Le rotte delle ecomafie


Roma, 11/20/2000


*** Messaggio inviato al Forum Nazionale "Le rotte delle ecomafie", promosso dalla Commissione parlamentare antimafia e dalla Commissione parlamentare d''inchiesta sul ciclo dei rifiuti***


L''apertura dei lavori della Conferenza dei parlamentari di origine italiana m’impedisce, purtroppo, di partecipare al Forum che si apre oggi a Palermo.
Le ecomafie sono esempio dimostrativo dei caratteri strutturali della moderna criminalità organizzata. Hanno una grande capacità di muoversi dentro gli Stati nazionali e di attraversarne i confini; dispongono di masse ingenti di danaro; perseguono tenacemente la strategia dell’ingresso nell''economia e nel mercato legale.
Tutti i settori economici di rilevante ricaduta ambientale, compresa l''attività edilizia, sono esposti al rischio dell’infiltrazione delle associazioni criminali: esiste un legame strettissimo tra inquinamento dell’ambiente naturale e inquinamento criminale dell’economia.
Il Parlamento ha svolto e sta svolgendo su queste materie un lavoro importante, attraverso la Commissione antimafia e la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Quest’ultima ha stimato che circa 35 dei 108 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno in Italia vengono smaltiti in maniera illecita.
Ricostruire le rotte nazionali ed internazionali del traffico illegale dei rifiuti è compito fondamentale dell''azione di contrasto delle ecomafie.
Perché quest''azione abbia successo, è necessario colmare alcune lacune esistenti nel nostro sistema penale; puntare con decisione sugli accertamenti fiscali e sul rafforzamento del ruolo di controllo e di vigilanza dei poteri territoriali; garantire la piena utilizzazione degli strumenti tecnologici che già oggi consentono di seguire in tempo reale il percorso dei rifiuti.
Ma, anche in materia ambientale, la risposta vincente ad un crimine che si è globalizzato sta nella globalizzazione della legalità.
La Convenzione penale per la protezione dell''ambiente, adottata dal Consiglio d''Europa e firmata dall''Italia il 6 novembre scorso, è un passo deciso in questa direzione, verso gli obiettivi dell''armonizzazione delle legislazioni nazionali e del rafforzamento della cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria.
Come sta avvenendo per la lotta al riciclaggio e alla corruzione, la lotta alle ecomafie deve affermarsi pienamente come uno dei pilastri dello spazio comune europeo di libertà, sicurezza e giustizia.
L’ambiente è tra le risorse non disponibili dell’umanità e questa consapevolezza deve guidare tutti gli interventi legislativi, amministrativi, economici e politici.
In modo particolare qui, in Sicilia, dove l''ambiente è risorsa reale e fattore strategico di competitività. Qui, come altrove, l’azione inflessibile contro ogni forma di aggressione all''ambiente è impegno per la riaffermazione del primato della legalità e, contemporaneamente, leva potente di sviluppo economico e civile.