Incontro con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan


Roma, 04/05/2000


*** Intervento al Senato della Repubblica ***


Signor Segretario Generale,

Le porto il saluto rispettoso e cordiale della Camera dei Deputati, che segue ed apprezza la Sua opera a difesa dei diritti fondamentali di tutti i popoli, ed in particolare di quelle popolazioni che per povertà o per discriminazione patiscono ingiuste restrizioni.

La storia del mezzo secolo trascorso dalla proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ci rivela purtroppo che la maggior parte delle violazioni dei diritti umani provengono proprio dagli Stati cui appartengono i cittadini titolari dei diritti violati.

Come denunciano i rapporti delle Nazioni Unite, in 78 Stati si ricorre alla prigione per soli motivi di opinione, in 73 Stati la tortura dei detenuti continua ad essere ammessa ed in numerosi paesi continuano ancora oggi applicazioni indiscriminate della pena di morte, abusi e violenze su detenuti, uso politico della detenzione.

Mi chiedo perciò se non sia diventata matura una riflessione sull’opportunità che la Dichiarazione dei diritti dell’uomo possa essere nel futuro integrata da un distinto documento, una Carta dei doveri degli Stati.

Mi riferisco ad un documento di seconda generazione rispetto alla Dichiarazione dei diritti, che la integri e che indichi i doveri universali degli Stati: a non uccidere i propri condannati, a non torturare i propri detenuti, a rispettare i diritti fondamentali di coloro che si trovano sul proprio territorio, nonché ad investire una quota ragionevole delle loro risorse contro la povertà e contro la fame, per l''istruzione e per la liberazione dal bisogno.

A questo impegno per la definizione dei doveri degli Stati è necessario affiancarne un altro, altrettanto forte, per rispondere anche ad una Sua costante preoccupazione, signor Segretario generale, espressa in più sedi internazionali.
Non ci può essere sviluppo senza giustizia sociale.

E’ necessario perciò impegnarsi affinché al processo di mondializzazione dell’economia e della comunicazione corrisponda un processo analogo per i diritti fondamentali degli uomini, delle donne, dei bambini.
In tale ambito i Parlamenti possono svolgere un ruolo nuovo. Sono infatti proprio essi, espressioni della sovranità popolare e sedi della rappresentanza generale, a costituire per i cittadini la principale garanzia politica per la tutela dei loro diritti.

La dimensione parlamentare della cooperazione internazionale costituirà il tema centrale dell’incontro tra i Presidenti dei Parlamenti nazionali di tutto il mondo nell’ambito dell’Unione interparlamentare, che avrà luogo a New York il prossimo 30 agosto presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Tale incontro costituirà un’importante occasione per riflettere sul futuro ruolo delle Nazioni Unite e sugli strumenti per renderla più adeguata a vincere le nuove sfide della nostra epoca.

Tra questi strumenti non va trascurata, visto che siamo in un Parlamento, la progressiva costruzione di un versante parlamentare delle Nazioni Unite, che abbia il valore di una rappresentanza effettiva, anche se indiretta, di quei popoli che sono richiamati nel preambolo della Carta dell’ONU. Esso inoltre potrà costituire un permanente canale di collegamento con i parlamenti nazionali.
In tal modo i parlamenti nazionali saranno resi edotti delle vostre necessità e dei vostri obbiettivi e potranno agire direttamente o dare indirizzi politici ai governi per la migliore tutela dei diritti umani in ogni parte del mondo.

Sono certo signor Segretario generale che anche in questa occasione la Sua fiducia nel futuro e la Sua personale autorevolezza ci aiuteranno a trovare le soluzioni più efficaci.