Relazione sullo stato dell''ambiente


Roma,, 01/31/2001


*** Saluto in occasione della presentazione della 4° Relazione sullo stato dell''ambiente da parte del Ministro dell''Ambiente ***


Saluto, in particolare il Signor Presidente della Repubblica ed il Commissario Europeo all''Ambiente, la signora Margot Wallström.

E ringrazio il ministro Willer Bordon per questa sua Relazione.

Non è un ringraziamento formale.

La Relazione infatti contiene un''importante novità che va sottolineata in questa sede. Essa, infatti, non si limita a fotografare, con precisione e gradevolezza grafica, la realtà ambientale del nostro Paese. Offre anche risposte concrete alle problematiche ancora aperte, identificando, in particolare, le possibili azioni di sviluppo sostenibile.

Un documento di questo genere consente non solo di avere un quadro dello stato delle cose ma anche di disporre di una prospettiva per il futuro. Questo ci aiuterà a legiferare meglio.

Le politiche dell''ambiente devono essere per forza di cose globali ed è questo l''asse scelto dalla relazione.
La Camera si è mossa sulla stessa linea ed ha impegnato il Governo, in una risoluzione adottata nel marzo scorso, a promuovere in sede europea l’integrazione delle politiche di tutela ambientale in una prospettiva unitaria, che favorisca l’armonizzazione delle diverse normative nazionali.

Si tratta, in pratica, di dare attuazione all''articolo 6 del Trattato di Amsterdam, che dispone l’integrazione dell’ambiente in tutte le politiche comunitarie con l’ottica di promuovere lo sviluppo sostenibile.

Si deve sottolineare questa priorità strategica dell''ambiente anche nella prospettiva di allargamento dell’Unione Europea. Una delle condizioni di ingresso per i Paesi candidati, i quali soffrono spesso di un forte degrado ambientale, è proprio quella di accogliere l’acquis comunitario ambientale nella loro legislazione.

Ciascuna generazione, infine, ha nelle sue mani le chiavi della qualità della vita delle generazioni future.

Questo è particolarmente vero oggi per due ragioni.

Le grandi scoperte scientifiche, nella fisica e nella genetica, in particolare, rischiano di avviare processi non governabili che possono incidere negativamente sulla vita delle generazioni future.

La tendenza al consumo, inteso non come mezzo per vivere ma come fine in sé, rischia di produrre sovraccarichi sull''ambiente difficilmente compatibili con un''accettabile qualità della vita delle generazioni future.
Le scelte strategiche che faremo in queste materie condizioneranno in modo determinante la loro vita.

L’impegno del nostro Paese è cresciuto negli ultimi anni, anche attraverso un aumento dell’offerta di formazione ambientale, supporto indispensabile alle strategie di intervento.
Confermando un trend positivo di questi ultimi anni la Relazione rivela che solo a livello universitario sono stati espletati nell’anno accademico 1998-1999 348 corsi di formazione ambientale.
La legge finanziaria recentemente approvata dal Parlamento prevede numerosi interventi di tutela ambientale e di conservazione della natura.
In particolare sono stati istituiti 4 tipi di Fondi finalizzati: allo sviluppo sostenibile, con una dotazione di 250 miliardi di lire per il triennio 2001-2003, alla riduzione delle emissioni in atmosfera, ad interventi di bonifica ambientale, ad investimenti nei parchi nazionali, con una dotazione di 60 miliardi di lire per il triennio 2001-2003.
Proprio pensando alle giovani generazioni e a quelle future è necessario compiere ogni sforzo possibile affinché la tutela dell’ambiente divenga sempre più fonte di reddito, di sviluppo, di occupazione.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario rendere il nostro Paese maggiormente competitivo anche dal punto di vista ambientale, valorizzandone il patrimonio naturale, culturale ed architettonico.

L’innovazione tecnologica risulta essere uno dei fattori cruciali di competitività in ogni settore del mercato globale. La Relazione sullo stato dell’ambiente rivela che, contrariamente a quanto spesso temuto, l’innovazione tecnologica in campo ambientale è anche motore di occupazione, come dimostrano i settori del recupero e del riciclaggio dove si registrano le percentuali più elevate di aumento occupazionale.

Il diritto all’ambiente, infine, è entrato nell’elenco dei nuovi diritti fondamentali.

Esso deve costituire il valore guida anche dei nostri interventi legislativi, amministrativi, economici e politici per consegnare a chi verrà dopo di noi un mondo nel quale i cittadini potranno essere più liberi di scegliere il proprio futuro.