Dal giusto processo alla riforma delle giustizie


Roma, 06/29/2000


*** Messaggio inviato al Presidente dell''Organismo Unitario dell''Avvocatura Italiana in occasione della III Conferenza Nazionale ***


L''Avvocatura è stata tra i più convinti sostenitori dell''azione riformatrice che ha portato alla nuova formulazione dell''articolo 111 della Costituzione. Dò volentieri atto all''Avvocatura di questo impegno positivo.
La riforma costituzionale ha ampliato il patrimonio dei diritti della difesa, rafforzando nel processo, in ogni processo, i fondamentali principi del contraddittorio, della parità delle parti, della terzietà ed imparzialità del giudice, della durata ragionevole.
La doppia sfida che oggi è davanti a noi - richiamata dal tema posto al centro dei vostri lavori - è di dare piena attuazione ai valori e ai principi del processo e di costruire un sistema giudiziario credibile, affidabile come servizio reso ai cittadini.
Le modifiche verificatesi nella società italiana nel corso degli anni novanta hanno posto le condizioni per un rinnovato protagonismo dell’Avvocatura.
In questi anni, abbiamo registrato nel Paese la crescita di un tessuto sociale ricco, dinamico, capace di esprimere progettualità e capacità di fare, il moltiplicarsi dei diritti ed il crescere del loro esercizio da parte di cittadini sempre più consapevoli di ciò che loro spetta. Questi fattori hanno messo in crisi, insieme ad una cultura "statalista", un assetto delle relazioni sociali nel quale i diritti erano assicurati in maniera ragguardevole dallo Stato, dalla pubblica amministrazione, dai partiti, dai sindacati, dai patronati.
Con la conquista da parte della società di spazi più ampi di autonomia rispetto al potere pubblico e alla politica, l''Avvocatura, che è professione di frontiera tra giustizia e società, ha messo in atto forme di azione capaci di rompere con le visioni omogenee ed organiche della società e dello Stato.
Essa ha beneficiato, inoltre, del mutamento dei contenuti della legislazione in materia di giustizia.
Le riforme realizzate nella XIII legislatura, con il contributo delle forze parlamentari di maggioranza e di opposizione, hanno espresso una coerente volontà di affrontare, accanto alle grandi emergenze, la tutela dei diritti quotidiani dei cittadini, ed una rinnovata consapevolezza dell’opportunità di circoscrivere meglio la discrezionalità del giudice e di valorizzare i diritti degli imputati.
Questo dicono, insieme, l''articolo 111 della Costituzione, la riforma del giudice unico, le sezioni stralcio e i giudici aggregati per l''arretrato civile, la depenalizzazione, la nomina di avvocati in Cassazione, l''istituzione delle scuole di specializzazione per le professioni legali, l''aumento della competenza civile del giudice di pace e l''attribuzione ad esso della competenza penale, la riorganizzazione dei tribunali nelle aree metropolitane, il decentramento del Ministero della giustizia.



È proprio l’avvio di questa nuova stagione che richiama l’Avvocatura alla necessità di passare dall’attuale protagonismo - nel quale la difesa dei diritti individuali si sposa a volte con atteggiamenti ed accenti "rivendicazionisti" - a forme di intervento più legate alla dignità della professione e ad un’idea generale del processo e della giustizia.
Per realizzare un sistema giudiziario moderno ed efficiente, che sia in concreto strumento di tutela delle libertà e dei diritti dei cittadini, è a mio avviso indispensabile superare l’oggettiva debolezza delle forme e delle modalità di esercizio della professione forense.
A questo proposito, cito due esempi relativi al settore penale ed al settore civile.
Tra le caratteristiche del modello accusatorio vi è il forte peso della difesa nel processo e la sua spiccata qualità professionale. Nella realtà del nostro Paese, al contrario, permane uno squilibrio, sul piano strutturale, tra un''accusa dotata di mezzi e strumenti tecnologici abbastanza avanzati ed una difesa che nella maggioranza dei casi non dispone delle stesse risorse.
Questi stessi elementi di debolezza impediscono oggi di cogliere pienamente le grandi opportunità di sviluppo professionale che derivano dalla accresciuta importanza dei servizi legali nelle moderne società avanzate.
Registriamo così, a fronte dell’aumento costante della domanda di tali servizi, una notevole penetrazione nel mercato italiano di studi e società estere, il cui sviluppo è favorito da una cultura delle forme organizzative dell''attività professionale che da noi è ancora poco praticata.
Dinanzi a questa realtà, l''obiettivo del rafforzamento dell''Avvocatura attraverso la modernizzazione delle forme e delle modalità di esercizio dell''attività professionale, è un obiettivo strategico, un tassello importante della complessiva modernizzazione del Paese.
La società italiana ha bisogno di libertà nuove, libertà istituzionali, sociali e civili.
Il mondo politico ha il dovere di ascoltare le voci, le proposte e le richieste di cambiamento che vengono dalla società e di realizzare le condizioni della massima cooperazione, anche dialettica, tra tutti i soggetti sociali che sono chiamati a cooperare nella individuazione delle soluzioni per i grandi temi del Paese.
Occorre dare stabilità al sistema politico-istituzionale, in un rapporto di giusto equilibrio tra capacità di rappresentanza e capacità e rapidità di decisione.
Occorre, inoltre, abbandonare il vecchio modello dello Stato programmatore a favore di uno Stato incentivante che, nel perseguimento degli irrinunciabili obiettivi della solidarietà e della promozione delle pari condizioni di partenza, ha fiducia nei cittadini e ne è ricambiato.
Occorre, infine, smantellare i vincoli burocratici e giuridici che impacciano senza ragione le imprese, le famiglie, i cittadini.
Tenendo insieme nella riflessione i temi del suo sviluppo e della sua modernizzazione, l''Avvocatura non opera solo per il rafforzamento del proprio ruolo sociale, ma concorre a realizzare la tutela effettiva delle libertà e dei diritti, lo sviluppo e la competitività del nostro Paese, le condizioni di benessere per tutti i cittadini.