Seduta n. 359 del 25/5/1998

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TESTO AGGIORNATO AL 28 MAGGIO 1998


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(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4782)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Presidenza, data l'ora, riterrebbe opportuno, se non vi sono obiezioni, rinviare ad altra sede le repliche.

FRANCESCO STORACE. Volevo intervenire sulla questione.

PRESIDENTE. Sentiamo intanto se il relatore ed il Governo intendono replicare, perché la replica è una facoltà del relatore.

GIANNI RISARI, Relatore. Signor Presidente, se mi è data la facoltà, intendevo non tanto replicare, quanto svolgere alcune osservazioni.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha facoltà di replicare.

GIANNI RISARI, Relatore. Signor Presidente, come relatore ho ricevuto un mandato preciso da parte della Commissione: quello di riferire positivamente in aula sul provvedimento. A ciò mi sono attenuto e mi attengo anche ora.
Desidero solo soffermarmi su alcune delle questioni emerse nella discussione, che reputo positive. È emerso chiaramente in questa sede l'unanime intendimento di proseguire nel servizio ed è quindi emersa la volontà di prorogare la convenzione con Radio radicale. Anche questa mi sembra una opinione largamente condivisa. Il problema si pone quando ci si chiede cosa succederà quando si estinguerà la convenzione, quando cioè si porrà il problema di espletare la gara. A tale riguardo mi si chiede chiarezza e si polemizza su quanto io dico in merito al monopolio.
Il monopolio non c'è quando si vince una gara, dicevano gli onorevoli Landolfi e Storace. Ma credo che anch'essi debbano convenire sul fatto che, se non ci fosse concorrenza, ci sarebbe una gara che porterebbe ad una situazione di monopolio. Se di fatto ad una gara partecipa un solo concorrente, si indice una gara truccata.

MARIO LANDOLFI. Questo è un altro discorso!

GIANNI RISARI, Relatore. No, non è un altro discorso: è il discorso. È credo che l'onorevole Giulietti abbia esposto molto bene i termini di questo problema.
Una gara è libera se ci sono più concorrenti e se a questi vengono date pari opportunità.

FRANCESCO STORACE. È un problema di soldi!

GIANNI RISARI, Relatore. Ritengo di avere fatto chiarezza, almeno per quanto concerne il mio punto di vista al riguardo.


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La RAI è finanziata con i soldi dei contribuenti. Ebbene, credo che questa RAI, finanziata dai contribuenti, così come è oggi, abbia il dovere di rendere la più ampia informazione sui lavori parlamentari. Anche questa è un'altra ovvietà.
Perché, onorevole Taradash, ci sarebbe una duplicazione di servizio, come lei dice? Certo, ciò sarebbe vero, se venisse reso il medesimo servizio. Ma non è detto che debba essere reso lo stesso servizio.
Se noi decidessimo di andare alla gara e ad una gara libera, quella gara sarebbe istituita per un certo tipo di servizio. Sarebbe chiaro allora che il vincitore della gara dovrebbe svolgere quel certo tipo di servizio. Ma se la RAI non vincesse quella gara, penseremmo forse che la RAI non dovrebbe comunque rendere un servizio ampio e completo?

GIUSEPPE CALDERISI. Ha tre reti!

GIANNI RISARI, Relatore. Se la risposta è «sì», ritengo che il nostro confronto non debba partire dalla pretesa che la RAI debba chiudere oggi il servizio che ha attivato...

FRANCESCO STORACE. Oggi ha attivato una illegalità: è illegale!

GIANNI RISARI, Relatore. Non per un'illegalità: la RAI ha avviato un servizio in base ad una legge...

FRANCESCO STORACE. Che vìola!

GIANNI RISARI, Relatore... che noi possiamo contestare ma che è una legge. L'obiezione che lei fa, onorevole Storace, non può riguardare la legittimità...

FRANCESCO STORACE. Ma lei sa che ci sono sanzioni?

GIANNI RISARI, Relatore... dell'apertura del servizio da parte della RAI; semmai può riguardare il modo con cui lo svolge: è un altro problema ancora.

PRESIDENTE. Onorevole Risari, ha esaurito il suo tempo.

GIANNI RISARI, Relatore. Comunque, ripeto: il problema che dobbiamo chiarirci è questo: la pretesa che la RAI dismetta questo servizio.
Credo che la dichiarazione del sottosegretario Vita, che condivido (è inutile continuare a dire che ci sono differenze), sia significativa: con grande chiarezza egli ha detto che la normativa attuale, di fronte ad una gara, non avrebbe più senso.

FRANCESCO STORACE. Dopo!

GIANNI RISARI, Relatore. Certamente, per dopo. Concludo, Presidente. La discussione in Commissione è stata troncata non per un decisionismo del presidente Castellani, cui il Presidente della Camera, onorevole Violante, ha dato atto di aver agito correttamente, ma perché era convocata l'Assemblea e la Commissione doveva essere sconvocata; già era in calendario per oggi il dibattito. C'è fretta? Io dico di sì; voi dite di no: discutiamone. Se ci convincete rinviamo ancora, ma credo che dobbiamo arrivare velocemente ad una conclusione.
Sconvochiamo il Comitato ristretto: può esserne fatta richiesta e credo che non ci siano problemi per fare quello che lei dice, onorevole Storace, cioè provare le vie informali per continuare il confronto. A dire il vero certi atteggiamenti e certi toni polemici che avete usato in questo dibattito non sono un buon avvio.
Onorevole Storace, anch'io ho un grande rispetto per chi paga di persona per un'idea. Infatti vengo da una formazione politica che annovera martiri in difesa delle libertà democratiche: non ho bisogno che da casa sua questo me lo ricordi lei. È sufficiente che guardi...

FRANCESCO STORACE. Questa è la mediazione che sta cercando! Siamo alla follia! È un relatore questo?

PRESIDENTE. Onorevole Storace, la prego!


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FRANCESCO STORACE. Caro Vita, fatela con lui!

PRESIDENTE. Onorevole relatore, il suo tempo è contingentato ed è scaduto.

GIANNI RISARI, Relatore. Concludo, Presidente...

FRANCESCO STORACE. Poi i radicali insultano, vero?

PRESIDENTE. Onorevole Storace, lei ha appena finito di parlare: taccia!

FRANCESCO STORACE. Questo è un relatore? È una vergogna! È una vergogna!

PRESIDENTE. Taccia! Onorevole Storace, lei si è testé lamentato di essere stato tacitato in modo inadeguato dal Presidente Castellani.

FRANCESCO STORACE. Mi vuole espellere?

PRESIDENTE. Lei non ha il diritto di parlare: lo capisce?

FRANCESCO STORACE. Ha ragione Violante, allora!

PRESIDENTE. Penso che abbia proprio ragione, perché lei in questo momento non ha il diritto di parlare: la richiamo all'ordine.

FRANCESCO STORACE. Continuate così!

GIANNI RISARI, Relatore. Concludo dicendo che anche riguardo a questo...

FRANCESCO STORACE. Continuate così!

PRESIDENTE. Onorevole Storace, la richiamo all'ordine per la seconda volta.

FRANCESCO STORACE. Mi può anche cacciare, Presidente, così non parteciperò al dibattito!

PRESIDENTE. Onorevole Storace, si accomodi fuori!

FRANCESCO STORACE. Caro Vita, salutatemi i radicali e tutti i vostri amici!

GIANNI RISARI, Relatore. Concludo, Presidente. Mi spiace per questo episodio; comunque confermo che ho un grande rispetto per chi paga di persona. Questo rispetto mi viene da un'esperienza in cui molte persone hanno pagato: basta che guardi in casa mia e non ho bisogno di guardare in casa dell'onorevole Storace.

GUSTAVO SELVA. Perché fa sempre l'elogio di se stesso? Ognuno di noi ha le sue esperienze!

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Il dibattito riconferma la nostra volontà di attendere con impegno l'evoluzione del confronto che questa sera ha messo in campo posizioni ancora distanti che non configurano una soluzione. Quanto alla mediazione, essa non esiste, anche se alcuni dei colleghi intervenuti ne hanno sottolineato la necessità. Non mi è chiaro su cosa si possa e si debba mediare, ma il Parlamento deve legittimamente esprimere un'opinione sulla tipologia delle trasmissioni che lo riguardano. Non c'è una mediazione e tanto meno il Governo è interessato a prodursi in mediazioni su argomenti relativi all'attività parlamentare. Mi risulta anche difficile, sia pure con un esercizio di volontà, immaginare un eventuale punto di conclusione, che peraltro ancora non si vede all'orizzonte. Non mi riferisco tanto alle polemiche o a qualche tono che sono qui risuonati, mi riferisco al merito. Il Governo propose, onorevole Taradash, nel febbraio scorso un progetto che è stato da lei evocato, il


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che mi fa piacere, perché lo stesso progetto di febbraio fu in altri momenti, giudicato negativo. Sono molto contento che questa sera, da parte dell'onorevole Taradash, venga riconosciuta la bontà del progetto che il Governo varò il 10 febbraio. Ebbene, quel progetto ebbe un lungo iter parlamentare al Senato ed oggi in questa sede si sta discutendo del quadro di riferimento proposto dall'altro ramo del Parlamento.
Noi non avremmo obiezioni - lo comprenderà, onorevole Taradash - a tornare al testo da noi proposto, anche perché c'è stato il dibattito parlamentare.

MARCO TARADASH. Lei non può attribuirmi una cosa che non ho detto, cioè che ho elogiato quel testo.

VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. No, non lo ha elogiato; non l'ho detto e non lo crederei, neanche se lo dicesse; che lei potesse elogiare un testo del Governo Non si preoccupi, non potrei cadere in questa defaillance!
Stavo dicendo che ho sentito evocare quel testo che ha avuto un iter parlamentare.

GIUSEPPE CALDERISI. C'è stato quel testo e poi la pronunzia dell'antitrust!

VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Non avremmo obiezioni a tornare ad uno schema da noi stessi proposto. Sull'argomento è in corso un dibattito, sono in corso approfondimenti per la presentazione di emendamenti, tutte cose che mi inducono ad una considerazione rispetto ai temi suggeriti dagli onorevoli Risari e Giulietti, oltre che da altri interventi molto interessanti che si sono qui susseguiti (mi riferisco all'onorevole Paolo Colombo) in merito al problema della gara.
Come il Governo ha già avuto modo di dichiarare in sede di Commissione, non c'è da parte nostra alcun problema a rendere più esplicita la necessità di una gara (anche perché questa è stata fin dall'inizio l'intenzione del Governo), organizzata secondo i criteri più adeguati.
Quanto all'articolo 24 della legge Mammì, evocato dall'onorevole Landolfi e ripreso dall'onorevole Storace come impedimento allo svolgimento di una gara, è noto ai colleghi che chi sta parlando non difenderebbe mai la legge Mammì in nessuno dei suoi articoli.

MARIO LANDOLFI. Questo non la esime!

VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. Non dobbiamo quindi essere convinti (Commenti del deputato Landolfi) sulla necessità di cambiare definitivamente la legge Mammì, che proprio con la legge n. 249, votata da questa Assemblea nel luglio scorso, già è stata in gran parte superata; tant'è vero che abbiamo suggerito di trovare nella sede adeguata, cioè il provvedimento che sta riaprendo il suo iter formale presso l'8a Commissione del Senato, il disegno di legge n. 1138, il luogo per compiere un processo di revisione profonda anche dell'impianto normativo che riguarda il sistema radiotelevisivo per ciò che la legge n. 249 non ha toccato: tra questi aspetti vi è anche la questione del servizio pubblico radiotelevisivo!
Ci è difficile immaginare - al di fuori da ogni polemica - come si possa anticipare, in un provvedimento che riguarda le sedute parlamentari, la risoluzione di un problema che tocca tanti aspetti del servizio pubblico e non solamente questo, di cui stiamo discutendo qui. Ci sembrerebbe quindi improprio toccare solo un tasto di un complesso di problemi che, naturalmente, si può anche anticipare, ma insisto con il dire che mi pare più una forzatura che una soluzione del problema.
Vi è un modo molto più lineare e lo abbiamo suggerito, pur non avendo colto delle aperture a proposito di «aperture e chiusure», che pure mi sarei atteso: le ho colte nell'intervento dell'onorevole Romani; le ho colte assai meno negli interventi degli onorevoli Landolfi e Storace): il varo della gara dà luogo ovviamente all'apertura


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di una nuova fase, perché una gara si espleta ed ha quindi delle conseguenze concrete sul sistema. Da qui alla gara, a me ed a noi pare complicato rivedere solo un segmento di una normativa più complessa che va rivista nel suo insieme.
Siamo sempre disponibili al confronto, nelle forme che si riterranno più adeguate, che la Commissione e l'Assemblea riterranno più adeguate.
Mi auguro anche di poter partecipare ad un dialogo forse meno insistito su alcune polemiche e più fattivo. Quando si vuole una soluzione, bisogna essere in più di uno a volerla.
Mi permetta l'onorevole Storace, che pure è uscito dall'aula...

GIUSEPPE CALDERISI. Veramente è stato cacciato!

VINCENZO MARIA VITA, Sottosegretario di Stato per le comunicazioni. di dare una fugacissima risposta alle domande che ha posto sui compiti di vigilanza del nostro Ministero. Li stiamo espletando: siamo noi i primi a conoscere il carattere della convenzione tra lo Stato e la RAI, il carattere del contratto di servizio che lega la RAI al Ministero della comunicazione; quindi, sulla questione delle frequenze e sulle caratteristiche stesse della rete parlamentare, stiamo certamente effettuando le dovute verifiche e risponderemo nelle sedi competenti, come è nostro obbligo.

PRESIDENTE. Il seguito del dibatto è rinviato ad altra seduta.

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