XII Commissione - Resoconto di marted́ 21 luglio 1998


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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 21 luglio 1998. - Presidenza del presidente Marida BOLOGNESI, indi del vicepresidente Paolo POLENTA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Bruno Viserta Costantini.

La seduta comincia alle 15,10.

Relazione sulle attività del Comitato per il monitoraggio del processo di chiusura degli ospedali psichiatrici.

Marida BOLOGNESI, presidente, ricorda che nella seduta odierna, secondo le intese stabilite nell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, il presidente del comitato permanente per il monitoraggio del processo di chiusura degli ospedali psichiatrici riferirà sull'attività del comitato in vista della decadenza dei Comitati, contestuale al rinnovo delle Commissioni previsto per martedì 28 luglio.

Nicola CARLESI, presidente del comitato permanente per il monitoraggio del processo di chiusura degli ospedali psichiatrici fa presente che il comitato ha deciso di riferire alla Commissione del lavoro svolto, in questi ultimi mesi perché, pur nella consapevolezza di aver valutato solo una parte della più complessa realtà degli ospedali psichiatrici e dei servizi territoriali nazionali, sono emersi sufficienti elementi che depongono per un ritardo del processo di chiusura e per una inadeguata modalità di applicazione delle norme.
In sostanza, per quello che si è potuto constatare, in molte realtà regionali si stanno operando delle «false chiusure» che di fatto cambiano solo il nome dell'ospedale psichiatrico, oppure «chiusure amministrative» che, pur trasferendo i pazienti al di fuori dell'ex manicomio, non modificano nella sostanza i livelli di assistenza.
Si tratta di una vera e propria mistificazione che, in nome del cambiamento, continua a perpetuare il vecchio stile custodialista del trattamento psichiatrico caratterizzato dalla segregazione, dell'abbandono e dalla assenza di stimoli e di relazioni.
E tutto questo, avviene nella più completa mancanza di dati certi, di controllo e soprattutto di verifica della qualità dei processi di chiusura e di dimissione.
Infatti, raramente tali processi vengono effettuati così come previsti dalla legge, ma, cosa ancora più grave, anche quando viene osservata la legge, le modalità attuative sono di tipo burocratico-amministrativo e non sostanziale.


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D'altra parte le carenze generalizzate dei servizi territoriali, privi di personale e di risorse e talora neanche coinvolti nel problema, non può che contribuire negativamente a modificare questa situazione.
Un discorso a parte meritano le strutture private che, fino a quando hanno svolto un'attività sostitutiva dell'istituto manicomiale, per evidenti carenze dei servizi pubblici alternativi all'ospedale psichiatrico, hanno avuto una giustificazione.
Ma, nel momento in cui si stanno preparando o si sono già attrezzate per istituire sul territorio le strutture riabilitative avulse dal contesto o in assenza dei servizi territoriali pubblici in rete (ambulatori, day-hospital, assistenza domiciliare), finiscono per continuare unicamente a mantenere la logica dell'isolamento manicomiale anche se suddiviso in tante realtà periferiche, facendo tra l'altro lievitare la spesa.
Altrettanto c'è da dire sulla residenze sanitarie assistite (RSA) che vengono istituite dall'interno degli ex manicomi o delle stesse case di cura private, spesso rappresentano un vero e proprio scandalo in quanto sono ubicate all'interno di vecchi reparti che, per quanto abbelliti o restaurati, non hanno mutato nè logica, nè sistema e neanche il personale. Non solo continuano ad ospitare vecchi malati del residuo manicomiale, ma, in quanto R.S.A., ospitano anche nuovi malati anziani non autosufficienti o disabili fisici e psichici che magari non hanno mai conosciuto la realtà dell'ospedale psichiatrico.
E tutto ciò consente quello che prima non si poteva fare, ovvero il ricovero di nuovi malati in manicomio.
Emerge, pertanto, la necessità di un vero e proprio cambiamento di rotta.
È urgente che il Ministro coordini una attività di controllo su tutte le regioni in relazione al processo di chiusura degli ospedali psichiatrici. Un controllo che utilizzi anche appropriati indicatori per valutare e verificare la qualità degli interventi e l'utilizzo delle risorse.
Appare, inoltre, necessario ed improcastinabile che il Ministro venga a riferire alla Commissione sul processo di chiusura, producendo finalmente la relazione trimestrale al parlamento prevista dalla legge n. 662 del 1997, ed anche la elaborazione del nuovo progetto obiettivo per la tutela della salute mentale 1998-2000.

La prima fase del lavoro svolto dal Comitato è iniziata il 25 marzo 1998 con l'audizione gli assessori alla sanità delle Regioni e, successivamente, con le seguenti missioni:

5 marzo 1998 Abruzzo;
6 e 7 aprile 1998 Piemonte;
27 aprile 1998 Puglia.

Nel corso delle missioni il Comitato ha incontrato: gli assessori alla sanità, i direttori generali delle Aziende Usl, i coordinatori del Dsm delle Aziende Usl, i responsabili delle strutture.
Nella regione Piemonte si sono svolti incontri anche con i responsabili tecnici della regione e con le associazioni dei familiari, le associazioni di volontariato e le cooperative sociali.
Il processo di chiusura degli ospedali psichiatrici ha sicuramente subito una accelerazione grazie agli interventi legislativi di ordine nazionale che sono stati votati dal Parlamento negli ultimi tre anni.
Infatti, dopo l'emanazione del progetto obiettivo per la tutela della salute mentale (aprile 1994), c'è stata la legge 724/94 che ha fissato per la prima volta l'obbligo della definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici al 31 dicembre 1996. Mentre, la legge 662/97, collegata alla Finanziaria, ha ribadito l'obbligo di chiusura fissando al 31 gennaio 1997 il termine per l'adozione di piani di superamento da parte delle regioni. Con quest'ultima legge veniva introdotta, al fine di far rispettare gli adempimenti, una penale dello 0,50 per cento dei trasferimento spettante alle regioni con la possibilità, per gli inadempienti,


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di vedersi ridurre la quota competente di un ulteriore 2 per cento per il 1998.
A fronte di una normativa che indicava chiaramente l'obbligo alla chiusura degli ospedali psichiatrici, sono purtroppo sorti diversi problemi che hanno in parte vanificato l'attuazione de gli adempimenti.
Per le sanzioni, per esempio, il Ministero, nel corso del 1997, provvedeva in via cautelativa all'applicazione generalizzata, rinviando a fasi successive le verifiche dell'attuazione. Verifiche che sono tuttora in corso e delle quali non si conoscono ancora gli esiti.
Inoltre l'ultima legge finanziaria, che detta il termine del 31 marzo 1998 per l'attuazione di strutture residenziali, precisa anche il divieto al reimpiego delle aree e degli edifici degli ospedali psichiatrici per attività connesse ai servizi per la tutela della salute mentale. Mentre la maggioranza delle regioni ha inteso progettare, e talora ha già realizzato, le strutture per l'accoglienza dei degenti all'interno delle aree degli ex ospedali psichiatrici, come consentito dalle linee guida ministeriali che risalgono al dicembre 1996 (oltre all'emanazione di una circolare ministeriale del 30 marzo 1998).
Al di là di queste incongruenze, c'è da dire che il non aver previsto alcuna forma di finanziamento specifica per la costituzione di strutture residenziali destinate ai pazienti degenti nelle strutture manicomiali, ha creato obiettive difficoltà di carattere finanziario che non hanno trovato soluzione nella prevista alienazione dei beni immobili relativi agli ex ospedali psichiatrici anche perché spesso tali strutture sono gravate da vincoli di varia natura.
Un altro aspetto di particolare complessità è quello relativo alle strutture del privato convenzionato. Spesso tali strutture, che sopperiscono alle carenze ed alle inadempienze dei servizi pubblici, sfuggono al controllo ed agli indirizzi del progetto-obiettivo e della normativa vigente. Presentano inoltre il problema del personale che, nel momento in cui si arriverà al completamento del processo di chiusura, dovrà trovare una collocazione lavorativa diversa.
Una carenza di fondo, che non consente di controllare adeguatamente il processo di chiusura, è quella relativa alla mancanza di dati certi sul numero dei pazienti attualmente degenti nelle strutture manicomiali, sulle diagnosi di cui sono portatori, e spesso anche sul loro destino nel momento in cui vengono dimessi. E ciò per una frequente assenza di programmai riguardanti i singoli pazienti per una eterogeneità di modelli diagnostici e operativi, ed anche per uno scarso coinvolgimento del personale dei dipartimenti di salute mentale che, per insufficienze di organico e di risorse, non partecipa attivamente al processo di deistituzionalizzazione.
Riferisce, quindi aree missioni svolte nelle singole regioni.
In Abruzzo esistono due ospedali psichiatrici pubblici: il Santa Maria di Collemaggio a L'Aquila e l'ospedale psichiatrico di Teramo. Sono inoltre presenti due grandi cliniche private convenzionate: «Villa Pini d'Abruzzo» a Chieti e «Villa Serena» di Città Sant'Angelo a Pescara.
Dalle visite e dagli incontri è emerso un dato di fondo rappresentato dalla carenza delle strutture pubbliche territoriali e da una consolidata predominanza del privato convenzionato che, oltre al residuo manicomiale, detiene servizi ambulatoriali, di diagnosi e cura, e di riabilitazione.
Da parte dei responsabili dei servizi pubblici è stata avanzata la richiesta di finanziamenti aggiuntivi per incrementare il personale ed i servizi, in quanto la maggior parte delle risorse vengono utilizzate per i pazienti del così detto «residuo manicomiale» provenienti da altre regioni del centro sud ma che ormai risultano residenti in Abruzzo.
Il programma di deospedalizzazione dell'ospedale di Santa Maria di Collemaggio è in fase avanzata di realizzazione (vedi dati allegati). Il problema principale attiene al destino delle comunità alloggio


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esistenti all'interno dell'ospedale psichiatrico che i direttore generale della USL competente ha suggerito di mantenere in attività in attesa del ritorno dei pazienti alle USL di provenienza.
Esiste una convenzione tra la USL e l'Università dell'Aquila per l'utilizzo di alcune strutture interne dell'ospedale psichiatrico per attività didattiche.
L'Università ha ottenuto un finanziamento di 600 milioni di lire per la formazione relativa alla assistenza domiciliare dei malati con handicap grave.
Il programma del direttore generale prevede:
1) relativamente alla destinazione delle aree dell'ospedale psichiatrico:
un immobile in affitto ad un istituto di cinematografia, altri immobili adibiti ad uffici della USL, un accordo di programma tra USL-Regione-Comune per la costruzione di un edificio destinato ad ospitare uffici della regione, ristrutturazione del parco, destinazione di alcuni immobili per la realizzazione di comunità alloggio interne;
2) relativamente alle attività sul territorio:
potenziamento del DSM trarnite la riduzione di circa la metà dei posti letto degli SPDC; attivazione di un centro diurno.

Il programma di deospedalizzazione dell'ospedale psichiatrico di Teramo è in fase di avanzata realizzazione (vedi dati allegati). Il problema centrale è costituito dalle difficoltà di reperire gli alloggi per l'attivazione di comunità protette che hanno spesso trovato le resistenze delle popolazioni interessate.

Villa Pini è una struttura privata accreditata che accoglie pazienti di vecchia e nuova cronicità (vedi dati allegati). Gestisce comunità alloggio, gruppi appartamento, un'azienda agricola, una RSA collocati all'esterno della clinica. All'interno esiste un reparto per acuti, che prevede posti letto per T.S.O. provenienti da tutta la provincia (non essendo stato attivato in tutta la provincia un solo posto pubblico per il ricovero degli acuti), nonché un reparto per la riabilitazione e la neurologia.

Villa Serena (Pescara) una struttura privata accreditata che accoglie pazienti di nuova e vecchia cronicità (vedi dati allegati); le strutture per l'accoglienza dei pazienti di vecchia cronicità sono state realizzate all'interno dell'area. Fanno eccezione 7 delle 8 case famiglia, di cui 4 da attivare nel mese di giugno 1998. All'interno della struttura esiste un reparto per acuti per 60 posti letto nel quale sono stati praticati i TSO nel caso in cui non siano disponibili posti letto nella struttura pubblica (20 posti letto nel SPDC dell'ospedale di Pescara), nonché 250 posti letto per la riabilitazione e neurologia.

In Piemonte esistono 5 strutture pubbliche: Collegno (TO), Vercelli, Novara, Racconigi (CN) e Alessandria. Il Comitato ha compiuto visite negli ospedali di Collegno e di Vercelli.
Nel corso della missione sono state visitate le strutture dell'ospedale San Mauriziano-Fatebene Fratelli a San Maurizio Canavese (TO), della casa di cura Villa Cristina (TO).
L'articolazione della spesa per la psichiatria è la seguente: 12 per cento case di cura neuropsichiatriche, 38,8 per cento ex ospedali psichiatrici, 11 per cento istituti per anziani, 7-8 per cento SPDC, 23 per cento DSM.
Il comitato ha compiuto anche una visita alle strutture del «Progetto Torino» realizzato dal DSM di Torino 1, che prevede un insierne integrato di servizi sul territorio a favore della vecchia e della nuova cronicità.

Il programma di deospedalizzazione dell'ospedale psichiatrico di Vercelli è in fase avanzata di realizzazione (vedi dati allegati). Il piano di superamento prevede la realizzazione di comunità protette nell'area ex ospedale psichiatrico che sarebbe trasformata a seguito di nuova destinazione


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della zona successiva all'alienazione. Tali strutture non sarebbero, comunque, considerate ad esaurimento.
I procedimenti di interdizione di alcuni pazienti avviati dalla procura della Repubblica, sono stati in alcuni casi utilizzati al fine di stipulare dei verbali di intesa tra direzione dell'istituto e famiglie per l'impiego di una parte delle entrate pensionistiche dei pazienti nel programma di riabilitazione.
Il processo di deospedalizzazione dell'ospedale psichiatrico di Collegno (TO) è stato avviato (vedi dati allegati). Sono stati elaborati i progetti individuali per paziente, con la sola eccezione di quelli che afferiscono alla USL n. I di Torino. Sono stati predisposti alcuni accordi con le USL di provenienza dei pazienti per la graduale presa in carico dei pazienti stessi («debito di deistituzionalizzazione»).
Per quanto attiene le altre stutture pubbliche è stato sottolineato come l'applicazione delle nuove disposizioni della legge n. 449/97 vanificherebbero tutti i progetti di superamento per gli ospedali pubblici deliberati nel 1997. Per l'ospedale psichiatrico di Novara è stato predisposto un programma analogo a quello di Vercelli che prevede la realizzazione di una comunità protetta all'interno dell'area che viene reinserita nel contesto urbano. Quanto all'ospedale psichiatrico di Alessandria è prevista la riconversione della palazzina, costruita per finalità diverse; mentre per quello di Racconigi è stata sottolineata la difficoltà di dismettere l'area che si configura come agricola.
In Piemonte esistono, inoltre case di cura private neuropsichiatriche che pur ospitando anche malati di mente, non sono considerate ai fini dell'applicazione del programma di superamento degli ex ospedali psichiatrici.
Sono state definite come strutture con posti letto per prolungare la degenza psichiatrica.
I pazienti, dismessi dai servizi di diagnosi e cura, vengono inviati a tali strutture per avviare un trattamento riabilitativo per un periodo che non può superare i 40 giorni.
Di fatto non sono strutture né per gli acuti, né di riabilitazione, ma costituiscono un vero e proprio parcheggio utile a sopperire le carenze delle strutture pubbliche.
Il Comitato ha visitato, fra queste strutture, in primo luogo l'ospedale San Mauriziano-Fatebene Fratelli a San Canavese (TO) che costituisce un presidio sanitario ospedaliero inserito nella rete pubblica e non è stato considerato, per questo motivo, tra le strutture rientranti nel processo di chiusura degli ospedali psichiatrici, nonostante che vi siano tuttora pazienti psichiatrici ricoverati prima dell'entrata in vigore della legge 180 (i cosiddetti ospiti storici che sono 76 cronici manicomiali).
Tale situazione anomala è stata avallata dal Ministero della sanità.
I posti letto complessivi sono 310, da ridurre a 200 a seguito della attivazione di un servizio di riabilitazione di lungo-degenza.
Si è inoltre visitata la casa di cura Villa Cristina (TO) casa di cura neuropsichiatrica accreditata provvisoriamente, in corso di ristrutturazione per l'accreditamento definitivo.
Tale ristrutturazione prevede, tra l'altro, la creazione di una RSA di 20 posti: conseguentemente il numero dei posti letto sarà ridotto da 190 a 170. Nella casa di cura sono svolti interventi riabilitativi post acuzie della durata massima di 60 giorni, anche se dopo il 40o giorno scatta la penalizzazione.
Nel 1997 sono stati compiuti 1670 ricoveri della durata media di 38,5 giorni per un numero di complessivi giorni di degenza pari a 64.780.
In Puglia esistono due strutture pubbliche, ex ospedale psichiatrico Villa Romatizza di Latiano (BA) ed ex ospedale psichiatrico Libertini di Lecce, e due strutture private della casa della divina provvidenza, una a Bisceglie (BA) visitata dal comitato, e l'altra a Foggia.


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Per le strutture pubbliche si rinvia ai dati allegati alla presente relazione.
Per quanto attiene le strutture private, fa presente che nella casa di cura di Bisceglie sono presenti nella struttura psichiatrica 921 ospiti (vedi dati allegati). Il progetto di riconversione, non ancora iniziato, prevede la costituzione di una RSA con 120 ospiti di tipo geriatrico, una RSA con 80 ospiti del residuo manicomiale, sempre di tipo geriatrico, una RSA di 40 posti circa per la cura dell'Alzheimer, ed una struttura per la riabilitazione.
Non sono stati evidenziati progetti di deospedalizzazione dei pazienti che non saranno ospitati nelle strutture riconvertire dell'ospedale psichiatrico, né tantomeno è emersa una collaborazione forte con i dipartimenti di salute mentale delle USL di provenienza dei pazienti al fine di un loro eventuale rientro.
Nell'istituto di Bisceglie è presente anche un istituto per ortofrenici con 830 posti letto. È questa una struttura dove vivono pazienti disabili gravi sia psichici che organici, per i quali non esiste neanche sulla carta un progetto di deistituzionalizzazione.
Ritiene, quindi, che gli elementi risultanti dalla relazione richiedono alla Commissione di assumere gli impegni da lui in precedenza indicati per promuovere la realizzazione del progetto obiettivo e di quanto previsto dai provvedimenti collegati per il 1997 e per il 1998.

Antonio SAIA (gruppo rifondazione comunista-progressisti) dopo aver ringraziato il presidente Carlesi per l'ampia ed esaustiva relazione, condivide le inadempienze riferite e ritiene che la malattia mentale sia divenuta per alcuni fonte di speculazione e di profitto Denuncia, inoltre, quanto occorso al Comitato durante una visita ad una struttura privata dell'Abruzzo nel corso della quale si è assistito a comportamenti scorretti, ad aggiramenti della legge, considerate le ammissioni recentissime di nuovi malati anche nelle strutture alternative. A seguito di tale visita il proprietario di quella struttura ha inviato una lettera di insulti diretti, in particolare, a lui ed al deputato Maura Cossutta, con la quale si fornivano informazioni false. È noto che il presidente del Comitato ha inviato una lettera dichiarimenti, della quale chiede formalmente di conoscere gli esiti. Inoltre, considerate le gravissime irregolarità verificatesi, chiede che la relazione svolta nella seduta odierna sia trasmessa al Ministro della sanità per l'attivazione dei poteri ispettivi e di controllo.

Maura COSSUTTA (gruppo rifondazione comunista-progressisti) dopo aver rivolto un ringraziamento non formale al presidente Carlesi per la relazione svolta, ricorda che già l'indagine conoscitiva aveva evidenziato i riguardi delle regioni e indicato la necessità di strumenti più incisivi, circostanze confermate dalle attività del Comitato. I vizi denunciati nella relazione del presidente Carlesi sono strettamente connessi al processo di aziendalizzazione all'interno del quale si intende realizzare quello di deistituzionalizzazione.
Ritiene quindi che l'operato del Comitato permanente sarà utile per le scelte legislative da operare sia nella prossima legge finanziaria, sia nell'ambito della legge delega per il riordino del Servizio sanitario nazionale.
Dopo aver rilevato lo strettissirno legame tra la legge n. 180 e la legge n. 833, ritiene che per giungere al definitivo superamento degli ospedali psichiatrici non sia necessaria solamente la riconversione in RSA, ma assuma centrale importanza la riconversione delle professionalità degli operatori, la legge n. 180 è infatti fallita anche per il blocco delle assunzioni di nuovi operatori. Pertanto chiede al Governo di conoscere lo stato del disegno di legge relativo all'assunzione nel Servizio sanitario nazionale dei dipendenti di strutture private accreditate che siano stati licenziati a seguito della perdita dell'accreditamento.
Le missioni svolte dal Comitato, inoltre, hanno dimostrato che l'accreditamento non è sufficiente per il superamento degli ex ospedali psichiatrici dal


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momento che il ricovero in tali strutture non è preceduto dall'intervento dei DSM. Dovrebbe pertanto essere stabilita la revoca dell'accreditamento in caso di mancato intervento dei DSM.
Sono in aberranti le comunità alloggio istituite all'interno degli ex ospedali psichiatrici che conducono ad una ulteriore istituzionalizzazione in strutture che non sono altro che moderni manicomi. Stigmatizza inoltre il fatto che spesso non si parli più di malati psichiatrici, ma di disabili.
Ritiene pertanto utile l'audizione del Ministro della sanità sull'andamento del processo di chiusura ed auspica che la Commissione adotti lo strumento politico più opportuno: una risoluzione.

Marida BOLOGNESI, presidente, avverte la Commissione che considerato l'ordine del giorno della seduta odierna, qualora gli interventi non saranno contenuti nei tempi, si potrebbe rendere necessario un rinvio ad altra seduta della relazione sulle attività del Comitato permanente per il monitoraggio del processo di chiusura degli ospedali psichiatrici.

Nicola CARLESI (gruppo alleanza nazionale) e Rocco CACCAVARI (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritengono utile concludere l'esame della relazione nella seduta odierna.

Giuseppe LUMIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo) apprezza la relazione svolta dal deputato Carlesi, ritenendo che possano essere fatte alcune integrazioni. La questione vera consiste nel processo di deistituzionalizzazione, che non segue le forme e i tempi previsti dalla vigente normativa nazionale.
La centralità dei DSM deve riguardare il personale e le risorse ed occorre distinguere tra il privato sociale ed il privato. Per quanto riguarda, invece, il rapporto tra le aziende sanitarie e gli enti locali, rileva che questi ultimi non hanno le risorse sufficienti, che dovrebbero essere integrate da rette a carico del fondo sanitario nazionale.
Per quanto riguarda gli strumenti attraverso i quali la Commissione può intervenire, ritiene appropriata la proposta di discutere una risoluzione; è inoltre opportuno sollecitare l'emanazione del progetto obiettivo sulla salute mentale da parte del Ministero della sanità.
Ritiene inoltre che il privato sociale dovrebbe essere collegato con i DSM e che il Ministero debba esercitare in caso di inadempienze delle regioni i poteri sostitutivi.

Piergiorgio MASSIDDA (gruppo forza Italia), esprime apprezzamento per la relazione svolta dal presidente Carlesi, che segnala i correttivi da apportare alla legislazione vigente, anche relativamente alle attività svolte dai soggetti del non profit.
Ritiene, inoltre, che le iniziative positive assunte dal Comitato per il monitoraggio del processo di chiusura per il monitoraggio degli ospedali psichiatrici siano collegate anche alla presidenza di opposizione che ha svolto una funzione di stimolo, a differenza di quanto è avvenuto per altri Comitati, come quello sulla spesa sanitaria.
Prende, quindi atto delle critiche avanzate da alcuni deputati in ordine al processo di deistituzionalizzazione, da lui pronunciate nel corso della discussione dei documenti di bilancio, sottolineando l'esigenza di stabilire la personalizzazione del progetto di reinserimento.
È favorevole ad un rinnovo del Comitato.

Giacomo BAIAMONTE (gruppo forza Italia) si associa alla richiesta di Carlesi di richiedere dati al Governo, prima di assumere nuove iniziative.

Dino SCANTAMBURLO (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo) apprezza il lavoro svolto dalla Commissione e si associa alla richiesta rivolta al Governo di riferire sui nuovi contenuti del progetto obiettivo nazionale. Ritiene, inoltre, necessario rafforzare le penalizzazioni per le regioni inadempienti. Condivide le preoccupazioni


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del deputato Lumia relative alle definizione dei costi e delle responsabilità pubbliche riguardanti le persone disabili che non possono essere poste a carico delle famiglie.

Rocco CACCAVARI (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo) ritiene che la relazione confermi la sensazione di allarme che ha rappresentato la premessa dell'attivazione del Comitato, a sua volta determinata dalla mancata attuazione di una legge, la n. 180, a venti anni dalla data della sua entrata in vigore. Considerate le gravi inadempienze segnalate dalla relazione, giudica maturi i tempi per un intervento della magistratura. Richiama, inoltre, l'attenzione della Commissione sulla necessità di non equiparare tutte le situazioni del privato.

Giovanni FILOCAMO (gruppo forza Italia) apprezza la relazione del deputato Carlesi che ha fotografato la situazione della medicina italiana tutta, caratterizzata dalla mancata attuazione delle leggi di settore. Conferma, infine, la necessità di assicurare la più ampia concorrenza tra pubblico e privato in sanità, nell'ambito delle regole stabilite dallo Stato.

Nicola CARLESI (gruppo alleanza nazionale), presidente del Comitato permanente per il monitoraggio al processo di chiusura degli ospedali psichiatrici, ringrazia la Commissione ed i componenti del Comitato, in particolare il deputato Maura Cossutta. Sollecita lo svolgimento dell'audizione del ministro Bindi sul progetto obiettivo tutela della salunte mentale e la discussione di una risoluzione che accolga i contenuti della relazione, allo scopo di poter considerare conclusa questa fase di attività del Comitato.

Paolo POLENTA, presidente, si riserva di riferire le richieste del deputato Carlesi al presidente della Commissione, affinché la richiesta da ultimo avanzata sia sottoposta alla riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi di giovedì 23 Luglio.

La seduta termina alle 16,40.

IN SEDE REFERENTE

Martedì 21 luglio 1998. - Presidenza del Presidente Marida BOLOGNESI, indi del vicepresidente Paolo POLENTA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la sanità Bruno Viserta Costantini.

La seduta comincia alle 16,40.

Alcolismo (testo unificato C. 93 Calderoli, C. 108 Procacci, C. 164 Corleone, C. 423 Caccavari, C. 1025 Nardini, C.1926 Sica, C. 2835 Ruzzante, C. 3535 Errigo, C. 3542 Trantino, C. 3608 Alborghetti e petizione n. 230).
(Seguito dell'esame e rinvio).

Il sottosegretario Bruno VISERTA COSTANTINI ritiene utile iniziare l'esame del provvedimento in esame prendendo in considerazione le critiche che esso ha sollevato, non soltanto da parte dei produttori, ma anche dei consumatori e di alcuni intellettuali.
Occorre quindi chiedersi se sia opportuno proseguire l'iter del provvedimento e, in caso affermativo, quale indirizzo politico esso debba perseguire.
Preso atto che, sul primo aspetto, la Commissione ha chiaramente espresso una posizione favorevole al seguito dell'esame, fa presente che l'indirizzo seguito dagli atti comunitari intende colpire l'abuso dell'alcol, mentre la posizione dell'Organizzazione mondiale della sanità, partendo dalla constatazione che esiste una stretta correlazione dell'aumento del consumo pro capite e l'aumento dei problemi aleolcorrelati, intende intervenire sul consumo. Ritiene pertanto che il testo unificato debba perseguire chiaramente uno dei due possibili obiettivi strategici: la riduzione del consumo ovvero la battaglia all'abuso.


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Dopo aver rilevato che tutte le proposte di legge abbinate intendono colpire l'abuso, fa presente che il piano d'azione europeo sull'alcol è stato influenzato dal Ministero della sanità norvegese, Paese nordico che, come è noto, ha un approccio diverso rispetto ai paesi mediterranei all'alcol.
Anche in Italia tuttavia il consumo è in fase di diminuzione, ma non è diminuito l'abuso. Pertanto si deve ritenere che l'asse politico culturale da seguire, emerso anche nel corso del dibattito in Commissione, sia quello della lotta all'abuso. Per questi motivi ritiene opportuno rivedere alcuni aspetti del testo unificato.

Antonio SAIA (gruppo rifondazione comunista-progressisti) ringrazia il relatore e ritiene che una legge sull'alcolismo sia necessaria, atteso che l'uso e l'abuso di alcol sono in aumento, soprattutto fra i giovani.
Denuncia quindi il fatto che, nel momento in cui è stato varato il nuovo testo unificato, che non è altro che un punto di partenza di un iter parlamentare, si sia scatenata una campagna contro tale provvedimento, del tutto sproporzionata e strumentale, che probabilmente nasconde interessi economici e profitti non sempre giustificati. Inoltre tale campagna ha avuto come obiettivo un solo articolo del testo, peraltro neanche particolarmente vessatorio.
Fa presente che sono tutti consapevoli del fatto che il vino sia anzitutto un alimento, il cui uso moderato ha effetti positivi; ciò non contrasta con la possibilità che le etichette contengano informazioni sugli effetti dell'uso dell'alcol.
Ritiene inoltre che debba essere regolata la pubblicità, che tal volta invita subdolamente al consumo di bevande, come alcuni aperitivi, che sono poi causa di notevoli problemi alcolcorrelati.

Alessandro CÈ (gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania) ritiene che il relatore abbia commesso un errore quando, nel corso dell'esame in sede referente, anziché passare agli esame degli emendamenti presentati, abbia presentato un nuovo testo.
Nel merito del provvedimento in esame ritiene che occorra distinguere l'uso dall'abuso: il vino fa parte di una cultura radicata nel Paese. Non è neanche opportuno, poi, che una legge intervenga su aspetti di tipo culturale.
Ritiene comunque che il testo unificato presentato dal relatore possa costituire un punto di partenza per il seguito dell'esame e si riserva, pertanto, di presentare emendamenti volti a migliorare il testo, preannunciando, in particolare, la presentazione di alcuni emendamenti sulle norme relative al codice della strada al fine di incrementare i controlli e le sanzioni.
Ritiene inoltre che debba essere modificato l'articolo 15, relativo alle norme sulla sicurezza sul lavoro, mentre, per quanto riguarda la pubblicità, osserva che il testo in esame ha mitigato alcuni eccessi presenti nel precedente testo unificato.

Elsa SIGNORINO (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo) sottolinea la gravità del fenomeno dell'alcolismo le cui conseguenze negative per la salute sono senz'altro maggiori rispetto a quelle derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti.
Ritiene che la norma debba contrastare l'abuso e a tal fine è fondamentale l'opera di informazione, dal momento che ciascuno è poi libero di scegliere lo stile di vita più consono. Le strategie di contrasto sull'abuso, inoltre, sono fondamentali in riferimento agli adolescenti.
Inoltre il testo unificato deve essere rivisto alla luce del nuovo Piano sanitario nazionale e del decreto legislativo sul federalismo amministrativo, il quale ha modificato l'ambito di intervento del Parlamento in determinate materie, che potrà avvenire prevedendo l'attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero ovvero attraverso forme di penalizzazione selettiva.

Giuseppe LUMIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo) sottolinea la complessità del provvedimento in esame che cerca di dare una risposta ad un fenomeno grave.


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Dopo aver osservato che l'articolo 2 già prevede una distinzione tra uso e abuso, apprezza il fatto che il testo unificato contiene elementi di intervento integrato tra sociale e sanitario.
È contrariato sull'allarmismo che si è creato attorno all'articolo 7, che può comunque essere migliorato, ed auspica, infine, una rapida approvazione di un provvedimento che intende fornire risposte concrete.

Maria BURANI PROCACCINI (gruppo forza Italia) in riferimento al problema dell'etichettatura, ritiene che sia opportuno distinguere tra il vino ed i superalcolici, atteso che l'etichettatura dei vini è sottoposta alla normativa comunitaria. Seppure le associazioni di volontariato si sono mostrate favorevoli a tale norma, ritiene che il problema dell'abuso investa essenzialmente i superalcolici, che danno adito a fenomeni di estrema pericolosità.
Apprezza le modifiche introdotte dal relatore nel nuovo testo unificato relativamente alle norme sulla pubblicità e ritiene utile rafforzare le norme del codice della strada che perseguono la finalità di prevenzione. In particolare ritiene che la Commissione debba valutare l'opportunità di migliorare e rendere operativo l'articolo 208 del codice della strada.

Giovanni FILOCAMO (gruppo forza Italia) ritiene necessaria una legge che persegua la finalità di limitare l'abuso di alcol. Non si deve invece tentare di limitare l'uso dell'alcol, che non fa male; il vino è, infatti, un vasodilatatore.
Ricordato che il vino italiano è il migliore del mondo, ritiene che non si possano mettere i produttori di vino in difficoltà con i concorrenti produttori spagnoli e francesi.
Rilevato altresì che anche un uso moderato di superalcolici non è nocivo, ribadisce che l'intento del provvedimento in esame deve essere quello di limitare l'abuso degli alcolici.

Marida BOLOGNESI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara chiuso l'esame preliminare.

Rocco CACCAVARI, relatore, intervenendo in sede di replica, dopo aver ringraziato i deputati intervenuti, fa presente al deputato Signorino che l'articolo 2, comma 1, lettera a) si allinea alla carta europea sull'alcol. Ritiene invece importanti le osservazioni sul federalismo amministrativo.
Fa presente che è molto difficile distinguere l'uso dall'abuso. Se per uso si intende infatti l'approccio di una persona con la sostanza, osserva che anche l'uso prolungato e costante nel tempo, tipico della cultura contadina, può portare a conseguenze negative per la salute.
Inoltre il provvedimento riguarda l'alcol, che è il principio attivo, e non specifica il genere di prodotto; nella tradizione italiana gli alcolizzati sono alcolizzati da vino, inoltre è l'alcol in generale, e non il vino in particolare, ad avere efficacia vasodilatatrice.
Per quanto riguarda l'etichettatura, dopo aver rilevato che negli Stati Uniti le etichette dei prodotti alcolici presentano indicazioni molto severe, ritiene che una eventuale soppressione dell'articolo 7, ovvero una sua significativa modificazione, dovrà essere decisa dalla Commissione.

Marida BOLOGNESI, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 17,45.

Sui lavori della Commissione.

Tiziana VALPIANA (gruppo rifondazione comunista-progressisti) sollecita un breve rinvio dell'inizio del seguito dell'audizione del ministro Finocchiaro, prevista per giovedì 23 luglio, in considerazione della contestuale convocazione della Commissione bicamerale per l'infanzia.

Marida BOLOGNESI, presidente, si riserva di valutare la richiesta del deputato Valpiana sentita il ministro Finocchiaro e sulla base dell'andamento dei lavori dell'Assemblea.

La seduta termina alle 17,50.


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IN SEDE CONSULTIVA

Martedì 21 luglio 1998. - Presidenza del presidente Marida BOLOGNESI.

La seduta comincia alle 17,50.

Disposizioni in favore delle persone handicappate (esame C. 4905).
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Luigi GIACCO (gruppo democratici di sinistra-l'Uivo), relatore, fa presente che la proposta di legge all'ordine del giorno recepisce quella presentata in occasione della manifestazione «Ragazzi in Aula» svoltasi alla Camera dei deputati il 16 maggio 1998.
La proposta di legge, discussa ed approvata in quella sede con il maggior numero di consensi, riguarda la modifica e l'integrazione degli articoli 13 e 16 della legge 104 del 1992 per fornire anche agli studenti universitari disabili la necessaria assistenza didattica.
Necessita ricordare che l'inserimento di alcuni portatori di handicap è iniziata a partire dagli anni '70 con il superamento dell'esperienza delle classi differenziali e degli istituti speciali e con l'approvazione della legge 517 del 1977, profondamente innovativa per le scuole dell'obbligo, che sanciva il diritto all'inserimento e all'integrazione degli alunni disabili e promuoveva nuove modalità di valutazione.
Successivamente la sentenza della Corte costituzionale n. 215 del 3 giugno 1987 dichiarava illegittime alcune disposizioni della legge 118 del 1971, stabilendo che la frequenza alle scuole medie inferiori degli alunni disabili doveva essere assicurata e non facilitata.
Con la legge 104 del 1992 si arriva ad una normativa quadro da lungo tempo attesa, frutto di una cultura non categoriale della conquista dei diritti, ma animata da un grande spirito solidaristico. Tale legge che prevede anche la stipula di accordi di programmi tra enti locali, ASL e provveditorato agli studi, è stata criticata relativamente a tre aspetti principali: l'inserimento dei gravissimi, la debolezza del carattere imperativo e la scarsità dei finanziamenti.
Gli articoli della legge 104 che più direttamente riguarda la scuola sono il 12, diritto all'educazione e all'istruzione, il 13, integrazione scolastica, il 14, modalità di attuazione dell'integrazione, il 15, gruppi di lavoro per l'integrazione scolastica, il 16, valutazione del rendimento e prove di esame.
La proposta di legge in questione si pone l'obiettivo di assicurare garanzie di piena integrazione e partecipazione delle persone disabili alla vita e alla collettività, in accordo con i princìpi della legge n. 104, secondo gli articoli 2 e 34 della Costituzione nei quali si dice che i capaci e i meritevoli hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi senza distinzione di condizioni personali e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitando di fatto l'uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno riconoscimento della persona umana.
La proposta di legge per evitare di lasciare alla sola sensibilità dei docenti e degli organi di governo delle singole università il diritto ad un'assistenza didattica qualificata e a prove equipollenti, prevede che all'articolo 13 della legge 104/92 sia aggiunto un comma 6-bis con il quale si garantiscono sussidi tecnici e didattici specifici nonché l'assegnazione di docenti specializzati con posizioni di consulenza didattica e di coordinamento delle attività di integrazione. Inoltre si sostituisce il comma 5 dell'articolo 16 della legge 104 stabilendo che l'intervento individuale consente, previa presentazione al docente della materia di apposita documentazione, lo svolgimento di prove equipollenti, sulla base del parere del docente specializzato di cui all'articolo 13 comma 6-bis.
Propone, quindi, di esprimere parere favorevole.


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Piergiorgio MASSIDDA (gruppo forza Italia) fa presente che i sussidi e gli ausili previsti dalla legge n. 104 sono forniti fino alle scuole medie superiori e che nelle università non sono state abolite le barriere architettoniche.
La proposta di legge all'ordine del giorno consente alle persone con handicap di completare il proprio iter formativo, attraverso una modifica leggera della legge n. 104.
Preannuncia voto favorevole del suo gruppo sulla proposta del relatore.

Augusto BATTAGLIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo) considera opportuno l'intervento previsto dalla proposta di legge all'ordine del giono, inserita nel calendario dei lavori dell'Assemblea a seguito dell'iniziativa «Ragazzi in Aula», circostanza che attesta l'esistenza di una sensibilità diffusa nei confronti dei problemi dell'handicap, anche grazie alle iniziative del Governo.
Segnala i numerosi problemi che gli studenti con handicap affrontano nelle università nelle quali non sono previsti servizi alla persona che consentano libertà di movimento e possibilità di fruizione delle lezioni.
Ritiene che il parere debba tenere conto di queste osservazioni.

Maura COSSUTTA (gruppo rifondazione comunista-progressisti) ritiene necessario superare la logica delle categorie senza cedere a quella settoriale.
Servono finanziamenti certi per le leggi già esistenti, cone quella sulle barriere architettoniche la cui applicazione risolverebbe parte delle questioni che intende risolvere la proposta di legge all'ordine del giorno, che sembra peccare di demagogia.

Alessandro CÈ (gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania), condivide parzialmente le consideraazioni del deputato Cossuta. La proposta di legge, sottoscritta da numerosi gruppi per dare risalto all'iniziativa dei «Ragazzi in Aula», merita l'incondizionato voto favorevole del suo gruppo.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

La seduta termina alle 18,5.

PARERE SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 21 luglio 1998. - Presidenza del presidente Marida BOLOGNESI.

La seduta comincia alle 18,5.

Schema di decreto ministeriale sulla medicina fisica e riabilitazione (D241).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e conclusione - Parere favorevole con condizioni e con osservazioni).

Fabio DI CAPUA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo), relatore, ricorda che nella precedente seduta aveva presentato una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni sulla quale i rappresentanti dei gruppi si erano già espressi.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere del relatore.

Sui lavori della Commissione.

Marida BOLOGNESI, presidente, considerata l'imminenza dell'inizio dell'audizione per l'indagine conoscitiva sul terzo settore propone di rinviare l'esame dello schema di regolamento sui molluschi bivalvi alla seduta di giovedì 23 luglio considerato che l'esame in sede referente del disegno di legge n. 3856, recante disciplina degli IRCCS, dovrà essere rinviato per impegni del relatore. Conseguentemente il termine per la presentazione


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degli emendamenti al citato disegno di legge sarà rinviato.

La Commissione consente.

La seduta termina alle 18,10.

COMITATO PERMANENTE SUL TERZO SETTORE

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 21 luglio 1998. - Presidenza del presidente Vasco GIANNOTTI.

La seduta comincia alle 18,20.

Indagine conoscitiva sul terzo settore.

Audizione dei rappresentanti delle associazioni della cooperazione internazionale.
(Svolgimento dell'audizione ai sensi dell'articolo 144 del regolamento e conclusione).

Vasco GIANNOTTI, presidente, introduce l'audizione ricordando obiettivi e finalità dell'indagine conoscitiva in corso.

Luca JAHIER, presidente dei volontari nel mondo - FOCSIV, Anna SCHIAVONI, coordinatrice del COCIS, Raffaella BOLINI, responsabile relazioni esterne dell'ICS, Maura VIEZZOLI, segretario generale del CISP, svolgono alcune considerazioni sul tema oggetto del l'audizione.

Giuseppe LUMIA (gruppo democratici di sinistra-l'Ulivo), Maria BURANI PROCACCINI (gruppo forza Italia) e Dino SCANTAMBURLO (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo) intervengono ponendo quesiti e svolgendo considerazioni.

Giuseppe CRIPPA, presidente di MOVIMONDO, Carla BENELLI, membro esecutivo del COCIS, Rocco DI LEO, collaboratore del CIES, Anna SCHIAVONI, coordinatrice del CIES, Luca JAHIER, presidente dei volontari nel mondo - FOCSIV, replicano, quindi, ai quesiti posti.

Vasco GIANNOTTI, presidente, ringraziando gli intervenuti conclude, quindi, l'audizione.

La seduta termina alle 20,25.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta odierna per l'indagine conoscitiva sul terzo settore è pubblicato in un fascicolo a parte.