Governo  si  impegna  a  dar  vita  ad   un  coordinamento  "Pro Infanzia",  unitario  e  permanente  per  la gestione dell'intervento umanitario  in  caso di emergenze, cui saranno invitate a partecipare tutte le organizzazioni attive nel settore degli aiuti umanitari, del sostegno a distanza e della cooperazione.
    Il  Governo si impegna inoltre con la prossima legge finanziaria ad aumentare  i  fondi  per la cooperazione allo sviluppo finalizzata ad interventi  a favore di migliori condizioni di vita e di sviluppo per l'infanzia in difficolta'.

A. Bambini e TV

    Sulla  scorta  delle  indicazioni  dell'Osservatorio   nazionale, il Governo    auspica   con   decisione   che    il   servizio   pubblico radiotelevisivo   voglia  dedicare  sforzi  ed  impegno   al  fine  di garantire   un'offerta  televisiva  di  grande  qualita'   e  spessore educativo,   soprattutto   promuovendo  una  produzione   autonoma  di programmi  misurati sulle esigenze dei bambini che vivono in Italia e differenziando  l'offerta  a  seconda  del target: bambini e bambine, pre-adolescenti  e  adolescenti.  Un'offerta  che  sia sempre piu' in linea con le indicazioni contenute nella Convenzione di New York, che vedono  i  mezzi di comunicazione non come realta' da cui difendersi, ma  come  strumenti  che  possono  svolgere  un  ruolo cruciale nello sviluppo delle nuove generazioni.

Un piano d'azione Europeo

    Il  Governo  italiano  infine  si impegna a proporre all'Unione una strategia europea a favore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.  In  primo luogo avviando una modifica del trattato istitutivo, volta a riconoscere anche formalmente il tema delle nuove generazioni  e dei loro diritti, e iniziando a mettere in cantiere un vero e proprio piano d'azione europeo per l'infanzia e l'adolescenza.
    Sono  molti  infatti  i  problemi che possono trovare una soluzione adeguata  solo attraverso un Governo europeo: la tratta di minorenni, gli  stranieri  non  accompagnati,  le  politiche  di   sviluppo  e di sostegno  per i Paesi dell'Est, le strategie di contrasto delle nuove criminalita'  informatiche,  i problemi legati al consumo di alcool e di nuove droghe, l'affiorare del fenomeno del nomadismo di minorenni. Ma  non  ci  sono  solo  questi gravi problemi a legittimare un piano d'azione:  c'e'  la  profonda  necessita'  che  si attivino politiche comuni  rivolte alle nuove generazioni, nuove politiche di welfare ed azioni  concrete  con  l'obiettivo  di  far crescere una cittadinanza europea  reale  e  non solo virtuale, attraverso il protagonismo e la partecipazione dei piu' giovani tra gli europei.

Il pubblico tutore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

    Pur  nella  consapevolezza  dell'oggettiva  difficolta',   in questo scorcio  di legislatura, di realizzare nuovi interventi normativi, il Governo  intende  onorare  un impegno europeo con l'istituzione della figura  del  pubblico tutore dei bambini e delle bambine. In coerenza con  un  disegno  politico  federalista,  si individueranno in capo a questa figura compiti attualmente esercitati dallo Stato, all'interno di una collocazione territoriale piu' vicina alle persone.
     I compiti principali saranno quelli dell'ascolto dei problemi delle persone  in  formazione,  della  difesa  dei  loro   interessi,  della promozione  delle azioni positive per l'infanzia e l'adolescenza, del potenziamento  della  tutela dei relativi diritti. E' una innovazione istituzionale  che  vuole  anche  inaugurare  una  fase   nuova e piu' incisiva  di  azione  per il rispetto e la valorizzazione dei diritti sanciti   dalla  Convenzione  di  New  York.  Sara'   di  fondamentale importanza  a  questo  riguardo  la  collaborazione e l'impegno delle regioni.

L'ascolto dei cittadini piu' piccoli

   Sono  necessarie  ed  urgenti delle norme di adeguamento del nostro ordinamento    affinche'    siano   concretamente    realizzabili   le disposizioni   di   principio  contenute  nella   Convenzione  europea sull'ascolto dei minori, ratificata dal nostro Paese lo scorso anno.
    Il  Governo  si  impegna  a presentare al Parlamento il testo di un disegno  di  legge  che consentira' l'ascolto dei minori non solo nei procedimenti giudiziari ma anche in quelli amministrativi.

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