Allegato A
Seduta 193 del 14/5/1997

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA SULLA VICENDA DELL'OCCUPAZIONE DEL CAMPANILE DI PIAZZA SAN MARCO A VENEZIA

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FABRIS e PERETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dai resoconti riportati dal quotidiano Il Gazzettino e da tutti i quotidiani nazionali in merito all'inquietante occupazione del campanile di piazza San Marco, a Venezia, ad opera di un sedicente commando del cosiddetto «serenissimo governo veneto», emerge, in particolare dai racconti del comandante del traghetto dell'Actv dirottato, Girotto, e dal bigliettaio della stessa azienda, di turno all'imbarcadero del Tronchetto, punto di imbarco del gruppo armato, come la polizia e i carabinieri siano stati immediatamente avvisati di quanto stava accadendo, tanto che venti minuti dopo, quando il gruppo è sbarcato a piazza San Marco, ad attenderli c'erano degli agenti, che però non sono intervenuti -:
nel caso tali resoconti riferiscano il vero, per quale motivo le forze dell'ordine non siano intervenute durante i venti minuti di navigazione e abbiano consentito lo sbarco del commando in piazza San Marco.(3-01082)
(13 maggio 1997)

SCOZZARI, CREMA e SANZA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si è assistito all'allucinante assalto dei terroristi veneti in piazza San Marco, a Venezia, ed è di ieri la notizia della presenza di un altro falso mezzo blindato dei sedicenti terroristi veneti a Montagnana, in provincia di Padova. Le indagini del procuratore capo Papalia hanno rivelato l'esistenza di un'organizzazione eversiva, ritenuta molto pericolosa, su cui si sta indagando. Si è appreso poi che l'associazione Life ha promosso una raccolta di fondi per i familiari «degli otto eroi» -:
quale attenzione intenda rivolgere alle preoccupanti dichiarazioni degli inquirenti che paventano addirittura possibili collegamenti con analoghi gruppi esistenti nel Triveneto; per quale motivo nell'ultimo rapporto dei servizi sia stata ignorata la possibilità di un pericolo separatista; quali iniziative intenda assumere per evitare di assistere nei prossimi giorni a simili, preoccupanti manifestazioni.(3-01083)
(13 maggio 1997)

SERRA, FRATTA PASINI, FRAU, PIVA, SCARPA BONAZZA BUORA ed ERRIGO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere quale sia stato il contributo informativo richiesto al Sisde, o comunque effettivamente prestato, per l'individuazione dei responsabili delle intromissioni nei telegiornali della Rai in Veneto e per prevenire la commissione di nuovi reati da parte delle persone già individuate; chi e perché abbia perso le tracce di tali persone, dopo che l'abitazione di una di loro era stata addirittura perquisita, proprio nelle ventiquattro ore precedenti l'operazione di piazza San Marco.
(3-01084)
(13 maggio 1997)


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CAVALIERE, LEMBO, BOSSI, COMINO, BALLAMAN e BORGHEZIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in merito alla nota vicenda verificatisi in piazza San Marco a Venezia, nella notte compresa tra l'8 ed il 9 maggio scorso, il Viminale ha dichiarato che almeno cinque degli otto componenti il commando erano controllati da diverso tempo, perché sospettati di essere gli autori delle ripetute incursioni televisive che, a partire dal 21 marzo scorso, hanno interrotto il telegiornali della Rai in alcune città del nord;
ciò nonostante, un commando di otto persone, in gran parte ragazzi, riusciva indisturbato a: caricare un camper ed un camion, di notevoli dimensioni, contenente a sua volta un mezzo blindato, sopra un traghetto; sequestrare lo stesso traghetto edirottarne il tragitto nella direzione da loro voluta; scaricare i mezzi nella centralissima piazza San Marco; scaricare casse contenenti materiale per la trasmissione dei «messaggi pirata», portandole sino al campanile della basilica, a circa quaranta metri di altezza, e di qui a trasmettere proclami; guidare il blindato all'interno della centralissima piazza ed a sostarvi indisturbati per oltre otto ore, fino all'intervento dei Gis;
per i componenti del commando vengono ora ipotizzati i reati di associazione sovversiva, di banda armata, di attentato all'integrità nazionale, di sequestro di persona a scopo di eversione e di detenzione illegale di armi;
l'operazione del commando nella città lagunare sembra essere stata anticipata rispetto alla data che i messaggi proclamavano, ossia il 12 maggio, quasi a voler minare il clima preelettorale e soprattutto in prossimità sia della manifestazione commemorativa del bicentenario dalla caduta della Repubblica di Venezia, organizzata dalla Lega nord del Veneto per la giornata di domenica 11 maggio, sia dell'imponente manifestazione politica organizzata per il 25 maggio prossimo dalla Lega nord - movimento che ha sempre ottenuto il consenso sulle proprie proposte in maniera democratica, senza mai mettere in atto o paventare alcuna azione violenta -, che coinvolgerà i cittadini di tutti i comuni delle regioni settentrionali, chiamati ad esprimersi su un referendum sull'indipendenza dei territori stessi;
tale episodio ricorda molto da vicino quanto accaduto negli anni non troppo lontani della "Prima Repubblica", in cui operazioni condotte ad arte da parte di apparati più o meno segreti dello Stato non hanno sortito altro scopo che quello di rafforzare i partiti di regime;
a due giorni dal primo turno delle elezioni amministrative di Milano, svoltosi il 27 aprile 1997, veniva fatto esplodere un ordigno nei pressi di Palazzo Marino, sede del consiglio comunale, della giunta e del sindaco di Milano -:
se siano state svolte e quali siano le attività di investigazione che avrebbero dovuto far prevenire queste azioni, soprattutto in ragione delle indagini avviate da tempo da parte delle forze dell'ordine, e se la stessa attività investigativa sia stata condotta in maniera chiara ed accurata o non sia stata «inquinata» da pressioni esterne atte ad addossare, anche se in maniera indiretta, la responsabilità di tale gesto al movimento della Lega nord per l'indipendenza della Padania, cercando in tal modo di screditarne la sua politica. (3-01085)
(13 maggio 1997)

MUSSI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere come siano stati possibili l'occupazione del campanile di San Marco, a Venezia, da parte di un commando, ed il sequestro di una motobarca dell'azienda pubblica di trasporti veneziani; quale sia stata la precisa dinamica dei fatti; quali siano i possibili collegamenti organizzativi e politici con altre organizzazioni; quali iniziative siano state assunte, o si intenda assumere, al fine di prevenire il ripetersi di nuovi episodi


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criminosi, che provocano un profondo turbamento nell'opinione pubblica e che mirano ad intaccare l'ordine democratico del Paese.(3-01086)
(13 maggio 1997)

BONATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che i recenti fatti avvenuti a Venezia, in piazza San Marco, ad opera di un gruppo che si richiama al cosiddetto «veneto serenissimo governo», dimostrano l'esistenza di un tessuto organizzativo operante contro i principi costituzionali -:
quali valutazioni dia di tale episodio e delle espressioni di solidarietà provenienti da ambienti imprenditoriali locali. (3-01087)
(13 maggio 1997)

BRESSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a Venezia, nella notte tra l'8 e il 9 maggio scorso, un commando di otto persone, che si proclamavano appartenenti ad un sedicente «serenissimo veneto governo», occupava il campanile di San Marco;
le forze di polizia sono tempestivamente, e con successo, intervenute, mentre non vi è stata alcuna azione preventiva volta ad impedire lo sbarco del commando a piazza San Marco -:
quali siano gli elementi, e in che momento siano stati acquisiti, che hanno consentito di arrivare alla determinazione di autorizzare l'intervento delle forze speciali;
quale sia stato il ruolo dei servizi segreti nella vicenda e quali informazioni siano giunte dall'autorità giudiziaria nei giorni precedenti a quello dell'occupazione del campanile di San Marco;
quali elementi siano emersi per arrivare all'individuazione della matrice di questo gruppo eversivo.(3-01088)
(13 maggio 1997)

SELVA, ARMAROLI, PEZZOLI, ALBERTO GIORGETTI e ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere:
di quale tipo sia il «mezzo blindato» trasportato in piazza San Marco da otto sedicenti appartenenti alla fantomatica «armata del veneto serenissimo governo»;
quali siano il numero e il tipo di armi in possesso delle otto persone che hanno scalato il campanile di San Marco a Venezia;
quali dati siano riferibili, senza intralciare il corso delle indagini, sulle «reti» di tali fantomatiche organizzazioni;
se le loro armi fossero in grado di funzionare nel momento in cui i carabinieri del Gis hanno catturato le otto persone;
perché, come risulta dalle dichiarazioni del sottosegretario di Stato per l'interno, Sinisi, confermate dal ministro Napolitano, essendo stati individuati quattro componenti del «commando» come gli autori delle «telepiraterie» sulle trasmissioni del Tg1 in Veneto, questi non siano stati seguiti in modo da evitare che potessero sfuggire alle forze dell'ordine;
quali siano le valutazioni del Governo circa la pericolosità dei fatti, «paragonabile a quella delle brigate rosse» (intervista del procuratore capo di Verona, Papalia, al Corriere della Sera del 13 maggio 1997), e circa quanti ritengono invece che possa trattarsi di un'espressione, certo illegale, di un malessere politico verso lo Stato, inefficiente ed incapace di dare risposte allo spirito di autonomia del popolo veneto. (3-01089)
(13 maggio 1997)

SBARBATI e MANCA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il ritrovamento della seconda auto blindata nella provincia di Padova, dopo il gravissimo episodio verificatosi in piazza


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San Marco, a Venezia, ha destato ulteriori preoccupazioni sull'entità e l'organizzazione del sedicente movimento «veneto serenissimo governo»;
le intrusioni audio nelle trasmissioni televisive locali e nazionali ed i continui proclami alle agenzie di stampa non possono essere certamente attribuite ad un solo piccolo gruppo di uomini, ma ad una struttura che ha in mente un progetto di destabilizzazione dell'unità nazionale;
tutto ciò si aggiunge al continuo invito alla secessione ed alla rivolta, non solo fiscale, proclamata più volte da uomini e parlamentari della Lega Nord, forza politica rappresentata nel Parlamento della Repubblica italiana, che hanno di certo favorito, ideologicamente, il nascere di simili schegge impazzite -:
a che punto siano le indagini sull'intera vicenda e come intenda procedere il Governo affinché sia stroncato sul nascere questo preoccupante fenomeno, accelerando la riforma federalista dello Stato e reprimendo ogni tentativo di mettere in discussione l'unità culturale, economica e politica del Paese.(3-01090)
(13 maggio 1997)