Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 523 del 22/4/1999
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...

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 5870.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 5870)

PRESIDENTE. I colleghi hanno preso posto?
Prego i colleghi di affrettarsi, sapevate che la ripresa era prevista per le 11,25. È mezz'ora che lo sapete!

DOMENICO GRAMAZIO. Armaroli!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, se intendete uscire, dovete farlo prima che io dichiari aperta la votazione.
I colleghi in aula sono considerati presenti, come sapete. Chi non vuole essere considerato presente, è pregato di uscire.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulla richiesta di chiusura della discussione avanzata dall'onorevole Guerra.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di votare!
Poiché la Camera non è in numero legale per deliberare, a norma dell'articolo 47, comma 2, del regolamento, rinvio la seduta di un'ora.
I gruppi sono pregati di far venire i deputati! Credo che sia giusto!

La seduta, sospesa alle 11,25, è ripresa alle 12,25.

PRESIDENTE. Dobbiamo nuovamente procedere alla votazione sulla richiesta di chiusura della discussione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione e sul complesso degli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti agli articoli del decreto-legge, avanzata dall'onorevole Guerra, sulla quale in precedenza è mancato il numero legale.
Colleghi, prendete posto.

ELIO VITO. Signor Presidente, chiedo il controllo delle tessere di votazione.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Vito.


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Prego i deputati segretari di compiere gli opportuni accertamenti (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di chiusura della discussione avanzata dall'onorevole Guerra.
(Segue la votazione).

Colleghi, state seduti per cortesia.

ELIO VITO. Rebuffa, vota per te!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, dovete stare dentro o fuori dall'aula: non mi mettete in imbarazzo.

ENRICO CAVALIERE. Attenzione a dove sono le schede doppie!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Ricordo che devono essere sempre computati ai fini del numero legale ulteriori deputati, sino al raggiungimento del numero di venti prescritto dal regolamento, dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale, che hanno chiesto la votazione nominale e che non vi abbiano preso parte.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (
Vedi votazioni).

(Presenti 263
Votanti 261
Astenuti 2
Maggioranza 131
Hanno votato sì 261
Sono in missione 30 deputati)
.

DIEGO NOVELLI. Signor Presidente, desidero segnalare che il mio dispositivo di voto non ha funzionato.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Novelli.
Ricordo che, a norma dell'articolo 85, comma 4, del regolamento, una volta deliberata la chiusura della discussione, hanno facoltà di intervenire una sola volta, per non più di dieci minuti, i presentatori degli emendamenti non ancora illustrati, che non siano già intervenuti nella discussione e sempre che non abbiano già preso la parola altri firmatari degli emendamenti stessi.
In questo caso, essendo già intervenuti nella discussione i deputati Foti, Scarpa Bonazza Buora, Vascon e Aloi, risultano illustrati tutti gli emendamenti presentati dai gruppi di alleanza nazionale, forza Italia e lega nord per l'indipendenza della Padania, nessuno dei quali è privo della sottoscrizione di uno dei deputati intervenuti per illustrarli.
Non ha quindi più titolo per intervenire in questa fase alcun altro deputato che abbia sottoscritto gli emendamenti presentati dai citati gruppi. Possono invece intervenire i colleghi Tassone o Volonté, Prestamburgo e Malentacchi.

MARIO PRESTAMBURGO. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, anche l'onorevole Volontè ed io rinunciamo ad intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malentacchi. Ne ha facoltà.

GIORGIO MALENTACCHI. Signor Presidente, essendo presentatore di alcuni emendamenti, desidero far notare che rifondazione comunista ha espresso una forte contrarietà riguardo al metodo intrapreso, sia in sede di Commissione agricoltura, sia nel corso della discussione generale: sulla materia delle quote latte si è infatti proceduto in modo separato, con due atti distinti...

PRESIDENTE. Scusate colleghi, capisco il momento, ma lasciamo parlare il collega Malentacchi.

GIORGIO MALENTACCHI. Sulla materia si è proceduto con due provvedimenti distinti, ossia il decreto-legge n. 43, che riguarda il pregresso, e il disegno di legge n. 5687 di riforma della legge


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n. 468, collegato alle prospettive future. Avevamo sottolineato la necessità di un collegamento che armonizzasse il tutto e che sarebbe stato necessario discutere, visto il vincolo esistente fra il decreto-legge n. 43 e il disegno di legge citato - come più volte abbiamo affermato nelle sedi parlamentari - cioè la compenetrazione e lo stretto rapporto esistente fra il pregresso e le regole da adottare per il futuro. Pur ritenendo ormai chiusa la fase emergenziale, auspicavamo ed auspichiamo l'approvazione di una legge organica in materia che sia in grado di tutelare gli operatori, i produttori e i soggetti fino ad ora maggiormente penalizzati, prima di tutto i consumatori. Ciò non è stato possibile e, quindi, è sorta la necessità di presentare emendamenti al decreto-legge n. 43, che sono stati tutti bocciati in Commissione. Avevamo scelto la via emendativa convinti - da tre anni a questa parte - di poter dare sulla materia un contributo importante.
Riconosco che il metodo adottato non consente tale possibilità, quindi siamo contrariati. Dalle valutazioni che abbiamo fatto ci sembra emerga che il decreto-legge n. 43 sia ostativo in mancanza di dati conoscitivi più completi e aggiornati sul reale andamento del settore. Del resto, ciò era emerso anche nel corso delle audizioni e, comunque, non è stata garantita fino in fondo la sicurezza dei dati finali e la certificazione delle produzioni pregresse.
L'intento dei nostri emendamenti, che sottoponiamo all'attenzione dell'Assemblea, è quello di compensare i non titolari con la soppressione della dizione «titolare di quota», perché intendiamo evitare che produzioni realizzate a fronte di quote assegnate dall'AIMA e poi annullate dalla legge n. 5 del 1998 siano assoggettate a prelievo.
Un altro aspetto fondamentale, contenuto nei commi 15 e 16 dell'articolo 1, riguarda la necessità di evitare di conferire all'acquirente la funzione di esattore di debiti per conto dello Stato, restituendogli la sola funzione di sostituto d'imposta. Abbiamo previsto una rateizzazione senza interessi, a fronte del rischio di riscossione coattiva aggravata da interessi e spese, con l'intento di indurre i produttori ad assoggettarsi spontaneamente, per così dire, alla corresponsione del prelievo, evitando procedure coattive di attuazione lunghe e laboriose.
Infine, sempre per quanto riguarda il complesso degli emendamenti all'articolo 1, abbiamo proposto di garantire la permanenza dei bacini regionali di provenienza delle quote revocate. In questa sede è stato evocato un confronto-scontro fra nord e sud sulle politiche della specifica materia, anzi sul complesso delle politiche agricole. Al fine di evitare tutto ciò, riteniamo, ripeto, che debba essere garantita la permanenza dei bacini regionali di provenienza delle quote revocate; questo anche per eliminare il rischio di un trasferimento consistente di quote verso le quattro regioni maggiormente produttrici, con la conseguente impossibilità per le restanti regioni di consolidare le proprie produzioni reali. Voglio anche ricordare, per completare il discorso, che si è accennato al fatto che l'Italia, in sede comunitaria, è riuscita a far aumentare le quote latte a disposizione. Credo, invece, che debba restare una preoccupazione di fondo e senza trionfalismi; ritengo, infatti, che nella discussione relativa alle quote latte ciò sia emerso come un «contentino» che deve interrompere per il futuro, all'interno della stessa Unione europea, il confronto e il dibattito sull'Agenda 2000, nonché sulle varie problematiche nel loro complesso e non solo per quanto riguarda la PAC.
Credo che l'accoglimento parziale di una redistribuzione delle quote nazionali - riguardante non solo l'Italia, ma anche altri due o tre paesi dell'Unione europea - abbia messo la sordina ad una discussione più profonda, che non riguarda soltanto le quote latte e, per la verità, rifondazione comunista da tre anni afferma di essere favorevole, in modo strategico, all'abolizione delle cosiddette quote di produzione.
La sordina che è stata così messa alla questione ha un'attinenza molto stretta con la situazione della guerra e l'attacco


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della NATO nei confronti della Federazione jugoslava. A sostegno di ciò vi è anche l'esempio degli ultimi accordi GATT, che fanno pensare che in tale ambito vi siano state assuefazioni rispetto alle richieste avanzate da chi, anche nei rapporti internazionali - mi riferisco sia al GATT, sia al WTO -, fa pesare non le proprie ragioni, ma la propria forza economica e militare.
Signor Presidente, concludo invitando l'Assemblea a sostenere gli emendamenti presentati da rifondazione comunista e da me sottoscritti, con l'intento di riuscire in qualche modo a dare un contributo e a far sì che gli scompensi e gli aspetti lacunosi del decreto-legge possano essere riequilibrati rispetto al problema complessivo che, ancora una volta, si è ripresentato dopo tre anni e che, anche in questo caso - concludo, signor Presidente, - si è risolto attraverso un decreto-legge. Ricordo, fra l'altro, ai colleghi che è la quarta volta che il Governo pone la questione di fiducia sulla materia: credo che ciò sia davvero troppo rispetto alla questione nel suo complesso.
Se domani si voterà la questione di fiducia, ci riserviamo di manifestare in quella sede la nostra posizione, che certamente non può essere di consenso (Applausi dei deputati del gruppo misto-rifondazione comunista-progressisti).

PRESIDENTE. È così conclusa l'illustrazione degli emendamenti ed articoli aggiuntivi.

ALBERTO ACIERNO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà; ha a disposizione un minuto di tempo.

ALBERTO ACIERNO. Signor Presidente, intervengo solo per segnalare che, durante lo svolgimento della precedente votazione, il collega Massimo Grillo non ha avuto la possibilità di entrare in aula. Ho grande rispetto per i colleghi dell'opposizione, che devono esercitare i loro diritti, ma occorre fare in modo che, quando si vota, l'accesso all'aula sia garantito a chi vuole entrare.

PRESIDENTE. Il collega Grillo la prossima volta potrà entrare dalla porta di sinistra, che era libera.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti e gli articoli aggiuntivi presentati.

GIOVANNI DI STASI, Relatore. Signor Presidente, prima di esprimere il parere sugli emendamenti e gli articoli aggiuntivi, voglio ricordare che il testo che stiamo esaminando non è quello approvato dal Governo, ma è quello integrato dalle numerose e significative modifiche apportate dal Senato.
Tali modifiche sono state introdotte da una maggioranza che a me risulta essere stata più larga di quella che sostiene il Governo. Questo fatto ci deve indurre alla riflessione anche circa i nostri obblighi perché il testo è certamente migliorabile; esistono infatti proposte emendative che, se accolte, potrebbero apportare miglioramenti. Devo però anche ricordare che l'eventuale accoglimento di emendamenti farebbe decadere il decreto e toglieremmo a tutto il Parlamento la possibilità...

ELIO VITO. Ma scade il 30!

GIOVANNI DI STASI, Relatore... di procedere alla riforma della legge n. 468 nei termini in cui qui è stata invocata. Abbiamo già concluso una parte dei lavori in Commissione e siamo certi di portare a compimento la riforma del settore lattiero-caseario, ma per fare bene il nostro lavoro abbiamo bisogno di una base certa. Si dice che questa esista già nella misura del 90-95 per cento, percentuale che può essere innalzata solo modificando il decreto. Questi sono i motivi che mi inducono a chiedere a tutti i presentatori di ritirare gli emendamenti presentati perché, in caso contrario, il parere è contrario.

SERGIO MATTARELLA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.


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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MATTARELLA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo pone la questione di fiducia...

ELIO VITO. Non hai il numero legale!

SERGIO MATTARELLA, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. ... sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 43 del 1o marzo 1999, nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. Colleghi, sono le 12,45. È stata posta la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 43 del 1o marzo 1999, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
Essendo stati illustrati tutti gli emendamenti presentati, si passerà alla votazione per appello nominale, che avrà luogo non prima di ventiquattro ore, salvo diverso accordo tra i gruppi, e previo svolgimento delle dichiarazioni di voto, a norma dell'articolo 116, comma 3, del regolamento.
Al fine di definire i tempi per il seguito del dibattito, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata presso la biblioteca del Presidente.

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