Allegato A
Seduta 39 del 24/7/1996

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INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI

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A) Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il ricorso massiccio alle cosiddette «precettazioni di ufficio», accentuato negli ultimi anni dalla direzione di Levadife, ha portato allo svilimento del servizio civile fondato sull'obiezione di coscienza;
la totale disattenzione nei confronti delle chiamate nominative ha creato serie difficoltà all'inserimento degli obiettori negli enti presso i quali sono stati precettati, con grave pregiudizio sulla qualità del servizio civile stesso;
la situazione è ben nota al ministero della difesa perché oggetto di precise denunce da parte degli enti convenzionati e delle associazioni degli obiettori di coscienza (si veda, al riguardo, il libro/dossier «Il Ministero del Falco», edito nel 1995 a cura dell'associazione per la pace e dell'associazione obiettori nonviolenti). Sull'ordine del centinaio sono le interrogazioni - in gran parte rimaste senza risposta - presentate in questi anni sull'uso disinvolto delle precettazioni d'autorità e sull'accanimento burocratico da parte dell'organismo preposto dal ministero nell'assegnazione agli enti degli obiettori di coscienza;
l'insensensibilità manifestata da Levadife, che per inciso archivia di ufficio tutte le domande di trasferimento presentate dagli obiettori precettati nonostante la constatata infondatezza delle motivazioni alla base della precettazione stessa, ha costretto la Caritas ad una ricusazione di circa 500 obiettori di coscienza non segnalati dall'ente stesso;
altri enti, come il Wwf e l'Arci, hanno annunciato di voler seguire, in assenza di una inversione di tendenza, la stessa strada della Caritas;
la legge n. 772 del 1972, nella sua lacunosità, attribuisce ampia discrezionalità all'operato di Levadife. Il fatto però che le precettazioni di autorità abbiano raggiunto livelli altissimi dimostra o una volontà politica di boicottare il servizio civile o una decisa incapacità di gestire il servizio stesso. Nell'uno o nell'altro caso, la permanenza del dottor Di Stefano alla direzione di Levadife appare agli interpellanti quanto mai inopportuna;
alla richiesta di dimissioni del dottor Di Stefano ha fatto seguito sulla stampa una difesa di ufficio del funzionario da parte del Ministro, onorevole Andreatta. Il Ministro della difesa, oltre ad aver criticato la legittimità, che a parere degli interpellanti è fuori discussione, della iniziativa della Caritas, ha difeso Levadife sostenendo che: a) le precettazioni di ufficio sono un fenomeno limitato ed esteso esclusivamente in rapporto alla


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crescita delle domande di obiezione; b) per buona parte dell'anno le richieste nominative di enti ed obiettori vengono accolte e solo nell'ultima parte dell'anno gli obiettori vengono assegnati di autorità per evitare che siano congedati di ufficio; c) il personale addetto è carente e sempre più sproporzionato alla crescita delle domande di obiezione: di queste tre giustificazioni solo l'ultima appare (parzialmente) corrispondente alla verità, ma potrebbe essere facilmente risolta con il distacco di un congruo numero di obiettori presso Levadife, contribuendo in questo modo anche al loro positivo coinvolgimento diretto alla gestione del servizio -:

se non intenda, per rendersi conto della reale consistenza del fenomeno e per accertare la presunta volontà persecutoria di Levadife nei confronti di enti ed obiettori, svolgere una indagine a campione su alcune centinaia di casi di precettazioni d'autorità e da questa trarre le conseguenze sull'opportunità della permanenza del dottor Di Stefano alla direzione stessa;

se non intenda impartire precise istruzioni a Levadife per ridurre sensibilmente il ricorso alle precettazioni di ufficio e per accogliere quelle domande di trasferimento degli obiettori che trovino consenzienti sia l'ente che li richiede, che l'ente presso il quali sono stati precettati d'autorità;
se non intenda distaccare presso Levadife un congruo numero di obiettori di coscienza, per coadiuvare il disbrigo e le pratiche di gestione del servizio civile e la stessa assegnazione degli obiettori agli enti convenzionati.
(2-00083)
«Cangemi, Nardini, Valpiana, Mantovani, Marco Rizzo, De Cesaris e Brunetti».
(4 luglio 1996).

B) Interrogazioni:

SPINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa parlano della decisione dell'Arma dei carabinieri di lasciare la sede della scuola allievi sottufficiali presso Firenze -:
se tale notizia risponda al vero;
quali siano le motivazioni che eventualmente l'hanno determinata, in particolare nei rapporti con il comune di Firenze, la regione Toscana e gli enti locali;
se non ritenga Firenze stessa la sede più idonea per tali strutture, sia dal punto di vista della localizzazione territoriale che del rapporto con l'università, e, più in generale, con altre strutture culturali, che costituiscono importanti economie esterne, per le opportunità di ambiente culturale, sia per la scuola stessa che per le condizioni di vita dei suoi allievi, essendo un importante, tradizionale, punto di forza;
quali provvedimenti urgenti intenda intraprendere per far sì che la scuola allievi sottufficiali dei carabinieri continui la sua attività sul territorio fiorentino.
(3-00079)
(3 luglio 1996).

MIGLIORI, MATTEOLI e MARTINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
se corrisponda a verità la notizia inerente una possibile decisione dei vertici dell'Arma dei carabinieri tendente a localizzare fuori da Firenze e dalla Toscana (sede ormai storica) la scuola sottufficiali dei carabinieri;


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quale giudizio si esprima in merito alla dismissione dalla città di Firenze, oltre alla scuola carabinieri, del Comiliter nonché di segmenti significativi della sanità militare. (3-00081)
(3 luglio 1996).

C) Interrogazione:

GUIDI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per conoscere:
a quale titolo l'Inps continui a versare sul capitolo 3355 del ministero del tesoro - ragioneria generale dello Stato - le somme trattenute nella misura di venti lire al mese su ogni rata di pensione per destinarle all'Onpi, tenuto conto che il suddetto ente è stato soppresso dal 1978 e che nessun beneficio deriva ai pensionati dai 255 miliardi complessivamente raccolti e distribuiti dallo Stato alle regioni. (3-00097)
(9 luglio 1996).