Comitato parlamentare Schengen-Europol

SOPRALLUOGO
TRAPANI E MAZARA DEL VALLO
(18-19 E 20 LUGLIO 1997)

Provincia di Trapani

Presentazione della frontiera

1) Mappa dei porti rientranti nella circoscrizione prefettizia.

Trapani, Mazara del Vallo, Marsala, Pantelleria, Castellammare del Golfo.

Porto di Trapani (Classe 1^ - Cat. 2^): quasi completamente naturale, comprende un porto mercantile, un porto peschereccio e un approdo. E’ attrezzato di tre gru semoventi. I moli di ormeggio sono costituiti di cemento e pontili. Le banchine consentono il transito di autocarri medi e leggeri. Il porto, profondo in media 8 metri, offre la possibilità di approdo a navi di piccole dimensioni. L’orario di accesso al porto è continuo.

Porto di Mazara del Vallo (Classe 4^ ): il porto sorge presso la foce del fiume "Mazaro" e comprende avanporto, darsena pescherecci e porto-canale. I moli d’ormeggio sono costituiti da cemento e pontili. Le banchine consentono il traffico di autocarri medi e leggeri. La profondità media di circa 5 metri consente l’approdo di navi di piccole dimensioni. L’orario di accesso al porto è continuo.

2) Caratteristiche (navi di linea provenienti da Paesi Schengen/extra Schengen).

TRAPANI: una nave di linea passeggeri Tirrenia per Tunisi il lunedì mattina e da Tunisi il martedì mattina;

MARSALA: modesto traffico commerciale (vino, soda, sale);

MAZARA DEL VALLO: traffico quasi esclusivamente peschereccio .

Caratteristiche delle navi che approdano.

Il traffico marittimo si articola, per linee generali, come segue:

Þ verso Paesi dell’Unione Europea: Castellammare del Golfo, San Vito lo Capo, Marsala e Mazara del Vallo sono gli approdi abituali di navi con rotta commerciale da e verso la Francia (vino) e la Grecia (cemento);

Þ verso i Paesi extra-Schengen: Trapani e Marsala sono gli scali di navi di linea passeggeri per la Tunisia e navi commerciali per Paesi dell’Est europeo (per i prodotti della distillazione del vino), la penisola Araba e l’India (per il marmo).

Þ Occorre aggiungere la flotta di pescherecci di Mazara del Vallo che indirizza la propria attività verso la costa nord-africana.

3) Controllo sulle coste (cd frontiere blu): controllo effettuato. (Dati statistici relativi ad eventuali approdi/tentativi di approdi).

Vengono effettuati controlli lungo il litorale.

Verifiche saltuarie in acque extraterritoriali da parte della Capitaneria di Porto, compresi nei normali controlli d’istituto.

Dati statistici relativi ad eventuali approdi/tentativi di approdi

anno 1993

n. 160 clandestini

 

anno 1994

n. 1398 clandestini

 

anno 1995

n. 270 clandestini

 

anno 1996

n. 214 clandestini

n. 11 sbarchi clandestini di cui:

n. 5 a Pantelleria

n. 2 a Marsala

n. 1 a Campobello di Mazara

n. 1 a S. Vito Lo Capo

n. 1 a Petrosino

n. 1 a Favignana

anno 1997

n. 261 clandestini (fino al 19 giugno)

n. 8 sbarchi clandestini di cui

n. 6 a Pantelleria

n. 2 a Marsala

MODALITÀ DEL CONTROLLO EFFETTUATO

1) Autorità che se ne occupano

Uffici di Polizia di Frontiera e Autorità Marittima.

2) Personale di cui dispongono

· UFFICIO DI P.S. DI FRONTIERA MARITTIMA E AEREA: 81 elementi di cui 8 compongono la squadra di frontiera.

· ARMA DEI CARABINIERI: Stazione di Pantelleria: 2 Marescialli + 2 Carabinieri in possesso di specializzazione di "Polizia di Frontiera".

· AUTORITÀ MARITTIMA: personale destinato di volta in volta, compatibilmente con i propri servizi d’istituto (mediamente pattuglia di 3-4 Ufficiali - Agenti di P.G.).

3) Specifiche misure di formazione adottate in vista dell’entrata nello spazio Schengen.

· UFFICIO DI P.S. DI FRONTIERA MARITTIMA E AEREA: Il Dirigente e 6 appartenenti alla squadra di frontiera hanno frequentato dei corsi specifici.

· ARMA DEI CARABINIERI E AUTORITÀ MARITTIMA: Nessun corso di formazione per lo specifico scopo..

4) Equipaggiamento tecnico disponibile (apparecchiature di consultazione SIS, timbri d’uscita Schengen, etc.).

· UFFICIO DI P.S. DI FRONTIERA MARITTIMA E AEREA:

n. 4 apparecchiature di consultazione SIS (2 al porto e 2 all’aeroporto);

n. 7 timbri d’entrata e n. 7 timbri d’uscita Schengen;

kit per falso documentale

· ARMA DEI CARABINIERI E AUTORITÀ MARITTIMA:

       nulla

5) Equipaggiamento tecnico di cui dispongono gli agenti incaricati della sorveglianza (elicotteri, aerei, navi, motovedette, etc.).

· UFFICIO DI P.S. DI FRONTIERA MARITTIMA E AEREA:

n. 2 unità navali di altura;

n. 2 mezzi navali minori;

n. 4 auto.

· ARMA DEI CARABINIERI

n. 1 motovedetta CC 802 "Frau".

· AUTORITÀ MARITTIMA:

Trapani: n. 3 unità navali;

Marsala: n. 1 unità navale;

       n. 1 battello veloce.

6) Eventuali coinvolgimenti della dogana nella sorveglianza di frontiera.

Nessuno.

7) Cooperazione fra le varie autorità incaricate del controllo alle frontiere.

Gli Uffici di Polizia di Frontiera, la Guardia di Finanza e i Funzionari della Dogana operano ciascuno secondo le proprie competenze in un clima di collaborazione reciproca.

8) Misure adottate per combattere l’immigrazione illegale.

E’ stato redatto dalla Prefettura un Piano Operativo anti-immigrazione provinciale (che si allega) per il contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina, che prevede l’impiego di mezzi aeronavali delle tre Forze dell’Ordine e delle Capitanerie di Porto.

All’arrivo dei natanti dall’estero gli uffici di Polizia di Frontiera effettuano scrupolosi controlli al fine di evitare che stranieri possano entrare illegalmente in Italia (stranieri in possesso di documenti contraffatti, persone indesiderabili o comunque prive di titolo per entrare nel nostro paese), mentre servizi di vigilanza a mare e lungo le coste vengono effettuati per prevenire lo sbarco di clandestini su imbarcazioni di fortuna lungo le coste trapanesi, in attuazione del predetto Piano Operativo.

9) Dati Statistici

 

1996

1997

Numero totale di stranieri entrati

19.609

9.126

Numero totale non ammissioni

32

25

Numero totale riammissioni

--

--

Numero totale persone respinte

58

33

Numero totale soggiorni illegali

46

40

Numero totale clandestini

214

261

Numero totale favoreggiatori all’immigrazione clandestina

11

3

Numero totale persone in possesso di documenti falsi o falsificati

24

11

Numero totale domande di asilo accolte ovvero giudicate manifestamente infondate

--

--

Numero totale eventuali sequestri di armi e stupefacenti

--

--

COOPERAZIONE ESISTENTE CON GLI STATI PIÙ VICINI (esistenza di eventuali accordi di riammissione):

Nulla.

MISURE DI CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ TRANSFRONTALIERA::

Nulla.

 

PIANO PROVINCIALE OPERATIVO PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO DEGLI SBARCHI CLANDESTINI DI EXTRACOMUNITARI

1. Brevi note introduttive

a. Consistenza del Fenomeno

Nel 1992 e nel 1993 gli sbarchi clandestini di extracomunitari hanno avuto una cadenza episodica. Invece, il fenomeno ha assunto nel corso del 1994 notevoli dimensioni, facendo registrare nei periodi di favorevoli condizioni meteorologiche sbarchi con frequenza quasi giornaliera.

Le provincie interessate al fenomeno sono state quelle di Agrigento, Trapani e Ragusa, anche se quest’ultima in modo più limitato. In particolare, per quanto riguarda la provincia di Trapani, gli sbarchi sono avvenuti, quasi del tutto, sull’isola di Pantelleria e solo occasionalmente lungo le coste tra Mazara del Vallo e Marsala e nelle altre isole Egadi.

b. Scopo del piano

Lo scopo del piano è quello di realizzare un efficace coordinamento operativo permanente a livello provinciale di tutti gli organi ai quali è demandato il compito di svolgere attività di prevenzione e repressione del fenomeno.

Nel corso della conferenza regionale, tenutasi il 12 ottobre 1994, è stata delineata l’entità del fenomeno e sono stati definiti i possibili apporti collaborativi nella attività di prevenzione.

La Marina Militare, in particolare, ha assicurato che potrà espletare una costante azione informativa comunicando le notizie di interesse acquisite nel corso della propria attività d’istituto.

2. Articolazione del Piano

a. Individuazione delle zone da vigilare e degli obiettivi sensibili.

Le aree da sottoporre a più stretta sorveglianza sono quei tratti di litorale in cui si sono già verificati numerosi sbarchi di clandestini, nonché quei punti nevralgici della costa che, per le particolari caratteristiche geomorfologiche, presentano condizioni più favorevoli allo sbarco (coste basse e sabbiose, insenature in località poco frequentate, isole minori, approdi turistici non presidiati da Autorità marittime, etc.).

Le zone più a rischio, quindi, vengono così individuate:

1) ZONA A/ Isola di Pantelleria.

L’isola si trova ad una distanza di circa 70 miglia nautiche dalle coste trapanesi e ad appena 50 miglia dalle coste Tunisine.

Detta isola, essendo a notevole distanza dal restante territorio nazionale ed alquanto vicina alle coste tunisine ed in relazione alla limitata densità demografica, risulta la più esposta agli sbarchi degli extracomunitari.

La rotta di intercettazione dei natanti nordafricani, diretti all’isola di Pantelleria, si identifica con la rotta ovest/nord-ovest, comprendendo così le provenienze da Capo Bon e Kelibia;

2) ZONA B/ isole Egadi e coste trapanesi

Le isole Egadi, ed in particolare le isole di Favignana e Marettimo e la fascia costiera che va da Marsala alla foce del fiume Belice sono le zone maggiormente esposte agli sbarchi degli extracomunitari.

Più nel dettaglio, mentre le isole Egadi sono interamente esposte agli sbarchi a causa della distanza che le separano dalla terraferma, per le coste trapanesi i punti nevralgici maggiormente minacciati dagli sbarchi sono ricompresi nel tratto di litorale che va da Capo Feto a Capo Granitola, dove la costa è generalmente bassa e sabbiosa.

La costa, invece, che va da Capo Lilibeo (Marsala) a Capo Feto, essendo assai frastagliata, in linea di massima mal si presta a simili operazioni di sbarco.

b. Ipotesi operative

Þ Primo livello di impiego (situazione di routine)

Nel quadro delle normali attività di servizio dei vari Enti interessati al fenomeno, vengono impiegati, in questa prima fase, tutti i mezzi aerei e navali dei Corpi di Polizia e delle FF.AA: presenti nella provincia.

L’impiego di detti mezzi nello specifico settore di che trattasi è ovviamente richiesto, come ulteriore compito, nell’ambito delle normali missioni che gli stessi mezzi effettuano per l’assolvimento dei rispettivi compiti istituzionali.

Þ Secondo livello di impiego (situazione di sensibilizzazione del fenomeno)

Al fine di fronteggiare eventuali emergenze, viene istituito, in conformità a quanto concordato in sede di riunione regionale e provinciale, il Centro Coordinamento Tecnico-operativo con sede in Questura e presieduto dal Questore o da un Funzionario delegato e del quale fanno parte tutti i rappresentanti degli Organismi deputati ai servizi di vigilanza.

A detto Organismo è demandato il compito della direzione strategica delle operazioni sia in mare che sulla terraferma e dei collegamenti con le sale operative dei rispettivi Enti.

Þ Individuazione ed approntamento aree e/o locali di accoglienza.

In Trapani, è stato fino ad oggi utilizzato il Centro di Accoglienza di Badia Grande, messo a disposizione dalla Charitas. In caso di particolari emergenze il Centro potrà essere utilizzato anche per il futuro.

E’, comunque, in corso di approntamento altro idoneo locale messo a disposizione dal Comune di Trapani ed ubicato nella frazione di Marausa. Detti locali saranno idoneamente attrezzati allo scopo e consentiranno la sistemazione, sia pure in via temporanea, di almeno oltre 30 unità, in attesa dell’attuazione delle procedure previste.

Particolari difficoltà nel reperimento di idonei locali si sono presentate in Pantelleria, ove l’Amministrazione comunale non è riuscita finora ad individuare strutture valide per lo scopo, per cui si renderà necessario, ove non si dovesse trovare una adeguata soluzione alle problematiche alloggiative, trasferire, come peraltro già attuato in passato, i clandestini in Trapani, anche in considerazione che il loro respingimento verso i paesi di provenienza, sia via mare che via aerea, dovrà in ogni caso avvenire con partenza da questo Capoluogo.

Analoga soluzione dovrà essere adottata per eventuali clandestini sbarcati sulle altre coste trapanesi comprese le rimanenti isole Egadi, ove non esistono strutture ricettive utilizzabili allo scopo.

c. Attività di vigilanza e controllo nelle acque territoriali

(1) Premessa

Si prende atto che, sin dal momento della recrudescenza del fenomeno in parola (giugno 1994), è stato attuato un piano di pattugliamento interforze che interessa tuttora le acque territoriali di Pantelleria.

(2) Attuazione della vigilanza e risorse occorrenti

I servizi di pattugliamento di cui sopra vengono mantenuti e saranno ottimizzati ed integrati, nel caso di emergenza (seconda ipotesi operativa), con una ulteriore azione di vigilanza che verrà dispiegata nelle isole Egadi e lungo tutto il litorale trapanese (in particolare nelle zone a rischio individuate nella precedente lettera a.).

Si riportano quindi, qui di seguito e nel dettaglio, i settori in cui viene assicurata l’azione di vigilanza e le unità navali impiegate per garantire un’adeguata "saldatura" della linea di confine:

(2) (a) Settore Pantelleria

Unità navali impiegate N. 4

Þ N. 1 unità navale della Capitaneria di Porto di Trapani

Þ N. 1 unità navale della Guardia di Finanza

Þ N. 1 unità navale dei Carabinieri

Þ N. 1 aereo Polstato per servizio osservazione

Tipo di vigilanza

prima ipotesi operativa:

(situazione di routine)

N. 2 turni con orario - 17/23 e 4/10 - con impiego a turno n. 1 unità, secondo turnazione a scalare
seconda ipotesi operativa:

(situazione di sensibilizzazione)

gli interventi saranno disposti in conformità alle valutazioni del Centro di Coordinamento Operativo Interforze

(2) (b) Settore Isole Egadi e costa trapanese

Unità navali impiegate N. 4

Þ N. 1 unità navale della Capitaneria di Porto

Þ N. 1 unità navale della Guardia di Finanza

Þ N. 1 unità navale dei Carabinieri

Þ N. 1 unità navale della Polizia di Stato

Tipo di vigilanza

prima ipotesi operativa:

(situazione di routine)

N. 2 turni con orario - 17/23 e 4/10 - con impiego a turno n. 1 unità, secondo turnazione a scalare

seconda ipotesi operativa:

(situazione di sensibilizzazione)

gli interventi saranno disposti in conformità alle valutazioni del Centro di Coordinamento Operativo Interforze

(2) (c) Settore da Capo Feto alla foce fiume Belice

Unità navali impiegate N. 3

Þ N. 2 unità navali della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo

Þ N. 1 unità navale dei Carabinieri

Tipo di vigilanza

prima ipotesi operativa:

Secondo turnazione concordata previe dirette intese

- Nel caso di avvistamento di mezzi navali sospetti nelle acque territoriali, le relative segnalazioni devono essere inoltrate nel modo più rapido al Centro di Coordinamento della Questura di Trapani, il quale provvederà:

· a dirottare, attraverso l’attivazione della Sala Operativa dell’Ente interessato, l’unità navale in quel momento operante secondo la turnazione programmata;

· ad individuare eventualmente altre unità navali in grado di potenziare l’intervento a mare, dirottando le stesse nell’area interessata tramite le rispettive Sale Operative:

· ad allertare i competenti Comandi della Polizia di Frontiera per la predisposizione, in questa fase di generica attivazione, degli adempimenti che si renderanno eventualmente necessari.

- Nel caso, invece, di intercettazione di imbarcazioni con clandestini a bordo, l’unità navale operante provvederà, tramite la propria Sala Operativa, ad allertare il Centro di Coordinamento della Questura di Trapani e l’organo competente al soccorso marittimo secondo le direttive del D.P.R. 28/9/1994 n. 662.

Il predetto Centro di Coordinamento attiverà immediatamente il competente Comando della Polizia di Frontiera per i conseguenti adempimenti di legge ed informerà altresì le altre forze di Polizia e la Prefettura di Trapani. Allerterà inoltre le specialità del Corpo (Polfer - Polstrada - Polaria) perché provvedano a sottoporre a controllo i gruppi extracomunitari eventualmente intercettati e sospettati, per il comportamento tenuto o per altri fattori, di essere clandestinamente sbarcati da poco tempo.

L’imbarcazione con i clandestini sarà condotta nel più vicino porto, ove è presente un Ufficio di Polizia di Frontiera. Qualora l’imbarcazione non sia in grado di affrontare lunghe percorrenze, si prenderà ormeggio nel più vicino scalo, onde salvaguardare la vita umana in mare.

I clandestini, in attesa dell’attuazione della procedura di respingimento, saranno trasferiti nei Centri di Accoglienza di questo capoluogo ed alla loro vigilanza concorreranno le tre forze di Polizia.

(2) (d) Attività di vigilanza e controllo sulla terraferma

Le forze di Polizia, come ulteriore compito, nell’ambito dei normali servizi che le stesse effettuano per l’assolvimento dei rispettivi compiti istituzionali, assicureranno la vigilanza costiera nell’ambito del territorio dell’isola di Pantelleria, delle isole Egadi e del litorale trapanese.

(3) Casi concreti di attivazione operativa:

- Nel caso di segnalazione di sbarco già avvenuto in un’isola minore (lo sbarco può essere individuato o mediante l’intercettazione di imbarcazione già priva del carico umano oppure attraverso il rilevamento di presenze a terra) il Centro di Coordinamento provvede ad informare tempestivamente le altre Forze di Polizia affinché le stesse provvedano a:

· sensibilizzare i competenti Comandi locali;

· bloccare le vie di deflusso;

· effettuare, ove necessario, rastrellamenti del territorio;

- Nel caso, invece, di segnalazione di sbarco sulla fascia costiera trapanese, il Centro di Coordinamento provvederà ad:

· attivare, se necessario, altre unità aeree e(o navali per una più accurata perlustrazione;

· informare le Sale Operative delle altre Forze di Polizia che invieranno sul luogo dello sbarco le dipendenti unità operative (autopattuglie);

· informare la Prefettura di Trapani.

Le Sale Operative dei vari organi di Polizia attiveranno, altresì, immediati controlli lungo le rotabili, le stazioni ferroviarie, i porti, gli aeroporti e le stazioni di pullman dalle quali possano transitare i cittadini extracomunitari dell’immediatezza dello sbarco clandestino.

 

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