Programma Falcone, progetto Attività di contrasto del crimine e protezione dei dati personali


Roma, 12/20/2000


*** Messaggio inviato al Garante per la protezione dei dati personali, Prof. Stefano Rodotà ***


La criminalità organizzata si muove oggi su una dimensione internazionale, predilige la corruzione rispetto all’uso della violenza, adopera i più sofisticati sistemi di comunicazione.
La raccolta e lo scambio di dati e di conoscenze tra gli organi di polizia e tra le magistrature dei diversi Paesi e l’armonizzazione delle legislazioni nazionali costituiscono il terreno sul quale si misura il successo nella lotta alle organizzazioni criminali, alle loro infiltrazioni nel sistema del credito e nei mercati finanziari, al controllo che esse hanno di determinate attività economiche.
L’obiettivo della sicurezza dei cittadini può comportare una accettabile limitazione del grado di tutela del diritto alla riservatezza.
Il punto nodale è che questo sacrificio non deve essere “gratuito” e sproporzionato rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell’ordine pubblico e della giustizia.
L’Europa sta rafforzando gli interventi in questi settori, all’interno di un quadro saldo di valori civili e di regole certe.
Il punto di equilibrio passa per il rispetto di due principi fondamentali. Da una parte occorre garantire che la legittima deroga alla applicazione della legislazione sulla privacy alle attività di polizia e alle attività processuali venga utilizzata con la necessaria misura, secondo i principi di pertinenza e di proporzionalità.
Dall’altra parte occorre evitare il rischio di un uso strumentale del diritto alla riservatezza, che non può in ogni caso tradursi in un intralcio ingiustificato allo svolgimento efficace dell’attività di polizia e della funzione giurisdizionale. Sotto questo profilo assumono particolare rilievo due recenti decisioni dell’Unione Europea. La prima rende inopponibile il segreto bancario nelle indagini in materia di riciclaggio di capitali illeciti; la seconda, in materia di tassazione del risparmio, porterà nel 2011 al definitivo superamento del segreto bancario.
La Commissione giustizia della Camera sta esaminando in questi giorni il progetto di legge, già approvato a larga maggioranza dal Senato, che proroga ulteriormente, fino al 31 dicembre 2001, il termine per l’esercizio delle deleghe previste dalla legge n.676 del 1996. Sono convinto che la Camera troverà il tempo, alla ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia, per approvare definitivamente questo provvedimento che consentirà di disciplinare alcuni settori particolari, tra cui la giustizia e la sicurezza, sottratti alla disciplina generale.
Una esaustiva disciplina legislativa serve anche ad evitare il rischio di gravare le singole Autorità che operano nel settore della protezione dei dati personali del compito di ricercare di volta in volta il punto di equilibrio tra i diversi interessi in gioco.
Questo naturalmente non significa negare il ruolo fondamentale delle Autorità rispetto alla soluzione di singoli problemi.
Così, ad esempio, è avvenuto recentemente in Italia rispetto alla delicata questione della video-sorveglianza dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In questo caso, grazie allo spiccato senso di collaborazione delle diverse istituzioni coinvolte, è stato possibile raggiungere un grande risultato in termini di prevenzione della criminalità – le rapine ad automezzi pesanti sono diminuite dal 1997 al 1999 del 40% - nel pieno rispetto dei principi in materia di trattamento dei dati personali.
Mi scuso per la mia impossibilità ad essere presente e vi auguro buon lavoro.