PROGETTO DI LEGGE - N. 4866
Onorevoli Colleghi! - Tra le particolari colture
agricole tipiche del Mediterraneo, la più rara e forse unica è
quella del bergamotto.
Vi sono buoni motivi per ritenere che di questa risorsa
non si abbiano oggi, nella cultura di massa, tutte le dovute
conoscenze che spesso sono indispensabili per poter affrontare
in modo serio e compiuto le tante problematiche che si
addensano nel relativo comparto agronomico, cosa che non
accade per le altre colture agricole del Paese di cui, invece,
tutti possono parlare o dibattere e contribuire a risolvere
gli eventuali problemi che nascono nei relativi settori.
Anche per questa scarsità di specifiche conoscenze, il
settore del bergamotto ha trovato in passato e continua a
trovare nel presente forti difficoltà a svilupparsi nei
territori in cui la cultura è tipica, ostacolando di fatto la
nascita di nuova occupazione sia nel settore della
coltivazione, che in quello delle attività di
trasformazione.
Il bergamotto è una risorsa davvero preziosa, se
adeguatamente valorizzata è in grado di assicurare nuove ed
interessanti opportunità di occupazione, con ritorni economici
inimagginabili per i territori depressi del meridione.
Con la presente proposta di legge si intendono raggiungere
due risultati: far conoscere le caratteristiche agronomiche
della coltura e quelle tecniche delle produzioni che si
ottengono dalla sua trasformazione in modo da aumentare il
grado di conoscenze del comparto ed attribuire la
"denominazione di origine" alla sua essenza per tutelarne le
caratteristiche di tipicità ed impedirne l'uso scorretto ed
improprio in modo da arrestare le tante e ricorrenti
speculazioni commerciali.
Il primo scopo si potrà perseguire leggendo il seguito
della presente relazione, il secondo con l'approvazione della
proposta di legge.
Riferimenti storici.
Il bergamotto - Citrus bergamia, Risso - è un agrume
dall'origine sconosciuta, ed ha creato non poche dispute
sull'area di origine e sulla posizione sistematica. Secondo
Swingle, infatti, il bergamotto sarebbe da considerare una
varietà di Citrus aurantium L. Sembrerebbe, inoltre, che
il bergamotto abbia avuto origine ibrida e, pertanto, sia il
risultato di un incrocio di limetta per arancio amaro. Citato
per la prima volta da Volkamer, secondo Chapot la presenza del
bergamotto sarebbe stata accertata in Calabria fra il XIV ed
il XVI secolo.
L'impianto del primo bergamotteto in Calabria, nel fondo
di Giunchi, risale al 1750 e si deve a Nicola Parisi;
successivamente la nuova coltura si diffuse rapidamente. La
storia dello sviluppo delle colture a bergamotto è
strettamente legata alla realizzazione della cosiddetta
Aqua admirabilis, un'acqua da toeletta denominata
poi "acqua di colonia", da parte di tale G.P. Feminis,
emigrante italiano, in onore della città in cui fu avviata la
produzione. Com'è noto, l'olio essenziale di bergamotto è il
componente fondamentale non solo dell'acqua di colonia ma
anche di numerosi altri delicati prodotti di profumeria.
Aspetti botanici e biologici.
La pianta di bergamotto presenta medio vigore con
portamento compreso tra l'assurgente e l'espanso. Le foglie si
presentano grandi e molto simili a quelle del limone per
colore e forma. Gemme e fiori risultano mediamente grandi e
bianchi.
Il frutto maturo presenta colore giallo limone, con
pezzatura media e piccola e dalla forma oblata, arrotondata
ovvero piriforme.
La buccia risulta mediamente sottile, a superficie liscia,
a volte, moderatamente rugosa ed aderente; mentre la polpa,
moderatamente consistente, si presenta di colore
verde-giallo-pallido, di elevata acidità e sapore amaro.
La coltura del bergamotto è soprattutto localizzata in
Calabria e, in modo particolare, in provincia di Reggio
Calabria. Soltanto una minima parte è coltivata in Africa
(Mali, Guinea, Costa d'Avorio e Camerun) e Sud America
(Argentina e Brasile).
Del bergamotto sono note tre cultivar:
Femminello: albero a rapido accrescimento, ma di
ridotto sviluppo. E' produttivo, esigente, poco longevo ma
precoce. Presenta foglie di medio sviluppo e dalla forma
lanceolata. Il frutto è sferico, a buccia sottile. La raccolta
dei frutti inizia a fine ottobre;
Castagnaro: albero di buon sviluppo, dalla
produzione alternante, rustica e longeva. Presenta foglie
grandi e dalla forma lanceolata. Il frutto è globoso, a buccia
di medio spessore. La raccolta dei frutti inizia a
novembre;
Fantastico: albero di buon sviluppo, di elevata
produzione e rustico. Presenta foglie più grandi delle altre
cultivar. Il frutto è globoso. La raccolta dei frutti si
svolge nel periodo novembre-dicembre.
Tecnologia.
Esaminando una sezione trasversale di un bergamotto,
procedendo dall'esterno verso l'interno, si osservano i
seguenti strati (figura 1):
a) l'epicarpo o flavedo, costituito da
un tessuto parenchimatoso, ricco in pigmenti che sono verdi
nei frutti immaturi e che gradualmente diventano gialli nel
corso della maturazione. Nell'epicarpo si trovano disposti
irregolarmente numerosi otricoli (ghiandole o lacune oleifere)
contenenti l'olio essenziale. L'epicarpo è ricoperto,
all'esterno, da una sottile cuticola contenente gli stomi;
b) il mesocarpo o albedo, tessuto
parenchimatoso formato da cellule di forma irregolare, di
aspetto spugnoso e colore bianco, con grandi spazi
intercellulari. Questo strato è costituito, per circa il 20
per cento, da sostanze pectiche;
c) l'endocarpo, costituito da segmenti o
spicchi distribuiti intorno ad un asse centrale o medula,
avente una composizione analoga a quella dell'albedo. I
segmenti sono avvolti da una sottile membrana di tessuto
epidermico e contengono, all'interno, le vescichette con il
succo, aventi pareti sottilissime. Nell'endocarpo, situati
intorno all'asse centrale, si trovano i semi.
La complessa struttura che abbiamo sommariamente descritto
dà subito un'idea della difficoltà cui si va incontro nel
programmare la produzione dei derivati: ciò a differenza di
altri frutti la cui omogeneità consente una più immediata
disponibilità per la utilizzazione industriale. Il prodotto
più redditizio della trasformazione industriale dei bergamotti
è costituito dall'olio essenziale ottenuto dalle scorze.
Tuttavia, malgrado l'importanza preminente che possa avere la
produzione di uno specifico derivato, l'esperienza ha
ampiamente dimostrato che una moderna industria agrumaria non
può avere successo se il processo tecnologico su cui si fonda
non prevede lo sfruttamento integrale del frutto.
Riteniamo, comunque, che in questi ultimi anni si stia
facendo strada il convincimento che il futuro del bergamotto
non potrà mai essere assicurato se non nell'ambito di una
produzione congiunta di derivati, in modo da costituire una
difesa concreta nei riguardi delle ricorrenti crisi.
I metodi di estrazione dell'essenza di bergamotto si
fondano su procedimenti che trattano il frutto intero e che
possono essere classificati secondo i seguenti meccanismi su
cui si basa l'azione esercitata sulla superficie del
frutto:
1) striatura superficiale: operazione generalmente di
non elevata drasticità e che danneggia al minimo i tessuti;
2) abrasione totale dello strato superficiale contenente
gli otricoli dell'essenza.
Ambedue i procedimenti si basano sulla meccanizzazione dei
prototipi manuali, la "scodella" originaria della regione di
Nizza e tuttora impiegata nelle Antille inglesi e la
"grattugia circolare" utilizzata fino a qualche anno fa in
Spagna.
La "scodella" era inizialmente in legno, irta all'interno
di chiodi. Adesso ha la forma di un imbuto di rame poco
profondo, la cui estremità è saldata. Le pareti interne
dell'imbuto sono coperte di chiodi di ottone. L'operaio tiene
questo strumento sulle ginocchia e pressa dolcemente i frutti,
facendoli contemporaneamente ruotare contro i chiodi le cui
punte punzecchiano e striano la scorza in tutti i sensi,
lacerando gli otricoli.
L'essenza proiettata fuori si raccoglie lentamente,
assieme ai detriti ed alla porzione acquosa della scorza, e
viene infine separata per decantazione. L'operazione è lunga e
delicata: la qualità è però eccellente anche se la resa è
troppo bassa.
La derivazione più immediata del principio della
"scodella" è costituita dalla "macchina calabrese" (vedi
figura 2), costruita intorno al 1840 da Nicola Barillà di
Reggio Calabria e studiata specificamente per l'estrazione
dell'essenza di bergamotto. Questa macchina, con lievi
modifiche, è ancora oggi utilizzata in Calabria anche se, a
seguito dell'introduzione di nuove macchine, il suo impiego
non è più generalizzato come lo era fino a pochi anni fa.
L'organo di lavoro è costituito essenzialmente da due scodelle
di zinco fuso, denominate "coppe" (vedi figura 3) che,
insieme, formano un anello cilindrico (toro). La coppa
inferiore, del diametro di circa 42 centimetri, è fissa e
munita di punte al fondo e di denti sulle pareti coniche; la
coppa (o piatto) superiore, dello stesso diametro, è munita di
lamelle radiali di ottone che, quando la macchina è in moto,
ruotano intorno ad un asse verticale, pressando e trascinando
i frutti.
Il carico dei frutti viene effettuato ad intermittenza:
con apposita leva si solleva il piatto superiore, si collocano
i frutti (la paria, cioè da otto a dodici bergamotti),
possibilmente scelti di misura uniforme e quindi si riabbassa
il piatto in modo da ricostituire l'anello.
Il numero di giri e la pressione sono regolati secondo la
natura e lo stato dei frutti. Il liquido che si forma,
costituito da assenza, liquido acquoso e detriti, si raccoglie
attraverso aperture praticate nella coppa inferiore, in
apposito recipiente. Al termine del numero di giri
prestabilito, l'operaio solleva il piatto, scarica il lotto di
frutti e ne ricarica un altro. I frutti trattati sono
asciugati con una spugna per togliervi l'essenza rimasta sulla
superficie. Si ottiene un prodotto di ottima qualità ma la
portata è limitata e la mano d'opera gravosa. Oggi,
praticamente, la maggior quantità di essenza di bergamotto
viene estratta con un metodo che prevede l'abrasione
dell'epidermide dei frutti, tramite la "pelatrice" speciale
(vedi figura 4). Le camere in cui sono trattati i frutti sono
ricavate da un corridoio lungo parecchi metri il cui fondo è
costituito da due coppie di rulli rivestiti in lamiera di
acciaio inox forata con punte abradenti di lunghissima durata;
le due coppie sono disposte a sezione trapezoidale ed, in
ciascuna, i rulli girano verso l'esterno.
L'avanzamento dei frutti lungo il corridoio è determinato
da una coclea coperta anch'essa da punte abradenti. La
superficie abradente totale è di metri quadrati 7. I frutti,
per mezzo di un cassetto posto alla base della tramoggia di
carico, sono automaticamente alimentati nelle camere di lavoro
formate dai rulli abradenti e dalle pareti della coclea, sotto
una pioggia d'acqua in ciclo chiuso uscente da spruzzi posti
lungo l'asse della macchina. Uno speciale dispositivo azionato
da manovella esterna assicura la costante pulitura dei fori
d'uscita dell'acqua.
Un regolatore varia la velocità dei rulli in base allo
stato dei frutti ed un altro regolatore varia la velocità
della coclea e, quindi, la permanenza dei frutti nella
macchina secondo lo sfruttamento desiderato. La sospensione
ottenuta, prima di giungere alla centrifuga, deve passare da
apposito premi-detriti.
Dopo il passaggio in centrifuga e la separazione
dell'essenza è buona norma recuperare l'essenza residua
contenuta nell'acqua con uno dei seguenti procedimenti:
1) invio delle acque in una seconda centrifuga a dischi
funzionante possibilmente a più alto numero di giri;
2) separazione di un'emulsione più ricca attraverso
passaggio in vasche di decantazione. L'acqua è ricondotta in
ciclo e spruzzata nelle macchine impiegate per l'estrazione;
dall'emulsione è recuperata di solito l'essenza per
distillazione. Il primo procedimento, applicato dai principali
complessi industriali calabresi dediti alla lavorazione del
bergamotto, si fa preferire dato che il recupero ulteriore di
essenza è più completo e non avviene a scapito della qualità
come si verifica inevitabilmente con il prolungato contatto
acqua-essenza nella vasche di decantazione.
Altre macchine estrattrici utilizzate dall'industria sono
le seguenti,
Pelatrice Avena: la macchina brevettata nel 1924
da Giuseppe e Placido Avena di Pistunina (Messina) è
costituita da un tamburo contenente due piatti coassiali
rotanti ed ha la forma di una centrifuga a paniere (vedi
figura 5): in questo caso, però, la parte rotatoria non è data
dal tamburo, ma dai piatti (diametro = 117 centimetri) i quali
sono coperti da punte piramidali in acciaio inox; la parte
interna del tamburo è pure coperta, per una fascia alta
centimetri 22, con punte di vetro. La superficie abradente
totale è di metri quadrati 1,80. I frutti sono caricati
attraverso una tramoggia che è divisa in due parti ed ha il
fondo apribile; ciascuna delle due parti contiene la carica
destinata ad un piatto (chilogrammi 25 circa). Ad
intermittenza, le serrande inferiori si aprono ed i frutti si
distribuiscono nei due piatti. Per effetto della forza
centrifuga essi sono sbattuti più o meno profondamente,
secondo la velocità, la durata del trattamento e la lunghezza
delle punte. All'interno della macchina, tramite appositi
spruzzi, è immersa l'acqua che ha lo scopo di trascinare
l'essenza e i detriti all'esterno della macchina. Quando il
tempo di abrasione prestabilito è trascorso, i frutti abrasi
sono espulsi e si inizia immediatamente un nuovo ciclo;
Macchina Pelatrice Centrifuga Moscato tipo MP-C3
(figura 6): recentemente, la CMA (Costruzioni Macchine
Agrumarie, Pellaro, RC) ha utilizzato il principio della
"Avena" nella MP-C3, macchina pelatrice centrifuga a tre
elementi. Questa macchina, che è attualmente utilizzata per
l'estrazione dell'essenza di bergamotto, è composta da tre
elementi rotanti collegati in serie che obbligano il frutto a
subire, dall'entrata nel primo elemento all'uscita dal terzo,
un cambiamento di rotazione.
Il diagramma della lavorazione principale può essere così
schematizzato: la resa in essenza varia in funzione di
numerosi fattori (varietà, zona d'origine, grado di
maturazione dei frutti, tecnologia impiegata, eccetera): con
sufficiente approssimazione si può affermare che le rese
industriali, nella media stagionale, sono
... (omissis) ...
nell'ordine di 550 grammi per quintale, di cui 500 grammi
ottenuti per centrifugazione e 50 per torchiatura dalle melme.
Rese più elevate e che possono raggiungere i 650 grammi per
quintale si hanno dai frutti del versante ionico, da Melito in
avanti. In questa zona, inoltre, sono prodotte le essenze più
pregiate.
La possibilità di produrre un'essenza priva di bergaptene
è subordinata a tre condizioni fondamentali:
1) le proprietà olfattive devono essere mantenute
integre;
2) non deve essere pregiudicata la conservazione
dell'essenza;
3) le caratteristiche fisico-chimiche e, soprattutto,
gli indici derivanti dall'analisi strumentale non devono
essere modificati se non nei termini ragionevoli derivanti
dalla riduzione del tenore di tale furocumarina.
Il processo tecnologico ideale dovrebbe tendere alla
eliminazione specifica del bergaptene e non di tutti i
composti cumarinici e psoralenici e, tanto meno, dell'intera
frazione non volatile.
Alcune aziende ubicate nell'area del bergamotto hanno
provveduto ad effettuare delle sperimentazioni su scala
semi-industriale.
Il procedimento più diffusamente impiegato ricorre
all'estrazione del bergaptene mediante trattamento con una
soluzione acquosa alcalina. La concentrazione dell'alcale, il
sistema di agitazione, la durata del contatto fra le due fasi,
la temperatura costituiscono le variabili che, opportunamente
regolate, consentono di separare una elevata percentuale di
bergaptene senza pregiudicare la qualità dell'essenza.
Recenti studi preconizzano il ricorso all'utilizzazione
dei fluidi supercritici e, in paricolare, della CO2 in fase
supercritica (SC-CO2) nella tecnologia degli oli essenziali.
E' stata già evidenziata la maggiore solubilità in SC-CO2 dei
terpeni rispetto ai componenti ossigenati e, quindi, la
possibilità di ricorrere a questo processo per la
deterpenazione. Una ulteriore applicazione del potere solvente
della SC-CO2 potrebbe consistere nella separazione del
bergaptene dagli altri componenti dell'olio essenziale di
bergamotto.
Altre essenze di qualità inferiore si ottengono dalla
"bergamottella", da quei frutti - cioè - che nel periodo
estivo cadono al suolo per una serie di eventi collegati
all'andamento meteorologico, all'epoca della fioritura ed alla
carica degli alberi. Questa materia prima dà luogo ad essenze
di composizione variabile, secondo l'epoca in cui i frutti si
sono staccati dai rami e il periodo di permanenza sul terreno;
l'umidità e la temperatura possono, inoltre, determinare
perdite di essenza e conferire ai frutti una caratteristica
colorazione bruna. Durante una prima fase della stagione si
ottiene, mediante macchine del tipo "calabrese", il cosiddetto
"nero di bergamotto". Col progredire della stagione, i frutti
sono di aspetto migliore perché permangono meno sul terreno e,
comunque, sono sottoposti ad una azione più ridotta dei raggi
solari: in questo caso si ottiene un'essenza di qualità
superiore, denominata "bergamottella". Per l'essenza di
"bergamottella" esistono diverse qualità dipendenti dal grado
di maturazione dei frutti. Questa essenza, comunque, si
presenta di colore più chiaro del "nero di bergamotto" e può
contenere il 30 per cento di esteri. Dai frutticini troppo
piccoli e che poco si prestano ad un'estrazione a freddo, si
ottiene per distillazione in corrente di vapore il "distillato
di bergamottella" che si caratterizza per la scomparsa quasi
totale degli esteri.
Altre essenze distillate sono il "distillato di feccia",
ricavato dai detriti residuali della normale lavorazione ed il
"distillato di fabbrica" ottenuto nel diagramma di lavorazione
del citrato di calcio e, precisamente, dalla colonna di
distillazione durante il recupero dell'alcool etilico.
L'assenza deterpenata di bergamotto, grazie all'elevato
tenore in costituenti ossigenati, si ottiene con un ridotto
rapporto di concentrazione (2-3:1).
Caratteri organolettici e chimico-fisici.
Molto importanti sono le caratteristiche organolettiche e
principalmente quelle olfattive dell'olio essenziale di
bergamotto, destinato in forma preminente all'impiego in
profumeria. Le sue note fragranti, delicate, persistenti sono
apprezzate dai nez della profumeria internazionale, che
riescono a distinguerle in note di testa, di corpo e di coda
per le loro valutazioni finalizzate alla composizione di un
profumo o di un'acqua di colonia.
E proprio per una approfondita classificazione olfattiva,
è stata istituita presso la stazione sperimentale per
l'industria delle essenze e dei derivati dagli agrumi, per
disposto della legge della regione Calabria 5 febbraio 1977,
n. 7, una speciale commissione olfattiva di sette esperti che,
in base alle note odorose, attribuiscono una valutazione e una
classificazione delle diverse essenze estratte e consegnate
dai produttori al consorzio del bergamotto, con premi o
penalità.
Altresì importante è la valutazione merceologica della
limpidezza, con i suoi caratteristici riflessi e il colore che
va dal verde intenso, per produzioni di inizio stagione
(dicembre) a un giallo paglierino di fine stagione, con
tonalità intermedie per le produzioni di gennaio.
I dati analitici chimico-fisici adottati in sede
internazionale si riferiscono soprattutto alla sperimentazione
di tantissimi anni della stazione sperimentale per l'industria
delle essenze e dei derivati dagli agrumi di Reggio Calabria.
Le principali caratteristiche chimico-fisiche secondo le norme
ISO 3520-1980 per l'olio essenziale di bergamotto sono di
seguito riportate.
Caratteristiche organolettiche / Caractéristiques
organoleptiques / Organoleptic properties
ASPETTO: liquido mobile, limpido, talvolta con un deposito
solido.
ASPECT: liquide mobile, limpide, quelquefois avec un
dépot solide.
ASPECT: mobile liquide, limpid, occasionally with a
solid sediment.
COLORE: da verde a giallo verdastro.
COULEUR: vert jaune verdatre.
COLOUR: from green to greenish yellow.
ODORE: caratteristico, gradevole, fresco, richiamante
quello del pericarpo fresco del bergamotto.
ODEUR: caractéristique, agréable, fraiche, rappelant
celle du péricarpe frais de bergamote.
ODOUR: typical, pleasant, cool, reminiscent of the fresh
pericarp of bergamot.
Caratteristiche chimico-fisiche / Spécifications /
Physico-chemical properties:
Densità relativa a 20/20^ C / Densité relative à
20/20^ C / Specific Gravity at 20/20C 0.876 0.884
Indice di rifrazione a 20^ C / Indice de réfraction à
20^ C / Refractive index at 20C 1.4640 1.4680
Potere rotatorio a 20^ C / Pouvoir rotatoire à
20 C/ Optical rotation at 20C +8^ +30^
Residuo all'evaporazione / Residu d'évaporation /
Evaporation residue 4.5 6.5
Indice di acidità / Indice d'acide /
Index of acidity 2
Indice di esteri / Indice d'ester /
Esterindex 86 129
CD (100 mg/100 ml di etanolo 95 v/v)
CD (100 mg/100 ml d'éthanol 95 v/v) / CD (100 mg/100 ml
of ethanol 95 v/v) 0.800 1.200
Punto B: circa / Point B: environ /
Point B: about 278 mm
Punto D: Valore max circa / Point D: Valeur max,
environ / Point D: Maximum value about 312 mm
Punto A: circa / Point A: environ / Point A:
about 365 mm
Solubilità: Non deve essere necessario utilizzare più di un
volume di etanolo 85 per cento (v/v) a 20^ C per ottenere una
soluzione limpida con un volume di olio essenziale /
Solubilite: il ne doit pas etre nécessaire d'utiliser
plus de 1 volume d'éthanol à 85 (v/v), a 20^ C, pour obtenir
une solution limpide avec 1 volume d'huile essentielle /
Solubility: It is not neccessary to use more than one volume
of ethanol 85 (v/v) at 20^ C to obtain a limpid solution with
one volume of essential oil.
Altre proprietà con i relativi indici risultano le
seguenti:
Autres propriétés et indices respectifs / Other properties
with relative index are as follows:
Punto di ebollizione (^C) / Point d'ébullition / Boiling
point (C) 180^
Tensione di vapore (mm Hg) a 20^ C (circa)
Pression de vapeur (mm Hg) à 20 (environ) / Vapour
pressure (mm Hg) at 20 (approx) 2
Solubilità in acqua / Solubilité dans l'eau / Solubility
in water trascurabile / négligeable / negligible
Tensione superficiale (Dyn/cm)
Pression superficielle (Dyn/cm) / Surface tension
(Dyn/cm) 28.6
Viscosità (cp) / Viscosité (cp) /
Viscosity (cp) 1.960-2.086
Le costanti dell'essenza di bergamotto deterpenata sono
comprese entro i seguenti limiti:
Les caractères de l'huile essentielle de bergamote
déterpénée rentrent dans les limites suivantes:
The constant factors of the terpeneless bergamot essence are
contained within the following limits:
Densità relativa a 15/15^ C / Densité relative à
15/15^ C / Specific gravity at 15/15^ C 0.890 - 0.898
Potere rotatorio a 20^ C / Pouvoir rotatorie à 20^ C /
Optical rotation at 20^ C -3^ a -10^
Esteri (espressi in acetato di linalile )
Esters (exprimés en acétate de linalyle ) / Esters
content (calculated as linalyl acetate ) 60-70
I dati analitici del "nero di bergamotto", cioè di
quell'essenza ottenuta dalla "bergamottella" (frutti caduti
dalla pianta durante il periodo estivo), variano entro i
seguenti limiti:
Les données analytiques du "noir de bergamote",
c'est-à-dire de l'huile essentielle obtenue à partir de la
"bergamottella" (fruits tombés de l'arbre pendant l'été),
varient selon les limites suivantes:
The analytical data of the "nero di bergamotto", which is
the essential oil obtained from the "bergamottella" (fruits
fallen from the tree during the summer) vary between the
following limits:
Densità relativa a 15/15^ C / Densité relative à
15/15^ C / Specific gravity at 15/15^ C 0.890-0.898
Potere rotatorio a 20^ C / Pouvoir rotatorie à
20^ C / Optical rotation at 20^ C 0^ a +6^
Esteri (espressi in acetato di linalile )
Esters (exprimés en acétate de linalyle ) / Esters
content (calculated as linalyl Acetate ) 20-30
Alcoli liberi (espressi in linalolo )
Alcools libres (exprimés en linalol ) / Alcohol free
(expressed as linalol ) about 30
Acidità libera (espressa in acido acetico )
Acidité libere (exprimée en acide acétique ) / Acidity
free (expressed as acetic acid ) 0.55-0.90
Residuo all'evaporazione / Résidu d'évaporation /
Residue Evaporation 11-16
Composizione chimica.
L'olio essenziale di bergamotto si estrae esclusivamente
con macchine pelatrici. Esso è costituito da una parte
volatile che rappresenta circa il 93-96 per cento dell'olio
essenziale e da una frazione non volatile che rappresenta
circa il 4-7 per cento.
Produzione in Italia e nel mondo.
La produzione mondiale si trova concentrata in massima
parte (per il 90 per cento almeno) in Italia, nella provincia
di Reggio Calabria. Peraltro il quantitativo di olio
essenziale prodotto è andato decrescendo nel corso degli
ultimi decenni passando dalle 200 tonnellate circa degli anni
'60 a meno di 100 tonnellate nelle ultime stagioni.
Recentemente, dopo un'annata (1989-1990) particolarmente
positiva che ha visto una produzione di essenza di circa 130
tonnellate, si è avuta nel corso della campagna 1990-1991 una
produzione valutata in sole 35 tonnellate, corrispondenti ad
un raccolto di frutti di circa 7.000 tonnellate che
rappresentano il minimo storico nel dopoguerra.
Nell'annata 1991-1992 il raccolto è stato di 18 mila
tonnellate di frutti, con una produzione di essenza di almeno
100 tonnellate.
Nell'anno 1992 sono state esportate 24 tonnellate di olio
essenziale, più 4 tonnellate di essenza deterpenata, per un
valore complessivo di circa lire 3,5 miliardi. La Francia è il
maggior Paese importatore (oltre l'80 per cento).
Nell'anno 1993 il quantitativo esportato è stato di oltre
73 tonnellate più circa 6 tonnellate di olio deterpenato, per
un valore di lire 8,3 miliardi. La Francia rimane sempre il
maggior Paese importatore (58 per cento).
Altri Paesi produttori di essenza di bergamotto sono:
Costa d'Avorio, Guinea e Brasile.
Regolamenti internazionali.
Régolamentations internationales
International Regulations.
CoE N. 137
ECOIN/CAS " 8007-75-8
RIFM
(Food e Cosmetics Toxicology) " 1973,11:1031
FEMA " 2153 (GRAS)
FDA " 182.20
(GRAS-Natural Flavor extractive)
Tossicità.
La direttiva International Fragrance Association
(IFRA), revisione ottobre 1978, raccomanda per applicazioni
su aree della pelle esposte alla luce solare, con esclusione
dei preparati per il bagno, saponi ed altri prodotti che poi
vanno eliminati dalla pelle, di non eccedere un livello di
5-MOP (5-metossipsoralene) di 75 p.p.m. nel compound.
Considerando un contenuto medio di 5-MOP dello 0.35 per cento,
il livello di assenza di bergamotto cold-pressed nel
compound sarà del 2 per cento. Il compound è
presente nel prodotto al consumo nella misura del 20 per
cento.
Controllo della qualità dell'essenza.
Per l'accertamento della qualità dell'olio essenziale di
bergamotto estratto a freddo (cold pressed) sono
effettuate le seguenti determinazioni: esame organolettico,
peso specifico a 15^, rotazione ottica a 15^, indice di
rifrazione del 1^ decimo distillato, indice di acidità esteri,
aldeidi, alcooli, residuo fisso a b.m., solubilità in
alcool.
Il giudizio completo della qualità dell'essenza tiene
conto, peraltro, di alcune determinazioni strumentali fondate,
soprattutto, sulla cromatografia in fase di vapore (VPC),
sulla cromatografia su strato sottile (TLC), sulla
cromatografia liquido-liquido ad alta risoluzione (HPLC),
sulla spettro-fotometria nell'UV e nell'IR. Queste
determinazioni, opportunamente condotte, consentono di
approfondire la composizione intima dell'olio essenziale e
svelare l'eventuale presenza di adulterazioni e
contaminazioni.
Esaminando la composizione chimica, si distinguono tre
principali gruppi di costituenti: composti ossigenati
(aldeidi, chetoni, alcooli ed esteri), cui si deve
prevalentemente il caratteristico profumo che costituisce il
bouquet dell'essenza, terpeni e sesquiterpeni,
componenti del residuo non volatile. I terpeni ed i
sesquiterpeni costituiscono una sorta di zavorra che non dà
alcun cotributo olfattivo.
L'eliminazione degli idrocarburi terpenici dà luogo alle
essenze deter-penate, l'eliminazione degli idrocarburi
terpenici e sesquiteroenici alle essenze
desesquiterpenate. Queste essenze concentrate sono più
solubili in alcool e più stabili anche se parzialmente prive
di alcune note olfattive "true-to-nature" che richiamano
la freschezza del frutto d'origine.
Difesa della purezza dell'essenza di bergamotto.
Ogni partita di essenza di bergamotto destinata
all'esportazione deve essere confezionata secondo le norme del
decreto ministeriale 18 novembre 1930 e del decreto
ministeriale 13 novembre 1974 e sottoposta all'analisi della
stazione sperimentale per l'industria delle essenze e dei
derivati degli agrumi in Reggio Calabria.
Eseguita l'analisi e riconosciuta la genuinità della
merce, la stazione rilascia il certificato necessario per
l'esportazione.
Per ciascuna partita, la dogana, oltre a richiedere il
relativo certificato di purezza, si assicura della integrità
dei piombi.
La regione Calabria prenderà tutte le iniziative per
assicurare l'intervento delle autorità dello Stato al fine di
impedire la esportazione clandestina dell'essenza del
bergamotto in attuazione delle sanzioni amministrative
previste dalla legge 29 novembre 1973, n. 835, dalle norme del
testo unico delle disposizioni legislative in materia
doganale, approvato con decreto del Presidente della
Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, dalla legge 17 luglio 1942,
n. 907, modificata dalla legge 3 gennaio 1951, n. 27, e dalle
altre leggi vigenti.
Impieghi dell'olio essenziale di bergamotto.
Com'è noto, l'essenza di bergamotto, grazie alla sua
freschezza, è l'ingrediente fondamentale non solo dell'acqua
di colonia classica ma anche di numerosi altri delicati
prodotti di profumeria, di composizioni come le
"Chypres" e le "Fougères", di basi moderne di
fantasia, di cosmetici e saponi, eccetera; per profumare i
saponi deve essere impiegata con cautela data la sua poca
stabilità con gli alcali.
Il bergamotto possiede un odore delicato e persistente che
costituisce già un eccellente profumo. Si caratterizza,
inoltre, rispetto anche agli altri olii essenziali agrumari,
perché possiede un certo effetto fissativo quando è usato in
concentrazioni abbastanza alte e perché armonizza con quasi
tutti gli altri olii trasmettendo ai profumi un'indefinibile
dolcezza ed una squisita freschezza. In pratica, svolge
molteplici ruoli: rinvigorisce e dà brio agli odori più
leggeri, evidenzia quelli latenti e, d'altro canto, attenua e
migliora alcuni odori troppo forti.
In definitiva, è quasi impossibile preparare un buon
profumo senza bergamotto e ciò giustifica il suo diffuso
impiego in ogni parte del mondo.
Oggi si vendono, sotto il nome di "acqua di colonia",
numerosissime lozioni alcooliche con gli ingredienti più vari.
Riteniamo opportuno, a titolo indicativo, riportare di seguito
una formula che si richiama da vicino alla classica colonia di
Farina:
Essenza di Rosa
Essence de Rose/Rose oil 2 g
Essenza di Gelsomino
Essence de Jasmin/Jasmine oil 40 g
Essenza di Geranio
Essence de Géranium/Geranium oil 40 g
Essenza di Neroli
Essence de Néroli/Neroli oil 120 g
Essenza di Lavanda
Essence de Lavande/Lavander oil 40 g
Essenza di Rosmarino
Essence de Rosmarin/Rosemary oil 10 g
Essenza di Petitgrain
Essence de Petigrain/Petit-grain oil 120 g
Essenza di Bergamotto
Essence de Bergamote/Bergamot oil 240 g
La suddetta composizione si scioglie in 36 litri di alcool
94^ e 4 litri di acqua di fiori di arancio (ossia, circa 16
grammi di olii essenziali per litro).
Negli estratti o profumi la concentrazione della miscela
di olii essenziali è notevolmente più elevata (dal 15 al 20
per cento). Il profumo ottenuto, dopo accurata miscelazione,
acquista le caratteristiche complete di qualità e fragranza
dopo una "manutenzione" di due-tre mesi.
Le principali qualità tecniche di un profumo possono
essere così sintetizzate:
1) un profumo deve essere forte, deve, pertanto, avere
la dovuta concentrazione (senza controproducenti economie),
deve essere equilibrato affinché abbia corpo ed allo stesso
tempo fragranza;
2) un profumo deve essere equilibrato, deve essere così
ben omogeneo da non presentare nessuna nota prevalente; non
deve essere un complicato miscuglio di odori piacevoli ma deve
essere l'espressione di un'idea fondamentale sostenuta ed
integrata su uno sfondo adatto. La nota odorosa deve essere
chiara e caratteristica;
3) un profumo deve essere durevole: la nota
caratteristica non deve cambiare e deve continuare a
diffondersi per parecchie ore dalla persona che ne è
impregnata.
Inoltre, un profumo deve possedere delle qualità
"artistiche": deve essere piacevole (ottima qualità dei
prodotti usati, armonia e concordanza dei vari prodotti fra
loro), elegante ed originale (basato su una idea nuova,
sull'interpretazione nuova di una nota odorosa già
conosciuta).
Certamente il successo di un profumo oggi dipende
notevolmente dai progressi verificatisi nei metodi
pubblicitari, dal miglioramento della distribuzione e
dell'eleganza della confezione. I profumi meglio lanciati
hanno più successo; tuttavia, resistono molto meglio al tempo
quelli di qualità superiore: gli altri, per essere venduti
richiedono sforzi continui e la loro vendita viene a cessare
se si interrompono i suddetti fattori.
Le dosi di impiego variano di solito fra lo 0,05 e lo 0,12
per cento per i saponi, lo 0,05 e lo 0,25 per cento per le
creme e le lozioni, fra lo 0,20 ed il 3,00 per cento per i
profumi.
Numerosi sono gli impieghi dell'essenza anche nel campo
aromatico (tabacchi da pipa, canditi, tè, eccetera). In questi
ultimi anni l'essenza di bergamotto è stata utilizzata con
grande successo negli abbronzanti, grazie alla presenza di
sostanze fotodinamiche (furocumarine o psoraleni) da tempo
note per la proprietà di stimolare la melanogenesi.
Anche le pectine derivate dal bergamotto, oltre
all'impiego preminente nella fabbricazione delle marmellate,
trovano innumerevoli applicazioni nel campo cosmetico, per la
produzione di paste, saponi, creme, eccetera.
Perfino il National Formulary riporta due formule di
paste peptiche e descrive la tecnica di preparazione:
1 2
- -
Pectina 200^ g. 75 g. 35
Glicerina g. 180 g. 50
Acido benzoico g. 2 g. 2
Soluzione fisiologica: q.b.
per arrivare a g. 1000
In entrambi i casi viene anzitutto disciolto l'acido
benzoico nella soluzione fisiologica riscaldando a 100^ C. A
parte viene mescolata la pectina con la glicerina in adatto
recipiente asciutto fino a dispersione completa delle
particelle peptiche. Infine, sempre agitando, si addiziona la
soluzione contenente l'acido benzoico e si agita fino
all'ottenimento di una pasta omogenea.
Fra gli impieghi della pectina nel campo di cui ci
occupiamo, la letteratura riporta ancora quelli nelle paste
dentifricie, nelle lozioni per capelli, come eccipiente negli
unguenti più diversi, eccetera.
Per concludere questo capitolo, non si può non accennare
agli usi terapeutici dell'essenza di bergamotto.
L'essenza è un antisettico potente al pari del fenolo
rispetto al quale non presenta l'inconveniente di essere
maleodorante, caustico, eccetera. Può essere utilizzata per
l'antisepsi generale del corpo e delle case, ospedali, sale di
riunione, eccetera. Sembra, inoltre, che sia uno dei più
gradevoli ed efficaci fra gli antisettici delle vie urinarie,
digestive e respiratorie.
Finalità del consorzio del bergamotto.
(Legge regionale 5 febbraio 1977, n. 7, articolo 2)
Il consorzio del bergamotto ha come finalità essenziale la
difesa della produzione del bergamotto.
Tale finalità è perseguita attraverso:
a) interventi nel settore agricolo mediante la
elaborazione, in collaborazione con l'ente di sviluppo
agricolo, di piani aziendali e interaziendali di sviluppo;
b) iniziative tecniche e scientifiche finalizzate
alla difesa ed al miglioramento della coltivazione del
bergamotto;
c) iniziative economiche e sociali per favorire la
cooperazione e l'associazionismo nelle zone coltivate a
bergamotto;
d) promozioni di studi e di ricerche per il
miglioramento dei processi tecnologici che riguardano la
lavorazione del bergamotto per allargare il campo di
utilizzazione dell'essenza ed un migliore sfruttamento ed
utilizzo dei derivati, con particolare riferimento al
succo;
e) la lavorazione collettiva dei frutti del
bergamotto attraverso impianti consortili esistenti e da
realizzare;
f) la gestione dell'ammasso dell'essenza del
bergamotto e di ogni altro suo derivato;
g) la collocazione del prodotto sui mercati di
consumo attraverso una efficiente ed adeguata organizzazione
commerciale nei Paesi consumatori, tutelandone il prezzo;
h) campagne promozionali per l'allargamento del
mercato di prodotti del bergamotto;
i) la lotta antiparassitaria;
l) la realizzazione di eventuali impianti e
vivai;
m) la realizzazione di progetti intersettoriali di
sviluppo, utilizzando gli strumenti finanziari dell'Unione
europea. Nello svolgimento della sua attività il consorzio del
bergamotto potrà avvalersi della collaborazione degli organi
tecnici della regione Calabria, e solleciterà la
collaborazione tecnico-scientifica della stazione sperimentale
per l'industria delle essenze e dei derivati dagli agrumi di
Reggio Calabria.
... (omissis) ...
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