Incontro dei Presidenti dei Parlamenti partecipanti al Patto di Stabilità per l’Europa sud-orientale


Zagabria, 09/12/2000


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Noi consideriamo il Patto di stabilità uno strumento indispensabile per il consolidamento della democrazia in un’area cruciale.
Il principale obiettivo dei nostri lavori è, quindi, quello di indicare contenuti concreti per l’azione svolta dai Parlamenti a sostegno del Patto di Stabilità.
Nella prima fase di vita del Patto si sono, tuttavia, manifestate alcune difficoltà che hanno impedito una piena realizzazione degli obiettivi previsti.
L’analisi condotta nelle varie sedi nelle quali si è discusso dell’attuazione del Patto ha posto in luce i tre handicap principali che ostacolano l’attuazione del Patto:
 La grande complessità della struttura e delle finalità del Patto rende difficile una selezione delle priorità;
 L’intreccio delle competenze reca elementi di interferenza e di sovrapposizione;
 Il peso delle procedure burocratiche comporta ritardi e complicazioni nella fase attuativa dei programmi.

E’ venuto, dunque, il momento di superare tali ostacoli e di passare ad una seconda fase nell’attuazione del Patto, caratterizzata da concretezza ed efficacia.
La presentazione del Quick Start Package da parte dell’ufficio del signor Hombach costituisce un passaggio concreto e determinante per rendere effettivi gli sforzi fin qui compiuti da tutti i soggetti partecipanti.
Ai Parlamenti nazionali spetta ora il compito di individuare le azioni con le quali contribuire concretamente al conseguimento degli obiettivi del Patto.
Possiamo indicare tre linee di azione:
1. Impegnare, con atti di indirizzo, i rispettivi governi ad adoperarsi per la definizione di priorità da assegnare ai tre tavoli di lavoro, per la razionalizzazione delle competenze e la semplificazione delle procedure;
2. Svolgere una verifica parlamentare costante ed attenta sullo stato di avanzamento dei programmi, sui risultati e sul raggiungimento degli obiettivi del Patto, mediante gli strumenti che i vari ordinamenti interni dei Parlamenti prevedono per l’attività di controllo (audizione periodica di rappresentanti del Governo, esame di relazioni governative sull’attività dei Tavoli di lavoro e sullo stato di avanzamento dei progetti);
3. Promuovere la crescita della società multi-etnica e della civile convivenza nel rispetto del pluralismo nel confronto politico e nell’informazione, favorendo, a tal fine, il dialogo tra le istituzioni scolastiche ed universitarie dei Paesi beneficiari.

Su questo tema, in particolare, vorrei aggiungere che le istituzioni democratiche possono svolgere un ruolo incisivo nell’educazione dei giovani ai valori della cittadinanza, della legalità, della tolleranza e del rispetto dei diritti umani.
In questo campo l’Italia ha maturato alcune significative esperienze.
Le scuole italiane, da circa otto anni, hanno avviato progetti di educazione alla legalità e di formazione alla cittadinanza attiva.
L’impulso allo sviluppo di queste attività didattiche è stato impresso dai fatti gravissimi di criminalità organizzata che hanno colpito l’Italia agli inizi degli anni novanta.
La scuola è stata individuata come sede centrale dell’azione di prevenzione.

Dal 1996, anche Parlamento e Governo hanno promosso percorsi di formazione alla cittadinanza democratica, rivolti non solo agli studenti ma anche ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali.
In particolare, la Camera dei Deputati ha avviato dal 1997 l’iniziativa Ragazzi in Aula con l’intento di avvicinare i giovani ai meccanismi della democrazia parlamentare.
L’iniziativa si svolge ogni anno e prevede che studenti provenienti da tutte le regioni d’Italia presentino, discutano e votino nell’Aula parlamentare progetti di legge da loro stessi presentati. I Deputati si impegnano a presentare formalmente alla Camera la proposta di legge più votata dagli studenti.
La proposta votata dai ragazzi nel 1997 sull’integrazione sociale dei portatori di handicap è infatti già diventata legge dello Stato italiano.

La Camera dei Deputati organizza, inoltre, ogni settimana uno stage di una giornata nel corso del quale studenti delle scuole medie superiori assistono ai lavori delle Commissioni parlamentari e dell’Assemblea ed approfondiscono la conoscenza del funzionamento parlamentare con i funzionari della Camera.
Nel 1999 hanno partecipato a tale iniziativa circa 2700 ragazzi.

Nel 1993, è stato siglato un Protocollo d’intesa tra la Commissione parlamentare Antimafia e il governo, poi rinnovato nel 1998, per promuovere progetti di educazione alla legalità nelle scuole e iniziative di carattere sociale nei territori interessati dal fenomeno mafioso. In due anni l’iniziativa ha riguardato 159 scuole.
Nel 1999, infine, un Protocollo d’intesa analogo è stato firmato tra il Governo e una associazione che opera nel campo della prevenzione sociale e della lotta ai fenomeni criminali, per realizzare nelle scuole italiane progetti didattici relativi alle tematiche della cittadinanza, della democrazia e della cultura della legalità.

Una legge approvata nel luglio di quest’anno istituisce il “Giorno della Memoria” dedicato all’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Il 27 gennaio di ogni anno sono organizzate iniziative, in particolare nelle scuole, che prevedono la visita in uno dei campi di sterminio nazista.


In conclusione, esprimo con queste precisazioni, la mia piena adesione ai principi formulati nel progetto di dichiarazione finale sottoposto alla nostra attenzione.
Allo scopo di affermare con maggior chiarezza ed incisività i punti che mi sembrano fondamentali, propongo alcune integrazioni al testo che consegno al Presidente.














Proposte di integrazione del testo della dichiarazione finale.

Sostituire il punto 13 con i seguenti:

13 “E’ necessario aprire una nuova fase nella gestione del Patto, caratterizzata da incisività e concretezza degli interventi. I Parlamenti sono chiamati, a tal fine, a fornire un importante contributo per la definizione ed il controllo dei metodi di lavoro da adottare nell’attuazione del Patto di Stabilità, esprimendo indirizzi nei confronti dei rispettivi esecutivi affinché siano definite le priorità negli obiettivi dei tavoli di lavoro, sia eliminata ogni duplicazione o sovrapposizione di competenze tra le istituzioni chiamate a cooperare per dare attuazione al Patto e siano semplificate le procedure burocratiche.”

13-bis. “I Parlamenti possono svolgere un ruolo attivo per il conseguimento degli obiettivi del Patto, attraverso l’esercizio della funzione di controllo sui rispettivi governi, chiedendo di essere periodicamente informati sullo stato di avanzamento dei programmi, allo scopo di verificare l’efficacia del Patto nel conseguimento delle finalità indicate.”

Aggiungere, alla fine del punto 7, una frase del seguente tenore:

“I Parlamenti si impegnano a favorire il dialogo con le istituzioni scolastiche e tra le istituzioni scolastiche ed universitarie dei vari Paesi al fine di promuovere progetti nel campo dello studio e dell’insegnamento della storia e delle discipline correlate, anche attraverso un uso adeguato degli strumenti informatici.”