Seduta n. 168 del 17/3/1997

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Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 1997, n. 11, recante misure straordinarie per la crisi del settore lattiero-caseario ed altri interventi urgenti a favore dell'agricoltura (3131) (ore 14,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 1997, n. 11, recante misure straordinarie per la crisi del settore lattiero-caseario edaltri interventi urgenti a favore dell'agricoltura.
Ricordo che nella seduta del 13 marzo è iniziata la votazione degli
emendamenti (per gli articoli, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi vedi l'allegato A ai resoconti delle sedute del 12 e 13 marzo 1997).
Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento 1.57, interamente sostitutivo dell'articolo 1 del decreto-legge (vedi l'allegato A).
Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento. Ne ha facoltà.

GIORGIO BOGI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Il Governo pone la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, del proprio emendamento 1.57, interamente sostitutivo dell'articolo 1 del decreto-legge n. 11 del 1997.
L'emendamento del Governo fa peraltro salvo il contenuto dell'emendamento Prestamburgo 01.1 (nuova formulazione), approvato dalla Camera il 13 marzo scorso.
Nell'emendamento 1.57 del Governo sono recepite anche le modificazioni apportate dalla Commissione competente, nonché altre modificazioni convenute in Comitato dei nove.

ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Presidente, alcune considerazioni di carattere più generale sull'uso dello strumento della questione di fiducia da parte del Governo le esprimeremo in altra sede, magari già domani in occasione delle dichiarazioni di voto.
Vorrei svolgere per il momento alcune considerazioni sulla presentazione dell'emendamento da parte del Governo e per questo avevo segnalato di voler intervenire prima della prevedibile posizione della questione di fiducia.
La prima considerazione è la seguente: il Governo ha presentato un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 1 del decreto, che abroga anche gli articoli successivi. Ebbene, Presidente, ho la sensazione che, da un po' di tempo a questa parte, sulla posizione della questione di fiducia si stia introducendo un principio sempre più derogatorio, non solo delle norme regolamentari sulla presentazione degli emendamenti, ma anche dei principi generali che regolano l'attività parlamentare e che sovrintendono anche alla logica del pensiero umano. Mi riferisco al fatto


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che questo emendamento del Governo, se fosse stato presentato correttamente quando vengono presentati tutti gli emendamenti, vale a dire prima dell'inizio della votazione degli stessi, sarebbe stato collocato in una posizione diversa da quella nella quale viene posto adesso. Intendo dire che il diritto del Governo a porre la fiducia sui propri emendamenti è sancito anche dalla nostra Costituzione, ma tale diritto non può andare al di là dell'ordine delle votazioni ed anche dell'ordine logico. Il ministro Bogi - non ci siamo ancora abituati a chiamarlo così - ha detto che viene fatto salvo l'emendamento Prestamburgo 01.1, approvato dalla Camera nella seduta di giovedì, che precedeva l'articolo 1, ma nella seduta di giovedì la Camera ha anche respinto degli emendamenti all'articolo 1, sostitutivi dello stesso, che sarebbero stati collocati nell'ordine logico delle votazioni successivamente al nuovo emendamento presentato dal Governo.
Quindi, signor Presidente, sappiamo che il Governo può sempre presentare emendamenti e che il Governo può sempre porre la questione di fiducia, ma mi chiedo se l'esecutivo possa presentare un emendamento che, dal punto di vista dell'ordine logico oltre che dell'ordine delle votazioni, deve essere collocato in un momento precedente a quello cui la Camera è pervenuta. Infatti nelle sedute precedenti la Camera ha cominciato a votare gli emendamenti ed è arrivata ad un certo punto; oggi il Governo ha presentato un emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 1 che viene inserito esattamente al punto cui ci troviamo, mentre avrebbe dovuto trovare la sua collocazione in un momento precedente. A fronte di ciò noi dovremmo far finta di nulla, collocare l'emendamento in un punto successivo rispetto all'ordine delle votazioni e all'ordine logico e consentire la posizione della questione di fiducia.
Pongo il problema, Presidente, non per accanimento particolare nei confronti del ministro Bogi o di questo emendamento ma perché, lo ripeto, ritengo che sulla posizione della questione di fiducia su maxiemendamenti, su emendamenti sostitutivi, su emendamenti presentati dopo che la Camera ha già cominciato a votare, su emendamenti che vengono presentati dopo che la Camera non solo ha già cominciato a votare ma ha anche modificato il testo originario, si stia instaurando una pericolosa prassi derogatoria.
Il problema è il seguente: il momento nel quale il Governo decide di porre la questione di fiducia è il dato centrale e non può diventare un dato successivo. Il Governo deve sapere che su determinati provvedimenti può porre la questione di fiducia sia sul testo della Commissione, sia sul testo originario, sia sul mantenimento di un proprio articolo o di un singolo emendamento; ma in questo modo il Governo, con maxiemendamenti che recuperano integralmente il testo del decreto-legge, introducendo anche modifiche, e non tenendo conto dell'ordine delle votazioni cui è giunta la Camera, a mio giudizio effettua una grave deroga ai buoni principi di andamento dei nostri lavori, di ordine delle votazioni e anche di ordine logico.
Tra l'altro, Presidente, credo che la scarsa presenza dei colleghi in aula in qualche misura sia dovuta al fatto che la presentazione di questo maxiemendamento e la posizione della questione di fiducia sullo stesso erano ampiamente prevedibili fin dalla seduta di giovedì scorso. Tuttavia non penso che per questo, nel momento in cui viene presentato un nuovo emendamento, come è accaduto con quello di questa mattina, venga meno il dovere della Commissione agricoltura, oltre che il diritto dei singoli commissari, di esaminare l'emendamento. Non è una questione che investe il Governo, ma la Camera.
Mi domando allora, Presidente, se all'ora mattutina in cui è stato presentato il nuovo emendamento la Commissione agricoltura e il Comitato dei nove siano stati convocati. Ritengo, infatti, che dobbiamo rispettare almeno le procedure minime di confronto tra Governo e Parlamento che sono sempre importanti, anche quando

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possono apparire superflue (Applausi dei deputati dei gruppi di forza Italia e di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Onorevole Vito, lei, al solito, pone questioni intelligenti che devono essere oggetto di una riflessione, che verrà svolta nelle sedi opportune, dal momento che mi farò carico di far presente le sue argomentazioni al Presidente della Camera. Le medesime saranno pertanto oggetto di discussione nella Giunta per il regolamento. Per il momento devo dirle che la richiesta del Governo relativa alla fiducia è corretta. Delle altre questioni avrà modo di discutere nell'ambito della Giunta per il regolamento.

GUSTAVO SELVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUSTAVO SELVA. Onorevole ministro Bogi, lei inaugura male il suo nuovo cursus honorum, il suo nuovo compito di ministro, che è quello di avere rapporti con il Parlamento. Lo inaugura male perché alle osservazioni fatte dall'onorevole Vito ne vorrei aggiungere soltanto un'altra: la Corte costituzionale ha finalmente deciso che non è possibile reiterare i decreti, ma il Governo presieduto dall'onorevole Prodi segue oggi una via molto più spicciativa. Infatti presenta un maxiemendamento che è sostitutivo di un intero decreto, tiene conto o non tiene conto delle discussioni, delle conclusioni e delle votazioni che ci sono state in sede di Commissione e in aula su questo decreto e infine procede alla eliminazione, alla sostituzione e alla trasformazione del precedente decreto in un maxiemendamento. Io sono per procedure chiare e semplici; non so quanto di chiaro e semplice ci sia per coloro che dovranno applicare questa legge che consta di un maxiemendamento con un articolo unico composto di 54 capoversi. Quando lo leggeremo più attentamente e lo esamineremo, ci renderemo conto che non è né semplice né chiaro. Mi premeva però per il momento osservare che la via sbrigativa per ovviare all'impossibilità di reiterare i decreti che il Governo ha scelto è sicuramente una via molto pericolosa sotto il profilo costituzionale e regolamentare.
Se si dovesse andare avanti per questa strada (come sistema legislativo), credo che la funzione legislativa del Parlamento verrebbe fortemente ridotta nel momento in cui la maggioranza si appresta a dare un voto non tanto sul merito di questo provvedimento ma in quanto legata da un rapporto fiduciario e puramente politico con il Governo.
Rivolgo a lei gli auguri di un miglior lavoro di cooperazione con il Parlamento e di un miglior modo di legiferare, più rapido e più semplice ma la strada che ha inaugurato il suo nuovo corso degli onori non mi sembra sia quella più rispettosa tanto della maggioranza quanto dell'opposizione, cioè dell'intero Parlamento.
La prego di riflettere e di far riflettere il Presidente del Consiglio su queste osservazioni. Non si può «saltare» una sentenza della Corte costituzionale attraverso un procedimento che ha tutta l'aria di voler operare proprio ciò che non è più possibile fare con la reiterazione dei decreti (Applausi dei deputati dei gruppi di alleanza nazionale e di forza Italia)

ALBERTO LEMBO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO LEMBO. Credo che ci si debba congratulare con il ministro Bogi perché riesce, in un colpo solo (colpi analoghi a questi penso che in futuro ce ne saranno altri), a risolvere alcune delicate questioni regolamentari su cui la Giunta per il regolamento sta tentando di lavorare (non dico che sta lavorando alacremente da alcuni mesi). Nel momento in cui il Parlamento sta discutendo della conversione di un decreto-legge che non può essere reiterato, si trova una via davvero molto celere che consente di superare tutti i passaggi previsti dal regolamento (l'emendamento del Governo


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infatti chiude, prima ancora di aprirla, la questione della emendabilità del provvedimento e quindi impedisce qualunque tipo di confronto). È dunque un mezzo molto efficace che il Governo tenta di introdurre nella prassi parlamentare.
Non è presente in aula il Presidente Violante, al quale vorrei rivolgere comunque la seguente domanda: se egli sia pienamente d'accordo sul nuovo iter, inaugurato oggi dal ministro Bogi. Se tale modo di procedere si affermasse, credo che potremmo abolire sia la Giunta per il regolamento sia le Commissioni e - in particolare - il Comitato dei nove. Nel momento in cui (bontà del Governo!) si recepiscono i frutti del lavoro svolto fino a quando (faccio riferimento alla seduta di giovedì) si era registrata una qualche forma di confronto tra le diverse forze politiche impegnate nell'esame della questione, non si può oggi chiudere questo confronto ponendo la questione di fiducia. Preciso, peraltro, che si trattava di un confronto ancora aperto dovendosi ancora esaminare una serie di emendamenti, sui quali il nostro gruppo aveva presentato delle pregiudiziali di costituzionalità.
Nella sostanza, a fronte di una situazione così complessa, si è scelta, lo ripeto, la via più rapida e sbrigativa del voto di fiducia. Credo si debba protestare su tale decisione in maniera molto ferma!
Se il Governo intende procedere veramente in questo modo, non avrà più ragione d'essere neppure quella critica del Presidente del Consiglio nei confronti del Parlamento, perché quest'ultimo viene azzerato ed esautorato dei propri compiti. Non solo, ma l'unica funzione che questo Governo lascia al Parlamento è quella di pronunciarsi attraverso un voto di fiducia: può essere una strada possibile, ma soluzioni di tal genere - al di là di ciò che sarà il lavoro della Commissione bicamerale - le abbiamo viste applicare, in modo molto efficace dal punto di vista del procedimento e, forse, non molto efficace dal punto di vista dei risultati sostanziali, in altri sistemi statuali - grazie al cielo scomparsi dalla faccia della terra - come quelli della Cina comunista, dell'Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche, della Bulgaria, della Romania e di altri!
Signor ministro, non saremmo molto favorevoli a che si proceda su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)!

PRESIDENTE. Avverto che, avendo il Governo posto la questione di fiducia sull'approvazione del suo emendamento 1.57, interamente sostitutivo dell'articolo 1 del decreto-legge e degli altri articoli del medesimo, dei quali viene conseguentemente proposta la soppressione, la discussione proseguirà a norma dell'articolo 116, comma 3, del regolamento, essendosi conclusa la fase della illustrazione degli emendamenti.
La votazione avrà pertanto luogo nella giornata di domani, non prima delle ore 14, previe dichiarazioni di voto.
Il seguito del dibattito è pertanto rinviato alla seduta di domani.

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