Comitato parlamentare SchengenEuropol

RELAZIONE SUL SOPRALLUOGO
SVOLTO AD OTRANTO E A BRINDISI IL 21 E 22 GENNAIO 1999.

Otranto: Centro di accoglienza di S. Foca

Il Centro di S. Foca può ospitare circa 400 persone (al momento vene sono circa 350) e gestito dall'Arcidiocesi di Lecce sulla base di un'apposita Convenzione, che prevede, sotto il profilo degli oneri economici, l'esborso da parte dello Stato di circa L. 30.000 per ciascuna persona ospitata.

Si tratta di un centro di accoglienza predisposto ai sensi dell'art. 12 della legge 40 sull'immigrazione, che ospita in gran parte persone richiedenti asilo.

E' presidiato all'esterno dai carabinieri.

 

Otranto: Centro di accoglienza La Badessa

Il Centro di La Badessa ospita attualmente 350 persone, ma può arrivare ad una capienza di 600; la media è stata, fino a questo momento, di poco più di 200 persone ospitate.

E' gestito da una cooperativa di volontariato.

Il costo medio per persona è stato al momento di L. 30.000.

Attualmente sono stati assegnati alla regione Puglia 5 miliardi e 400 milioni per l'ampliamento dei centri di assistenza attuali e/o per la predisposizione di nuovi.

Il problema più sentito è quello di poter disporre di interpreti, indispensabili per verificare l'identità e la nazionalità di chi arriva senza passaporto (la quasi totalità delle persone), "l'usura" del personale delle forze dell'ordine, ormai logorato dallo stillicidio degli sbarchi e un efficace piano di azione contro la criminalità organizzata.

 

Nel corso degli incontri svoltisi a Lecce si sono inoltre evidenziati i seguenti problemi:

  1. l'unica forma di identificazione possibile di chi arriva clandestinamente in Italia è quella fotodattiloscopica ovvero tramite le impronte digitali (tutti sono sprovvisti di documenti);
  2. non c'è alcuna collaborazione, ai fini dell'identificazione di chi "dichiara" di essere "non albanese", da parte della polizia albanese che è anzi con ogni probabilità corrotta e collusa con le organizzazioni criminali;
  3. le 70 unità italiane hanno compiti di "sostegno" nei confronti della polizia albanese e non "operativi". Si tratta inoltre di un numero di persone esiguo, che non riesce a controllare sia Valona che Durazzo;
  4. Gli "sbarchi" sono "mirati", con punte cioè quando si ritiene che minore sia la sorveglianza: 24 e 31 dicembre , 2 novembre ecc. La media è di 6 - 7 gommoni a notte con un carico di 25 persone, ma si è arrivati anche a 38 gommoni per notte.
  5. i gommoni sequestrati non dovrebbero essere messi all'asta, visto che nella maggior parte dei casi vengono riacquistati da italiani a favore di qualche scafista albanese (sarebbe meglio demolirli o farli acquisire dalle forze dell'ordine italiane;
  6. non c'è intolleranza verso gli immigrati clandestini anche perché raramente la Puglia è zona di destinazione finale, bensì utilizzata solo come transito verso il centro Europa;
  7. c'è un notevole traffico di stupefacenti oltre che di persone umane nel Canale di Otranto, come evidenziato i numerosi "pani" di marjuana che si ritrovano sulle spiagge (oltre ai veri e propri sequestri effettuati dalle forze dell'ordine). I "carichi sporchi" non sbarcano comunque ad Otranto o a Brindisi, ma più a Nord, a Bari o addirittura ad Ancona, perché è noto che il Salento è molto sorvegliato;
  8. L'afflusso di persone riguarda sempre più kurdi e kosovari (almeno da quanto dichiarano gli immigrati che, il più delle volte, presentano domanda di asilo);
  9. è difficile nella realtà emergenziale dei fatti distinguere tra centri di accoglienza e centri di permanenza (come si fa a sapere prima, al momento in cui vengono "presi" se sono profughi o immigrati clandestini?) D'altra parte la promiscuità nei centri attualmente esistenti tra profughi e respingendi crea e può creare problemi dal punto di vista della sorveglianza, dato il diverso stato psicologico di chi ha richiesto l'asilo e di chi invece deve essere respinto;
  10. chi fa domanda di asilo deve eleggere domicilio (di solito elegge come tale la Caritas di Roma o quella di Milano) e ha un permesso di soggiorno temporaneo che dovrebbe consentire alla Commissione centrale di pronunziarsi sulla domanda stessa. Di fatto il permesso di soggiorno è un lasciapassare per l'Europa, visto che addirittura i richiedenti asilo non si presentano, una volta ottenuto il permesso di soggiorno, neanche per ricevere il sussidio giornaliero che il governo italiano riconosce loro;
  11. si riterrebbe necessaria una certa autonomia del questore nell'accogliere le domande di asilo, che spesso sono palesemente strumentali ad evitare il respingimento e quindi manifestamente pretestuose.

 

Brindisi: Centro di Villafranca

E' una struttura costruita in passato per essere un carcere (mai utilizzato come tale). E' un centro "misto", di accoglienza e di trattenimento, gestito dal Comune che si avvale come ausilio della Croce Rossa.

Al momento sono state erogate circa L. 20.000 a persona per il solo vitto, ma è in corso di stipula una Convenzione con la Croce Rossa che prevede il costo di L. 50.000 a persona comprensivo, oltre che del vitto, di ogni tipo di assistenza (vestiario, medicinali, ecc.).

Attualmente sono presenti circa 7 persone dipendenti dal Comune ed una trentina di persone facenti capo alla Croce Rossa.

 

Nel corso degli incontri svoltisi a Brindisi si sono inoltre evidenziati i seguenti problemi:

  1. Ci sono ancora molte persone che cercano di entrare in Italia attraverso navi di linea o pescherecci (il tratto di mare tra le coste italiane e quelle albanesi è più lungo, quindi è minore - rispetto alla realtà riscontrata a Otranto - il numero di sbarchi con i gommoni). A questo riguardo, sembra che le autorità albanesi siano tutt'altro che collaborative, se si pensa che navi di linea provenienti dall'Albania - 4 al giorno - arrivano e ripartono dal Porto di Brindisi tutte agli stessi orari e di sera, quasi a voler sfidare la resistenza e quindi l'efficienza di chi deve effettuare i controlli.

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