Relazione finale relativa allindagine Irap
(Guida alla lettura)
Il documento in questione è solo la bozza di Relazione preparata dal Presidente. Sarà sottoposta alla Commissione affinché sia discussa, eventualmente emendata e diventi un testo definitivo. E anche possibile che rimanga un testo di sfondo dal quale la Commissione tragga un parere sintetico da inviare al Governo. Lapprovazione avverrà a settembre; nelle fasi di discussione interverrà il Governo. Il tempo a disposizione consentirà anche di raccogliere sulla proposta di Relazione le reazioni delle categorie produttive e professionali e di singoli studiosi.
È sbagliato trarre la conclusione che il Governo sia stato invitato (nella seconda parte del Documento) a modificare lIrap; vengono invece esplorate strade di eventuale modificazione, che rimangono aperte e soggette a molti "contro". La prima parte (la parte analitica), pur centrata sullIrap, è di fatto un documento di politica economica. Limposta ha implicazioni complesse e il documento per sua natura non poteva che essere complesso e puntiglioso.
Viene posta la questione se gli sforzi fiscali vadano indirizzati verso il sistema delle grandi imprese o delle piccole. Dopo aver inquadrato in modo inusueto, la nuova imposta (Cap.1), il Cap. 2 richiama le forze politiche a discutere (nella consapevolezza dei pro e dei contro e degli indirizzi di contorno) se il sistema fiscale debba o meno incentivare ladozione di procedimenti produttivi a maggiore intensità di capitale.
Se questo sia il caso del nuovo sistema fiscale è analizzato in modo indiziario nei cap. 3 e 4. Nel Cap. 3, si conclude che il sistema fiscale è andato verso la neutralità nella tassazione dellimpiego di capitale e di lavoro nel caso di finanziamento con capitale proprio (forse è andato oltre la neutralità determinando una convenienza ad un maggior impiego relativo di capitale); ha corretto, ma solo corretto, una sproporzione esistente a favore del capitale nel caso di funzionamento con debito. La percezione della tassazione da parte degli operatori, è, tuttavia, sfavorevole al lavoro per ragioni di "illusione fiscale" discussa nel Rapporto.
Nel Cap 4, il raffronto su base omogenea della fiscalità sul costo del lavoro, prima e dopo la riforma, porta a ritenere che non vi siano stati rilevanti cambiamenti nella media se si considerano effetti diretti e indiretti; vi è stata una lieve flessione se si considerano solo gli effetti diretti; tuttavia, le imprese che godevano delle maggiori fiscalizzazioni hanno avuto aggravi; le imprese del commercio e di servizi degli sgravi.
Il Cap 5 e 6 affrontano il tema della redistribuzione del carico fiscale. La Commissione richiama lattenzione sul fatto che si partiva da un sistema distorto per cui aggravi e sgravi fiscali vanno posti in relazione agli eccessi o vantaggi di tassazione che si erano determinati nella destrutturazione del sistema pre-esistente. Per le società di persone e professionisti vi sono vantaggi, in media, fino ai 100 milioni e aggravi poi. Le imprese precedentemente esenti da Ilor si distribuiscono come le altre presentando, in modo equidistribuito, imprese che hanno vantaggi e imprese che hanno svantaggi.
La decontribuzione implicita relativa ai 9.000 miliardi si distribuisce su tutte le categorie di imprese, piccole e grandi. Nessun indice di concentrazione sui dati in possesso della Commissione, mostra un maggior vantaggio (relativamente alla base imponibile) per le grandi imprese. Tuttavia, ciò si riferisce a dati che non comprendono le imprese quotate in Borsa. Per le piccole vi sono, tuttavia, aree critiche: un eccesso di variabilità, incidenza su margini molto bassi per le imprese terziste, peso fiscale sulle imprese in perdita effettiva e non fittizia.
Dal Cap 6 in poi vengono analizzate le proposte d modifica, con due obiettivi: produrre un carico fiscale più progressivo a favore delle piccole imprese e indirizzare prevalentemente la detassazione che vi è stata sul costo nel lavoro. Si esaminano anche gli inconvenienti di ogni proposta. Per questo è lasciata al Governo la scelta, anche sulla base di dati più sicuri che emergeranno in sede di consuntivo.
La Commissione pone, da ultimo, il tema della semplificazione, invitando il Governo ad esplorare una definizione dellIrap che consenta, quandanche come approssimativamente forfetaria, di applicarla al risultato di esercizio ai fini Irpeg/Irpef, a cui si aggiungerebbero il costo del lavoro e gli interessi. Non va cambiato, tuttavia, il riferimento al valore aggiunto. I risultati ai fini Irpeg/Irpef includono le componenti finanziarie. Alternativamente, vengono proposte altre semplificazioni, ivi incluse quelle riguardanti la ripartizione regionale e il contenzioso.
Per ciò che riguarda i regimi speciali, il Governo viene chiamato ad analizzare attentamente i dati a consuntivo e, sulla base degli stessi, a valutare lopportunità di ritardare il cammino dellIrap differenziata di agricoltura e settore bancario e assicurativo verso il regime standard. La relazione esclude lopportunità di incrementare il gettito Irap.