40a Giornata del ricordo al Sacrario di Monte Zurrone


Roma, 06/25/2000


*** Messaggio inviato al Presidente dell''Opera Nazionale per i Caduti Senza Croce ***


La visita ufficiale in Algeria non mi consente di essere oggi con voi al sacrario di Monte Zurrone per la celebrazione della 40° “Giornata del ricordo”.
Me ne dispiace davvero poiché l’iniziativa che avete promosso costituisce un’occasione importante per rinnovare la memoria del sacrificio degli oltre 145.000 militari italiani caduti in guerra e che non hanno potuto essere restituiti all’affetto dei loro familiari.
Essi sono caduti nelle guerre combattute per la piena realizzazione dell''unità del Paese, per la sua difesa, per la riconquista della sua dignità; sono morti nei campi di internamento e di sterminio per aver rifiutato di aderire al nazismo e alla repubblica sociale; sono caduti nelle guerre che sono state il frutto di una nefasta politica di potenza dell''Italia.
Noi oggi li ricordiamo con il profondo rispetto che dobbiamo a tutti coloro che hanno combattuto e sono morti per la Patria o con il convincimento sincero di servire la Patria.
Mi unisco a voi per ricordare anche tutte le donne e tutti gli uomini che, come sottolineate nella vostra cortese lettera d’invito, sono morti durante la Lotta di Liberazione, vittime di quella guerra ai civili che fu segno della disumanità e della sopraffazione del nazifascismo.
A pochissimi chilometri da qui, a Pietransieri, l’idea nazista della guerra totale ebbe una sua feroce concretizzazione con il massacro in un solo giorno di 128 persone.
Il loro sacrificio, insieme a quello di migliaia di altri civili, degli oltre 80.000 militari che sono morti partecipando alla Resistenza sui fronti o nei lager tedeschi, sono parte integrante della lotta per la riconquista della libertà per il nostro Paese.
Quel sacrificio e quella lotta vanno riconosciuti e consegnati, anzitutto alle generazioni più giovani, come uno dei fattori fondamentali di dignità e di identità nazionali.
Le missioni di pace nelle quali sono oggi impegnati i nostri soldati, da Hebron a Pec, da Timor est a Sarajevo, si saldano in un legame ideale e di valori con l’impegno dei militari di allora.
I nostri soldati difendono la pace e costruiscono il futuro per quei Paesi.
Le forze armate che nelle missioni internazionali agiscono a tutela dei deboli e della giustizia, della pace e dei diritti fondamentali dell''uomo, sono un fattore decisivo per riaffermare pienamente la forza della democrazia e dei valori di unità e di identità nazionale.