XIII Giornata internazionale contro la droga


Roma, 06/26/2000


*** Messaggio inviato a Don Mario Picchi del Centro Italiano di Solidarietà ***


In questi anni il mercato dell''eroina è entrato in una lenta fase regressiva. Tuttavia, 21 milioni di persone nel mondo continuano a fare uso di questa droga e della cocaina, più di 30 milioni di persone fanno uso di droghe sintetiche.
Tutti coloro che rivestono ruoli e responsabilità, nella sfera pubblica come in quella privata, devono avere piena consapevolezza della priorità della lotta alle vecchie e alle nuove droghe.
Sul piano internazionale occorre proseguire con determinazione la battaglia per la legalità organizzata, che è lo strumento strategico della lotta al crimine organizzato. Occorre costruire strumenti transnazionali sempre più efficaci per la lotta al narcotraffico ed al riciclaggio; per attaccare le ricchezze della criminalità destinandole ad una utilizzazione sociale.
Allo stesso modo è essenziale rafforzare e sviluppare tutte quelle iniziative di solidarietà attiva con i Paesi del Sud del mondo - penso ai progetti per uno sviluppo agricolo alternativo alla coltivazione della coca o dell''oppio -, capaci di realizzare in concreto le condizioni per un’economia ed un tessuto sociale e civile liberi dal dominio della droga e del crimine organizzato.
Al diritto allo sviluppo dei Paesi poveri corrisponde un eguale diritto dei nostri giovani alla realizzazione delle proprie aspirazioni di vita. Dobbiamo riconoscere che nelle società avanzate la droga costituisce la “via d’uscita” più pericolosa, che troppi giovani imboccano anche perché non riescono a far sentire la propria voce, a far valere le proprie esigenze.
In alcune aree del nostro Paese, ad esempio, la disoccupazione giovanile continua a tradursi in una inaccettabile sottrazione di futuro e di prospettive di vita piena.
La politica non può risolvere tutti i problemi né può eliminare tutti i mille fattori di rischio e di disagio del mondo giovanile, ma ha il dovere di affrontare e risolvere le questioni più stringenti e di realizzare le condizioni di base, oggettive, che consentano ai giovani di dotarsi di un’istruzione e di una formazione professionale adeguate, di entrare nel mondo del lavoro, di acquistare un’abitazione per sé e per la propria famiglia.
La battaglia contro la tossicodipendenza, inoltre, segnerà risultati tanto più positivi quanto più si affermerà la consapevolezza che non esiste “il tossicodipendente”, ma mille storie individuali e mille persone diverse che soffrono.
È mia convinzione che non esista un’unica risposta da dare, valida sempre e comunque, ma un’insieme diversificato ed integrato di interventi che, attraverso la prevenzione, la promozione della salute, il sostegno, la cura e il recupero, siano capaci di assicurare una cultura della responsabilità e del rispetto del proprio corpo.
L''affermazione piena di questa cultura non può essere conquistata se non attraverso l’impegno comune, la piena integrazione delle attività del pubblico, delle comunità e del privato sociale, con il concorso delle famiglie, e non può prescindere dallo straordinario patrimonio di esperienze e di risorse professionali maturato nelle comunità di recupero.
Agli amici del Centro Italiano di Solidarietà, alla Comunità San Carlo rivolgo, in occasione della XIII "Giornata internazionale contro la droga", la mia sincera gratitudine per il lavoro di quasi trent''anni al servizio dei diritti e della dignità della persona umana.