Intervento in occasione della Festa della Polizia


Torino, 05/18/2000


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L’Italia sta diventando un paese più forte e più sicuro. L’economia avanza, aumentano i posti di lavoro ed i delitti diminuiscono.
La ripresa economica c’è ed è forte. Il fatturato dell’industria italiana ha fatto registrare a febbraio un incremento del 21,5%, il più alto dal 1995. Anche nel gennaio 2000 rispetto all’anno precedente il tasso di disoccupazione si è ridotto; ci sono 222.000 occupati in più.
Nella più recente statistica che compara gli indici di delittuosità nei Paesi europei, il nostro Paese si colloca infatti all''undicesimo posto dopo Svezia, Danimarca, Finlandia, ma anche dopo realtà più simili alla nostra come Regno Unito, Germania e Francia. Anche la comparazione degli indici relativi alle principali metropoli europee rivela che la consistenza del fenomeno criminale nelle città italiane è inferiore a quello di altre città europee.
Torino è tra le città che guidano questo andamento positivo.
Nel 1999 il Piemonte ha segnato, tra le regioni del Nord, la più marcata riduzione del tasso di disoccupazione, passato dall''8,3% al 7,2% (l''80% dei nuovi posti di lavoro è stato creato nel torinese). Torino ha fatto ancora meglio con un calo della disoccupazione dell''1,7%. Gli ultimi dati Istat per il trimestre ottobre - gennaio confermano la crescita dell''occupazione con la creazione di ulteriori 11.000 posti di lavoro.
Quanto alle previsioni per il futuro dell''economia torinese, le rilevazioni dell''Unione degli industriali per il trimestre in corso sottolineano le aspettative positive delle imprese: le attese per produzione, ordini ed export , si collocano ai livelli più alti dalla fine del ''94. Secondo uno studio presentato venerdì scorso da ITP (Agenzia per gli Investimenti a Torino e in Piemonte) l''Italia è entrata tra i primi dieci Paesi di maggior richiamo per gli investitori, dal 1997 ITP ha attratto in Piemonte l''insediamento di 23 aziende, di cui 17 estere.
Abbiamo avuto a Torino nel 1999 un calo dei delitti del nove per cento, che dimostra la capacità dello Stato di reagire alla criminalità e di saper difendere le persone ed i loro beni.
Il crimine è in diminuzione e l''economia in crescita a Torino e nel resto d’Italia: questo è il dato di fondo. Le due cose sono strettamente connesse: più i cittadini sono sicuri, più si investe, si guarda al futuro, si costruisce.

Con questi richiami, non intendo assolutamente dire che le preoccupazioni siano irrazionali o infondate. Un autorevole uomo politico piemontese, che io stimo, mi ha corretto dicendomi che devo dire non che Torino è più sicura, ma che è meno insicura.
Rispetto questa presa di posizione.
Ma io ho fiducia nella vita, ho fiducia nell’Italia, ho fiducia nel vostro lavoro. Penso che se si sottolineano i risultati positivi, senza stupide esaltazioni, si riconosce il merito di chi li ha conquistati, si dà più forza a chi lavora, si costruisce meglio il futuro.
Questi risultati sono il frutto di professionalità, di lavoro duro e pericoloso, e deve essere riconosciuto.
C''è un primo versante per questo riconoscimento che riguarda il trattamento economico, sul quale non spetta a me pronunciarmi, ma che auspicherei venga positivamente affrontato al più presto.
C''è un secondo versante, che tocca un punto di fondo, il riconoscimento del ruolo delle forze di polizia nella società italiana.
Penso che sia dovere preciso di un Paese democratico riconoscere la funzione sociale delle donne e degli uomini che giorno dopo giorno e notte dopo notte operano per la nostra sicurezza.
Riconoscimento è, infine, dare visibilità al loro lavoro, perché esso dà fiducia ai cittadini e dalla fiducia dei cittadini la polizia trae forza e motivazioni.

La politica non deve mai, se non vuole tradire la propria etica, mettersi al traino del sentimento di insicurezza. La responsabilità della politica si misura sulla capacità di saper guidare i fenomeni, di aiutare ogni cittadino a liberarsi dal sentimento di paura per costruire responsabilmente il proprio futuro.
Bisogna tenere presente, inoltre, che la domanda di sicurezza espressa dai cittadini si fonda nel diritto alla sicurezza dall''arbitrio, dall''arbitrio del potere criminale e da quello che si manifesta quando il potere pubblico non agisce come servizio. Il cittadino si sente isolato e privo di ogni protezione anche di fronte all''esercizio arbitrario del potere.
Chi esercita pubbliche responsabilità deve saper esprimere una cultura del rispetto nei loro confronti, anche di quelli che hanno commesso un reato. La legittimazione del potere non nasce dalla sua esibizione, ma, unicamente, dalla qualità del servizio che si rende.

La riflessione sul fondamento del sentimento di insicurezza porta inoltre a considerare il ruolo svolto dai mezzi di comunicazione.
È un fatto che la notizia della cattura dell''autore di un reato viene trattata con un rilievo infinitamente minore della notizia della commissione di un reato. Spesso la notizia della cattura appare una volta sola e chi non ha la "fortuna" di coglierla resta con la sensazione, che sopravvive al fatto, di un delitto rimasto impunito.
I mezzi d''informazione sono e restano elemento costitutivo della vita democratica e devono poter esercitare con assoluta libertà il diritto fondamentale di informazione e di critica. E’ vero che le buone notizia non sono notizie, ma se fosse possibile informare anche dei successi delle forze di polizia, credo che si renderebbe un servizio alla verità.
Una parola a proposito delle vicende relative alle indagini sull’omicidio del prof. Massimo D’Antona. Non intendo dir nulla a proposito delle polemiche. Sarà la magistratura, anche in questo caso, a stabilire se la persona arrestata è uno dei colpevoli. La fuga di notizie è stata un fatto grave. Tuttavia bisogna impedire che il clamore di oggi faccia passare in secondo piano un anno di lavoro duro, silenzioso e coordinato della polizia giudiziaria condotto senza pentiti e con tecniche investigative di assoluta avanguardia che dimostrano ancora una volta la vostra elevatissima qualità professionale.
L''insicurezza, infine, è una delle più gravi forme di ingiustizia sociale; è una forma di ineguaglianza sociale perché colpisce, più di tutti, le persone socialmente deboli, che non hanno i mezzi per proteggere il proprio spazio di vita e per le quali il danno arrecato dal crimine è a volte irreparabile.
Da questo piccolo confronto rafforzo la mia convinzione che la sicurezza del cittadino non è più solamente un diritto che attiene al godimento di una piena libertà d’azione. La sicurezza costituisce oggi un fattore potente di libertà dal bisogno, di uguaglianza nella distribuzione delle potenzialità di vita. Garantire la sicurezza significa adempiere in una democrazia moderna al dovere irrinunciabile di rendere uguali tutti i cittadini nelle condizioni di partenza e nelle opportunità di vita. A voi che avete questo nobile e difficile compito va la mia riconoscenza ed il mio grazie per quello che avete fatto, la mia fiducia ed il mio augurio per tutto quello che saprete ancora fare in futuro.