II Conferenza Interparlamentare Europea per lo Spazio


Torino, 10/12/2000


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La società contemporanea è caratterizzata dalla velocità e dal policentrismo.
Per le innovazioni tecnologiche e per l’abbattimento o la riduzione delle barriere del passato, nazionali, culturali, religiose, politiche e di altra natura, i processi economici e sociali, la comunicazione scientifica e la conoscenza tecnologica hanno acquisito una velocità impensabile sino a qualche anno fa.
La moltiplicazione dei luoghi di produzione del sapere scientifico amplifica la percezione di questa velocità e, insieme, la percezione dell''insufficienza dei tradizionali canali di collegamento tra la società scientifica e le istituzioni.

Per effetto del policentrismo, i parlamenti hanno perso il monopolio della rappresentanza della società.
ONG, sindacati di categoria, gruppi di pressione, sistema dei media fanno sentire nello spazio pubblico la voce di interessi diffusi o microsettoriali con efficacia apparentemente maggiore rispetto agli organi parlamentari.

Per la stessa ragione i governi hanno perso il monopolio della decisione. Poteri pubblici a carattere non rappresentativo come la magistratura e le autorità indipendenti, o poteri privati, ad esempio grandi imprese, grandi banche, grandi società finanziarie, nazionali e multinazionali, sembrano possedere capacità di intervento più rapide e risolutive a paragone di quelle dei governi.

Per di più la velocità decisionale di parlamenti e governi è commisurata a modelli sostanzialmente studiati nei primi decenni del Novecento e quindi del tutto inadeguata alla esigenze del mondo in cui viviamo oggi.

Emerge perciò l''esigenza che Parlamenti e Governi modernizzino il loro agire, identifichino i soggetti esterni volta a volta capaci di dare un contributo utile per la decisione politica, diversifichino i canali di dialogo con questi soggetti esterni, imparino a comprendere e disciplinare i fenomeni e le problematiche che sono poste anche dal progresso scientifico e tecnologico, commisurino la loro velocità di decisione alle esigenze del mondo esterno.

L''esigenza è anche quella di costruire un rapporto equilibrato tra il libero sviluppo dei processi tecnologici e le responsabilità delle istituzioni rappresentative affinché queste svolgano le tradizionali funzioni di direzione e guida dei fenomeni sociali, senza frenare ma assecondando i fattori propulsivi di crescita civile ed economica e del processo di modernizzazione della società.

Parlamenti e governi estranei o indifferenti al flusso delle innovazioni e delle scoperte non sarebbero in grado di elaborare regole capaci di ricondurre i fenomeni sociali prodotti dal progresso scientifico entro l''alveo delle regole democratiche, dei diritti civili e delle responsabilità politiche.

L''esperienza di questo secolo d''altra parte ci ha mostrato le degenerazioni di quei sistemi politici ispirati all’unico principio dell''onnipotenza della ragione e della tecnica.
Perciò bisogna considerare inscindibili progresso scientifico e valori fondamentali della persona.

In Italia la questione è stata affrontata in occasione di un recente confronto tra filosofi e giuristi sui temi del diritto e della tecnica. Il dibattito ha preso avvio dalla definizione della tecnica come "incremento indefinito della capacità di realizzare scopi cioè della capacità di soddisfare bisogni". La tecnica non sceglie gli obiettivi, essi sono infiniti e questo equivale alla mancanza di obiettivi. Una politica che si ponga la tecnica come traguardo sceglie paradossalmente l''obiettivo di non raggiungere alcun obiettivo.

Occorre che la classe politica dirigente sia preparata a affrontare i problemi posti dal "governo della tecnologia".

Un ostacolo non trascurabile inerisce la formazione dei parlamentari. Nella Camera il 10% dei deputati è in possesso di un curriculum di studi scientifici. In un simile contesto è da considerare fisiologica una ridotta attenzione verso i temi della scienza e delle tecnologie. E'' un effetto legato alla difficoltà di padroneggiare fenomeni per la cui comprensione sono necessarie competenze specifiche.
La possibilità di incoraggiare un diverso atteggiamento culturale nella scelta, da parte dei partiti politici, delle rappresentanze parlamentari è senz’altro da favorire, ma appartiene ad una prospettiva di lungo periodo che deve essere tuttavia affiancata da iniziative di più immediato effetto. Un segnale significativo proviene già dall''aumento della percentuale di iscritti presso le facoltà scientifiche dal 15,3% dell’anno precedente al 19% nell''anno accademico in corso.

Per sviluppare nei tempi brevi la capacità di risposta del legislatore agli stimoli della scienza è necessario attivare nuovi canali di conoscenza ed intensificare le occasioni di confronto con le realtà esterne al Parlamento.

Il tradizionale e collaudato sistema delle commissioni parlamentari specializzate per settore ha rappresentato, per lungo tempo, un significativo strumento di organizzazione e canalizzazione del “sapere” scientifico all’interno delle dinamiche politiche. Tale sistema non consente però un compiuto e duraturo scambio tra scienza e assemblee parlamentari perché gli incontri sono episodici e connessi, in genere, a contingenze politiche.

Oggi, finalmente, i Parlamenti hanno cominciato a ricercare al di fuori dei tradizionali circuiti politici le necessarie informazioni tecniche, entrando in contatto con una pluralità di soggetti non solo pubblici che ormai concorrono allo svolgimento di una funzione di governo diffusa e policentrica.

Il Parlamento italiano ha cercato di assumere compiti di razionalizzazione e di organizzazione dei diversi processi che si realizzano a livello scientifico e tecnologico, svolgendo in questo un ruolo di legittimazione democratica delle relative decisioni.

La gestione parlamentare dell’informazione tecnica e scientifica è pertanto divenuta, sotto questo profilo, sempre più necessaria.


Per quanto concerne l’esperienza della Camera dei deputati, in questa Legislatura è stato adottato un nuovo metodo, che ha dato vita ad una profonda innovazione dei tradizionali sistemi informativi interni e ha sollecitato, anche presso gli interlocutori istituzionali e in primo luogo il Governo, analoghe trasformazioni.

Questa strategia ha seguito quattro linee prioritarie:
 incremento dell’informazione tecnica all’interno della decisione legislativa, nel quadro di una complessiva riforma delle regole che stanno alla base dell’attività normativa parlamentare. Sono state in particolare delineate procedure che pongono al centro del procedimento legislativo la richiesta al Governo di relazioni tecniche sui presupposti e sulla previsione degli effetti dei progetti di legge all’esame del parlamento. Queste nuove procedure rendono permanente l’attività di valutazione dell’informazione tecnica e avvicinano notevolmente la funzione legislativa alla funzione di controllo;
 istituzione di organi parlamentari ad hoc con il compito di definire indirizzi e metodi all’attività di valutazione parlamentare. In questo quadro, nel febbraio 1997 è stato istituito il Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche (VAST), con il compito di effettuare la valutazione delle scelte tecnologiche sul piano etico, economico e sociale e di fornire indicazioni di politica legislativa in proposito. Il Comitato è anche competente per la verifica dell’impatto delle nuove tecnologie ai fini del miglioramento della qualità del lavoro parlamentare;
 apertura dell’istituzione parlamentare all’esterno attraverso il potenziamento degli strumenti che consentono la massima pubblicità dei lavori parlamentari e la comunicazione tra cittadini e istituzione parlamentare nel suo complesso (si pensi, in particolare, al nuovo Sito Internet al quale si collegano ogni giorno dai 300.000 ai 500.000 utenti con il picco di un milione di collegamenti raggiunto nel corso dell''ultima crisi di governo, nonché alla trasmissione via satellite delle sedute della Camera);
 sviluppo di momenti di confronto e collaborazione tra parlamentari nazionali e altri soggetti o enti su materie di carattere scientifico e tecnologico. A tale proposito, un importante esempio è costituito dal COPIT (Comitato di Parlamentari per la Innovazione Tecnologica), che ha, tra le altre cose, realizzato proprio alla Camera dei deputati una interessante esposizione sul monitoraggio aereo di casi di dissesto idrogeologico del territorio, ed ha attivamente contribuito alla creazione di un gruppo scientifico di sostegno nel settore dell’aerospazio.

Lo sviluppo delle tecnologie avanzate e dei loro spazi applicativi non può oggi prescindere dall''impegno sinergico dei Paesi europei. La forte tradizione di cooperazione bilaterale e multilaterale in questo settore ha consentito finora di esaltare la specificità delle risorse dei Paesi coinvolti. D’altra parte la cooperazione tra tutti i Paesi dell''Unione Europea è diventata oggi essenziale per il rafforzamento ed il consolidamento del ruolo competitivo dell''Europa nel confronto con gli altri soggetti internazionali.

E'' un''esigenza che riguarda innanzitutto la salvaguardia dei principi e dei valori di democrazia che sono alla base della cultura del nostro Continente. Il punto chiave è l’equilibrio tra cittadinanza e mercato. Il carattere territoriale dei diritti moderni costituisce un indubbio fattore di indebolimento della politica di fronte al fenomeno "spaziale" dell''economia e della tecnica. L''individuo che si avventura al di là dei confini della sua civitas rischia di trovarsi in uno spazio economico privo di regole in cui egli perde le prerogative di cittadino per assumere quelle di venditore e compratore. Ed è per questa ragione che si va delineando in più di un settore un diritto sovranazionale adeguato a costruire un cittadinanza europea.

Costruire un''effettiva rete tra le assemblee elettive dei diversi livelli istituzionali e tra i differenti Paesi sul tema dello sviluppo delle tecnologie e dei processi produttivi diventa strategico al rafforzamento di questa idea di cittadinanza, ma anche per il rafforzamento della competitività europea sul terreno dei risultati scientifici e su quello della tutela dei valori della persona umana.

La competitività richiede una visione di insieme in cui ogni singola questione viene considerata nel contesto più ampio della società e alla luce delle diverse istanze di cui sono portatori i soggetti politici e sociali. E'' un obiettivo che esalta il ruolo centrale delle istituzioni rappresentative, la loro connaturata competenza ad assumere le decisioni strategiche relative alla allocazione delle risorse del Paese.

Va in questa direzione il contributo fornito dalla Conferenza Interparlamentare europea per lo spazio che persegue l’importante obiettivo di una stretta cooperazione tra parlamenti nazionali per lo sviluppo di una strategia generale per lo spazio.
Lo spazio implica velocità, alte conoscenze tecnologiche, cooperazione internazionale, fiducia nel futuro. Parlamenti che fossero all’oscuro di questi dati non sarebbero in grado di sostenere i propri Paesi nell’impegno aerospaziale e penalizzerebbero il proprio patrimonio industriale. Si pensi solo alla possibilità di varare o non varare durante la sessione di bilancio investimenti in questo settore.

Sono pertanto particolarmente onorato di aprire la vostra Conferenza e vi assicuro il mio impegno perché i risultati di questa iniziativa possano essere utilizzati nel lavoro parlamentare.